Domenica 18 dicembre, alle 20.35 su Canale 5, “Il Natale che vorrei”, l’intervista esclusiva a Papa Francesco

Papa Francesco, intervista esclusiva su Canale 5

(DIRE) Roma, 16 dic. – Domenica 18 dicembre, alle 20.35 su Canale 5, “Il Natale che vorrei”, l’intervista esclusiva a Papa Francesco.
Da Casa Santa Marta, la residenza di Papa Francesco, un’intervista con il Santo Padre che toccherà i temi più caldi d’attualità.
A dialogare con il Papa sarà il vaticanista Fabio Marchese Ragona che, in occasione di questo Natale, al termine di un anno denso di avvenimenti spesso dolorosi, porgerà al Pontefice alcune domande su argomenti come la guerra, il caro energia, la denatalità, lo sport, i poveri e la politica. Nell’intervista ci sarà spazio anche per argomenti più intimi che riguardano la vita di Papa Francesco e il suo pontificato che nel marzo del 2023 raggiungerà il traguardo dei dieci anni.
Il tono della conversazione è quello tipico del Pontefice: di grande spiritualità, caldo e informale, per raggiungere nelle proprie case tutti i fedeli che attendono il Santo Natale.
L’intervista a Papa Francesco è prodotta da Officina della Comunicazione in collaborazione con RTI.

PapaFrancesco: chi segue Gesù non sbaglia, lasciar stare veggenti e cartomanti

Se ascoltiamo la voce di Gesù e lo seguiamo, non sbaglieremo strada. E’ il cuore dell’omelia di Francesco svolta nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che Gesù, “Buon Pastore”, è l’unica porta che ci possa far entrare nel recinto della vita eterna. Di qui il monito a non fidarsi di presunti veggenti e cartomanti che ci portano su un cammino sbagliato. Il servizio di Alessandro Gisotti da Radio Vaticana

La porta, il cammino, la voce. Papa Francesco ha preso spunto dal Vangelo odierno – quasi una “eco” del passo sul Buon Pastore – per soffermarsi su tre realtà determinanti per la vita del cristiano. Innanzitutto, ha osservato, Gesù avverte che “chi non entra nel recinto delle pecore per la porta” ma lo fa da un’altra parte “è un ladro e un brigante”. Lui è la porta, ha ammonito. “non ce n’è un’altra”.

Chiediamoci sempre se prendiamo decisioni in nome di Gesù
“Gesù – ha detto ancora – sempre parlava alla gente con immagini semplici: tutta quella gente conosceva com’era la vita di un pastore, perché la vedeva tutti i giorni”. E hanno capito che “soltanto si entra per la porta del recinto delle pecore”. Quelli che vogliono entrare da un’altra parte, dalla finestra o da un’altra parte, invece, sono delinquenti:

“Così chiaro parla il Signore. Non si può entrare nella vita eterna da un’altra parte che non sia la porta, cioè che non sia Gesù’. E’ la porta della nostra vita e non solo della vita eterna, ma anche della nostra vita quotidiana. Questa decisione, per esempio, io la prendo in nome di Gesù, per la porta di Gesù, o la prendo un po’ – diciamolo in un linguaggio semplice – la prendo di contrabbando? Soltanto si entra nel recinto dalla porta, che è Gesù!”

Seguire Gesù, non cartomanti e presunti veggenti
Gesù, ha proseguito, parla dunque del cammino. Il pastore conosce le sue pecore e le conduce fuori: “Cammina davanti ad esse e le pecore lo seguono”. Il cammino è proprio questo, ha detto il Papa, “seguire Gesù” nel “cammino della vita, della vita di tutti i giorni”. Non bisogna sbagliare, ha detto, “Lui va davanti e ci indica il cammino”:

“Chi segue Gesù non sbaglia! ‘Eh, Padre, sì, ma le cose sono difficili… Tante volte io non vedo chiaro cosa fare… Mi hanno detto che là c’era una veggente e sono andato là o sono andata là; sono andato dal tarotista[cartomante], che mi ha girato le carte…’ – ‘Se fai questo, tu non segui Gesù! Segui un altro che ti dà un’altra strada, diversa. Lui davanti indica il cammino. Non c’è un altro che possa indicare il cammino’. Gesù ci ha avvisato: ‘Verranno altri che diranno: il cammino del Messia è questo, questo… Non ascoltate! Non sentire loro. Il cammino sono Io!’. Gesù è porta e anche cammino. Se seguiamo Lui non sbaglieremo”.

La voce di Gesù la possiamo ascoltare nelle Beatitudini
Francesco si è infine soffermato sulla voce del Buon Pastore. “Le pecore – ha annotato – lo seguono perché conoscono la sua voce”. Ma come possiamo conoscere la voce di Gesù, si chiede Francesco, e anche difenderci “dalla voce di quelli che non sono Gesù, che entrano dalla finestra, che sono briganti, che distruggono, che ingannano?”:

“‘Io ti dirò la ricetta, semplice. Tu troverai la voce di Gesù nelle Beatitudini. Qualcuno che ti insegni una strada contraria alle Beatitudini, è uno che è entrato dalla finestra: non è Gesù!’. Secondo: ‘Tu conosci la voce di Gesù? Tu puoi conoscerla quando ci parla delle opere di misericordia. Per esempio nel capitolo 25 di San Matteo: ‘Se qualcuno ti dice quello che Gesù dice lì, è la voce di Gesù’. E terzo: ‘Tu puoi conoscere la voce di Gesù quando ti insegna a dire ‘Padre’, cioè quando ti insegna a pregare il Padre Nostro”.

