Lutto in Diocesi, si è spento Mons. Gazzotti

– Si è spento improvvisamente  nel tardo pomeriggio di oggi, sabato 31 dicembre, a Toano mons. Gianfranco Gazzotti.

Nato a Toano (Reggio Emilia) il 10 dicembre 1934, Massimo Gianfranco Gazzotti fu  ordinato sacerdote sessantadue anni or sono, il 29 giugno 1960 nella Cattedrale di Reggio Emilia dal vescovo Beniamino Socche assieme a otto confratelli; subito dopo l’ordinazione presbiterale è stato per un biennio curato a Montecchio e successivamente per altri due anni vice direttore del Pio Istituto Artigianelli.

Poi nel 1968 comincia il suo lungo ministero nel Seminario urbano di Reggio Emilia in viale Timavo 93, prima come vice rettore sino al 1974, poi per un decennio come rettore e infine dal 1984 al 1990 come economo.

Nel 1984 mons. Gazzotti viene nominato parroco della Cattedrale reggiana e priore del capitolo, incarico mantenuto sino al 2012; nel 2007 diviene parroco di San Prospero, di cui diverrà poi amministratore parrocchiale e infine rettore della basilica.

Dal 1986 al 1992 è stato direttore della Caritas diocesana di Reggio Emilia-Guastalla.

Dal 1997 è priore della delegazione di Reggio Emilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

In questI sessant’anni di sacerdozio intenso ed entusiastico è stato l’impegno di don Gianfranco per l’organizzazione dei pellegrinaggi in Terra Santa e in altri luoghi della cristianità: Grecia, Turchia, Russia, Polonia, Armenia; nonché ai santuari mariani di Lourdes e Fatima.

Proprio per questa sua intenso e prezioso servizio che dura ormai ininterrottamente da oltre mezzo secolo, il 1 dicembre 2014 – in occasione del tradizionale incontro natalizio degli Amici di Terra Santa – il francescano padre Ibrahim Faltas, già parroco a Betlemme, aveva appuntato a mons. Gazzotti la “Croce d’oro del pellegrino” decretata dalla Custodia di Terra Santa.

I pellegrinaggi guidati da don Gazzotti in Terra Santa sono sempre contraddistinti da intense celebrazioni eucaristiche in luoghi particolarmente simbolici – dalle Basiliche del Santo Sepolcro e Nazareth, alla chiesa dell’Orto degli Ulivi, al deserto di Giuda -, da forti momenti di preghiera comunitaria e di canti, e in particolare di generoso e sensibile sostegno economico ad istituzioni educative, ospedaliere, caritative cattoliche operanti in Terra Santa a favore dei poveri, dei disabili e degli orfani.

Don Gianfranco ha sempre seguito con attenzione l’attività del Movimento Terza Età dell’Azione Cattolica diocesana.

stampareggiana.it

Morto improvvisamente monsignor Gianfranco Gazzotti

Non si arresta la catena di lutti che in questi giorni hanno colpito la Chiesa diocesana, ancora scossa dal tragico incidente accaduto in Madagascar e costato la vita a sei missionari locali. Intorno alle ore 17 di sabato 31 gennaio, poche ore dopo la morte di Benedetto XVI, si è spento improvvisamente monsignor Gianfranco Gazzotti, rettore emerito della Basilica reggiana di San Prospero e carismatica guida di numerosi pellegrinaggi in Terra Santa.


Il corpo di mons. Gianfranco arriverà in S. Prospero alle 10 di lunedì mattina 2 gennaio.
Alle 18 Rosario e S. Messa.
Martedì mattina 3 gennaio verrà trasferito in Cattedrale dove alle 10 ci saranno i funerali.

