Meditare sulla Trasfigurazione di Gesù, per trovare la luce che trasfigura il nostro sguardo, illumina le esperienze, guarisce le relazioni

Nel mondo orientale l’icona della trasfigurazione ha un’importanza tutta particolare. Con essa, un tempo, l’iconografo doveva iniziare la sua attività pittorica. Essa è la madre di tutte le icone, nel senso che in ogni icona deve riflettersi la stessa luce che brillò sul Tabor.

Iniziare ogni giorno da qui. Dalla Trasfigurazione. Perché la sua luce si rifletta sui pensieri, sulle esperienze.

Per la seconda volta, nel cammino di Quaresima, veniamo condotti in un luogo appartato, per pregare. Ma stavolta è un monte, non un deserto: mi accorgo che fare strada con Gesù significa dirigersi verso l’alto, spesso arrampicarsi, con tutto l’impegno e la fatica che questo comporta. Ma una volta raggiunta la vetta? Lo spettacolo toglie il fiato. Si vede in modo nuovo, lo sguardo abbraccia l’orizzonte, si dischiude una prospettiva ‘altra’ sullo spazio e anche sul tempo, sul cammino percorso e sul suo senso.

Gesù è andato nel deserto e ora ci accompagna sul monte con il medesimo scopo: la preghiera. È così importante la preghiera? Non le mie solite preghiere, recitate a volte meccanicamente, quasi per assolvere un dovere. Ma la Preghiera, che è spazio aperto coltivato nelle profondità del cuore, luogo d’incontro e di dialogo, nello Spirito, con l’Altro, con gli altri e le altre. Quella preghiera capace di spostare le montagne, o di trasfigurare la realtà. Tanto preziosa da chiedere di lasciare le abitudini, di staccare dalla quotidianità, di darle tempo, e luogo.

Cosa accade quando, davvero, si prega? Mentre Gesù prega – non prima, non dopo – mentre prega accanto ai suoi amici, abitando insieme il luogo scelto, accade qualcosa. Lì è una luce sfolgorante, un volto che cambia d’aspetto, un dialogo che si apre e trascende i confini tra cielo e terra.

E qui? Cosa accade qui? Cosa cambia? Di certo cambia chi prega, cambio io, cambiamo noi. Cambiamo nell’atteggiamento e nelle azioni, la preghiera illumina i pensieri, dona uno sguardo diverso, trasforma le relazioni.

Già, le relazioni. “Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo”: non è solo stavolta, Gesù. Ha con sé i suoi amici, quegli amici un po’ scalcagnati che tante volte mostreranno i loro limiti e le loro paure. Fino a Pasqua.

Eppure lui li prende con sé. Non li sceglie perché sono i migliori, ma perché li ama. Così come sono. Scommette su di loro, e su di me, su di noi: “Gesù ci sfida giorno per giorno con una domanda: credi? Credi che sia possibile che un esattore si trasformi in un servitore? Pensi che sia possibile che un traditore diventi un amico? Pensi che sia possibile che il figlio di un falegname sia il Figlio di Dio? Il suo sguardo trasforma il nostro sguardo, il suo cuore trasforma il nostro cuore” (papa Francesco, Holguin, 21 settembre 2015).

E se cambia il cuore, allora sì, anche le cose possono cambiare. Credo che la nostra preghiera possa trasformare la guerra in pace?

vinonuovo.it

Quaresima. Se non esiste un Messia senza croce, neppure esiste una Chiesa o un cristiano senza croce. Dire “no” a tutte le forme del Male

di: Tomáš Halík in Settimana News

omelia

Il filosofo e teologo ceco Tomáš Halík propone questo testo all’inizio del cammino quaresimale, invitando a non fermarsi alle forme del culto ma vivendo il messaggio di morte e di vita contenuto nel mistero pasquale. Se non esiste un Messia senza croce, neppure esiste una Chiesa o un cristiano senza croce. Dire “no” a tutte le forme del Male.

L’omelia dovrebbe essere un ponte tra il mondo del testo biblico e il mondo degli ascoltatori. Questo non è un compito facile oggi, perché in questi tempi difficili e drammatici il mondo di cui facciamo parte sta cambiando letteralmente ogni giorno. Non oso prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni tra il momento in cui preparo la mia omelia e la domenica in cui è previsto che se ne parli in chiesa.

Poco tempo fa, pochi avrebbero potuto immaginare che l’Europa sarebbe stata di nuovo in guerra, che la Russia di Putin si sarebbe esclusa dalla famiglia dei paesi civilizzati, avrebbe commesso crimini di guerra, distrutto da un giorno all’altro il pacifico ordine mondiale costruito nel corso di decenni, calpestato il diritto internazionale, attaccato il suo vicino più debole in modo insidioso e spregevole, cercato di cancellare dalla carta geografica uno stato democratico, un grande paese vicino a noi culturalmente, e ucciso brutalmente anche donne e bambini. Il sangue dell’Ucraina grida al Signore degli eserciti.

Non appena l’onda del contagio pandemico si è placata, la Russia di Putin ha scatenato una pandemia ancora più terrificante di ingiustizia, paura e violenza, per la quale è difficile trovare un rimedio sufficientemente efficace.

