Leggere, rileggere Dire, non dire: ai bambini bastano le parole giuste

Cinquecentocinquanta consigli su che cosa dire o non dire ai bambini fin da piccoli sono racchiusi nel simpatico prontuario Le parole giuste, di Bernadette Lemoine, psicologa, e Diane de Bodman, scrittrice (Salani Editore, pagine 192, euro 14,00). Suggerimenti pratici, dettati dal buon senso che è la forma più immediata ed efficace di pedagogia. Il principio guida è che il bambino deve essere incoraggiato e sentirsi protetto sapendo che può comunque e sempre contare sull’amore dei genitori. E sempre usando un linguaggio in prima persona, in tono positivo che non giudica il bimbo ma le sue singole azioni.

Esempio: “Ti voglio bene come sempre, anche se non mi piace per niente quello che hai appena fatto/detto”. Ogni capitolo contiene la sezione “Smettiamola di”, che riporta frasi o atteggiamenti da evitare, con una serie di utili “Stratagemmi”. Per esempio, se il bambino si mette a piangere non appena la porta della sua stanza viene chiusa, smettiamola di tornare dieci o venti volte nella cameretta; per rassicurarlo, gli si può dire: “Se è questo che vuoi, continua pure a piangere, ma non ti farò alzare né verrò a parlare con te”. Stratagemma: “Se necessario, lavorare su sé stessi per arrivare ad accettare l’idea di lasciar piangere il bambino per qualche tempo senza sentirsi in colpa”. È importante che il genitore sappia mantenere la calma e parli con gentile fermezza.

E se si perde la pazienza? “Abbiamo il coraggio di dire che ci rammarichiamo di esserci lasciati sfuggire parole spiacevoli/ingiuste che non esprimevano quello che pensiamo davvero. Il bambino apprende molto guardando l’adulto riflettere e ritornare su ciò che ha detto. In campo educativo fare degli errori, sbagliarsi, è normale e frequente”. Bisogna sapersi scusare con il bambino: “Mi dispiace, ho sbagliato a parlarti così e ti chiedo scusa”. Se il bambino non sa perdere nel gioco, smettiamola di perdere apposta per paura che la creatura si innervosisca. Se è in arrivo un fratellino o una sorellina, smettiamola di tardare a dare la notizia della gravidanza agli altri figli, per paura di reazioni negative.

L’amore non è una torta che si divide a fette. Ogni bambino ha la torta dell’amore dei genitori tutta intera. Stratagemma: “Perché la nascita del fratellino sia vissuta come una festa, i genitori possono fare un regalino a fratelli e sorelle”.

Non mancano i consigli su questioni delicate, come l’educazione affettiva e sessuale dei ragazzi «che non è compito della scuola, bensì dovere e responsabilità dei genitori»; insegnare a reagire a possibili molestie sessuali; il bullismo. In conclusione, ecco le dieci chiavi della felicità: «1. Imparare a dire la verità; 2. Acquisire il senso della giustizia; 3. Sviluppare la propria libertà interiore; 4. Scegliere di conservare il buonumore; 5. Saper riconoscere i propri torti e abituarsi a chiedere perdono; 6. Incentivare il coraggio e la perseveranza; 7.

Sviluppare il senso estetico; 8.

Sintonizzarsi con il tempo e vivere il momento presente; 9. Rispettare le persone e i limiti; 10.

Incoraggiare l’apertura verso gli altri». Gli esempi si trovano nel libro.

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Diocesi: Reggio Emilia, si è spento don Alessandro Manenti, studioso e docente di psicologia

 

“Togli, Signore, il sipario al nostro dolce incontro. I ‘poveri’ che in terra ho cercato di aiutare presentino la mia anima bisognosa di misericordia al Padre perché mi accolga vicino a Lui. I momenti sublimi con Lui che mi ha donato in terra possano ora diventare eterni”. Queste le pregnanti riflessioni – quasi una preghiera – che don Alessandro Manenti, spentosi il 27 agosto all’età di 71 anni dopo un a lunga e dolorosa malattia aveva predisposto perché fossero riportare sul suo ricordino funebre.

Mons. Manenti, noto per i suoi studi in campo psicologico e per l’attività di docente di questa disciplina, era originario della parrocchia cittadina di Santa Teresa; nato a Reggio Emilia l’11 gennaio 1948, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 6 ottobre 1973 in cattedrale dal vescovo Gilberto Baroni.

Sacerdote di elevata spiritualità, profonda cultura e ampi studi, don Sandro ha dedicato in particolare alla psicologia la sua attività di ricerca e di insegnamento. Infatti, ha frequentato dal 1973 al 1975 a Roma la Pontificia Università Gregoriana, conseguendovi la licenza in psicologia e il baccellierato e la licenza in teologia. Nell’Università Statale di Roma si è laureato in lettere e filosofia.

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E’ stato insegnante di psicologia e filosofia etica nello Studio Teologico Interdiocesano dal 1975, di cui è stato preside dal 1995 al 2005.

