Pinguini Tattici Nucleari, alla RCF Arena di Reggio la prima tappa del tour

Il 7 giugno 2025 Riccardo, Elio, Nicola, Simone, Matteo e Lorenzo torneranno a Reggio Emilia dopo l’incredibile successo del 2023. La prima delle nove date annunciate per il tour del 2025 dei Pinguini Tattici Nucleari sarà alla RCF Arena. I biglietti per l’Hello World – Tour Stadi 2025 saranno disponibili in prevendita dalle ore 10 di mercoledì 27 marzo su Ticketone.

Un milione di biglietti venduti in un anno (2023), oltre un miliardo e mezzo di stream, due anni in cima alle classifiche airplay e FIMI/Gfk Italia, il successo dell’album Fake News (quattro volte Disco di Platino) e un coinvolgente show che ha riscosso un grande successo di pubblico e critica: quello dei Pinguini Tattici Nucleari si è rivelato essere un gioco di squadra più che convincente, che ha portato la band, che da più di due anni colleziona numeri da record, ai vertici di tutte classifiche, regalandole un posto di assoluto rilievo nel panorama musicale nazionale e che ha mosso i primi passi in quello internazionale.

Il tour 2025 che dopo Reggio Emilia toccherà anche Milano, Treviso, Torino, Ancona, Firenze, Napoli e Roma, viene annunciato poco prima del tour indoor che partirà il 3 aprile da Jesolo (VE): il NON PERDIAMOCI MICA DI VISTA \ FAKE NEWS INDOOR TOUR – PALASPORT 2024 
è una versione più intima e confidenziale, del tour che nell’estate 2023 ha portato i Pinguini Tattici Nucleari a incontrare fan di ogni età, da Nord a Sud fino alle isole. 33 appuntamenti, tutti sold out, dove Riccardo, Elio, Nicola, Simone, Matteo e Lorenzo tornano ad abbracciare il proprio pubblico nei palasport, per continuare a raccontare la storia di una giovane band che negli anni ha saputo alternare grandi hit a brani cantautorali, capaci di far sorridere e di far pensare.

stampareggiana.it

Il tour de France 2024 partirà da Firenze, è la prima volta in Italia

Sarà doppiamente storico: si concludera’ a Nizza e non a Parigi, non accadeva dal 1905.Le tre tappe si snoderanno tra Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte

tour france 2024 parte da firenze prima volta italia

AGI – Il Tour de France del 2024 prenderà il via, per la prima volta, in Italia: partenza il 29 giugno da Firenze, poi altre due tappe con arrivo a Bologna e Torino.

Con tappe dalla valenza anche simbolica che celebreranno i miti del ciclismo italiano. Lo ha annunciato il direttore della gara Christian Prudhomme, secondo cui il fatto che la prestigiosa corsa ciclistica non sia mai partita dall’Italia era “un’incongruenza” finalmente sanata, peraltro nell’anno del centenario della prima vittoria azzurra, quella di Ottavio Bottecchia nel 2024.

Il Tour 2024 sarà doppiamente storico: partirà da Firenze e si concluderà a Nizza e non a Parigi, per la prima volta dal 1905, perché nella capitale saranno in corso le Olimpiadi.
La prima tappa, il 29 giugno, di media montagna, con un dislivello di 3.700 metri, porterà il gruppo da Firenze a Rimini. La seconda partirà da Cesenatico e via Imola raggiungerà Bologna.

La terza è una tappa per velocisti da Piacenza a Torino. Anche la quarta tappa inizierà in Italia prima di concludersi in Francia.

Sarà una grande occasione di celebrazione del ciclismo italiano: la prima tappa passerà dal museo Gino Bartali, dedicato al vincitore del Tour nel 1938 e nel 1948. I corridori passeranno anche vicino al luogo dove riposa un altro grande campione azzurro, Fausto Coppi. E la partenza di Cesenatico sarà, ovviamente, occasione per commemorare Marco Pantani, vincitore del Tour nel 1998.

Sarà “un evento storico, mai successo prima che il Tour partisse dall’Italia e doppia soddisfazione perché parte da Firenze”, ha commentato il sindaco di Firenze Dario Nardella. “Ringrazio Prudhomme – ha aggiunto – perché ha creduto nella candidatura italiana e il presidente Bonaccini che ha subito sostenuto la candidatura italiana con la costruzione di queste 3 tappe e tutte le figure istituzionali che ci hanno seguito”.

Anche lo stesso Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, ha parlato di “bella soddisfazione, un sogno che diventa realta’: la prima volta in Italia, addirittura 3 tappe, la partenza dalla città più bella del mondo, la mia Regione protagonista, insomma sarà una grande festa popolare”.

Musica: Tiromancino, dal 21 gennaio il tour teatrale

Parte il 21 gennaio “Fino a qui – Tour”, il tour teatrale dei Tiromancino. Federico Zampaglione e soci sono pronti a presentare live, in una versione originale, il loro ultimo progetto discografico “Fino a qui”, prodotto da Trident Music, oltre a molti celebri brani del loro repertorio.

Per la prima volta, i Tiromancino saranno accompagnati dall’Ensemble Symphony Orchestra, che vanta collaborazioni con numerosi artisti di fama internazionale (Sting, Kylie Monogue, Robbie Williams, Sam Smith, Luis Bacalov, tra gli altri). L’orchestra è diretta dal Maestro Giacomo Loprieno.