Le ceneri, iniziazione alla maturità

Nelle chiese abbiamo iniziato il periodo di penitenza pre-pasquale con il rito delle ceneri, accompagnato dalle parole: “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai”. Questa cerimonia e queste parole ci mettono di fronte alla nostra transitorietà, alla nostra morte. È quindi affine agli antichi riti di iniziazione, in cui il confronto con la morte significava l’iniziazione all’età adulta – questo era forse, dopo tutto, il significato del rito del sacrificio di Isacco.

In questo momento storico ci troviamo di fronte alla morte che è destinata a condurci all’età adulta, alla maturità, alla responsabilità.

Iniziamo la Quaresima con la consapevolezza della morte e della transitorietà. Alla fine della Quaresima, celebreremo la grande notte del trionfo sulla morte e sulla paura della morte, quando possiamo chiedere: “Morte, dov’è la tua vittoria?”. La sacra Scrittura ci dice: “Per la paura della morte eravate tenuti in schiavitù”. Ma siamo chiamati alla libertà, anche alla libertà dalla paura. Il compito della Quaresima è una trasformazione interiore, un’opportunità di liberazione, di ri-creazione.

Il racconto figurato della creazione dell’uomo nella Bibbia ci dice che l’uomo è un grande paradosso: è tratto dal nulla, dalla polvere della terra – ed è animato dallo spirito di Dio.

La polvere e la cenere sono un simbolo del nulla: è una sostanza che non ha forma, è subito spazzata dal vento, non serve più a nulla. Solo Dio può creare dal nulla. Solo lui può dare a qualcosa di così insignificante una forma, un volto e un significato: il suo Spirito. Così, per la potenza dello Spirito di Dio, l’uomo, vulnerabile e transitorio, diventa l’immagine e l’espressione della libertà e della creatività di Dio.

Quando l’uomo abusa del dono della libertà, quando si chiude al soffio dello Spirito di Dio nel guscio del suo egoismo – e questa chiusura la chiamiamo peccato –, ricade nel nulla. Nel Libro dei Salmi leggiamo: “Se si toglie loro lo spirito, tornano alla loro polvere”. Ma il salmista parla poi del pentimento, della conversione – come di una ri-creazione: tu restituisci loro lo spirito e sono creati.

Nella preparazione quaresimale è in gioco proprio questo allontanarsi dal nulla, dal peccato di chiusura come morte spirituale, e soprattutto la conversione e il perdono come risurrezione, come risveglio a una vita piena e libera, per entrare nel dramma pasquale della vittoria sulla morte, sulla colpa e sulla paura. È necessario far risorgere la nostra fede, il nostro amore, la nostra speranza.

Non prendiamo alla leggera questa chiamata quaresimale di Dio facendola diventare una rinuncia alla cioccolata e alle troppe spese. I prossimi anni ci porteranno da sé a una rinuncia delle cose materiali e a uno stile di vita più sobrio.

Al tempo del coronavirus, Dio ci ha chiuso le chiese per dirci: se pensavi che il tuo cristianesimo consistesse nel condurre una vita piuttosto perbene e nell’andare in chiesa la domenica, allora sappi che in questo giorno e in quest’epoca, ciò non è sufficiente. “Cerca il Signore sempre, finché si fa trovare” è il motto della Quaresima.

Se abbiamo risposto a questa pedagogia divina solo partecipando alla messa in TV la domenica, allora non abbiamo capito niente. Dio vuole che cerchiamo coraggiosamente, creativamente e generosamente altri modi più profondi e stimolanti per riflettere e realizzare la nostra fede, piuttosto che il consumo passivo del culto.

L’appello di papa Francesco alla riforma sinodale della Chiesa ha lo stesso significato: trasformare una rigida istituzione in una rete di comunicazione reciproca, un modo di cercare insieme una risposta ai segni dei nostri tempi rivoluzionari. Non una fuga nel passato, né una modernizzazione a buon mercato – ma un viaggio impegnativo dalla superficialità alla profondità.

Le tre tentazioni

Il Vangelo della prima domenica di Quaresima ci ricorda che Gesù ha affrontato il duro cammino del digiuno per quaranta giorni nel deserto. Al suo battesimo nel Giordano, uscì dal suo anonimato e fu identificato da Giovanni – e dalla voce di Dio dall’alto – come l’atteso Messia e l’amato Figlio di Dio. Gesù intraprende il suo mandato messianico.

Ma non passa immediatamente dal luogo del battesimo alle strade del mondo. Va in solitudine, nel deserto, in un luogo in cui viene raffinato come si raffina l’oro e l’argento. Sarà messo alla prova in quei quaranta giorni, come il popolo eletto fu messo alla prova nei quarant’anni nel deserto sulla via dalla schiavitù alla libertà.

Il deserto non è un luogo di tranquilla contemplazione; il deserto veniva visto come un luogo di demoni. Gli eremiti non sono andati nel deserto per godere della pace, ma per combattere lo spirito del male sul suo campo da gioco.

Chi entra nella solitudine e nel silenzio, e vi digiuna, non deve aspettarsi nulla di piacevole. È nel silenzio e nella solitudine che può risuonare ciò che è nascosto, quell’ombra della nostra natura, quello che spesso affoghiamo con il rumore e reprimiamo con il divertimento. Quando ci sentiamo tristi e soli, spesso ci buttiamo su cibo e bevande per scacciare via questi sentimenti; quando sperimentiamo la fame, riusciamo a diventare rognosi e risentiti. Possono sorgere molte tentazioni nell’anima di una persona i cui bisogni sono frustrati. Anche Gesù, quando era affamato, fu messo alla prova, fu tentato.

