I FILM PIÙ BELLI IN TV PER RIVIVERE LA VITA E LA PASSIONE DI GESÙ


Da “Gesù di Nazareth di Zeffirelli” a “L’inchiesta Anno XXXIII” di Giulio Base, da “The Chosen” a “The young Messiah” passando per i classici come “Ben Hur” e “Il re dei re”: ecco una selezione di film e serie, disponibili sulle tv generaliste e sulle piattaforme, che raccontano la Pasqua e il messaggio di Cristo.
Entrare nello spirito della Pasqua attraverso un libro o una serie: l’offerta, soprattutto nelle piattaforme, è tanta. Come orientarsi tra tante pellicole prediligendo quelle di qualità? Immancabile, e sempre apprezzabile Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli (su Tv2000 in prima serata 28-29-30 marzo) uscito in sei puntate in tv nel 1977 e poi riproposto come film ridotto alla durata di 4 ore, ripercorre la vita di Gesù dalla nascita fino alla risurrezione, con grande adesione ai testi evangelici e un cast d’eccezione, da Robert Powell nei panni di Gesù, Olivia Hussey in quello di Maria, e ancora Peter Ustinov (Erode il Grande), Anne Bancroft (Maria Maddalena), Claudia Cardinale (l’adultera), Valentina Cortese (Erodiade), Laurence Olivier (Nicodemo), Renato Rascel (il cieco nato), Rod Steiger (Ponzio Pilato), Anthony Quinn (Caifa)..
Sempre su TYv2000 domenica 31 marzo in prima serata Il Risorto, un film del 2016 diretto da Kevin Reynolds con Joseph Fiennes nei panni di Clavio, un tribuno militare romano di alto rango a cui a Ponzio Pilato ha ordinato di assicurarsi che i seguaci i di Gesù non rubino il suo corpo e in seguito dichiarino la sua risurrezione. Entrare in contatto prima con gli apostoli o e poi con Gesù stesso, farà vacillare le convinzioni di Clavio fino alla sua conversione.
Per chi ama rivedere un classico Hollywoodiano, sabato su Rete 4 alle 21,25 viene riproposto Il re dei re, del 1961, di Nicholas Ray. La vita di Gesù è al centro della serie di Netflix in otto puntate The Chosen.
A carattere religioso, ma non legata espressamente alla settimana santa, la nuova docu-serie in tre episodi disponibili da mercoledì 27 sempre su Netflix, Testament: La storia di Mosè, che ripercorre con interventi di teologi ed esperti di storia l’incredibile vita di Mosè da principe a profeta.

Su Sky segnaliamo The Young messiah, dal romanzo di Anne Rice, una pellicola del 2016 che ripercorre l’infanzia di Gesù. A 7 anni il futuro Messia lascia l’Egitto per tornare a Nazareth dove scopre le sue vere origini: e La passione di Cristo, la controversa opera di Mel Gibson, con Jim Caviezel e Monica Bellucci, che racconta le ultime dodici ore della vita di Gesù. Dalla preghiera nell’Orto degli Ulivi alla Crocifissione.

Tra i film più belli della storia del cinema che hanno raccontato la passione di Gesù ricordiamo Ben Hur, Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini e Jesus Christ superstar, che sono disponibili a pagamento su diverse piattaforme.
Su Rai play tre i film che segnaliamo:

L’inchiesta anno Domini XXXIII, regia di Giulio Base, del 2006, con Penelope Cruz e Daniele Liotti, L’imperatore Tiberio, turbato da dicerie e fenomeni astrologici, richiama dall’esilio l’investigatore Tito Valerio Tauro e gli affida il compito di scoprire la verità sulla morte di Gesù di Nazareth, un predicatore galileo il cui cadavere sembra misteriosamente scomparso.