Per il concerto di Bologna, il 26 gennaio al Teatro Manzoni, salirà sul palco Luca Carboni che ha duettato con Zampaglione nel brano “Imparare Dal Vento”, contenuto del disco “Fino A Qui”.

Queste le date: 19 gennaio, San Benedetto Del Tronto (data zero); 21 gennaio, Firenze; 26 gennaio, Bologna; 27 gennaio, Torino; 28 gennaio, La Spezia; 31 gennaio, Napoli; 3 febbraio, Milano; 14 febbraio, Martina Franca (TA); 1 luglio, Roma.(ANSA).

Musica: Roma l’ultima tappa italiana del tour di Bruce Springsteen

di Gaetano Vallini

Perché molte centinaia di persone, tra le migliaia e migliaia che affollano da sempre i suoi concerti, tornano ad ascoltare Bruce Springsteen? Perché alcuni di loro addirittura lo seguono di città in città in alcune tappe dei tour per non perdersi nulla di questo instancabile “apostolo del rock”, come l’ha definito qualcuno? Semplice: perché The Boss sa cosa vuol dire fare buona musica, come si sta sul palco anche a sessantatré anni suonati, come stupire i fan stravolgendo la sommaria scaletta del concerto ascoltando gli umori della sua gente e il particolare feeling che si instaura appena la musica esplode dagli altoparlanti. E ogni volta è diverso, è una novità.
Così anche giovedì sera a Roma, nell’arena allestita all’ippodromo delle Capannelle per l’ultima tappa italiana del tour 2013, per gli oltre trentacinquemila presenti è stato inutile fare ipotesi su cosa avrebbe cantato, nonostante ognuno si fosse costruito nella mente il concerto che avrebbe voluto ascoltare. Lui, salito sul palco, in ogni caso non ha scontentato nessuno. Perché è riuscito ancora una volta a creare quella magica atmosfera che fa di ogni suo concerto un’esperienza unica.
Così, dopo aver cantato la prima canzone Spirit in the Night, ha repentinamente chiesto al pubblico: Can you feel the spirit?. E si è subito capito che anche questa sarebbe stata una serata speciale: tre ore e mezza di grande musica, di rock vero e sano, sprizzante energia, tuttavia capace di spaziare tra le diverse sfumature della tradizione tipicamente americana, peraltro largamente esplorata in un repertorio personale ampio e di altissimo livello.
E allora via, a briglia sciolta, tra pezzi forti – a partire da Badlands, diventato l’inno degli springstiniani – e brani meno famosi ma non meno intensi e trascinanti. Con alcune rarità, come Roulette, e classici di altri, come Summertime Blues di Eddie Cochran. Una maratona che passa come tradizione anche dalle richieste del pubblico, con il Boss tra i fan a raccogliere i cartelli con le richieste. Per terminare con i generosi bis, fino all’ultimo fiato: lui solo sul palco, chitarra e armonica, a intonare Thunder Road.
Ma il vero gioiello è una inattesa, maestosa versione di NYC Serenade, mai eseguita in questo tour e raramente suonata in concerto. Invano, anche in Italia, soprattutto a Milano, i fan avevano invocato con cartelli e cori questo brano. Ieri sera sono stati esauditi: sul palco è salita una sezione di archi dell’orchestra Roma Sinfonietta e il piccolo prodigio si è compiuto. È stato il regalo di Springsteen al pubblico romano. E l’io c’ero, per gli irriducibili, sarà d’obbligo.
C’è un segreto per tutto questo? Certo, molto si deve all’affiatamento con la storica E Street Band, che oggi porta sul palco ben diciassette elementi; il sax di Clarence Clemmons, prematuramente scomparso, è stato sostituito dal nipote Jake e da una poderosa sezione di fiati. Ma la vera risposta l’ha data l0 stesso Springsteen rivolgendosi ai giovani musicisti che lo scorso anno ascoltavano il suo discorso di apertura di un festival in Texas: “Stasera, quando salirete sul palco per fare casino, fatelo come se fosse tutto quello che abbiamo”. In sostanza il Boss non ha mai abbandonato la sua fiducia nella capacità che la musica ha di offrire un po’ di speranza, di redenzione, si potrebbe dire. “Ricordo che da ragazzo – ha raccontato – andavo a vedere dei gruppi, guardavo i musicisti da vicino studiando il loro modo di muovere le mani, poi a casa cercavo di copiarli. Entrare in una band e suonare mi ha salvato dalla trappola di non riuscire a realizzare il mio potenziale”.
Inoltre non ha mai tralasciato l’impegno, lui che ormai da quarant’anni è considerato il cantore della working class. La sua musica richiama valori importanti, come la responsabilità, la lealtà, il senso del dovere, il rispetto. Anche per questo un concerto del Boss non è mai solo musica, ma qualcosa di più. Un di più che parla al cuore attraverso il racconto di storie vere, di gente concreta in cui riconoscersi; storie spesso dure, ma mai disperate. E nelle quali trovare qualcosa di rassicurante, nonostante tutto.

(©L’Osservatore Romano 13 luglio 2013)