Un super algoritmo per l’internet delle cose Nel 2020 connessi 50 miliardi di oggetti

Nel 2020, con l'arrivo delle connessione 5G, si prevede che almeno 50 miliardi di oggetti saranno connessi fra loro nel mondo (fonte: Pixabay) © Ansa

Pronto il super algoritmo destinato a gestire l’esplosione dell’internet delle coseattesa per il 2020, con l’arrivo della connessione 5G, quando si prevede che almeno 50 miliardi di oggetti saranno connessi fra loro nel mondo. Permetterà ai dispositivi dicomunicare direttamente fra loro, senza passare per i ripetitori. Messo a punto dal gruppo dell’americana Tufts University, l’algoritmo è descritto sulla rivista ‘Proceedings of the IEEE’.

In un mondo in cui tutti gli oggetti, dagli elettrodomestici, alle automobili, ai pc sarannoconnessi fra loro, sarà cruciale conoscere la posizione precisa di tutti i dispositivi e permettere loro velocemente di riconoscersi e scambiarsi informazioni, ha rilevato il coordinatore della ricerca, Usman Khan. Questo impone lo sviluppo di nuovi sistemiche permettano di localizzare gli oggetti e farli comunicare.

Attualmente, il funzionamento dei dispositivi wireless si basa su cosiddette “ancore“, costituite da ripetitori per i cellulari e da satelliti Gps, che comunicano con ciascun dispositivo e che sono gestite da un sistema centralizzato che raccoglie ed elabora i dati e li smista ai singoli oggetti. Ma questo sistema diventa difficile da gestire con l’aumento del numero dei dispositivi connessi fra loro, perché si dovrebbe installare un numero elevatissimo di ripetitori sugli edifici, che sono difficili da gestire in modo centralizzato.

Il super algoritmo evita tutti questi problemi perché permette ai dispositivi di comunicare direttamente fra loro, evitando di passare per le ancore. In pratica i dispositivi misurano la loro posizione l’uno rispetto all’altro, piuttosto che fare riferimento ai ripetitori. “Oltre a prepararci a un futuro in cui gli oggetti connessi fra loro saranno onnipresenti, questo approccio – ha osservato Khan – potrebbe alleviare la pressione sull’infrastruttura attuale, eliminando la necessità di installare i ripetitori sugli edifici”.

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