Teologia Morale: Il piacere e la bontà, insieme

«La temperanza è la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati. Essa mantiene i desideri entro i limiti dell’onestà». (Catechismo 1809)
Oltre le passioni d’irascibilità ci sono quelle di concupiscenza, caratterizzate dal desiderio di un bene allettante, il cui raggiungimento procura piacere e la privazione dispiacere. Esse sono assunte e moderate dalla virtù cardinale della temperanza. Senza questa, la volontà è assoggettata ai determinismi della soddisfazione e dell’appagamento, da cui sono comandati i desideri. Essa finisce sotto il principio del piacere, subendo forme di fissazione o regressione a fasi infantili. Non che il piacere sia da detestare, ma non si può fare del piacere il principio-guida del volere. Non tutto ciò che appaga e piace è anche buono e giusto. La temperanza è la virtù che accorda il piacere con la bontà, portandoci a fare il bene piacevolmente.
Virtù cardinale, la temperanza è il nucleo di una costellazione di virtù che ne dirigono l’azione moderatrice a desideri e aspirazioni particolari. Virtù di temperanza sono la castità, il pudore, la povertà, la sobrietà, la regolatezza, l’astinenza, l’umiltà, la modestia, la semplicità, la riservatezza, il silenzio, la clemenza, la docilità, il servizio. Ciascuna è la risposta virtuosa a una tendenza istintiva ed emotiva, come la povertà alla cupidigia dell’avere, l’umiltà alla brama d’ambizione e di successo, la castità alla pulsione sessuale, la sobrietà all’attrattiva di cose vane, dispendiose e superflue, il servizio all’aspirazione al potere, la clemenza all’istinto di severità, la docilità alla tendenza alla presunzione e alla ribellione, la modestia al desiderio d’apparire, la regolatezza alla voglia di mangiare, bere, divertirsi, oziare.
Per il cristiano la temperanza è legata alla conversione dall’«uomo carnale», succube dei desideri della carne, all’«uomo spirituale», che coltiva i desideri e le opere dello Spirito. Consapevole che «i desideri della carne portano alla morte, i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace» (cf 1Cor 2,14-15; Gal 5,16-22; Rm 8,5-13).
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