Il sito che trova gratis un tetto ai rifugiati ucraini in Europa

«Sui social, con i miei tre associati della startup Jobgether, ho consultato una foto di bambine ucraine allineate in un riparo di fortuna e, anche come padri, quella foto ci ha sconvolto. Ci siamo detti così che occorreva assolutamente fare qualcosa». Questo qualcosa, racconta il giovane imprenditore francese Arnaud Devigne, fra i fondatori proprio di un noto portale per la ricerca di lavoro, è la piattaforma ‘Eu4ua.org‘, destinata a mettere in contatto rapidamente delle famiglie europee, disposte ad accogliere dei rifugiati ucraini, con questi ultimi. Un progetto lanciato di slancio in 48 ore appena e che sta incontrando una frequentazione esponenziale: «Ci siamo serviti della potenza della tecnologia per mettere in relazione tutte le solidarietà, convinti che quando si associano la tecnologia e l’amore si possono realizzare delle magie. Per sviluppare e far conoscere il progetto, abbiamo creato un’impresa virtuale internazionale di 200 volontari, fra cui 150 ingegneri». Un sito concepito per adattarsi ai vincoli dell’emergenza: «Siamo consapevoli che non tutte le persone in cerca d’aiuto o disposte ad aiutare sono estremamente a proprio agio con le nuove tecnologie. Per questo, abbiamo concepito qualcosa d’estremamente semplice e solido che possa funzionare soprattutto per la telefo- nia mobile. Naturalmente, si tratta di un servizio totalmente gratuito e che non genera alcun profitto. Abbiamo pure preso delle precauzioni tecniche per prevenire cyber-attacchi o usi distorti del sito». Riempiendo un formulario, tutti possono così rapidamente inserire le informazioni fondamentali da condividere: «Il rifugiato può indicare come si compone la sua famiglia, dove ha superato la frontiera, la sua posizione attuale, dove desidera recarsi e i mezzi di trasporto che eventualmente può prendere. All’altro capo, chi vuole ospitare può indicare la propria capacità di ospitalità, se è preparato per accogliere dei bambini e se ha una preferenza rispetto ad adulti uomini o donne. Spetta poi al rifugiato la scelta di contattare le famiglie potenziali di accoglienza, non più sulla piattaforma, ma con qualsiasi altro canale di comunicazione, per trovare un accordo, inaugurando così una relazione umana e, lo speriamo, una bella storia di solidarietà». Devigne ci spiega che, a sorpresa e in modo felice, i due piatti della bilancia restano in equilibrio: «L’offerta di alloggi e la domanda d’ospitalità stanno progredendo rapidamente e allo stesso ritmo. L’unico vero problema, al momento, è geografico, poiché la domanda e l’offerta non corrispondono ancora davvero. Ma i rifugiati si mostrano flessibili, dato che la piattaforma offre la possibilità di richiedere diversi Paesi, moltiplicando così le opportunità a disposizione. Oggi, la richiesta di un’accoglienza in Polonia è enorme, ma l’offerta d’alloggi sulla nostra piattaforma resta debole, dato che in molte città polacche si è raggiunta una certa saturazione, senza dimenticare che, non solo in Polonia, c’è pure chi sta speculando su questa catastrofe umanitaria ». Ogni giorno, comunque, nuove storie di solidarietà facilitate dalla piattaforma si concretizzano: «Sono già centinaia e centinaia le famiglie di rifugiati che hanno potuto trovare un alloggio. In Italia, manca ancora un numero sufficiente di posti d’accoglienza rispetto alle domande, che superano già le 500. Finora, è vero, abbiamo privilegiato la relazione fra le famiglie. Ma ad esempio, anche un hotel ha la possibilità di registrarsi per offrire accoglienza. Abbiamo già contattato delle catene d’hotel per cercare di stringere accordi, dato che soprattutto in questo periodo, c’è un’enorme disponibilità alberghiera a livello europeo, soprattutto fra Francia, Spagna e Italia che dispongono di milioni di camere». Per Devigne, il successo folgorante del progetto è probabilmente legato pure alla particolare congiuntura generale: «Dopo 2 anni di pandemia e di relativo isolamento, molti manifestano una volontà di comunione e di legame ancor più forte».