Barabba, del 2012, regia di Roger Young, con Billy Zane, Cristiana Capotondi, Filippo Nigro, Anna Valle, Hristo Shopov. Barabba è un malfattore, condannato a un’esistenza bruta di violenza e sopruso. L’amore di una donna e l’incontro con gli Zeloti, col loro impegno politico, aprono ai suoi occhi un orizzonte nuovo e gli insegnano un nuovo rispetto di sé. Fino al momento in cui il suo destino incrocia quello di Gesù.
Jesus, del 1999, regia di Roger Young, con Jeremy Sisto, Jacqueline Bisset, Armin Mueller-Stahl, Luca Zingaretti, Elena Sofia Ricci, Stefania Rocca, Gabriella Pession, Luca Barbareschi, Claudio Amendola, Gary Oldman. La vita di Gesù raccontata nella sua piena umanità, dagli anni della formazione all’esperienza delle tentazioni di satana quando il nazareno capisce fino in fondo l’importanza della sua Missione. Un Uomo che vive rivelando il messaggio del Padre e che affronta il sacrificio della crocifissione accogliendo la Sua volontà per la salvezza del mondo.
Famiglia Cristiana

Al via lo Zecchino d’Oro, canzoni per la pace

Fra' Giampaolo Cavalli tra i conduttori dello Zecchino d'Oro Carolina Benvenga e Andrea Dianetti

avvenire.it

L’importanza di abbattere muri e confini, il significato della pace, il rapporto con il futuro, la cura di sé, la sostenibilità ambientale. Sono alcune delle tematiche trattate nelle 14 canzoni in gara alla 66/a edizione dello Zecchino d’Oro, in diretta domani e sabato 2 dicembre dalle 17 alle 18.40 e domenica 3 dicembre dalle 17.20 alle 20, su Rai 1, dagli studi dell’Antoniano di Bologna.
Messaggi che possono essere veicolati da note e versi, perché “La musica può”, come recita il titolo scelto per questa edizione di uno dei programmi “emblema del servizio pubblico radiotelevisivo”, ha sottolineato oggi alla conferenza stampa di presentazione Marcello Ciannamea, direttore intrattenimento Prime Time. Tra i 35 autori che firmano le tracce ci sono grandi artisti come Max Gazzè, Loredana Bertè, Paolo Vallesi, Matteo Bocelli, Lorenzo Baglioni, Gianfranco Fasano, Maurizio Fabrizio, Piero Romitelli e tanti altri. A cantare 17 piccoli interpreti, che hanno dai 5 ai 10 anni e provengono da otto regioni italiane e da tre Paesi esteri, Grecia, Bulgaria e Albania, come sempre accompagnati dal Piccolo Coro dell’Antoniano, formato da 54 bambine e bambini, diretto da Sabrina Simoni. Proprio nel 2023 si festeggiano i 60 anni del Piccolo Coro fondato da Mariele Ventre al timone fino al 1995: oltre mille bimbi hanno intrecciato la loro storia con quella del Coro e oltre 500 i brani in repertorio.

Direttore artistico dello Zecchino d’Oro è Carlo Conti, che condurrà la finale di domenica; domani e sabato invece per la prima volta presenteranno Carolina Benvenga e Andrea Dianetti, “emozionati perché anche noi siamo cresciuti con lo Zecchino“, raccontano. Ed è Carlo Conti, in collegamento, a ribadire una caratteristica distintiva di questa gara: “Qui i bambini fanno i bambini, cantano canzoni per bambini, a vincere è sempre la canzone e mai i bambini”.

Anche quest’anno infatti lo Zecchino d’Oro sostiene le mense francescane di Operazione Pane, 20 in Italia e 5 all’estero, che forniscono solo nel nostro Paese ogni mese 41mila pasti caldi ai più bisognosi (fino al 23 dicembre è attiva la campagna solidale di Antoniano attraverso la quale è possibile donare con un sms o una telefonata al 45538): “Tante città stanno vivendo un momento difficilissimo con il costo della vita che sta aumentando in maniera molto importante – dice Fra’ Giampaolo Cavalli, direttore Antoniano -. Le nostre mense vedono una crescita delle presenze, solo a Bologna siamo passati da 150 persone a giugno a 300 in questi giorni. La mensa dà una risposta immediata, che non può essere quella definitiva. L’Antoniano è una storia speciale (nel 2024 compirà 70 anni), dove i bambini si prendono cura degli adulti, gridano futuro, e se li ascoltassimo di più forse noi adulti faremo altre scelte”.

Due le giurie che valuteranno le canzoni, quella composta dai piccoli con le famose palette che danno i voti e quella dei grandi in cui si alterneranno Elettra Lamborghini, Gabriele Cirilli, Lino Banfi, Francesco Paolantoni, Flora Canto; in finale gli YouTuber Ninna e Matti, Paolo Conticini, Diletta Leotta, Elisabetta Ferracini, Rocio Morales e i Baffycats della serie 44 gatti. Tra le novità, il Premio Rai Radio Kids alla canzone più adatta all’ascolto in radio e lo sbarco dello Zecchino d’Oro su TikTok.

