Una Sala della comunità per ogni diocesi

Contentezza è il sentimento che ACEC conserva nel cuore a distanza di alcuni giorni dalla conclusione degli SdCdays, le giornate delle Sale della Comunità che si sono tenute ad Ascoli Piceno dall’8 all’11 giugno (cf. Settimananews, 9 giugno) all’interno dell’evento esteso de I Teatri del Sacro.Contentezza per la qualità attiva di partecipazione dei responsabili e volontari delle SdC, per l’ospitalità cordiale, collaborativa e davvero entusiasta assicurata dalla diocesi di mons. Giovanni D’Ercole e dalla gente della sua meravigliosa città e, infine, per la cifra dei contenuti espressi nei numerosi e dinamici panel delle giornate corredati da opere filmiche e spettacoli teatrali.

Un’esperienza da ripetere

Un’esperienza da ripetere prima possibile come auspicato dagli stessi partecipanti nei dibattiti e scambi di saluto finale, per affinare ulteriormente la dimensione cruciale di scambio per la crescita delle SdC e la messa a dimora di nuove esperienze che regalino tanto futuro alle comunità cristiane anche dal punto di vista culturale e artistico.

«Grazie al piano di 120 milioni in cinque anni – ha auspicato il presidente di ACEC, Adriano Bianchi – per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove, previsto dalla legge Franceschini, riuscire ad avere almeno una sala della comunità in ogni diocesi potrebbe essere un obiettivo facilmente realizzabile nei prossimi anni».

Fondamentale, quindi, riuscire a fare squadra anche al Sud e Centro Italia, dove le sale sono meno presenti, ma dove esempi brillanti e sinceri come il Nuovo Cinema Piceno di Ascoli, il multisala diocesano che ha ospitato la manifestazione degli SdCdays, possono traghettare il desiderio e l’azione concreta di nuove realtà.

È stata lanciata dall’ACEC una campagna di raccolta fondi per due sale marchigiane che hanno subìto rilevanti danni dal terremoto e che ora sono chiuse. Le sale sono quelle di San Severino Marche e di Matelica.

«In questi giorni – ha aggiunto il presidente – abbiamo usato molte parole. La parola è quella cosa che fa la differenza tra il mondo dell’immediato e il mondo dei significati nei quali in realtà viviamo. Il mondo dell’immediato è il mondo di quello che vedo, sento e tocco. Questo è un mondo bello e importante. Ma il mondo dell’uomo non è fatto solo di questo. È fatto di una ricchezza di cose che io non ho mai visto o che non ho sperimentato direttamente ma che conosco attraverso la comunicazione».

Giorni, quindi, molto importanti per le comunicazioni avvenute su più ambiti di azione delle SdC: cinema, teatro, legislazione, pastorale, formazione, cultura, alternanza scuola-lavoro, multiprogrammazione, distribuzione ed esercizio, pluralismo religioso e dialogo interreligioso, strumenti e progetti associativi. Una letterale miriade di contesti e competenze che abitano le Sale della comunità vivificati dai numerosi ospiti giunti ad Ascoli Piceno per portare il loro contributo.

Per comunità inclusive

Ha colpito particolarmente il tema delle costituzioni, quella italiana e una varietà allargata del Medio Oriente, messe a tema nel panel “Fedi in gioco”, accompagnato dalla visione del documentario Dustur e dello spettacolo teatrale Leila della tempesta, entrambi derivati dall’esperienza di Ignazio De Francesco, membro della comunità della Piccola Famiglia dell’Annunziata di Monte Sole e ospite molto apprezzato agli SdCdays. Un esempio trasversale di come una SdC possa contribuire al disegno di comunità davvero inclusive e capaci di costruire un futuro che trasforma lo scontro in forme di conoscenza e mediazione. Perché l’arte veramente contribuisce a salvare l’umano, nella concretezza della vita quotidiana, con azioni interiori che cambiano il nostro quadro simbolico, come ci ha ricordato Giuliano Zanchi, direttore del Museo diocesano di Bergamo, intervenuto anche lui con una trattazione estetico-filosofica ai lavori degli SdCdays.

Giorni di grande fermento anche sotto l’aspetto di coordinamento della programmazione, dei volontari, delle proposte tecnologiche e della comunicazione.

Arianna Prevedello, responsabile comunicazione e Carmine Imparato, responsabile coordinamento programmazione, hanno potuto incontrare e prendere contatto con molti referenti delle SdC per continuare a costruire una rete affiatata lungo tutto lo Stivale.

L’uso dei “social”

È stata l’occasione per sperimentare anche forme odierne di comunicazione come il live tweeting curato da due studenti dello IUSVE (Istituto universitario salesiano di Venezia e Verona), e coordinati dal prof. Carlo Meneghetti presente assieme a loro ad Ascoli. «Siamo stati contenti – raccontano Benedetta Cortese e Alberto Gaspari – dell’opportunità di partecipare al convegno ACEC Sale della comunità e Teatri del Sacro. Se dovessimo riassume l’evento useremmo la parola: scambio. Il nostro compito era la condivisione social dell’evento proponendo su Twitter e Facebook alcuni momenti e considerazioni dei relatori e dei partecipanti. L’invito è quello di valorizzare il mondo dei social anche nelle sale della comunità: questi, infatti, non vanno visti come strumenti estranei, da demonizzare, ma come strumenti positivi da sfruttare, che garantiscono di arrivare al pubblico giovane, tema molto presente nel convegno. Bisogna fare arrivare il piccolo nel grande, bisogna condividere esperienze. I social sono un grande contenitore di piccole cose».

settimananews