Scuole paritarie. Abilitazione docenti cambio di passo

Il deputato di Fdi Lorenzo Malagola

Il deputato di Fdi Lorenzo Malagola – Imagoeconomica

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La proposta presentata in commissione Lavoro alla Camera al decreto PA-bis che punta ad abilitare gli insegnanti che hanno alle spalle servizio svolto completamente o prevalentemente presso le scuole paritarie senza passare per il cosiddetto “concorsone”, inizia il suo iter, con l’obiettivo di rendere operativa con l’avvio del prossimo anno l’importante novità. L’annuncio è del deputato di Fdi Lorenzo Malagola, segretario della Commissione Lavoro e uno dei presentatori della proposta. «È uno dei tanti passi – rivendica – che questa maggioranza sta compiendo in direzione della parità effettiva. E altri se ne annunciano in relazione all’aumento dei fondi e delle detrazioni per le famiglie».

Come nasce la proposta?
Si tratta di un’iniziativa congiunta di governo e Parlamento per sanare una condizione di ingiustizia che colpisce 15mila docenti delle scuole pubbliche paritarie e gli stessi istituti dove essi lavorano. È dal 2015 che lo Stato non promuove più i corsi abilitanti per questi docenti, che hanno quindi potuto ottenere l’abilitazione solamente attraverso i concorsi di accesso alle graduatorie per le scuole pubbliche statali. Con questo emendamento andiamo a fare tre cose: innanzitutto, riattiviamo dal prossimo settembre i corsi di abilitazione, tornando a separare il canale dell’abilitazione dall’immissione in ruolo; riconosciamo come attività formativa abilitante gli anni di insegnamento nelle scuole paritarie (ai quali andrà aggiunta solo la metà dei crediti formativi previsti per legge), segnando un punto di principio finora assente in merito all’equiparazione tra insegnamento nelle paritarie e nello Stato; consentiamo per un triennio una deroga a favore delle scuole paritarie per quanto concerne uno dei requisiti di “parificazione”, in quanto sappiamo che oggi molte scuole non impiegano docenti abilitati per la mancanza dei percorsi abilitanti e ci vorrà qualche anno perché possano mettersi in regola.

Che iter, che adesioni e che tempi si prospettano?
L’emendamento verrà votato questa settimana in commissione Lavoro e poi speriamo che il testo vada in aula già la prossima settimana per una veloce approvazione. La maggioranza è compatta e intende, con questo intervento, riporre al centro dell’agenda politica il grande tema della parità scolastica e della libertà di educazione. Non so che cosa farà la sinistra, mi auguro che non riproponga la sua vecchia posizione ideologica di contrapposizione tra scuola statale e scuola paritaria, negando la funzione pubblica di quest’ultima.

Sulla leva fiscale è ipotizzabile un aumento delle detrazioni per le rette?
Entro la pausa estiva verrà approvata la delega fiscale, che definisce l’insieme di principi e indirizzi che il governo Meloni intende seguire per una profonda riforma del nostro sistema fiscale, per renderlo più equo e finalmente a sostegno di famiglie e imprese. È in questa cornice che potremo intervenire per aumentare le detrazioni delle spese scolastiche a favore delle famiglie, facendo un ulteriore passo verso la parità scolastica. Dobbiamo mettere le famiglie in condizione di poter scegliere la scuola che ritengono migliore per i propri figli, come da dettato costituzionale.

Sarà possibile un vero cambio prospettiva per le famiglie costrette a pagare due volte le tasse per l’istruzione?
Per rendere effettiva la parità scolastica stiamo intervenendo su più fronti. Oltre a quanto già detto in relazione all’abilitazione dei docenti e a un intervento fiscale sulle detrazioni, abbiamo reso accessibili anche alle 10mila scuole paritarie presenti in Italia gli 1,2 miliardi di euro del Pnrr destinati alla formazione degli alunni e dei docenti e, nell’ultima legge di Bilancio, abbiamo innalzato da 550 a 620 milioni i fondi per le scuole paritarie. Certo, c’è ancora molto da fare per una parità effettiva e piena ma, per quanto compiuto nei nostri primi 9 mesi di governo, abbiamo già dimostrato quanto sia una nostra priorità.

Contributi della CEI alle famiglie delle Scuole paritarie

Provvidenze per 80.000 euro per le rette del Liceo San Gregorio Magno e degli Istituti San Tomaso

La Chiesa italiana ha dato un’altra prova della sua vicinanza alla popolazione. Verso la fine del lockdown e nel momento di maggiore sofferenza economica per le Scuole paritarie (a cui lo Stato sembrava non voler indirizzare aiuti nonostante una sua legge del 2000 le riconosca come parte del servizio pubblico dell’Istruzione), la Conferenza Episcopale Italiana ha deliberato di stanziare un aiuto di due milioni di euro alle famiglie che a causa della crisi indotta dal Covid-19 non sarebbero riuscite a pagare le rette per i loro figli frequentanti le Scuole paritarie.

Il cospicuo sostegno si è tradotto in un contributo di duemila euro a famiglia qualora si fossero verificate situazioni di reddito limitato o di difficoltà nel pagare le rette per la perdita anche temporanea del lavoro.

Nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla si sono attivati il Liceo San Gregorio Magno di Sant’Ilario d’Enza e gli Istituti scolastici San Tomaso di Correggio, adoperandosi per favorire la compilazione delle istruttorie fino alla conclusione dell’iter autorizzativo. E le provvidenze CEI sono puntualmente state erogate: 44.000 euro, a fronte di 22 richieste, sono arrivati al Liceo San Gregorio Magno, mentre altri 36.000 euro, per 18 domande, sono giunti al San Tomaso.

laliberta.info

Le scuole e le università cattoliche rischiano la chiusura?

scuole cattoliche rischiano chiusura vaticano

agi

A pochi giorni dalla riapertura delle scuole in Italia, la Congregazione per l’educazione cattolica in una lettera circolare rivolta alle scuole, alle università e alle istituzioni educative sottolinea “la drammatica situazione di scuole e università cattoliche che, senza sostegno economico dello Stato, rischiano la chiusura o un radicale ridimensionamento“.

Queste istituzioni, è scritto, continuano a porsi “a servizio della comunità ecclesiale e civile, assicurando un servizio formativo e culturale di carattere pubblico, a beneficio dell’intera comunità”.

Nella lettera quindi si esorta a “rimettere al centro la relazione con la persona concreta e reale“. Nei mesi di lockdown i sistemi scolastici e universitari di tutto il mondo, si ricorda, si sono impegnati per assicurare la continuità dell’insegnamento attraverso le piattaforme digitali però, si osserva nella lettera, come riferisce Vatican News, l’efficacia della didattica a distanza “è stata condizionata da una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche”, aumentando il divario educativo già esistente nel mondo.

In merito alla didattica a distanza, nella lettera si evidenzia che essa “sebbene necessaria in questo momento di estrema criticità, ha mostrato come l’ambiente educativo fatto di persone che si incontrano, interagendo direttamente e ‘in presenza’, non costituisca semplicemente un contesto accessorio all’attività educativa, ma la sostanza stessa di quel rapporto di scambio e di dialogo tra docenti e discenti, indispensabile per la formazione della persona e per la comprensione critica della realtà”.

Scuole paritarie, via libera ai fondi per il 2013

Scuole paritarie, via libera al pagamento dell’ultima parte rimanente dei fondi stanziati per il 2013. Una notizia attesa da tempo dagli istituti, che sempre ieri hanno «incassato» anche l’apprezzamento per il loro servizio dal neo ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. «La libertà di scelta educativa è un principio dell’Unione Europea, oltre che di grande civiltà – dice ai microfoni della trasmissione “Prima di tutto” ieri mattina su RadioUno Rai –: ciò che è pubblico è fondamentale, ma le scuole statali e paritarie devono avere uguali diritti e trattamenti adeguati al loro ruolo».

I fondi del 2013. Pochi giorni fa la denuncia che grazie a un non necessario passaggio alla Corte dei Conti, il decreto che stabilisce il pagamento dei fondi recuperati dal taglio previsti nella Legge di Stabilità del 2013, stava subendo ritardi. Ieri l’annuncio atteso: decreto firmato e operativo. «Si spera in una rapida erogazione dei fondi da parte delle direzioni scolastiche regionali» commenta Luigi Morgano, segretario nazionale della Fism, che riunisce le materne di ispirazione cattolica. Di «massima celerità nell’erogazione» parla anche la Cdo-Opere educative, aggiungendo l’invito al neo ministro Giannini affinchè «situazioni di questo tipo non abbiano più a verificarsi». Soddisfatto anche il sottosegretario all’Istruzione uscente Gabriele Toccafondi, che ribadisce la necessità di affrontare il tema della «libertà educativa e della parità scolastica», partendo «dalla realtà e non da preconcetti ideologici. Solo così si potrà capire che senza il contributo nazionale queste scuole rischierebbero la chiusura». E, prosegue il parlamentare del Ncd, osservando che «non mancano le preoccupazioni per il 2014, ma con il lavoro fino ad ora svolto mi sento di dire che siamo sulla buona strada, soprattutto se il tema verrà affrontato realisticamente e non ideologicamente». Dei 223 milioni di euro attesi, ne mancano all’appello 3, che dovrebbero essere recuperati. Degli altri 220 milioni stanziati nel capitolo di spesa 1.299, oltre un quinto (52,4) andrà alle paritarie della Lombardia, seguite da quelle della Campania (29,9), del Veneto (26,8), del Lazio (42,9), dell’Emilia Romagna (17,2) e del Piemonte (14). Le altre Regioni si collocano tutte al di sotto dei 10 milioni di euro.

Le mosse del ministro Giannini. Un intervento a 360 gradi quello che la neo titolare del dicastero di viale Trastevere ha fatto nella trasmissione radiofonica di RadioUno. Del resto proprio lei ha accompagnato mercoledì il premier Renzi nella visita a una scuola media di Treviso. Lo ha ricordato il ministro, sottolineando che «la sfida vera oggi per la scuola è affermare il principio che gli insegnanti siano una figura fondamentale non solo nella scuola, ma nella società». Ecco allora parlare di «più autonomia e valutazione per far vincere il merito». Ma anche «rivedere il contratto di lavoro dei docenti, non solo perché è pagato poco, ma perché non ha meccanismi premiali». Magari «equiparandoli a quelli dei loro colleghi europei». Altro tema la sicurezza degli edifici scolastici, che è stato anche ricordato dal presidente del Consiglio Renzi nel suo discorso al Senato. «Occorre studiare in luoghi sicuri» aggiunge Giannini. Nel suo intervento non ha dimenticato la maturità («Favorevole a ripristinare il bonus maturità, anche se è da approfondire in che modo»), la possibilità di ridurre a quattro anni la durata della scuola superiore («Richiede un approfondimento doveroso, non ho nulla di pregiudizialmente in contrario») e il mantenimento della Storia dell’arte («Sono contraria alla sua eliminazione»).

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