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LA PIATTAFORMA

Con Eu4ua.org, ideata dall’imprenditore Devigne con tre soci e 200 volontari, le famiglie europee possono dare la propria disponibilità ad ospitare gratuitamente chi fugge dalla guerra

Alexis Rodriguez

Arnaud Devigne

Alexandre Hernandez

Juan Bourgois

Una grande bambola di cartapesta sta facendo il giro del mondo e dal 7 al 19 settembre arriva in Italia. Il progetto si chaima The Walk_Il Cammino, il più grande Festival itinerante mai realizzato in favore dei diritti dei bambini rifugiati

The Walk è il lungo viaggio che la Piccola Amal, il cui nome in arabo significa Speranza, compirà alla ricerca di sua madre. Durante i 4 mesi del suo lungo cammino, la Piccola Amal, una marionetta alta tre metri e mezzo che rappresenta una bambina siriana rifugiata di 9 anni, creata dalla Handspring Puppet Company, è partitadal confine tra Siria e Turchia per arrivare come ultima tappa nel Regno Unito.
Come sottolineano Roberto Roberto e Ludovica Tinghi, produttori italiani di The Walk: “Nulla più dell’arte riesce a smaterializzare i confini e a suscitare empatia. La Piccola Amal è una bimba di 9 anni, è senza madre ed è in fuga da una guerra. E la sua carica vitale è inestimabile. La piccola Amal rappresenta milioni di bambini rifugiati del mondo: come non accogliere a braccia aperte tutte le Amal del Mondo?”
Tra il 7 ed il 19 settembre 2021, la Piccola Amal sarà accolta in Italia da grandi eventi culturali, spettacoli pubblici ed eventi di comunità in 14 città e piccoli centri. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero e sono stati progettati in collaborazione con i partner locali che hanno aderito al progetto, per partecipare ad uno dei Festival itineranti più avventurosi mai realizzati: il pubblico infatti, potrà seguire giorno per giorno il viaggio della Piccola Amal, sia attraverso i canali social, sia partecipando di persona agli eventi in programma.
La Piccola Amal rappresenta 34 milioni di bambini rifugiati e sfollati, molti dei quali separati dalle loro famiglie. Il suo messaggio al mondo è “Non dimenticatevi di noi”.
La squadra che anima la Piccola Amal è composta da dieci marionettisti, due dei quali hanno un passato da rifugiati e, a loro volta, hanno compiuto il percorso dalla Siria al Regno Unito. La marionetta è realizzata in canna modellata e fibra di carbonio.

IL CAMMINO
Il viaggio della Piccola Amal iniziato il 27 luglio a Gaziantep, al confine tra Siria e Turchia, è proseguito per altre 13 città prima di raggiungere la Grecia, dove ad Atene, per paura di perdere la strada, la Piccola Amal lega ad un lampione un filo rosso che, srotolandosi, segna il suo percorso attraverso la città, fino a incontrare una marionetta Minotauro creata da UNIMA-HELLAS. Dalla Grecia sarà la volta dell’Italia, in cui la Piccola Amal arriverà il 7 settembre.

Di seguito le tappe del suo viaggio in Italia:

– Bari – 7 settembre, – Scampitella (AV) – 8 settembre – Napoli – 8 e 9 settembre – Roma – 10 – Genazzano (RM) – 10 settembre – – Roma – 11 e 12 settembre – Spoleto (PG) – 14 settembre –
– Assisi (PG) – 14 settembre – Firenze – 15 settembre – Bologna – 16 settembre – l
– Milano – 17 e 18 settembre
(Famiglia Cristiana)

 

Mattarella, rafforzare tutela rifugiati, più impegno Ue

“Il fenomeno delle migrazioni conta su un approccio italiano basato su strumenti importanti quali il programma nazionale di reinsediamento e i corridoi umanitari per rifugiati particolarmente vulnerabili. La nostra azione di protezione e assistenza non può deflettere o indebolirsi ma deve, anzi, rafforzarsi, con l’elaborazione di un nuovo corso dell’Unione europea in materia di migrazioni e asilo, nel segno di un più incisivo e condiviso impegno comune”. Lo dichiara il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. (ANSA).

Santa Sede. Papa: le migrazioni arricchiscono le società. «Anche Gesù fu un rifugiato»

Il Papa con alcuni migranti in un’immagine d’archivio (Fotogramma)

La questione dei migranti e della tratta degli esseri umani è al centro delle preoccupazioni pastorali e degli orientamenti magisteriali di papa Francesco. Ne sono ulteriore prova due nuovi documenti della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, un ufficio posto alle dirette dipendenze del Pontefice e diretto da due sotto-segretari: il gesuita slovacco-canadese Michael Czerny e lo scalabriniano italiano Fabio Baggio.