Tutte e tre le tentazioni sono dirette contro la sua missione, che ha accettato al suo battesimo e che ha raffinato nella solitudine del deserto. Tutte e tre le tentazioni mirano a corrompere il suo ruolo messianico.

Tra tutte le idee del Messia dell’epoca – trionfatore sugli occupanti romani e restauratore del potere e della gloria dell’impero davidico – Gesù abbraccia quella raffigurata dal profeta Isaia: Il Messia sarà un uomo dei dolori, che porterà la colpa di tutto il popolo, ucciso come l’agnello pasquale – ma è attraverso le sue ferite, le sue cicatrici, che molti saranno guariti.

Nel deserto, il diavolo – con il suo abile uso dei brani della Bibbia – gli offre un ruolo completamente diverso di Messia – un Messia senza croce, un Messia di successo, di miracoli spettacolari, un Messia di potere e gloria, che raccoglie ammirazione e popolarità.

Trasforma le pietre in pane, nutri te stesso e tutti gli affamati, risolvi i problemi sociali, stabilisci un regno di prosperità! Buttati giù dal tetto del tempio e non ti succederà nulla, anzi: tutti ti applaudiranno! Datti il potere reale sul mondo intero per un piccolo prezzo; per quell’unico inchino davanti al Signore delle Tenebre, ne vale la pena! Nessuna croce – piuttosto un trono d’oro!

Ma Gesù sa che il Cristo senza la croce sarebbe l’Anticristo.

Una Chiesa senza la croce sarebbe una delle potenti istituzioni di questo mondo; un prete senza la croce sarebbe un funzionario, un agitatore, un ideologo. Un cristiano senza la croce sarebbe un membro di una delle tante organizzazioni e un sostenitore di una delle tante visioni del mondo.

Quando Cristo comincia a parlare davanti a Pietro della croce che lo aspetta (dopo averlo lodato per la sua confessione messianica e averlo dichiarato la roccia su cui costruirà la sua Chiesa), Pietro gli parla familiarmente: è meglio per te se eviti ogni sofferenza! E allora Pietro sente le parole più dure uscite dalla bocca di Gesù: vattene dietro di me, satana! Gesù riconosce nelle parole accarezzanti di Pietro un’eco della tentazione di Satana nel deserto.

E la terza volta la stessa tentazione arriva nell’ora della morte: scendi dalla croce – e noi tutti ti crederemo immediatamente!

Il film di Scorsese L’ultima tentazione di Cristo, basato sul romanzo di Kazantzakis, rappresenta l’ultima tentazione sulla croce: rinunciare alla via crucis, vivere una “vita normale” come tutti! Il romanzo e il film – scandaloso per molti cristiani – finiscono in modo abbastanza veritiero: Gesù resiste alla tentazione, torna alla croce.

Gesù non trasforma magicamente le pietre in pane: ma dà il suo corpo e il suo sangue, tutto il suo essere – e così diventa il pane della vita.

Gesù non si schianta contro il fondo di questo mondo, non si getta nella rete di sicurezza degli angeli, ma beve il calice della sofferenza fino alla feccia, non fugge dal peso del destino umano.

A Gesù è dato ogni potere sulla terra e in cielo – ma non è una ricompensa per essersi inchinato al diavolo, ma il frutto della fedeltà alla volontà del Padre celeste.

Dì NO al diavolo

Say no to the devil – di’ no al diavolo, cantava il pastore evangelico ceco e dissidente Sváťa Karásek di fronte al regime di polizia con le sue tentazioni, promesse e intimidazioni durante l’occupazione russa della Cecoslovacchia.

Il nostro mondo è di nuovo minacciato dall’oscurità che pensavamo non sarebbe mai tornata dall’inferno del passato. Ancora una volta, dallo stesso luogo in cui giunse il gelo del 1968, che per vent’anni corrose il desiderio di libertà del nostro paese, si riversano ora di nuovo menzogne, sangue e il fuoco della distruzione e, allo stesso tempo, tenta il mondo all’egoismo e all’indifferenza, alla sciocca convinzione che la fine non stia ancora scoccando. Non è vero. Non lasciamoci cullare in una falsa calma e non lasciamoci intimidire: diciamo NO al diavolo.

Coronavirus. Come seguire le Messe «a porte chiuse» della quarta domenica di Quaresima

In tv e su Internet le celebrazioni senza fedeli presiedute dai vescovi italiani. Bagnasco celebra in ospedale; Delpini al centro per anziani e disabili. A Ferrara l’atto di affidamento al Crocifisso
La Messa con il cardinale Bassetti senza fedeli

La Messa con il cardinale Bassetti senza fedeli – Arcidiocesi di Perugia

Ancora una domenica con le Messe “senza fedeli” in tutta Italia. Eppure l’Eucaristia continua a essere celebrata benché a porte chiuse. E le diocesi della Penisola si mobilitano per dare la possibilità di seguire le liturgie della quarta domenica di Quaresima: attraverso la tv e Internet, anzitutto, ma anche via radio.

Il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, presiederà alle 10 la Messa domenicale “non pubblica” nella cappella di Sant’Onofrio all’interno della Cattedrale di Perugia, che sarà trasmessa in diretta da Umbria Radio In Blu e sui social dei media diocesani per essere spiritualmente vicino a tutti i fedeli, in particolare ai più colpiti e in difficoltà.