Sempre martedì 3 gennaio alle 19 il vescovo ci invita alla messa per papa Benedetto in Cattedrale

d. Luca Grassi (Parroco)


da reggionline.com

Aveva 88 anni. Guidò la Caritas e fu parroco della Cattedrale e di San Prospero. Protagonista infaticabile di innumerevoli pellegrinaggi, ci lascia uno dei religiosi più amati dai fedeli reggiani

REGGIO EMILIA – E’ morto mons. Gianfranco Gazzotti, uno dei religiosi più amati della nostra Diocesi. Il decesso è avvenuto nel tardo pomeriggio di oggi. Classe 1934, originario di Toano, fu ordinato sacerdote dal vescovo Beniamino Socche nel 1960. Ha operato in Seminario e poi come parroco della Cattedrale. Nel 2007 gli fu assegnata la parrocchia di San Prospero. Fu anche direttore della Caritas diocesana. Sacerdote infaticabile, ha organizzato pellegrinaggi portando migliaia di reggiani in Terra Santa, a Lourdes e Fatima.

Reggio Emilia. Sotto Broletto: un presepe che parla di pace

Tradizionali ormai (come panettone, luminarie, abete decorato) tornano attuali anche quest’anno le polemiche sul presepe in certi contesti, in particolare nella scuola. È una diatriba che fa eco a quella sul Crocifisso nei luoghi pubblici; temi complessi, articolati: non affrontabili con rigide dialettiche di contrapposizione. Naturale che il Natale di Cristo, come il segno del suo supplizio, possano essere visti con occhi di fede; ma questo non può escludere siano plausibili anche prospettive altre: storico-culturale, socio-esistenziale, addirittura miticizzanti. Ciascuna di queste visioni tocca comunque l’interiorità, il cuore dell’uomo, al di là del credo, al di là delle convinzioni personali sulla dimensione trascendente.

Sorprende (e non poco) che quel Bambino, stretto da fasce nel niente di una mangiatoia, possa far paura invece di dare nuovo impulso al nostro impegno a operare per un mondo in cui a ciascuno sia data la possibilità di nascere e vivere con la dignità di essere umano.

Troppo spesso, ancora oggi, ai confini delle nostre case, sono luoghi per le bestie il palcoscenico su cui si muovono tante esistenze. Il disagio di una giovane coppia di sposi che fatica a trovare un posto dove accogliere il proprio figlio è purtroppo un tema di grande, cogente, attualità: ancora per tanti pare non ci sia posto nell’albergo della storia. Erode sembra ancora operante nella quotidianità della nostra epoca. E ha la faccia della guerra, della fame, della discriminazione, dell’odio… e così l’esperienza della giovane famiglia di Nazareth costretta all’esilio in una terra diversa, lontana, magari ostile, diventa per tanti l’unica strada per sopravvivere, per garantire un futuro a vite innocenti, colpevoli solo di essere nate.

presepe-duomo-2015

Eppure su tutto può echeggiare, anzi continua a risuonare la benedizione del Cielo che annuncia “Pace in terra”, dando nuova luce alle stelle che splendono in una notte buia e fredda, come la speranza che spesso sembra morire in noi, impotenti e impietriti davanti al dolore nostro o altrui.

Queste, anche queste, le ragioni che hanno spinto l’ufficio beni culturali della Diocesi a proporre tre allestimenti in luoghi emblematici del complesso episcopale, a celebrare plasticamente questo Natale.

Una porta aperta sulla mangiatoia è eco della Porta della Misericordia nella cripta del duomo, a ricordare il simbolo principale del Giubileo Straordinario voluto da papa Francesco.

Nel cortile del Museo Diocesano, il presepe donato nel 2008 da Anna Maria Gerra, fa memoria di chi, esule, cerca riparo su un suolo che si augura materno e che talvolta si rivela matrigno.

I personaggi della natività giganteggiano, quest’anno per la prima volta, anche nel suggestivo loggiato di Broletto, quale muta richiesta di pace per l’umanità. Qui un angelo annuncia: Pace in terra agli uomini che Dio ama! E lo fa non sono in italiano, inglese, spagnolo, cinese, ma anche infrancese, arabo, ucraino, a ricordare in particolare i popoli in cui la pace è più preziosa e urgente del pane. E a quanti operano per la pace questo presepe è dedicato.

Ideati dall’ufficio beni culturali, gli allestimenti sono stati realizzati dall’èquipe di Gianni Gazzotti della ditta Athaena di Toano.

Fernando G. Miele

laliberta.info