Un padre e due figlie: il dramma, il perdono, il cammino di salvezza

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Futuro Giubileo della misericordia: 3%; prossimo Sinodo sulla famiglia: 9%; imminente viaggio a Cuba e negli Stati Uniti: 27%. I lettori “matematici” indovineranno subito l’andamento esponenziale di queste percentuali, che misurano lo spazio, nell’ultima mia ricognizione digitale, occupato dai principali eventi dell’agenda pontificia ed ecclesiale. Non c’è da stupirsene.
Ma dentro a quel 3% di misericordia, c’è una storia che ha valore forse quanto tutte le altre: per quel che racconta innanzitutto, e poi per il modo in cui è raccontata, e infine per come la WikiChiesa me l’ha messa sotto gli occhi. Accade infatti che un utente di Facebook si imbatte in Rete, non sappiamo quando, in un lungo servizio giornalistico della tv della Svizzera italiana (RSI); lo segnala a don Fabio Bartoli, e questi ne rimane tanto colpito da dedicargli due eloquenti post consecutivi sul suo blog “La fontana del villaggio“ (http://tinyurl.com/pnqo9wu). In effetti si tratta di un servizio che Anna Bernasconi ha assolutamente ben costruito (http://tinyurl.com/oa48krc). Prende spunto da una lontana “cronaca nera” (le sedicenti “bestie di Satana”) senza trasformarla in fiction; dà alla narrazione il ritmo lento che i drammi meritano, e non quell’andamento sincopato che trasforma ogni storia in spot.
Ma ecco il valore incomparabilmente più grande degli altri due. È il valore del perdono compassionevole che un padre, Silvio Pezzotta, dona alla complice dell’assassinio della figlia Mariangela: «Potevano essere l’una al posto dell’altra. Io ho perso una figlia, ma… ». Ed è il valore del cammino di redenzione che una giovane donna, Eli-sabetta Ballarin, intraprende anche grazie alla misericordia ricevuta e in qualche modo riconosciuta: «Mi sono salvata più volte: dalla droga, dalla morte, dal carcere». E dire che su Facebook, all’epoca della messa in onda (2 aprile 2015), qualcuno si è scandalizzato per la coincidenza con il Giovedì santo.

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