L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini presiederà domenica alle 11 la celebrazione eucaristica presso la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Dopo il Policlinico di Milano, il presule fa tappa un luogo-simbolo dell’assistenza ad anziani e disabili. Il rito avrà luogo senza la presenza dei fedeli che potranno in ogni caso assistervi in diretta su Rai3 a partire dalle 11 grazie alla collaborazione con la Tgr Lombardia. Al momento della Comunione tutti i fedeli saranno invitati a recitare la formula della Comunione spirituale.

A Genova il cardinale arcivescovo Angelo Bagnasco celebrerà alle 10 la Messa all’interno dell’ospedale policlinico San Martino di Genova nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Caterina da Genova. La direzione generale del presidio, con il consenso delle autorità civili, ha accolto volentieri la richiesta dell’arcidiocesi. La liturgia, senza partecipazione fisica di fedeli, sarà trasmessa in diretta dall’emittente ligure Primocanale e in streaming su www.primocanale.it. Con la sua presenza Bagnasco desidera essere vicino ai ricoverati negli ospedali, al personale medico e agli operatori sanitari che assistono i malati di coronavirus.

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, celebrerà domenica alle 10 la Messa nella cripta della Cattedrale di San Pietro a Bologna, senza la partecipazione dei fedeli. Il rito sarà trasmesso in diretta televisiva su Rai3 Emilia Romagna, come accade in Lombardia. La Messa verrà proposta anche su E’ Tv-Rete7, Trc-Bologna, Radio Nettuno Fm 97.00 – 96.65, in streaming sul sito dell’arcidiocesi (www.chiesadibologna.it) e su 12Porte attraverso il suo canale YouTube e la sua pagina Facebook.

Il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, celebrerà la Messa trasmessa dall’emittente Laqtv Abruzzo alle 8.30, alle 11 e alle 18. La Messa sarà trasmessa anche in streaming sulle pagine Facebook di Laqtv Abruzzo e della Chiesa dell’Aquila.

A Napoli, come già fatto il cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe domenica 15 marzo, il vescovo ausiliare Lucio Lemmo, in comunione spirituale con tutti i fedeli della diocesi, questa domenica alle 9.30 celebrerà la Messa in diretta televisiva dagli studi di Canale 21, grazie alla disponibilità dall’editore Paolo Torino.

Nell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio domenica a mezzogiorno tutti i campanili suoneranno per ricordare il giorno della festa del ritrovamento del Crocifisso di San Luca, momento culminante della novena di preghiera diocesana. L’arcivescovo Gian Carlo Perego compirà l’atto di affidamento a Cristo Crocifisso “perché il dono della salute ritorni nella nostra città e nei paesi dell’arcidiocesi, in Italia e nel mondo”, sottolinea. La Messa del presule viene proposta sul sito diocesano dalle 9 in poi e sarà trasmessa su Telestense alle 18.

Sarà trasmessa in diretta, in tv e in streaming, alle 11 la Messa presieduta, nel palazzo episcopale di Novara, dal vescovo Franco Giulio Brambilla. «“Sono la luce del mondo”. Le parole di Gesù che dona la vista all’uomo cieco dalla nascita, proposte in questa liturgia – spiega Brambilla – ci invitano a rischiarare la notte del tempo che stiamo vivendo». La liturgia può essere seguita in tv su Videonovara e VCO Azzura e in streaming sui canali Facebook e YouTube del comitato Passio (per informazioni www.passionovara.it).

A Padova alle 10 sul canale YouTube della diocesi verrà trasmessa la Messa presieduta dal vescovo Claudio Cipolla, in forma non pubblica. La celebrazione sarà trasmessa in diretta anche dall’emittente Tv7 Triveneta. Continuano, inoltre, sempre sui canali social e YouTube della diocesi e sul tg di Telenuovo le meditazioni quotidiane sul Vangelo del giorno.

Nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla sarà possibile seguire da casa due celebrazioni. Alle 10.30 si terrà la Messa presieduta dal vescovo Massimo Camisasca nella cappella del vescovado di Reggio Emilia che viene proposta su Teletricolore e in streaming sul canale YouTube diocesano “La Libertà Tv” (raggiungibile anche dal sito web www.diocesi.re.it), sulla pagina Facebook de La Libertà (giornale diocesano) e sul sito de La Gazzetta di Reggio. Alle 18 la Messa celebrata nella Concattedrale di Guastalla potrà essere seguita in streaming sul canale YouTube del Duomo di Guastalla, sul canale diocesano “La Libertà Tv” (raggiungibile anche dal sito web www.diocesi.re.it) e sulla pagina Facebook de La Libertà.

Sarà trasmessa in streaming dalla tomba di san Francesco ad Assisi la Messa che celebrerà alle 10.30 il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, l’arcivescovo Domenico Sorrentino. La liturgia potrà essere seguita in diretta sul sito www.sanfrancescopatronoditalia.it. In occasione della celebrazione che vede le città di Assisi e Gerusalemme insieme per invocare la liberazione dall’epidemia coronavirus, il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, ha inviato un videomessaggio in cui esprime la sua vicinanza alla Penisola: «La comunità francescana che abita nella Basilica del Santo Sepolcro vi ricorda nella preghiera, forza, forza Italia». «Vogliamo chiedere al Signore – afferma Sorrentino – attraverso l’intercessione di san Francesco la protezione per il nostro Paese e per tutti i Paesi del mondo dal contagio del coronavirus. Durante la celebrazione eucaristica inviterò i 2000 giovani che la prossima settimana si sarebbero radunati ad Assisi con il Papa per “Economy of Francesco” ad unirsi per quanto possibile in preghiera e in sentimenti di solidarietà preparandosi così anche all’incontro rinviato a novembre».