Anche per il 66mo Zecchino d’Oro, la Direzione Pubblica Utilità scende in campo a fianco di Rai 1, di Rai Play e dell’Antoniano, per garantire all’Evento, la piena Accessibilità. Tutte e 3 le puntate in diretta su Rai 1, saranno come sempre complete di sottotitoli attivabili sulla pagina 777 di Televideo. Per la puntata finale di domenica 3 dicembre, in diretta su Rai 1 ed in streaming su Rai Play, l’audiodescrizione è attivabile sul canale audio dedicato di Rai Uno e attraverso l’apposita funzione su Rai Play: anche gli utenti ciechi potranno così percepire, grazie al racconto delle immagini, gli elementi necessari a trasmettere l’atmosfera ed il clima della manifestazione – come luci, colori, movimenti, sguardi – e a far conoscere ogni minimo dettaglio in onda – dalla scenografia, agli abiti.

E ancora, su un canale dedicato di Rai Play la finale del 3 dicembre sarà trasmessa integralmente con i sottotitoli in chiaro ed accessibile anche attraverso la LIS nelle parti cantate : 10 bambini della scuola integrata bilingue per sordi e udenti – Istituto Tommaso Silvestri / Magarotto di Roma – con cui Rai Pubblica Utilità ha formalizzato uno specifico Accordo, interpreteranno nella lingua dei segni italiana, le 14 canzoni in gara in contemporanea con i 17 bambini che le interpreteranno in lingua italiana, creando spettacolo nello spettacolo e dimostrando come la musica possa veramente unire ed includere.

Il progetto di accessibilità ed inclusione va ben oltre l’evento del 3 dicembre: Rai Pubblica Utilità ed Antoniano hanno siglato infatti un accordo per la realizzazione di clip con le 14 canzoni del 66mo Zecchino d’Oro cantate in LIS e complete di sottotitoli. Le clip sono state realizzate presso gli studi di Saxa Rubra dagli stessi bambini protagonisti all’Antoniano e nella diretta streaming di Rai Play del 3 dicembre e saranno a breve disponibili sulle piattaforme trasmissive di Rai, a partire da Rai Play, e dell’Antoniano.

La testimonianza di fede della giornalista Rai Marina Nalesso

La giornalista Marina Nalesso

Famiglia Cristiana

«Gesù mi ha presa per i capelli. Ero così disperata che avevo persino cominciato a frequentare incontri di buddisti nel tentativo di cercare lì la pace». È la testimonianza di fede della giornalista Rai Marina Nalesso, conduttrice di Tg1 e Tg e dallo scorso 18 novembre portavoce del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ne ha parlato in un’ampia intervista al settimanale Maria con te, in edicola da giovedì 8 dicembre, nella quale ha anche raccontato il motivo per cui non rinuncia, anche quando va in video, alla corona del rosario indossata con orgoglio e convinzione, anche quando era stata travolta dalle polemiche. Era il 2016, conduceva il suo primo telegiornale Rai. Il rosario delle polemiche è tornato, per la verità, alla ribalta nel 2019 e, più di recente, a fine ottobre di quest’anno. Stessa storia. Marina Nalesso si presenta al Tg2 con il suo rosario. E riparte la giostra degli attacchi, dei commenti più e meno politicizzati, ognuno dice la sua. Dall’altra parte c’è lei. Che non arretra di un millimetro e spiega a Maria con te: «Non lo tolgo mai, proprio mai e non ho intenzione di farlo in futuro. Non mi è mai passato per la testa, neppure per un secondo, di toglierlo o nasconderlo prima di andare in onda. Perché mai dovrei farlo. Racconta del mio amore per Maria e Gesù. Ogni tanto scoprono che porto il rosario al collo e riesplode il delirio, ma io sono assolutamente serena. La Madonna è arrivata nella mia vita di pari passo con il mio risveglio interiore. La prego spesso perché mi dia la forza di non agire d’impulso, di non replicare alle azioni degli altri, specie in circostanze di aggressività o prevaricazione».