I due testi diffusi oggi sono gli “Orientamenti pastorali sulla Tratta di persone” e “Luci sulle Strade della Speranza – Insegnamenti di Papa Francesco su migranti, rifugiati e tratta”.

Il primo, frutto di un processo di consultazione con le Conferenze Episcopali, le organizzazioni cattoliche e le congregazioni religiose, presenta una serie di orientamenti pastorali allo scopo di comprendere, riconoscere, prevenire e debellare la piaga della tratta di persone, proteggere le vittime e promuovere la riabilitazione dei sopravvissuti. Il documento, di 38 pagine, illustra “realtà e risposte” sulla piaga della tratta, indicandone le cause, sollecitandone il riconoscimento, illustrandone le dinamiche e le possibili modalità per sconfiggere il fenomeno (rafforzare la cooperazione, sostegno ai sopravvissuti, promuovere la reintegrazione). Il documento è disponibile in formato digitale su: https://migrants-refugees.va/it/tratta-di-esseri-umani-e-schiavitu/ in varie lingue e formati.

Il secondo volume, prefato dallo stesso Pontefice, è una corposa raccolta (489 pagine) degli insegnamenti magistrali di Papa Francesco su migranti, rifugiati e tratta dall’inizio del Suo Pontificato alla fine del 2017. Ad esso è abbinata una versione elettronica con programma di ricerca, disponibile sul sito della Sezione, che viene aggiornata regolarmente a cadenza semestrale incorporando i nuovi insegnamenti pontifici.

“Spostarsi e stabilirsi altrove con la speranza di trovare una vita migliore per se stessi e le loro famiglie: è questo il desiderio profondo che ha mosso milioni di migranti nel corso dei secoli”, osserva il Pontefice nella sua prefazione. Spiegando come “gli esodi drammatici dei rifugiati” siano “un’esperienza che Gesù Cristo stesso provò, assieme ai suoi genitori, all’inizio della propria vita terrena, quando dovettero fuggire in Egitto per salvarsi dalla furia omicida di Erode”.

“Il viaggio dei migranti non è sempre un’esperienza felice” rimarca Papa Francesco. Basti pensare “ai terribili viaggi delle vittime della tratta”. Anche in questo caso, però, “non mancano le possibilità di riscatto, come accadde per il piccolo Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto come schiavo dai fratelli gelosi, il quale in Egitto divenne un fiduciario del faraone”.

“Nella Sua infinita misericordia, Dio elargisce liberamente la Sua grazia in ogni circostanza”, scrive Papa Francesco. “Ce lo confermano – aggiunge – gli esempi ispiratori dei nostri antenati nella fede i quali hanno dovuto fuggire dalle persecuzioni o, seguendo la voce del Signore, hanno viaggiato in terre lontane come missionari”.

“Anche oggi – osserva il Pontefice – i movimenti umani, pur generando sfide e sofferenze, stanno arricchendo le nostre comunità, le Chiese locali e le società di ogni continente”. “Come la storia umana, – prosegue – la storia della salvezza è stata segnata da itineranze di diverso genere – migrazioni, esili, fughe, esodi – tutte comunque motivate dalla speranza di un futuro migliore altrove. E anche quando l’itineranza è stata introdotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di librazione e riscatto”.

“Mi auguro – conclude la prefazione – che questa raccolta di insegnamenti e riflessioni possa illuminare i nostri passi sulle strade della speranza, fornendo spunti d’ispirazione per la preghiera, la predicazione e l’azione pastorale”.

I padri Czerny e Baggio da parte loro, nella prefazione al volume sugli “Orientamenti pastorali sulla tratta delle persone”, sottolineano come Papa Francesco “non ha mai nascosto la sua grande preoccupazione” verso tale fenomeno, “che miete milioni di vittime – uomini, donne e bambini -, le quali possono essere annoverate tra le persone più deumanizzate e scartate ovunque nel mondo di oggi”. I due religiosi ricordano che il Pontefice chiamano la tratta “un ’flagello atroce’, una ’piaga aberrante’ e una ferita ’nel corpo dell’umanità contemporanea’”. E scopo degli Orientamenti è proprio quello “di fornire una chiave di lettura della tratta e una comprensione che diano ragione e sostegno a una lotta necessaria e duratura” per sradicarla.

>> LA PREGHIERA PER LE VITTIME DELLA TRATTA

da Avvenire