Pregliasco,vaccino Covid non a tutti subito, nodo immunità

“Ci sono varie sperimentazioni avanzate e ci sono gli elementi perchè si possa arrivare in tempi rapidi alla disponibilità di un vaccino anti-Covid, ma all’inizio il vaccino non potrà essere disponibile per tutta la popolazione poichè il numero di dosi sarà comunque inizialmente limitato”. A sottolinearlo all’ANSA è il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco, dopo l’annuncio da parte del ministro della Salute Roberto Speranza dell’arrivo delle prime dosi del vaccino entro l’anno se procederà positivamente la sperimentazione del candidato vaccino ‘Oxford’. Incerta, sottolinea Pregliasco, è poi “anche la durata della protezione che il vaccino potrà garantire”.

“Va detto – rileva il virologo – che dovrà esserci inevitabilmente una gradualità di diffusione del vaccino, perchè all’inizio la produzione delle dosi non potrà coprire l’intera popolazione. E’ dunque verosimile che ci possa essere una accelerazione nella messa a punto di un vaccino, considerando le varie sperimentazioni in atto, ma questo non vuol dire che il vaccino sarà disponibile per tutti in tempi brevi”. L”Organizzazione mondiale della sanità, ricorda, “ha infatti detto che il vaccino potrebbe essere disponibile su larga scala solo dalla primavera 2021, se tutto andrà bene, e credo sia questa la tempistica per un impiego su tutta la popolazione”. Tuttavia, precisa, “restano al momento molte incertezze circa la durata della protezione immunologica che un eventuale vaccino potrebbe garantire, o se si dovranno prevedere uno o più richiami”.

Quanto alla sicurezza delle procedure per la messa a punto del vaccino, questa è garantita, almeno in Occidente, ha rilevato al Gr1 Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute. Riferendosi quindi ai tempi, “per il candidato vaccino Oxford – ha detto – la fine di settembre rappresenterà il momento della verità perchè sarà completata la fase 3 di sperimentazione”. Inizialmente, “il vaccino non sarà ancora per tutti anche se – ha concluso – sarà indirizzato a fasce importanti della popolazione”. (ANSA).

Coronavirus. L’annuncio di Putin: Mosca ha registrato primo vaccino

L'annuncio di Putin: Mosca ha registrato primo vaccino

Avvenire

Vladimir Putin ha annunciato che il ministero della Sanità russo ha registrato il primo vaccino contro il coronavirus nel mondo e che sua figlia ne ha già ricevuto una dose. Lo riferisce Russia Today, citando il presidente russo, secondo cui il vaccino, sviluppato dall’Istituto Gamaleya di Mosca, ha ricevuto il via libera dal ministero della Sanità. Putin ha rivelato che alla figlia è già stato somministrato il vaccino, che le ha procurato una leggera febbre, sparita poco tempo dopo.

“Stamattina è stato registrato il vaccino contro il coronavirus per la prima volta al mondo”, ha detto il presidente in una riunione del governo. “So che il vaccino funziona in modo abbastanza efficace, garantisce un’immunità stabile e, ripeto, ha superato tutti i controlli”, ha detto Putin.

Già 20 i Paesi che hanno pre-ordinato circa un miliardo di dosi del nuovo vaccino russo.

Cauta l’Organizzazione mondiale della Sanità. “Accelerare non dovrebbe significare compromettere la sicurezza”, ha detto un portavoce, Tarik Jasarevic, in una conferenza stampa, aggiungendo che l’Oms è in contatto con le autorità russe e quelle di altri Paesi per analizzare i progressi nelle ricerca su diversi vaccini. Il portavoce ha sottolineato che l’organizzazione è incoraggiata “dalla velocità con cui vengono sviluppati i vaccini” e spera che alcuni di essi “si dimostrino sicuri ed efficienti”.

Coronavirus. La grande corsa verso il vaccino: 200 concorrenti, 6 vicini al traguardo

Una competizione mondiale per la salute ma anche per un grande affare. Ultimi arrivati i russi: «Un momento Sputnik». Anche i ricercatori italiani in prima fila
Corre la ricerca per un vaccino contro il coronavirus

Corre la ricerca per un vaccino contro il coronavirus – Ansa / Afp

Una grande corsa. Ricerca, salute ma anche affari. Sono ormai quasi 200 i vaccini in fase di sviluppo nel mondo per cercare di contrastare la pandemia di Sars-CoV2. Secondo i dati dell’Istituto Milken di Pasadena sono infatti 199 i nuovi prodotti complessivamente in fase di sviluppo mentre una ventina sono quelli che sono stati avviati alla fase clinica di sperimentazione.

