Italia. Se nel “bollettino” del Papa entra la pizza in compagnia

(Angelo Scelzo – Avvenire) Tutta “farina del sacco” di Papa Francesco, verrebbe da dire di fronte a una pizza che, dopo essersi guadagnato il titolo di patrimonio immateriale (immateriale chissà perché) dell’Unesco, scala la vetta di una citazione nel bollettino ufficiale sulle condizioni del Papa. Non si era mai letto di una pizza in un comunicato ufficiale sulle condizioni di un pontefice. Ma nessun farmaco e nessuna terapia poteva essere più eloquente di quel tocco di colore – rosso pomodoro – per illustrare le condizioni dell’il-lustre paziente. La pizza e il suo “seguito” naturale, la compagnia di medici, sanitari, infermieri e gendarmi raccolti intorno a un desco di fortuna – anzi: alla fortuna di un desco – che certo, almeno per il luogo non era quello tante volte evocato dal papa. «Ciò che mi manca, ha detto più volte Francesco, è andare in centro per mangiare una pizza in compagnia ». È fuori discussione che le eccellenze del Gemelli siano di altro tipo e, con tutti i riguardi possibili, neppure il luogo risulti il più adatto per una “tavolata” in compagnia. Ma che la pizza in sé possa sopperire da sola a tutto il resto, occorre darlo per scontato: perché trattarla da alimento e basta proprio non si può.
E quantomeno significa non tener conto della sua forte vocazione comunitaria e del fatto che chiama e reclama compagnia, allontana distanza e crea amicizie. Più che di ingredienti, la pizza, a farla breve, sembra impastata di qualità speciali, se non proprio di valori. E uno su tutti, l’essenzialità, la “povertà” dei suoi prodotti. Il fatto che la “Margherita” derivi direttamente da una Regina, conta poco. Più importante è che essa, non solo metaforicamente, possa andare “davanti al Re”. E niente male se addirittura davanti al Papa. E a un Papa più che mai, anzi letteralmente “in uscita”, dopo un ricovero mai drammatico, ma via via sempre più in discesa. Anche la pizza, meglio fuori.

Crescono i prezzi di farina e mozzarella. Anche la pizza diventa un lusso

crescono farina mozzarella pizza diventa bene lusso

AGI – Non solo il costo dell’energia, l’inflazione continua ad agire come una tassa silenziosa soprattutto nei beni di primo consumo e nelle piccole ‘gratificazioni’ a cui gli italiani non vogliono rinunciare. Ad esempio la pizza, diventata quasi un genere alimentare di ‘lusso’. Il costo di uno dei piatti preferiti in Italia e all’estero è aumentato infatti di quasi il 30% a dicembre rispetto a un anno fa, come emerge dalle rilevazioni di Bloomberg. Un aumento che supera di gran lunga il tasso di inflazione al 12,3% a dicembre. Un rialzo, sottolinea Assipan Confcommercio, dovuto anche e soprattutto a speculazioni.

“Sul trend del costo delle farine al momento non si riscontrano aspettative di riduzione – spiega Antonio Tassone, presidente Assipan Confcommercio – quindi si resta sui livelli che hanno visto crescere il costo della materia prima anche del 33%”. Ad esempio, aggiunge, “una farina da panificazione costava a gennaio del 2022 55 euro al quintale, oggi (gennaio 2023) costa mediamente 73 euro al quintale. Tutto questo ovviamente si riflette sul costo delle focacce da forno che si trovano nei panifici italiani e quindi anche della pizza”.

Sulla pizza poi, dice ancora Tassone, “incide anche enormemente il costo dei pomodori pelati aumentati quasi dell’80%, della mozzarella cresciuta del 25% e dell’olio di oliva che è salito almeno del 15%”. Secondo il presidente di Assipan Confcommercio “l’unica via per frenare la corsa dei prezzi è un accordo di filiera che tuteli l’andamento favorendo i consumi. In questi aumenti c’è anche della speculazione perché non c’è uno shock della materia prima dall’origine, cioè la penuria della materia prima che determina e giustifica un incremento di prezzo”.

Bloomberg ha addirittura messo a punto il Pizza Margherita Index e parla di un aumento ‘shock’. L’indice è stato elaborato da dati Istat e del ministero dell’Economia, prendendo in considerazione i prezzi degli ingredienti di base: farina, pomodori, mozzarella e olio d’oliva. Inoltre è stato ipotizzato anche il consumo di elettricità necessario per cucinare una pizza con un forno elettrico domestico.

Il costo della pizza fatta in casa è aumentato molto più rapidamente di quello della versione già pronta. In questo caso l’aumento è solo del 9,9%. A parte l’energia, l’aumento più consistente dei costi nell’indice è stato registrato per la mozzarella – quasi il 27% in più nello stesso periodo – e per la farina, che è aumentata di poco meno del 22%.

La conferma arriva anche da dati di BMTI sui listini all’ingrosso rilevati dalle Borse Merci e dalle Camere di commercio. Se rispetto a dicembre 2022 i prezzi iniziano a scendere, il grano tenero panificabile è aumentato del 4% rispetto a gennaio 2022 e la farina di grano tenero (tipo 00) nello stesso periodo è salita del 18,8%