Maria con te la giornalista racconta il suo travagliato percorso di conversione: «Dopo l’incontro con don Antonio, cappellano della Rai, arriva un altro incontro a cambiarmi, questa volta definitivamente, la vita», ha detto, «un’amica m’invita alla sua cena di compleanno e qui conosco un altro sacerdote, giovane e schietto, con cui mi metto a parlare per ore. Un dialogo illuminante, folgorante oserei dire. Che mi ha spalancato le porte della fede e dell’amore per Cristo. È come se, di punto in bianco, mi si fosse aperto il cuore, il cervello e, allo stesso modo, ho cominciato a sentire il bisogno di andare in chiesa, di pregare, di andare a messa tutti i giorni. Se non lo faccio, ora, sto male: devo andare a messa, a costo di farlo la mattina presto prima di andare al lavoro. Se non incontrassi Gesù tutti i giorni, non riuscirei più a vivere».

Dopo questo percorso, è sbocciata anche la devozione mariana: «Maria è arrivata di pari passo con il desiderio crescente di condividere, di pregare insieme a qualcuno. E il vuoto si è riempito, ancora una volta, grazie all’incontro con un consacrato: un frate francescano, padre Cristoforo Amanzi, fondatore di una comunità, la Fraternità francescana intitolata a Maria Madre della Riconciliazione e della Pace, di cui ho abbracciato in pieno la spiritualità. È grazie a loro, ai frati e alle suore che ne fanno parte, che dopo Gesù ho scoperto Maria…».

Rivela, infine, che il suo “luogo del cuore” è Medjugorje: «È la mia seconda casa. Ci sono andata la prima volta nel 2007 con don Antonio, il cappellano della Rai, e ci torno ogni volta che posso anche perché la mia Fraternità, a cui appartengo da laica, ha una casa di spiritualità proprio lì».

Concerto di Natale ad Assisi con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da William Eddins

Dai grandi classici come Stille Nacht di Franz Gruber o Panis Angelicus di César Franck, alla celeberrima Ave Maria di Schubert, passando per pagine di Vivaldi, Mendelssohn e Čajkovskij. È il tradizionale Concerto di Natale dalla Basilica superiore di San Francesco ad Assisi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, giunto alla 36esima edizione e trasmesso da Rai Cultura su Rai1 sabato 25 dicembre alle 12.25 circa, dopo la benedizione Urbi et Orbi del Santo Padre, e in replica alle 21.15 su Rai5.
Protagonista il grande tenore francese Roberto Alagna, che interpreta Stille Nacht e l’Ave Maria ma anche Minuit Chrétiens di Adolphe Adam e Mille cherubini in coro, sempre di Schubert. Accanto a lui la star del violoncello HAUSER, apprezzato sia nel repertorio classico sia nelle incursioni crossover, che interpreta Panis Angelicus ma anche il celebre Largo di Händel dall’opera Serse e l’Ave Maria di Schubert insieme ad Alagna. Con loro il Coro di voci bianche “I piccoli musici”, istruito da Mario Mora, impegnato in I will sing the spirit e The Lord bless you and keep you di John Rutter, oltre a Hark, the Herald Angels sing di Mendelssohn, canto tradizionale natalizio tratto da una poesia del pastore metodista Charles Wesley.
L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta dall’americano William Eddins, propone anche pagine di Antonio Vivaldi, come il Concerto in re minore per archi e basso continuo RV 127, la Suite n. 1 dalle Antiche arie e danze per liuto di Ottorino Respighi, e la Serenata per archi op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
rai.it

Chiara Lubich e il suo messaggio “politico” su Rai1 3/1 su Rai1 Capotondi nei panni della fondatrice Focolari

“Una donna di grande dolcezza e determinazione. E con una visione, anche politica, di unione e fratellanza, che forse servirebbe anche oggi”.