A Pompei l’arcivescovo Tommaso Caputo presiederà alle 10 la Messa nella cappella “Beata Vergine” del Santuario mariano. La celebrazione, senza la presenza di fedeli, sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook del Pontificio Santuario di Pompei.

Nella diocesi di Tursi-Lagonegro il vescovo Vincenzo Orofino presiederà alle 11 la Messa nella Cattedrale di Tursi che sarà in streaming. La curia vescovile, coordinata dal vicario generale don Mimmo Buglione, comunica che sarà possibile collegarsi in diretta a partire dalle 10.40 sulla pagina del sito internet della Diocesi dedicata alla diretta oppure tramite Facebook, pagina “Diocesi Tursi-Lagonegro” o ancora su YouTube, canale “DiocesiDiTursiLagonegro”.

Nell’arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela l’arcivescovo Giovanni Accolla e il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro presiederanno sabato la Messa che viene proposta sulla pagina Facebook dell’arcidiocesi e domenica l’Eucaristia alle 18.30 che può essere seguita sull’emittente RTP e sulla pagina Facebook dell’arcidiocesi. Sempre sabato, alle 15.10, è in programma il commento al Vangelo della domenica, a cura di don Fabio Cattafi, vicerettore del Seminario arcivescovile su RTP e su Facebook.

A Trapani la Messa presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli viene proposta questa mattina alle 10 sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della diocesi e poi in televisione sulle emittenti Telesud Trapani e VideoSicilia.

In Sardegna sarà possibile seguire la Messa presieduta alle 10 dal vescovo Antonello Mura dalla Cattedrale di Santa Maria della Neve a Nuoro collegandosi al sito dell’emittente Telesardegna (www.telesardegna.net) o sintonizzandosi sul digitale terrestre. Nella home page della diocesi la diretta della celebrazione eucaristica sarà alle 10, con replica alle ore 15 e alle 18.30.

Nella diocesi di Alghero-Bosa il vescovo Mauro Maria Morfino presiederà l’Eucaristia alle 10 nella cappella dell’episcopio di Alghero. Oltre alla diretta streaming sul sito diocesano www.diocesialghero-bosa.it e sul canale Youtube, la celebrazione viene trasmessa anche su due televisioni locali Catalan Tv (per la zona di Alghero) e Sardegna Uno (per il resto della diocesi).

Anche l’ordinariato militare sceglie le autostrade telematiche per essere vicino ai militari e ai fedeli nel tempo del coronavirus. Sono diverse le iniziative – come ha ribadito l’arcivescovo Santo Marcianò – di «accompagnamento umano e spirituale con l’uso dei media». Tra queste ogni giorno sulla pagina Facebook alle 17, in diretta streaming, il Rosario e a seguire i Vespri e la coroncina alla Divina Misericordia prima della Messa. Poi alle 18 di domenica la Messa sarà presieduta dall’arcivescovo Marcianò in Santa Caterina a Magnanapoli, chiesa principale dell’ordinariato a Roma, e verrà proposta sempre in diretta streaming.

da Avvenire

Coronavirus. Messe sospese e Ceneri rinviate nelle comunità afflitte dal virus

da Avvenire

Attività pastorali congelate in gran parte delle diocesi del Nord Italia. Ma i vescovi invitano alla preghiera personale e familiare Misure anche in Vaticano
Una delle Messe trasmesse on line streaming su Facebook e Youtube

Una delle Messe trasmesse on line streaming su Facebook e Youtube – Ansa

La preghiera, la vicinanza, la piena collaborazione con le autorità civili per contenere il diffondersi del virus. Ma anche fiducia e di speranza per affrontare questa difficile situazione. È il senso del messaggio indirizzato a tutte le comunità dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana in cui si invita tra l’altro alla massima disponibilità «nella ricezione delle disposizioni emanate». Sollecitazione raccolta dalle diocesi delle aree coinvolte dalla diffusione del coronavirus che già domenica hanno sospeso la celebrazione delle Messe fino a domenica prossima e, dove le liturgie eucaristiche continuano, hanno raccomandato di evitare lo scambio della pace e di togliere l’acqua benedetta dalle acquasantiere. La maggior parte dei vescovi, in ottemperanza alle disposizioni delle rispettive Regioni e del Ministero della Sanità, ha anche deciso di rimandare la celebrazione della Messa per il Mercoledì delle Ceneri. Oppure di invitare a seguirla via radio e tv.


In un’intervista a Radio Vaticana l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, ha detto che «attenendoci alle indicazioni delle autorità competenti diamo sufficiente serenità per fare quello che si riesce a fare». Per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche che aprono il tempo di Quaresima, ha spiegato che «le indicazioni sono quelle della Regione di evitare assembramenti. Nella diocesi di Milano le celebrazioni sono in gran parte di rito ambrosiano e quindi non si celebra il Mercoledì delle Ceneri. Però secondo me vale la linea generale di evitare gli assembramenti… Si troverà un’altra maniera per introdursi nella Quaresima».

