Luna nuova apre raccolta zafferano, oro rosso italiano

(di Alessandra Moneti) (ANSA) – ROMA, 11 OTT – Cambia la Luna e nelle alture di Toscana, Marche, Abruzzo, Sardegna fino alla Calabria i raccoglitori di zafferano si preparano. Un lavoro certosino all’alba, tutto manuale, ed eroico: per fare un Kg di “oro rosso” servono 150mila fiori ancora chiusi poiché la luce del sole potrebbe alterare le caratteristiche organolettiche degli stimmi. Il fragile croco sativus ha una fioritura che può avvenire da oggi al 10 novembre indicativamente, a seconda degli habitat, e per la qualità è importante che dalla raccolta allo spelucchiamento fino all’essiccazione dei pistilli passi meno tempo possibile. Tra i poli emergenti, nell’ambito del progetto Eccellenze di Montalcino, c’è il distretto del vino Brunello e della Val d’Orcia dove Marzio Saladini ha recuperato la tradizione di produzione storicamente attestata nel 1857 da Clemente Santi, padre del Brunello di Montalcino, che descrisse una raccolta all’abbazia di Sant’Antimo. Saladin ha puntato subito sulla certificazione, avviando un restart dopo che la produzione montalcinese si è praticamente interrotta. “In sei anni – sottolinea Marzio Saladini, ideatore di Pura Crocus – è diventata una delle aziende più grandi d’Italia. Noi abbiamo un ettaro e mezzo che è tanta roba in un arcipelago di piccole aziende a conduzione familiare e ne ricaviamo dagli otto ai dieci Kg di zafferano. Per preservare il suolo seguo le buone pratiche abruzzesi espiantando il bulbo dopo un ciclo di tre anni per poi fare rimpianti. Tra le entrate aziendali c’è anche la vendita dei bulbi, richiesti da chi vuol avviare un’attività che richiede mini impianti di essiccazione controllata. Nella zona di Montalcino lo zafferano non è una invenzione. Quando c’era la mezzadria – racconta – i contadini usavano il miele allo zafferano come medicinale e rilassante. E si dice servisse ad avere figli maschi, ma qui siamo alle leggende. Noi produciamo sia il miele di acacia certificato toscano, ma anche le tisane, la birra allo zafferano e i cantucci. Siamo fornitori della Conad ma a correre è la domanda da parte delle case farmaceutiche”. Molte le aziende, dal basso Lazio alla Calabria, a conduzione femminile. A Castiglione Cosentino (Cosenza) l’azienda agricola Linardi, che fa parte della rete degli “Agronauti”, è guidata da due giovani sorelle. “Abbiamo una grande passione – dice la titolare, Maria concetta Linardi – fare agricoltura nella nostra terra preservando la natura e la biodiversità dei nostri territori. Produciamo lo “zafferano del Re”, col simbolo di Re Alarico, con metodi naturali e con l’orgoglio – da vere artigiane – di un processo di lavoro interamente svolto a mano. Abbiamo scelto di realizzare il laboratorio in cui essicchiamo e confezioniamo il prodotto nel centro storico di Castiglione Cosentino perché abbiamo l’obiettivo e la speranza di rivitalizzare i borghi dei nostri territori calabresi”. Anche colossi come Bonifiche Ferraresi guardano con interesse allo zafferano e alla coltivazione di erbe officinali con materia prima italiana a marchio “Le Stagioni d’Italia”. Recente è l’annuncio di investimento in Sardegna per l’inserimentodi linee di produzione ad alto valore aggiunto come appunto lo zafferano biologico, camomilla, echinacea e bardana.

Zafferano protagonista a Navelli con ceci e vino

NAVELLI (L’AQUILA) – Navelli è la capitale dello zafferano, quello che tutto il mondo apprezza e conosce come Zafferano dell’Aquila DOP: in questi giorni lo è ancor di più con la celeberrima Sagra dei Ceci e dello Zafferano, arrivata alla 41esima edizione. La Sagra, organizzata dalla Pro Loco nei giorni sabato 19 e domenica 20 agosto, promuove due prodotti di punta del territorio, il cece di Navelli Presidio SlowFood e, appunto, lo Zafferano dell’Aquila DOP, che saranno anche i protagonisti del pre-sagra.
Venerdì 18 agosto alle ore 18 il Comune di Navelli e l’Ass.
Pro Loco di Navelli ospitano un Cooking show organizzato dal Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila DOP e dall’Associazione Cuochi L’Aquila. In compagnia del Presidente di quest’ultima, Daryoush Shojaee, aquilano di padre iraniano e madre di Civitaretenga, frazione di Navelli, saranno rivisitati i piatti della tradizione e della sagra Navellese in chiave moderna e accattivante, accompagnati dai vini di Cantinarte, cantina che sta scommettendo, tra l’altro, sul rilancio della produzione vinicola del territorio di Navelli.
A seguire, dalle 19 apertura degli stand di “Aspettando la Sagra”, con arrosticini, pizze fritte, vino e birra accompagnati da buona musica, il tutto in Piazza S. Pelino a Navelli.
Il Consorzio rappresenta tutti i produttori consorziati che contribuiscono alla produzione della preziosa spezia nel nostro territorio, nell’area DOP individuata nei comuni di Navelli, Caporciano, San Pio delle Camere, Prata d’Ansidonia, Barisciano, San Demetro ne’ Vestini, Poggio Picenze, Villa Sant’Angelo, Fagnano Alto, Fontecchio, Tione degli Abruzzi, Molina Aterno e L’Aquila, tra i quali spicca la storica Coop. “Altopiano di Navelli” fondata a Civitaretenga, frazione di Navelli, ben 45 anni fa da Silvio Salvatore Sarra. (ANSA).