Terremoto in Emilia-Romagna, l’esperto: «Con scosse molto forti saremmo esposti come nel 2012»

La terra è tornata a tremare in Emilia-Romagna. Ieri, 9 febbraio, due scosse, arrivate a distanza di un’ora l’una dall’altra, si sono registrate nel Reggiano. Una prima, di magnitudo 4, a Bagnolo in Piano, una seconda (4.3) con epicentro a Correggio. Pochi attimi che hanno risvegliato la paura in una zona sismica che ha già conosciuto gli effetti disastrosi del terremoto nel maggio 2012. Le scosse di ieri sono state localizzate più a ovest rispetto a dieci anni fa, anche se a profondità simili, «tra i 7 e gli 8 chilometri» e con «meccanismi confrontabili». Tuttavia, «è impossibile prevedere se tali scosse possano essere prodromi di un altro evento sismico», chiarisce Gianluca Valensise, sismologo dell’Ingv (l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). Resta il fatto che se un terremoto di magnitudo importante dovesse nuovamente scuotere l’Emilia, purtroppo gli effetti «nei centri storici si ripresenteranno, se non ugualmente, in situazioni quasi analoghe a quella del 2012».

Dottor Valensise, che tipo di scosse si sono registrate, la sera del 9 febbraio, in Emilia?
«Le scosse di ieri fanno capo a quel genere di terremoti che, come quello del 2012, avvengono a causa della compressione dell’Appennino settentrionale verso nord-est. In particolare, la parte sepolta di questa catena, in compressione e in deformazione attiva, genera terremoti».

Nel reggiano, ma anche nelle vicine province, si sono avvertite chiaramente due scosse. Ne avete registrate altre?
«Le scosse relativamente forti sono state due. Ne abbiamo colte un altro paio, di magnitudo 3, che probabilmente in pochi avranno colto».

Ci sono analogie tra i movimenti registrati ieri e quelli del terremoto del 2012?
«Hanno origine a profondità simili, tra i 7 e gli 8 chilometri, quindi piuttosto superficiali, e meccanismi confrontabili. Tuttavia, la differenza principale è che le scosse di ieri si sono registrate più ad ovest rispetto agli eventi sismici di dieci anni fa, in un punto che è un po’ uno spartiacque tra una zona maggiormente sismica e una meno soggetta a terremoti. Per intenderci: da Correggio verso ovest, ovvero verso Piacenza, solitamente i terremoti si fanno più piccoli e quasi si esauriscono; mentre andando verso est si sono sempre registrati. Oltre al sisma del 2012, un altro terremoto causato dalla stessa faglia fu localizzato tra Novellara e Correggio nel 1996. Fu decisamente più forte (5.5) rispetto a quello di ieri, ma avvenne a una profondità maggiore».

Quali sono le scosse da tenere sotto controllo?
«In zona emiliana una magnitudo è di interesse da 4.5 in avanti. Dai 5 in su qualche danno si registra quasi sicuramente».

Le scosse registrate ieri potrebbero essere avvisaglie di altri fenomeni sismici imminenti?
«Nel 2012, prima del forte terremoto di maggio, c’erano state altre scosse (in particolare a fine gennaio, ndr). Tuttavia, molti terremoti arrivano anche senza alcun preavviso. Quindi è impossibile fare previsioni e dire se le scosse registrate ieri possano essere prodromi di un altro evento sismico».

Qual è la magnitudo più alta raggiunta nella storia recente dell’Emilia?
«Nell’area sismica in questione non abbiamo mai visto terremoti con magnitudo più forte di 6 e saremmo abbastanza sorpresi di vederne. Come abbiamo capito nel 2012, però, basta un terremoto di magnitudo 5.9 per produrre danni, soprattutto se il territorio è impreparato».

L’Emilia-Romagna sarebbe preparata a reggere un nuovo evento sismico di quella portata?
«L’Emilia-Romagna è entrata nella classificazione sismica dal 2003, piuttosto tardi. Per di più, solo nel 2009, dopo il terremoto de L’Aquila, è diventato obbligatorio costruire secondo la normativa anti-sismica. Il territorio pianeggiante della regione, quindi, è poco preparato ai terremoti forti. Adesso si sta cercando di migliorare le costruzioni, a partire da quelle antiche. Ma considerato che la maggior parte del patrimonio abitativo è stato costruito prima di quella data, i conti sono presto fatti».

Se un nuovo terremoto di magnitudo importante dovesse scuotere l’Emilia, gli effetti sarebbero gravi come dieci anni fa?
«Purtroppo temo di sì. I problemi nei centri storici, al prossimo terremoto forte, si ripresenteranno se non ugualmente, in situazioni quasi analoghe a quella del 2012. Per questo è necessario intervenire ora, in tempo di pace».

Corriere di Bologna