“E’ così facile la vita cristiana – ha commentato il Papa – Gesù è la porta; Lui ci guida nel cammino e noi conosciamo la sua  voce nelle Beatitudini, nelle opere di misericordia e quando ci insegna a dire ‘Padre’. Ricordatevi, ha concluso, ‘la porta, il cammino e la voce. Che il Signore ci faccia capire questa immagine di Gesù, questa icona: il pastore, che è porta, indica il cammino e insegna a noi ad ascoltare la sua voce’”.

Messa del Papa per l’Annunciazione: cristiano sia uomo del sì

Domandiamoci se siamo uomini del sì o guardiamo dall’altra parte per non rispondere. E’ uno dei passaggi dell’omelia mattutina di Francesco a Santa Marta, la prima dopo la pausa per le festività pasquali. Prendendo spunto dalla solennità dell’Annunciazione, il Papa ha sottolineato che è proprio il “sì di Maria che apre la porta al sì di Gesù”. Il servizio di Alessandro Gisotti

Abramo obbedisce al Signore, dice “sì” alla sua chiamata e parte dalla sua terra senza sapere dove sarebbe andato. Papa Francesco ha incentrato la sua omelia sulla “catena di sì” che inizia proprio con Abramo. Prendendo spunto dalla solennità dell’Annunciazione, il Pontefice ha ricordato quell’ “umanità di uomini e donne” che pur “anziani” come Abramo o Mosè “hanno detto sì alla speranza del Signore”. Ma, ha soggiunto, pensiamo anche ad Isaia, che “quando il Signore gli dice di andare a dire le cose al popolo” risponde che ha “le labbra impure”.

Il sì di Maria apre la porta al sì di Gesù
Il Signore, ha detto il Papa, “purifica le labbra di Isaia e Isaia dice sì!”. Lo stesso vale per Geremia che riteneva di non saper parlare, ma poi dice ‘sì’ al Signore:

“E oggi il Vangelo ci dice la fine di questa catena di ‘sì’ ma l’inizio di un altro ‘sì’, che incomincia a crescere: il sì di Maria. E questo ‘sì’ fa che Dio non solo guardi come va l’uomo, non solo cammini con il suo popolo, ma che si faccia uno di noi e prenda la nostra carne. Il ‘sì’ di Maria che apre la porta al ‘sì’ di Gesù: ‘Io vengo per fare la Tua volontà’, questo ‘sì’ che va con Gesù durante tutta la vita, fino alla Croce”.

Francesco si sofferma dunque sul ‘sì’ di Gesù che chiede al Padre di allontanare da lui il calice, ma aggiunge: “sia fatta la Tua volontà”. In Gesù Cristo, dunque, “vi è il ‘sì’ di Dio: Lui è il ‘sì’”.

Nel ‘sì’ di Maria c’è il ‘sì’ di tutta la Storia della Salvezza
Questa, ha detto, è “una bella giornata per ringraziare il Signore di averci insegnato questa strada del ‘sì’, ma anche per pensare alla nostra vita”. Un pensiero che il Papa rivolge in particolare ad alcuni sacerdoti presenti che celebrano il 50.mo di ordinazione:

“Tutti noi, durante ogni giorno, dobbiamo dire ‘sì’ o ‘no’ e pensare se sempre diciamo ‘sì’ o tante volte ci nascondiamo, con la testa bassa, come Adamo e Eva, per  … non dire ‘no’, ma farsi un po’ quello che non capisce… quello che non capisce quello che Dio chiede. Oggi è la festa del ‘sì’. Nel ‘sì’ di Maria c’è il ‘sì’ di tutta la Storia della Salvezza, e incomincia lì l’ultimo ‘sì’ dell’uomo e di Dio”.

Domandiamoci se siamo uomini e donne del ‘sì’
Lì, ha soggiunto il Papa, “Dio ricrea, come all’inizio con un ‘sì’ ha fatto il mondo e l’uomo, quella bella Creazione” e ora con questo ‘sì’, “più meravigliosamente ricrea il mondo, ricrea tutti noi”. E’ “il ‘sì’ di Dio che ci santifica, che ci fa andare avanti in Gesù Cristo”:

“E’ una giornata per ringraziare il Signore e per domandarci: ‘Io sono uomo o donna del ‘sì’ o sono uomo o donna del ‘no’ o sono uomo o donna che guardo un po’ dall’altra parte per non rispondere?’. Che il Signore ci dia la grazia di entrare in questa strada di uomini e donne che hanno saputo dire il sì”.

Al termine dell’omelia, le suore vincenziane che sono di servizio a Casa Santa Marta hanno rinnovato i voti. “Lo fanno ogni anno – ha detto il Papa – perché San Vincenzo era intelligente e sapeva che la missione che affidava loro era molto difficile e per questo ha voluto che ogni anno rinnovassero i voti”.

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