A Torino l’arcivescovo Cesare Nosiglia ha annunciato che la Messa delle ceneri sarà spostata al 1° marzo. Oltre alle Messe ‘con concorso di popolo’, sospese in tutte le parrocchie anche le attività pastorali. A Bologna il cardinale Matteo Zuppi ha invitato ad attendersi «sempre a criteri di prudenza, evitando in ogni modo concentrazione di persone in volumi ristretti e per lungo tempo. Le chiese rimangono aperte al culto e alla preghiera individuale, non a gruppi». Sospese le celebrazioni liturgiche, de- roga per le Messe feriali che «se sono partecipate da pochi fedeli, si possono celebrare in spazi larghi». Sospese le celebrazioni per il Mercoledì delle Ceneri. Unica eccezione per la Messa celebrata da Zuppi a cui potrà partecipare una piccola delegazione di fedeli e che sarà trasmessa da alcune radio locali.

Disposizioni simili in una nota del patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, in cui invita a vivere «con responsabilità civica questo momento, senza cedere ad allarmismi e paure ingiustificate». E, dopo aver spiegato che la basilica di San Marco fino a domenica 1 marzo non sarà accessibile, ha affidato la diocesi alla Madonna della Salute. Cautela e prudenza anche nelle scelte dei vescovi della Liguria. In tutta la regione ecclesiastica sospese le celebrazioni eucaristiche, tutte le iniziative nei locali e nelle opere parrocchiali; funerali e matrimoni «soltanto con la presenza dei parenti stretti e sospesa anche la benedizione delle famiglie. I vescovi raccomandano allo stesso tempo che «si intensifichi la preghiera e si inizi il sacro tempo penitenziale secondo le indicazioni della Chiesa: ascolto della Parola di Dio, astinenza dalle carni e digiuno (secondo le modalità stabilite), celebrazione del sacramento della Riconciliazione, meditazione e opere di carità e misericordia».

Niente Messe festive ma solo feriali in spazi ampi (non nelle cappelle) e chiese aperte alla preghiera personale a Parma, con la Messa delle Ceneri celebrata in forma privata e in diretta su Giovanni Paolo Tv alle 20.30 dal vescovo Enrico Solmi. Le mense per i poveri forniscono solo pasti «in porzioni singole e d’asporto».

La diocesi di Cremona, una di quelle più direttamente coinvolte dal contagio, ha predisposto uno schema per la preghiera personale e familiare che si può scaricare dal sito diocesano (diocesidicremona.it) in sostituzione della liturgia comunitaria del Mercoledì delle Ceneri. In assenza di celebrazioni liturgiche, la diocesi di Piacenza invita a nutrirsi in «abbondanza con il pane della Parola di Dio, nel digiuno e nelle opere di carità». E a restare uniti nella preghiera senza lasciarsi dominare dalla paura: «Rischiamo di vivere nella contraddizione di temere la morte senza amare la vita». Mentre il vescovo di Como, Oscar Cantoni, ha accompagnato le comunicazioni sulle misure da adottare con riflessioni in cui spiega che «ogni famiglia può ritrovare la sua vocazione originaria di ‘Chiesa domestica’, così che è facilitata nel pregare insieme anche attraverso i mezzi di comunicazione ». Infine, in ottemperanza alle disposizioni delle autorità italiane, è stato rimandato in Vaticano un incontro sul cardinale Celso Costantini in programma oggi all’Urbaniana. Inoltre, negli uffici frequentati dal pubblico saranno installati dispenser con un igienizzante per le mani. Presenti anche un infermiere e un medico per l’assistenza immediata a pazienti con sintomi riconducibili al coronavirus.

Che cos’è la Quaresima? Come si conteggia? Quali gesti si compiono? Quali le letture? Alla scoperta del tempo forte che inizia con il Mercoledì delle Ceneri e che prepara alla Pasqua

Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima (foto Epa)

Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima (foto Epa)

Il 14 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima. È il «tempo forte» che prepara alla Pasqua, culmine dell’Anno liturgico e della vita di ogni cristiano. Come dice san Paolo, è «il momento favorevole» per compiere «un cammino di vera conversione» così da «affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male», si legge nell’orazione colletta all’inizio della Messa del Mercoledì delle Ceneri. Questo itinerario di quaranta giorni che conduce al Triduo pasquale, memoria della passione, morte e risurrezione del Signore, cuore del mistero di Salvezza, è un tempo di cambiamento interiore e di pentimento che «annuncia e realizza la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita», ricorda papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2018.

Il numero 40

Nella liturgia si parla di “Quadragesima”, cioè di un tempo di quaranta giorni. La Quaresima richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Si legge nel Vangelo di Matteo: «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame».

Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio. È una cifra che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni del diluvio universale, quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona.

Nei Vangeli sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo. Tornando alla Quaresima, essa è un «accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione e ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire», ha spiegato Benedetto XVI nel 2011.

Le Tentazioni di Cristo nel deserto in una stampa parigina colorata del XIX secolo

Le Tentazioni di Cristo nel deserto in una stampa parigina colorata del XIX secolo

Le ceneri

Il Mercoledì delle Ceneri è giorno di digiuno e astinenza dalle carni (così come lo è il Venerdì Santo, mentre nei Venerdì di Quaresima si è invitati all’astensione dalle carni). Come ricorda uno dei prefazi di Quaresima, «con il digiuno quaresimale» è possibile vincere «le nostre passioni» ed elevare «lo spirito». Durante la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri il sacerdote sparge un pizzico di cenere benedetta sul capo o sulla fronte. Secondo la consuetudine, la cenere viene ricavata bruciando i rami d’ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. La cenere imposta sul capo è un segno che ricorda la nostra condizione di creature ed esorta alla penitenza.