Tra questi almeno 5 sono arrivati all’ultimo step della sperimentazione sull’uomo, la cosiddetta fase III. Si tratta di tre vaccini cinesi (due prodotti da Sinopharm nei suoi laboratori di Wuhan e di Pechino, e uno prodotto da Sinovac), di quello prodotto dallo Jenner Institute (Università di Oxford) in collaborazione con Irbm-Advent e di quello americano prodotto da Moderna, società biotech di Cambridge, cittadella della ricerca nei pressi di Boston.

A questi si aggiungerebbe ora anche un nuovo vaccino, il sesto, prodotto dall’Istituto Gameya di Mosca, che stando a quanto riferito da fonti russe potrebbe addirittura ottenere l’approvazione entro il 14 agosto prossimi.

«Si tratta di un momento Sputnik», ha dichiarato alla Cnn Kirill Dmitriev, a capo del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif) che sta finanziando la ricerca del vaccino. Il riferimento è al lancio dello Sputnik sovietico, nel 1957, primo satellite messo in orbita al mondo. «Gli americani sono rimasti sorpresi allora e lo stesso è col vaccino, la Russia ci arriverà per prima», ha assicurato Dmitriev.

Gli scienziati russi sostengono di aver sviluppato velocemente il vaccino, perchè si tratta della versione modificata di una già preesistente, creata per combattere altre malattie; un approccio assunto anche da altri Paesi e società impegnate nella ricerca. Per esempio, il vaccino della Moderna, appoggiato dal governo Usa e che ha iniziato lunedì la sua fase 3 di trial, è stato costruito sulla base di un vaccino che era stato sviluppato per il virus chiamato Mers.

Questo ha sicuramente accelerato il processo di sviluppo, ma i regolatori sia europei che americani prima di cantare vittoria richiedono di arrivare alla conclusione completa dei test di sicurezza ed efficacia per il vaccino e la stessa Oms ha avvertito che c’è ancora molta strada da fare.

Funzionari russi hanno spiegato che la velocità dell’iter che porta all’approvazione del vaccino è dovuta all’urgenza della situazione, con la Federazione che continua ad essere il quarto Paese più colpito al mondo dalla pandemia con oltre 800 mila casi.

Il progetto di sviluppo del vaccino è sostenuto dal Ministero della Ricerca con il Cnr e dalla Regione Lazio. La sperimentazione sarà condotta presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive «L. Spallanzani» di Roma e il Centro Ricerche Cliniche Verona.

Mentre la sperimentazione clinica sull’uomo procede e si concentra proprio in quei paesi dove più alta è la circolazione del virus, un gruppo di ricercatori cinesi ha creato un modello basato sull’organismo dei topi che potrebbe rivelarsi utile nella ricerca di un vaccino efficace contro SARS-CoV-2, permettendo la sperimentazione di ceppi virali e candidati al trattamento.

In uno studio pubblicato sulla rivista Science, gli esperti dell’Academy of Military Medical Sciences, Pechino, descrivono il modello murino di infezione che può aiutare a facilitare il test dei vaccini. «Nei roditori – spiega Hongjing Gu dell’Academy of Military Medical Sciences – il virus non sembra utilizzare i recettori ACE-2, per cui si pensa che i topi siano meno sensibili all’infezione. Abbiamo generato un ceppo in grado di infettare anche questi animali, una versione mutante (MASCp6) che può provocare problematiche respiratorie negli esemplari giovani e anziani».

Gli autori aggiungono che il sequenziamento profondo del genoma di MASCp6 rispetto a SARS-CoV-2 ha rivelato che una mutazione nella proteina spike può essere responsabile della capacità di MASCp6 di legarsi ai recettori ACE-2. «Per mostrare l’utilità del modello – continua Gu – abbiamo immunizzato esemplari di topo di sesso femminile con due dosi di uno dei potenziali vaccini per il coronavirus e poi abbiamo valutato gli effetti dell’infezione indotta. I risultati mostrano che le cariche virali erano molto basse e non sono stati identificati sintomi clinici visibili nei topi vaccinati, rispetto al gruppo di controllo, che non aveva ricevuto l’immunizzante». Gli scienziati sottolineano che il ceppo adattato e il corrispondente modello di infezione del topo si aggiungono al repertorio di animali utilizzati per studiare la trasmissione di SARS-CoV-2. «Attualmente – concludono gli autori – non esiste un singolo modello animale che possa considerare tutti gli aspetti di COVID-19 e delle sue conseguenze sugli esseri umani».