Così Cristiana Capotondi racconta la “sua” Chiara Lubich (Trento 1920 – Rocca di Papa 2008), fondatrice del Movimento dei Focolari, che proprio nel centenario della nascita arriva in tv nel film di Giacomo Campiotti prodotto da Rai Fiction e Luca Barbareschi per Eliseo Multimedia, “Chiara Lubich. L’amore vince tutto”, in onda il 3 gennaio in prima serata, prima nuova fiction dell’anno per Rai1.
Nato sotto le bombe della seconda guerra mondiale, approvato solo nel 1964 da Papa Paolo VI con il nome ufficiale di Opera di Maria e oggi diffuso in oltre 180 paesi con più di 2 milioni di aderenti, il Movimento dei Focolari nacque per portare un messaggio di unità, con l’obiettivo di cooperare alla costruzione di un mondo più unito “perché tutti siano una sola cosa” (Gv 17,21) nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità. Ricostruita la Trento del 1943, il tv movie si concentra sugli anni della giovinezza di Chiara, giovane maestra di scuola elementare che a 23 anni “sposa” Dio con voto perpetuo di castità e nel pieno del conflitto resta a Trento per aiutare i bisognosi. Proprio la decisione di vivere concretamente il Vangelo, condiviso con le sue amiche, scatena forti reazioni.
“Spero che Chiara Lubich – dice Barbareschi – sia una ‘vaccinazione’ per lo spirito di milioni di italiani”. Una spinta a “un’aspirazionalità che porti i giovani a costruire con nuova dignità e politica responsabile questo Paese”. Donna di molti primati, nel corso della sua vita la Lubich ha contribuito al riavvicinamento della Chiese Cattolica e Ortodossa ed è stata la prima donna bianca non musulmana a parlare alla moschea di Harlem a New York. Nel cast, Aurora Ruffino, Miriam Cappa, Greta Ferro, Eugenio Franceschin, Roberto Citran. (ANSA).

Tg1. Padre Dall’Oglio, i segreti della sua scomparsa

Cinque anni fa il sacerdote sparì da Raqqa, in Siria. Il giornalista del Tg1 Amedeo Ricucci si è messo sulle sue tracce. Spunta il nome di un emiro, l’ultimo che lo vide. In onda domenica alle 23.30

Domenica 29 luglio, saranno cinque anni esatti da quando padre Paolo Dall’Oglio è sparito a Raqqa, in Siria.Cinque lunghissimi anni nel corso dei quali i familiari e gli amici del gesuita sequestrato non hanno perso la speranza, nonostante le numerose notizie contraddittorie sulla sua sorte.

Un’inchiesta giornalistica condotta in Siria dall’inviato del Tg1 Amedeo Ricucci, rivela ora una serie di particolari inediti. A cominciare dal nome di un emiro del Daesh, capo di una potente tribù locale e perciò lasciato in libertà dalle autorità siriane dopo la cacciata dell’esercito del califfo. Il suo nome è Abd al-Rahman al Faysal Abu Faysal. “Abbiamo appurato che fu con questo emiro, figura importante del Daesh che ha gestito i prigionieri, che padre Dall’Oglio andò a parlare il 29 luglio del 2013, nel quartier generale dell’Isis, a Raqqa”, spiega Ricucci. Il reportage di Amedeo Ricucci sarà trasmesso domenica 29 luglio alle 23.30 su Raiuno.

Secondo diverse fonti locali che per la prima volta hanno mostrato il proprio volto e mostrato i luoghi e le abitazioni frequentate dal gesuita romano, padre Paolo si recò nella tana del lupo per chiedere il rilascio di un attivista siriano, oppositore del regime di Assad, ma fatto prigioniero dallo Stato Islamico. “Da quel momento – aggiunge Ricucci – padre Dall’Oglio è sparito.

Bisogna quindi agire adesso, cercando di ottenere informazioni dai testimoni diretti, in primis da questo emiro”.Lo speciale “Abuna (che in arabo significa “padre”, ndr): sulle tracce di padre Dall’Oglio”, raccoglie fra le altre le testimonianze di padre Federico Lombardi, già portavoce di Ratzinger e Bergoglio, che ben conosceva padre Paolo; del cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, e di alcuni giovani islamici siriani molto legati ad “Abuna Paolo”.

Riccardo Cristiano, dell’associazione “Giornalisti amici di padre Dall’Oglio”, ha sottolineato nel corso dello speciale che “ciò che caratterizza Paolo – ne parlo al presente perchè è giusto così – è il suo duplice binario: un mistico con l’urgenza di fare sul piano sociale”. Le immagini, in gran parte girate in luoghi mai mostrati alla stampa, portano fin dentro alle prigioni del Daesh e lungo le aree nelle quali la protezione civile di Raqqa sta estraendo centinaia di corpi gettati dal Daesh nelle fosse comuni. “Dall’Italia – ha dichiarato il responsabile delle operazioni di ricerca – non abbiamo ricevuto alcuna richiesta riguardo l’eventuale recupero dei resti di padre Dall’Oglio”.

da Avvenire