Torino, primo caso in Italia. La droga sconosciuta che uccide di nascosto

La chiamano Pink o Pinky, ma il nome tecnico è U-47700 e, malgrado sia una droga sintetica quasi sconosciuta, continua a mietere vittime in giro per il mondo e, ora, per la prima volta anche in Italia. Mario era un papà torinese di 42 anni, informatico di professione e l’aveva ordinata attraverso internet. Utilizzandola, il suo comportamento era cambiato, portandolo ad addormentarsi all’improvviso e ad avere profondi momenti di rabbia in famiglia.

Dagli esami tradizionali (del sangue o dei capelli) non risultava nulla di anomalo, ma le droghe sintetiche hanno un potere omicida in gran parte ancora nascosto. Dopo la morte di Mario, la Procura ha aperto un’indagine per scoprire quali siano le strade di smercio della sostanza e per comprendere se davvero non sarebbe stato possibile evincere nulla dagli esiti degli esami clinici, cui volontariamente l’uomo si era sottoposto. «Le sostanze in circolazione sul mercato – spiega il direttore del Dipartimento delle dipendenze e della prevenzione dell’Asl Torinese, Antonino Matarozzo – cambiano in continuazione e i laboratori clandestini sono continuamente al lavoro per inventarne di nuove. Per questo è difficile trovarle anche durante gli esami: sono centinaia e per riconoscerle bisogna cercarle specificatamente».

L’U-47700, ad esempio, nasce negli anni Settanta come farmaco sperimentale, con un enorme potere analgesico (sette volte la morfina). Per diverse ragioni, non venne mai testato sull’uomo e la ricetta si trova ancora oggi sul web a disposizione dei produttori di droga. Anche la commercializzazione non è un problema: nella maggioranza dei Paesi la normativa è ancora arretrata. Nei casi in cui Internet è troppo controllata, basta passare attraverso il cosiddetto dark web (il web oscuro, non accessibile attraverso i comuni di motori di ricerca) per vendere le sostanze e poi spedirle in ogni angolo del mondo, magari partendo dai numerosi laboratori clandestini dell’Estremo Oriente (soprattutto Cina e Vietnam).

Il costo è bassissimo (si arriva a circa 5 euro al grammo) e i consumatori avvertono subito una sensazione di effimero «felice rilassamento» in grado di far dimenticare per un breve periodo ogni problema. I rischi per la salute sono altissimi: «Gli oppiacei sono dei narcotici, tendono a rilassare e ad addormentare, ma possono arrivare alla depressione estrema del sistema cardiocircolatorio e quindi alla morte. Anche gli psicostimolanti come il crack possono uccidere, conducendo a infarti o ictus».

E le sostanze sintetiche si fumano, si ingoiano come pastiglie o si sniffano, quasi mai vengono iniettate, ma non per questo sono meno pericolose: subdolamente nascondono sia il principio attivo sia la quantità contenuta, rendendone difficile il riconoscimento e il trattamento, con risultati disastrosi per la salute. «A Torino – conclude Matarozzo – sono circa cinquemila i pazienti che vengono curati dalle loro dipendenze, da sostanze o da comportamenti. Di questi, circa 170 sono sotto i trent’anni e ci sono anche ragazzini di tredici anni».

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