Nel ricevere le ceneri l’invito alla conversione è espresso con una duplice formula: «Convertitevi e credete al Vangelo» oppure «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai». Il primo richiamo è alla conversione che significa cambiare direzione nel cammino della vita e andare controcorrente (dove la “corrente” è lo stile di vita superficiale, incoerente ed illusorio). La seconda formala rimanda agli inizi della storia umana, quando il Signore disse ad Adamo dopo la colpa delle origini: «Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!» (Gen 3,19). La Parola di Dio evoca la fragilità, anzi la morte, che ne è la forma estrema. Ma se l’uomo è polvere, è una polvere preziosa agli occhi del Signore perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità.

Il Mercoledì delle Ceneri

Il Mercoledì delle Ceneri

Il rito ambrosiano

A differenza del rito romano, in quello ambrosiano non c’è il rito del Mercoledì delle Ceneri dal momento che la Quaresima inizia domenica 18 febbraio quando che vengono imposte le ceneri durante le Messe festive della giornata. Una delle particolarità del rito ambrosiano, durante la Quaresima, è quella dei cosiddetti venerdì ‘aliturgici’, parola tecnica che significa “senza liturgia eucaristica”. Chi entra, in un venerdì di Quaresima, in una chiesa di rito ambrosiano trova sull’altare maggiore una grande croce di legno, con il sudano bianco: simbolo suggestivo del Calvario e segno di abbandono. Si crea così un vero e proprio senso di vuoto, acuito dal fatto che per tutto il giorno non si celebra la Messa e non si distribuisce ai fedeli la comunione eucaristica.

Un momento di preghiera nel Duomo di Milano (foto Fotogramma)

Un momento di preghiera nel Duomo di Milano (foto Fotogramma)

I segni: digiuno, elemosina, preghiera

Il digiuno, l’elemosina e la preghiera sono i segni, o meglio le pratiche, della Quaresima. Il digiuno significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. Esso «costituisce un’importante occasione di crescita», scrive papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno, perché «ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario» e «ci fa più attenti a Dio e al prossimo» ridestando «la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame».

Il digiuno è legato poi all’elemosina. San Leone Magno insegnava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: «Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell’astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il nome unico di “misericordia” abbraccia molte opere buone ». Così il digiuno è reso santo dalle virtù che l’accompagnano, soprattutto dalla carità, da ogni gesto di generosità che dona ai poveri e ai bisognosi il frutto di una privazione. Non è un caso che nelle diocesi e nelle parrocchie vengano promosse le Quaresime di fraternità e carità per essere accanto agli ultimi. Secondo papa Francesco, «l’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello».

La Quaresima, inoltre, è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della preghiera» che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio. E san Giovanni Crisostomo esorta: «Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia». Per papa Francesco, «dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi».

L'elemosina è una dei segni della Quaresima (foto Ansa)

L’elemosina è una dei segni della Quaresima (foto Ansa)

Il conteggio dei giorni

Già nel IV secolo vi è una Quaresima di 40 giorni computati a ritroso a partire dal Venerdì Santo fino alla prima domenica di Quaresima. Persa l’unità dell’originario triduo pasquale (nel VI secolo), la Quaresima risultò di 42 giorni, comprendendo il Venerdì e il Sabato Santo. Gregorio Magno trovò scorretto considerare come penitenziali anche le sei domeniche (compresa quella delle Palme). Pertanto per ottenere i 40 giorni (che senza le domeniche sarebbero diventati 36) anticipò, per il rito romano, l’inizio della Quaresima al mercoledì (che diventerà “delle Ceneri”). Attualmente la Quaresima termina con la Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo. Ma per ottenere il numero 40, escludendo le domeniche, bisogna, come al tempo di Gregorio Magno, conteggiare anche il Triduo pasquale.

La liturgia

Come nell’Avvento, anche in Quaresima la liturgia propone alcuni segni che nella loro semplicità aiutano a comprendere meglio il significato di questo tempo. Come già accaduto nelle settimane che precedono il Natale, in Quaresima i paramenti liturgici del sacerdote mutano e diventano viola, colore che sollecita a un sincero cammino di conversione. Durante le celebrazioni, inoltre, non troviamo più i fiori ad ornare l’altare, non recitiamo il “Gloria” e non cantiamo l’“Alleluia”. Tuttavia la quarta domenica di Quaresima, quella chiamata del “Laetare”, vuole esprimere la gioia per la vicinanza della Pasqua: perciò nelle celebrazioni è permesso di utilizzare gli strumenti musicali, ornare l’altare con i fiori, le vesti liturgiche sono di colore rosa.