Numerosi gli incarichi ricoperti in diocesi: dal 1975 al 1976 vicerettore del Seminario urbano; dal 1991 al 1996 direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale familiare e dal 1991 al ’96 incaricato per la formazione permanente del clero giovane; dal 1977 all’86 insegnante nella  Scuola di Teologia pastorale e dal 1986 al 1998 nell’Istituto di Scienze religiose. E’ stato anche priore della Pia Unione della Dottrina Cristiana.

Ha ricoperto dal 1975 il ruolo di consulente psicologico del Consultorio familiare dell’Unità sanitaria locale di Reggio Emilia e dal 1981 al 2008 del Consultorio familiare diocesano, di cui è stato iniziatore.

Psicoterapeuta, dal 1979 è stato docente di psicologia nell’Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana e insegnante alla scuola per Educatori, di cui è stato iniziatore e direttore dal 1977 al 1998, divenuta nel 1997 Istituto Superiore per Formatori, collegato. All’Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana. Anche il futuro cardinale Pietro Parolin ha partecipato alle iniziative formative di don Sandro Manenti come lo stesso porporato aveva ricordato  con gratitudine e ammirazione in Ghiara il 29 aprile scorso.

Insegnante alla Scuola Adleriana di psicoterapia dal 2005, è stato iniziatore e direttore della rivista «Tredimensioni» (ed. Àncora) e della collana «Psicologia e Formazione» (ed. Dehoniane). E’ autore di numerose, qualificate e apprezzate pubblicazioni scientifiche, tra cui “Psicologia e formazione”, “Vivere gli ideali”, “Vocazione, psicologia e grazia”, “Coppia e famiglia: Come e perché”, “Comprendere e accompagnare la persona umana”, “Hanno ancora bisogno di noi”, “Il pensare psicologico”, “Noi per loro. Criteri orientativi per genitori di bambini da 0 a 10 anni”.

E’ stato apprezzato relatore in iniziative di aggiornamento in psicologia per docenti e dirigenti scolastici i di psicologia organizzate dall’UCIIM reggiana con AIMC e AGe presso il Centro Giovanni XXIII, tra cui il corso “Il problema del senso della vita: etiche contemporanee a confronto” nel 1996 e gli incontri “Alla ricerca del proprio luogo caldo” nel 2001 e “Il gruppo classe: riconoscere tensioni e rabbie che esplodono” nel 2006.

Don Sandro riposa da giovedì 29 agosto nella tomba di famiglia nel cimitero monumentale di Reggio.

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Quando un figlio si ammala, una guida contro la paura

”E’ faticoso frequentare i bambini” ma non perche’ bisogna inchinarsi e farsi piccoli ma perche’ bisogna ”innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti”, anche e soprattutto quando stanno male. A dirlo e’ Janus Korezak, pediatra e letterato, citato nel libro ‘Quando un figlio si ammala” (Franco Angeli, pp. 158, 20 euro), scritto dalla giornalista e divulgatrice scientifica Paola Scaccabarozzi. La malattia di un figlio è per un genitore fra le prove più difficili che si possano affrontare. Un argomento tabu dove la paura rischia di prevale e di prendere il sopravvento sulla lucidita’ indispensabile per affrontare e combattere la malattia. Il libro vuole essere una guida pratica per tante situazioni ma anche uno spazio di riflessione per i sentimenti di genitori, parenti e anche medici. L’autrice mette in guardia dalla frenesia di correre al pronto soccorso quando non serve e consiglia di non affidarsi al cattivi consiglieri su social e internet. I passaggi chiave di questo viaggio che mamma e papa’ assieme a familiari e amici percorrono sembra un copione conosciuto e consumato. Eppure questo copione e’ sempre differente con sfumature ed elementi che contribuiscono a tracciare la storia personale di ognuno. La giornalista mette allora in guardia dagli errori comuni, come quello della fretta di ottenere il prima possibile una diagnosi, per l’ansia di avere una risposta.
    Le storie citate nel volume aiutano a capire come districarsi nel vortice di visite, consulti, cure e terapie. L’autrice si avvale dell’esperienza del pediatra onco-ematologo Momcilo Jankovic per analizzare le situazioni che si possono creare e offre la testimonianza di chi ha vissuto o sta vivendo questa realta’. Lasciando infine spazio alla voce degli esperti come Andrea Biondi, professore universitario e ricercatore riconosciuto a livello internazionale, che riassume la realtà attuale e le prospettive future nell’ambito della diagnosi e della cura delle malattie croniche, genetiche e oncologiche in età pediatrica. 
   

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Gesù? Maestro prima del lettino di Freud

«La parola di Gesù sul lettino di Freud»: ieri (“Repubblica”, p. 50) Massimo Recalcati sulla nuova edizione della milanese “Et Al” di un libro di Françoise Dolto, già pubblicato da Rizzoli 30 anni fa col titolo di “Psicanalisi del Vangelo“.

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Dati 2012, 285 p., brossura
Traduttore Prezzo R.

