Archeologia. Nuova sinagoga scoperta a Magdala

È la prima volta che si trovano due sinagoghe del tempo di Gesù nello stesso centro urbano
I banchi della nuova sinagoga recentemente scoperta

I banchi della nuova sinagoga recentemente scoperta – Università di Haifa

Avvenire

Vedere emergere dalla terra dei banchi di pietra lungo i lati di una stanza e realizzare rapidamente che si è di fronte, un’altra volta, alla scoperta di una sinagoga del primo secolo, il tempo di Gesù. È quanto è successo nei giorni scorsi a Dina Avshalom-Gorni, archeologa dell’Autorità Israeliana per le Antichità.

Siamo a Migdàl (in ebraico “torre”), la città da cui ha preso il nome Maria Maddalena, la discepola di Gesù di cui ci parlano i Vangeli. Già nel 2009 gli scavi nell’area archeologica tenuta dai Legionari di Cristo hanno portato alla luce una sinagoga del primo secolo. La scoperta generò un grande interesse da parte degli studiosi, soprattutto a causa di una pietra, finemente decorata, i cui motivi rimandano al tempio di Gerusalemme. Questa volta le circostanze sono fortuite, perché il ritrovamento è avvenuto in uno “scavo di salvataggio” dovuto al fatto che sono in corso dei lavori stradali. Prima di costruire si fanno sondaggi per verificare di non obliterare dei resti importanti, ed ecco che è emersa un’altra sinagoga con la stessa pianta di quella ritrovata una dozzina di anni fa.

La pietra di Magdala con la Menorà (candelabro a sette braccia)

La pietra di Magdala con la Menorà (candelabro a sette braccia) – Ministero del Turismo Israele

È la prima volta che si trovano due sinagoghe del tempo di Gesù nello stesso centro urbano e più in generale le sinagoghe di primo secolo si contano sulle dita delle mani o poco più. Questa volta l’impulso per gli studiosi è dato proprio dalla duplicazione; secondo il professor Adi Erlich, dell’Università di Haifa, che ha la responsabilità scientifica dello scavo: “La sinagoga che stiamo scavando adesso è vicina alla strada residenziale, mentre quella del 2009 era circondata da una zona industriale”. Magdala era un grande centro sul lago di Galilea. Lo storico ebreo Giuseppe Flavio, esagerando con i numeri, parla di quarantamila abitanti e di duecentotrenta navi nel porto cittadino. Anche considerando numeri di molto inferiori siamo comunque di fronte a un centro importante. Due sinagoghe in due diverse aree dell’abitato dicono quanto la presenza di questa istituzione fosse pervasiva nella quotidianità degli ebrei al tempo di Gesù. Del resto leggiamo nei Vangeli, e l’archeologia lo ha confermato, dell’esistenza di sinagoghe anche in villaggi molto piccoli della Galilea. Possiamo chiederci il motivo di (almeno) due sinagoghe a Magdala: esigenze di spazio? Legame con il territorio fino al punto di avere sinagoghe di quartiere? Legame con le diverse realtà sociali che componevano il giudaismo del tempo? Tutte questioni su cui si concentreranno gli approfondimenti futuri e che sono stimolate da questo ritrovamento.

La sinagoga si presenta a pianta quadrata, con banchi di pietra su tutti i lati; il punto focale della sinagoga stava nel centro della sala. Al tempo di Gesù le sinagoghe erano spazi multifunzionali dove la gente poteva riunirsi. Sappiamo che tra le attività svolte in sinagoga c’erano la lettura e lo studio della legge, la Torà. Ma sappiamo anche che qui la comunità si radunava quando c’erano da prendere decisioni importanti, come avvenne a Tiberiade quando gli abitanti dovettero decidere quale atteggiamento tenere nella rivolta antiromana nel 66 d.C. Nella sinagoga si amministrava la giustizia, si raccoglievano contributi per opere di carità e in alcune era possibile accogliere gli stranieri.

Vienna: sale a tre il bilancio dei morti, due civili e un attentatore

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(ANSA) – VIENNA, 03 NOV – Una donna è morta in seguito alle gravi ferite riportate nell’attacco di stanotte a Vienna. Lo ha riferito il sindaco della capitale austriaca Michael Ludwig, citato dal sito del quotidiano Kronen Zeitung. Sale così a 3 il numero dei morti, tra cui due civili – un uomo e una donna – e un attentatore.

Una maxi operazione della polizia è in corso a Vienna dove sono stati sentiti degli spari vicino alla sinagoga nella Seitenstettengasse. Un attentatore è stato ucciso e un altro probabilmente è in fuga. La polizia viennese al momento non esclude un attentato terroristico. Gli agenti hanno recintato la zona. (ANSA).

