SCRIVERE LA NOSTRA AUTOBIOGRAFIA PER RITROVARE DIO
Un esercizio per l’estate che aiuterà a chiederci dov’era il SIgnore nelle diverse tappe della nostra vita
Famiglia Cristiana
Nel tempo estivo di solito abbiamo più tempo a disposizione, tempo che possiamo utilizzare per dedicarci a quelle attività che non riusciamo a realizzare durante l’anno. Alcuni si concedono giustamente un meritato risposo oppure si dedicano a esercizi fisici per il benessere del proprio corpo. Alcune persone che accompagno mi hanno chiesto però quale potrebbe essere un’attività da vivere in questo tempo per curare anche la propria vita spirituale.
Oltre ovviamente alla preghiera, un esercizio utile potrebbe essere quello di scrivere la propria autobiografia. Non si tratta ovviamente di un racconto definitivo, ma di un esercizio di consapevolezza che può essere salutare di tanto in tanto nel nostro percorso esistenziale. Non a caso abbiamo nella storia della spiritualità diversi esempi di narrazioni autobiografiche: sant’Agostino scrisse le sue Confessioni, sant’Ignazio dettò la sua Autobiografia, santa Teresa di Lisieux scrisse per obbedienza la Storia di un’anima.
È comprensibile, infatti, che viviamo la nostra vita senza renderci conto del legame tra un episodio e l’altro: è come se continuassimo a mettere da parte delle perle, a volte belle a volte meno, senza però riuscire mai a infilarle su un filo per farne una collana. Scrivere la propria autobiografia vuol dire prendere consapevolezza del cammino che è stato fatto. Alla fine, rileggendo quello che abbiamo scritto, emergerà forse un disegno di cui non eravamo consapevoli. Il testo che avremo prodotto ci dirà anche la nostra autocomprensione, come cioè ci vediamo e ci percepiamo in questo momento della vita: ogni autobiografia infatti è espressione dello sguardo che oggi abbiamo del passato. Questo esercizio di scrittura può diventare anche un percorso spirituale se proviamo a rileggere la nostra storia cercando la presenza di Dio, una domanda infatti che può guidarci è chiederci dov’era Dio in quei frangenti della nostra storia. Un consiglio per partire in questo lavoro può essere quello di individuare prima i capitoli della propria vita, provando a delineare gli intervalli di tempo, assegnando un titolo provvisorio a ogni periodo, per poi provare a riempire le pagine che abbiamo davanti. Probabilmente emergerà molto del mondo emotivo, a volte anche doloroso, ma certamente sarà anche un esercizio liberatorio.