Il viola è il colore dei paramenti del sacerdote durante la Quaresima

Il viola è il colore dei paramenti del sacerdote durante la Quaresima

Le letture delle Messe domenicali

In questo Anno liturgico (ciclo B) la prima domenica di Quaresima rimanda ai quaranta giorni di Cristo nel deserto durante i quali il Signore viene tentato da Satana (Marco 1,12-15) e contiene il monito: «Convertitevi e credete nel Vangelo». In questa Domenica la Chiesa celebra l’elezione di coloro che sono ammessi ai Sacramenti pasquali. La seconda domenica di Quaresima è detta di Abramo e della Trasfigurazione perché come Abramo, padre dei credenti, siamo invitati a partire e il Vangelo narra la trasfigurazione di Cristo, il Figlio amato (Marco 9,2-10). La terza domenica di Quaresima riporta la cacciata dei mercanti dal tempio con la frase di Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Giovanni 2,13-25). La Chiesa in questa domenica celebra il primo scrutinio dei catecumeni e durante la settimana consegna loro il Simbolo: la Professione della fede, il Credo. La quarta domenica di Quaresima presenta le parole di Cristo a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna»(Giovanni 3,14-21). Nella quinta domenica di Quaresima il Signore annuncia la sua morte e risurrezione con questa similitudine: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Giovanni 12,20-33). Infine c’è la Domenica delle Palme in cui si fa memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme e durante la quale viene letta la Passione di Cristo.

La 'Trasfigurazione di Cristo', dipinto di Giovanni Bellini nel Museo di Capodimonte a Napoli

La “Trasfigurazione di Cristo”, dipinto di Giovanni Bellini nel Museo di Capodimonte a Napoli

Quaresima e Battesimo

Da sempre la Chiesa associa la Veglia pasquale alla celebrazione del Battesimo: in esso si realizza quel grande mistero per cui l’uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti. Fin dai primi secoli di vita della Chiesa la Quaresima era il tempo in cui coloro che avevano udito e accolto l’annuncio di Cristo iniziavano, passo dopo passo, il loro cammino di fede per giungere a ricevere il Battesimo a Pasqua. Successivamente anche i penitenti e poi tutti i fedeli furono invitati a vivere questo itinerario di rinnovamento spirituale, per conformare sempre più la propria esistenza a Cristo. Nelle domeniche di Quaresima si è invitati a vivere un itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, in modo che l’esistenza di ciascuno recuperi gli impegni di questo Sacramento che è alla base della vita cristiana.

Il Battesimo al centro della Quaresima (foto L'Osservatore Romano)

Il Battesimo al centro della Quaresima (foto L’Osservatore Romano)

Francesco: attenzione ai falsi profeti che fanno spegnere la carità

Ha per tema un versetto tratto dal Vangelo di Matteo “Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti” il Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2018. Bergoglio mette in guardia da «alcuni falsi profeti» che «inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo». Essi possono essere «incantatori di serpenti» che «approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro», afferma il Papa. Oppure possono essere «ciarlatani» che offrono «soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni “usa e getta”, di guadagni facili ma disonesti!». Francesco indica anche ciò che può contribuire a spegnere la carità, il che si traduce in «mancanza di amore». Innanzitutto c’è «l’avidità per il denaro»; poi la «violenza» contro quanto è ritenuto «una minaccia alle nostre “certezze”: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese»; l’incuria del Creato; e nelle comunità ecclesiali i segni di mancanza di carità sono «l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario». Come «dolce rimendio» il Papa propone la preghiera, l’elemosina e il digiuno.

Papa Francesco mentre riceve le Ceneri (foto L'Osservatore Romano)

Papa Francesco mentre riceve le Ceneri (foto L’Osservatore Romano)

Torna l’iniziativa «24 ore per il Signore»

Nel Messaggio per la Quaresima 2018 il Pontefice lancia la nuova edizione dell’iniziativa “24 ore per il Signore”. Un’«occasione propizia», la definisce Francesco, che «invita a celebrare il sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica». L’appuntamento quaresimale si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo ispirandosi al versetto del Salmo 130: “Presso di te è il perdono”. «In ogni diocesi – chiarisce Bergoglio – almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale». In passato, in occasione dell’iniziativa, Francesco aveva confessato alcuni penitenti nella Basilica Vaticana: quest’anno la celebrazione penitenziale con il Papa si terrà venerdì 9 marzo alle 17 nella Basilica di San Pietro. “24 ore per il Signore” è organizzata da cinque anni dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.

Papa Francesco mentre confessa nella Basilica Vaticana durante un'iniziativa quaresimale (foto Siciliani)

Papa Francesco mentre confessa nella Basilica Vaticana durante un’iniziativa quaresimale (foto Siciliani)

Gli impegni del Papa

Francesco presiederà la Messa del Mercoledì delle Ceneri il 14 febbraio alle 17 nella Basilica di Santa Sabina a Roma, prima stazione quaresimale dove è presente una forte salita, simbolo degli sforzi necessari alla conversione del cuore. La processione penitenziale partirà alle 16.30 dalla chiesa di Sant’Anselmo. Domenica 18 febbraio inizieranno ad Ariccia gli Esercizi spirituali per la Curia romana a cui parteciperà anche Francesco, che saranno predicati dal sacerdote portoghese José Tolentino Mendonça, teologo e poeta, e che si concluderanno venerdì 23 febbraio. Venerdì 9 marzo alle 17 nella Basilica di San Pietro si terrà la celebrazione penitenziale presieduta dal Pontefice. Nel corso della Quaresima è prevista la visita a Pietrelcina e a San Giovanni Rotondo sabato 17 marzo nei luoghi di Padre Pio. Domenica 25 marzo il Pontefice presiederà la Messa della Domenica delle Palme e della Passione del Signore alle 10 in piazza San Pietro.

da Avvenire