Papa Francesco in Sinagoga: “Ebrei nostri fratelli maggiori nella fede”

Storica visita di Papa Francesco alla Sinagoga di Roma (LeFOTO). Terzo Pontefice alla Sinagoga dopo Giovanni Paolo II, il 13 aprile 1986, e Benedetto XVI sei anni fa, il 17 gennaio del 2010.

Giunto a Largo XVI ottobre, il Papa è stato accolto dal presidente della Comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, dal presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna, e dal presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia.

Il Pontefice ha deposto i fiori sulla lapide che ricorda la deportazione degli ebrei romani nel 1943 e ha percorso poi Via Catalana, fino all’effige in ricordo di Stefano Gai Taché, il bambino ucciso nell’attentato terroristico del 1982. Anche qui ha deposto una corona di fiori e incontrato la famiglia Taché e i feriti nell’attentato. Quindi ha raggiunto a piedi il Tempio Maggiore: sulla scalinata l’incontro con il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni. Insieme l’ingresso nella Sinagoga. Presenti, con la Comunità romana, esponenti di diverse Comunità ebraiche d’Europa.

Calorosamente applaudito, papa Francesco, in un clima molto amichevole, si è lungamente trattenuto a salutare tutti i presenti, esponenti del mondo ebraico italiano ed europeo. Moltissime le strette di mano, i sorrisi, le battute di cordiale saluto. Tra i presenti in Sinagoga anche il prefetto di Roma Franco Gabrielli e il commissario straordinario della città Francesco Paolo Tronca.

 

– Ecco i punti principali del discorso del Pontefice:

“Voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede”, ha detto Francesco rivolgendosi alla comunità ebraica. “Tutti quanti apparteniamo ad un’unica famiglia, la famiglia di Dio, il quale ci accompagna e ci protegge come suo popolo”

“Il Concilio, con la Dichiarazione Nostra aetate, ha tracciato la via: ‘sì’ alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo; ‘no’ ad ogni forma di antisemitismo, e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano”,  ha affermato papa Francesco.

“Conflitti, guerre, violenze ed ingiustizie aprono ferite profonde nell’umanità e ci chiamano a rafforzare l’impegno per la pace e la giustizia. La violenza dell’uomo sull’uomo è in contraddizione con ogni religione degna di questo nome, e in particolare con le tre grandi religioni monoteistiche”, ha aggiunto Francesco, tra gli applausi.

“Né la violenza né la morte avranno mai l’ultima parola davanti a Dio, che è il Dio dell’amore e della vita. Noi dobbiamo pregarlo con insistenza affinché ci aiuti a praticare in Europa, in Terra Santa, in Medio Oriente, in Africa e in ogni altra parte del mondo la logica della pace, della riconciliazione, del perdono, della vita”.

“Il 16 ottobre 1943, oltre mille uomini, donne e bambini della comunità ebraica di Roma furono deportati ad Auschwitz. Oggidesidero ricordarli col cuore, in modo particolare: le loro sofferenze, le loro angosce, le loro lacrime non devono mai essere dimenticate. E il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro”. Così papa Francesco nel suo discorso alla Sinagoga di Roma

 

Gattegna al Papa, operare insieme contro pregiudizi anti-ebrei –  Il panorama dei rapporti tra cattolici ed ebrei, “innegabilmente positivo, non deve indurre alcuno a interrompere il cammino intrapreso per raggiungere nuovi e ulteriori progressi”. Lo ha detto il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, nel suo discorso durate la visita del papa in Sinagoga. In particolare, ha affermato, “ritengo necessario realizzare una strategia comune che consenta un’ampia diffusione presso tutta la popolazione, della conoscenza del grande lavoro svolto e del consolidamento dei sentimenti di rispetto reciproco di amicizia e di fratellanza che fino ad oggi sono rimasti circoscritti ai vertici religiosi e culturali; ancora circolano con frequenza pregiudizi e discorsi improntati a un disprezzo che ci offende e ci ferisce”.

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Dolore e tensione, Israele sotto choc

Terrore in sinagoga, 4 morti. Attentatori si sono lanciati sui fedeli a Gerusalemme con asce e coltelli uccidendondo tre rabbini di nazionalità americana e uno inglese. Hamas ha rivendicato l’attentato, uccisi anche i due terroristi. Netanyahu accusa il presidente palestinese Abu Mazen e avverte: reagiremo.
I sopravvissuti: stavamo pregando, scene raccapriccianti   
Monsignor Twal: interrompere la spirale di violenza
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