«I nostri scienziati sono focalizzati non sull’essere i primi ma sul proteggere le persone», ha poi tenuto a chiarire Dmitriev. Le autorità hanno assicurato che i dati scientifici sul vaccino russo sono in fase di compilazione e saranno messi a disposizione per la revisione dei colleghi e la pubblicazione i primi di agosto. Il vaccino utilizza vettori di adenovirus umani che sono stati indeboliti in modo da non replicarsi nel corpo. A differenza della maggior parte dei vaccini in fase di sviluppo, si basa su due vettori, non su uno, e i pazienti riceverebbero un secondo richiamo. Intanto, la vice premier Tatyana Golykova ha parlato oggi delle prospettive dell’altro candidato vaccino in fase di sviluppo al centro statale Vektor: a suo dire, la registrazione potrebbe avvenire a settembre, con la produzione del primo lotto da somministrare alla popolazione prevista ad ottobre. «Spero che Russia e Cina testino i loro vaccini prima di distribuirli». Lo ha detto l’immunologo Anthony Fauci nel corso dell’audizione davanti al Congresso sulla risposta alla pandemia da coronavirus. «Penso – ha spiegato – che la notizia di un vaccino pronto per essere distribuito prima di testarlo sia come minimo problematico».

Secondo la Cnn, la Russia vuole essere la prima al mondo ad approvare un vaccino anti-Covid. Il siero, creato dal Gamaleya Institute di Mosca, potrebbe essere disponibile entro le prossime due settimane. Fauci ha spiegato che il modo di procedere degli Stati Uniti è «rapido» ma «prudente».

Novità arrivano anche dall’Italia. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato la sperimentazione di fase I sul vaccino anti-COVID prodotto dall’azienda bio-tecnologica italiana ReiThera, che ha sede a Castel Romano, alle porte della Capitale. Lo studio è stato già valutato positivamente dall’Istituto Superiore di Sanità e ha ottenuto il parere favorevole del Comitato etico dell’INIMI Spallanzani. Si tratta di uno studio di fase I che ha l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino GRAd-COV2, basato su un vettore adenovirale e rivolto contro il Coronavirus 2 responsabile della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2). GRAd-COV2 ha dimostrato di essere sufficientemente sicuro ed immunogenico nei modelli animali.

Lo studio prevede l’arruolamento di 90 volontari sani in due coorti sequenziali (coorte di adulti e coorte di anziani). La coorte
degli adulti arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 18 e 55 anni. La sperimentazione, curata dall’Istituto Spallanzani di Roma, inizierà entro metà agosto. La coorte degli anziani arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 65 e 85 anni. Entrambe le coorti sono definite per avere tre bracci di trattamento a tre dosi crescenti composti da 15 partecipanti ciascuno, per un totale di 6 gruppi. L’arruolamento è già iniziato per quanto riguarda la coorte 1 e procederà in maniera sequenziale, previa verifica dei dati di sicurezza ai differenti step.

Avvenire

CORONAVIRUS, IL VACCINO AMERICANO FUNZIONA NEI MACACHI. A RUSSIA VUOLE REGISTRARE IL SUO ENTRO IL 10 AGOSTO

ansa

LA RUSSIA VUOLE REGISTRARE IL SUO ENTRO IL 10 AGOSTO Sembra funzionare nei macachi il vaccino anti Covid-19, sviluppato dall’azienda americana Moderna con l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (Niaid) degli Stati Uniti, diretto da Anthony Fauci. Sperimentato in questi primati, ha indotto la produzione e una potente attività degli anticorpi neutralizzanti, una rapida protezione nelle vie respiratorie e protetto da lesioni polmonari, secondo i dati pubblicati sul New England journal of medicine. Intanto si apprende che il prodotto cui sta lavorando l’istituto di ricerca russo Gamaleya è stato inviato al ministero della Salute per la valutazione, e ci si aspetta la registrazione tra il 10 e il 12 agosto.

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