La Dolto, scomparsa nel 1988, è stata una celebre pediatra e psicanalista, applicandosi in modo speciale alla psicanalisi dell’infanzia. A proposito, e come tra parentesi: attuali e molto istruttive, non solo in Francia, le tante pagine sulla essenzialità della polarità padre-madre per una crescita dei figli… Torno a Recalcati. Anch’io, tanti anni fa, trovai il libro molto bello e prezioso, ma leggo e a sorpresa l’entusiasmo di Recalcati trabocca. E l’«ultima ragione» di ciò è «il modo in cui Dolto ribalta le interpretazioni più canoniche delle parabole». «Prendiamo p. es. – aggiunge – quella… del buon samaritano. Dolto identifica il prossimo non con lo sventurato che chiede aiuto, ma con chi offre in modo disinteressato il suo aiuto. Strabiliante! Il prossimo è il buon samaritano!». Seguono bellissimi elogi, tutti da condividere, ma l’esempio è proprio singolare. Infatti nel Vangelo (Luca 10, 30-37) è Gesù stesso che individua il «prossimo» nel Samaritano, e la Dolto non «ribalta», ma prende sul serio il testo, manifestandone la forza rivoluzionaria. Infatti indicando come esempio di «prossimo» il Samaritano – che noi oggi chiamiamo “buono” – Gesù ribaltava davvero il rapporto tra Ebrei e Samaritani che neppure si parlavano tra loro (Gv. 4, 9), con quel che seguiva. «Strabiliante» dunque non è la bravissima Dolto, ma proprio “La parola di Gesù”, e ben prima di essere (anche utilmente) filtrata “sul lettino di Freud”. Grazie alla Dolto: una bella lezione…

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Dati 2007, 245 p.
Curatore Contri G. B.

avvenire.it

Lo psicologo di quartiere fa boom

Riceve gratis in farmacia. Un intervento su 4 è per problemi di coppia Successo per il progetto "Lo psicologo di quartiere", partito in due farmacie milanesi nel febbraio del 2009 ed esteso dall’ottobre scorso in altre 22. Sono stati effettuati 2.625 colloqui, tanto che altre farmacie andranno ad aggiungersi prossimamente, mentre alcune delle 24 farmacie già in prima linea ha dovuto raddoppiare le ore di consulenza psicologica. L’iniziativa prevede la ossibilità di una consulenza gratuita con uno psicologo, direttamente in farmacia, ed è nata dalla collaborazione tra l’assessorato alla Salute del Comune, il Laboratorio di Psicologia Clinica dell’Università Cattolica di Milano, diretto dal professor Enrico Molinari, e le Farmacie Comunali del Gruppo Admenta e con quelle private aderenti a Federfarma. "Il successo del progetto si deve – spiega l’assessore alla Salute del Comune Giampaolo Landi di Chiavenna – al fatto che abbiamo intercettato il bisogno di sostegno psicologico e fornito le risposte scientifiche adeguate a ripristinare il benessere interiore". Identikit Da febbraio 2009 a marzo 2010 gli psicologi hanno effettuato 2.625 colloqui, in media 3 per utente, e 750 situazioni problematiche. Si è trattato di incontri individuali, ma anche in coppia e familiari. Ad affidarsi agli psicoterapeuti sono state prevalentemente le donne (79,4%) e i giovani sino ai 29 anni (14,6%). A ricorrere alla consulenza psicologica sono stati soprattutto coloro che hanno un discreto livello d’istruzione: quasi la metà dei casi, 48,6%, è in possesso del diploma di scuola media superiore ed il 26,4% di quello di licenza media inferiore. Molto meno attratti da quest’opportunità si sono rivelati i laureati e coloro che non hanno completato le scuole dell’obbligo. A richiedere l’aiuto dello "psicologo di quartiere" sono per maggior parte le persone occupate. Probabilmente stress e mobbing fanno sì che ben il 42% dell’utenza sia composto da lavoratori: la percentuale dei disoccupati è bassissima: solo 8,2%. A confessare il malessere psicologico sono poi gli anziani con il 36,3%, mentre le casalinghe si aggiudicano, con il 3,5%, l’ultimo posto. Ma quali sono le condizioni di disagio che spingono ad entrare in farmacia per un consulto con lo psicoterapeuta? “Soprattutto – risponde il professor Enrico Molinari – le problematiche familiari e di coppia (27,4%), seguite dalle sintomatologie ansiose (16,6%), da quelle depressive (14,9%), dalla gestione di situazioni critiche (10,1%) e dall’abuso di alcol e sostanze stupefacenti (1,7%». Il servizio, conosciuto dall’utenza prevalentemente grazie alle informazioni dei farmacisti ed alle locandine esposte in farmacia, viene scelto soprattutto dal 32,5% per la gratuità e dal 31,5% per la vicinanza a casa o al posto di lavoro. Decisamente rincuoranti gli esiti degli interventi. «Nel 36,8% dei casi la problematica iniziale è stata risolta. Nel 41,2%, invece, si è reso necessario il ricorso ai servizi territoriali specifici. Il 22,1%, infine, non ha completato il ciclo di psicoterapia», dice ancora Molinari. (vita.it)