Il Sassuolo batte il Parma 3-0 in amichevole: scatenato Djuricic

I neroverdi di Dionisi vincono al Tardini contro il Parma di Maresca (0-3). Filip Djuricic man of the match con una doppietta e una traversa colpita: il Sassuolo sembra già in forma mentre il Parma, ancora in fase di rodaggio, ha giocato anche in inferiorità numerica per mezz’ora

PARMA-SASSUOLO 0-3

Djuricic 18’, Djuricic 75’, Manzari 87’

Parma (4-3-3): Buffon (63′ Colombi); Sohm, Balogh, Valenti (84′ Dierckx), Gagliolo, Kucka, Man (70′ Brugman), Brunetta, Benedyczak (80′ Marconi), Juric, D. Iacoponi (63′ Camara). All.: Maresca

Sassuolo (4-2-3-1): Consigli (63′ Pegolo); Toljan (46′ Kyriakopoulos), Chiriches (46′ Ayhan), Ferrari (63′ Peluso), Rogerio (71′ Paz); Frattesi (46′ Magnanelli), Lopez (63′ Bourabia); Defrel (76′ Oddei), Djuricic (80′ Manzari), Haraslin (46′ Traore); Caputo (63′ Scamacca). All.: Dionisi.

 

Al Tardini va in scena un’amichevole dal sapore di Serie A. Il Parma di Enzo Maresca accoglie il nuovo Sassuolo di Dionisi che domina e vince 3-0: decisivo Djuricic con una doppietta. Scatenato il trequartista serbo che nel primo tempo ha colpito anche una traversa e si è rivelato importante non solo per le giocate individuali ma anche per come ha dimostrato di saper trovare i suoi compagni, mandandoli spesso anche in porta. A fine partita è andato in gol anche il giovane Giacomo Manzari (classe 2000). Il Parma ha giocato in dieci uomini dal 60′ a causa dell’espulsione di Balogh per un fallo da ultimo uomo. Il Sassuolo vince meritatamente, dando già una buona impressione anche dal punto di vista del gioco.

A Parma. Salone del Camper 2020, un mercato in controtendenza

Un milione di camperisti quest’estate in Italia: il settore ha recuperato in un mese tutte le perdite registrate durante il lockdown

L'ingresso del Salone alle Fieri di Parma

L’ingresso del Salone alle Fieri di Parma

Parte oggi sotto i migliori auspici il Salone del Camper 2020, l’XI° edizione dell’evento nazionale più importante del settore del Turismo in Libertà, confermatissimo alle Fiere di Parma e in programma fino al 20 settembre. Infatti quella del 2020 è stata senza dubbio l'”estate del camper”, grazie ai numeri che il settore ha messo a segno durante questa stagione di un’annata così particolare: secondo l’APC – Associazione Produttori Caravan e Camper, infatti, oltre un milione sono stati i camperisti che hanno affollato la nostra penisola durante i mesi più caldi, confermando il veicolo ricreazionale come il mezzo più sicuro e ideale per la ripartenza.

«Nonostante la pandemia, il settore del Turismo in Libertà ha voluto dare un forte segnale realizzando, grazie alla fiducia della aziende espositrici, la XI° edizione del Salone del Camper qui a Parma – dichiara Antonio Cellie, AD di Fiere di Parma – Si tratta della rassegna di settore più rilevante d’Italia e tra le due più importanti del mondo, siamo pronti quindi a ricevere, come ogni anno, le migliaia di appassionati che visiteranno in tutta sicurezza i padiglioni durante i nove giorni della kermesse».

Grande soddisfazione anche per Simone Niccolai, Presidente di APC-Associazione Produttori Caravan e Camper, che commenta così l’apertura della rassegna: «Il Salone del Camper rappresenta, in questo periodo, un esempio fulgido della volontà del Paese di ripartire. Siamo orgogliosi che il Salone sia una delle poche manifestazioni che hanno avuto il coraggio di andare in scena e siamo fieri, come comparto, dei numeri realizzati dopo il lockdown: a maggio, pur partendo in ritardo, abbiamo eguagliato le immatricolazioni del maggio scorso, a giugno abbiamo fatto +50% su giugno 2019, a luglio +114% su luglio 2019 e ad agosto +104% su agosto 2019; nei primi 8 mesi dell’anno le vendite sono aumentate del 3% rispetto allo scorso anno; praticamente in un solo mese sono state recuperate tutte le perdite registrate durante il lockdown. Cifre che non ci aspettavamo nemmeno noi, ma che confermano quanto il camperismo sia sempre di più uno dei motori trainanti della nostra economia e del Sistema Paese. Il comparto ha reagito alla pandemia adeguando gli standard produttivi alle nuove normative di sicurezza. Il risultato è stato eccezionale perché sono stati garantiti gli stessi livelli di produzione pre-Covid e lo stesso numero occupazionale. Si tratta di un settore che dà lavoro a oltre 7.000 persone e genera un fatturato di un miliardo e mezzo di euro. E non dimentichiamo che il Turismo all’aria aperta rappresenta ormai da anni la terza forza all’interno dell’intero settore turistico».

I principali organizzatori della kermesse, le Fiere di Parma e APC – Associazione Produttori Caravan e Camper, sono pronti ad accogliere i numerosi appassionati all’interno dei 61.000 metri quadri di superficie espositiva distribuiti nei padiglioni 3-4-5-6 del complesso fieristico parmense. Per quest’undicesima edizione del Salone sono confermati circa 200 espositori provenienti da tutto il mondo, tra cui naturalmente il gotha del camperismo internazionale con quelli che sono i marchi più in vista del settore: Adria, Airstream, Arca, Autostar, Benimar, Blucamp, Carthago, Challenger, Chausson, CI, Dreamer, Elnagh, Euramobil, FCA, Ford, Font Vendome, Giottiline, Itineo, Knaus Tabbert, Malibu, McLouis, Mobilvetta, Rapido, Rimor, Roller Team, Sun Living, Vantourer, Westfalia e XGo.

Ma il Salone del Camper è anche, e soprattutto, turismo, voglia di viaggiare e di associare al camper itinerari indimenticabili: per questo, nella sezione “Percorsi e Mete”, sono presenti sempre nuovi percorsi consigliati per tutti coloro che amano la vacanza all’aria aperta. Imperdibile il “Dante Tour” in Emilia Romagna, a bordo della propria mountain bike, ormai compagna inseparabile di ogni camperista: da Faenza a Ravenna, passando per Lugo e Marina Romea, alla scoperta dei territori dove vissero alcuni dei protagonisti della “Divina Commedia” del Sommo Poeta; oppure, sempre in bici, tre giorni alla scoperta della Romagna fra pinete, valli, fiumi, antichi tesori, paesaggi sorprendenti e ricchi sapori; infine, con la e-bike, 10 giorni e 9 notti alla scoperta del Delta del Po, Comacchio, Ravenna e Cervia, in una sorta di incontro spettacolare tra cielo e mare con visioni paradisiache come i fenicotteri rosa in riva al fiume.

avvenire

Al via le iniziative di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21

Museo Multimediale Permanente dedicato alla memoria della città, progetto di Studio Azzurro, realizzazione prevista per il 2022

Al via le iniziative di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21

02 settembre 2020

Il 5 settembre apre al pubblico la più grande installazione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21: «Hospitale — Il futuro della memoria», allestita nella Crociera dell’Ospedale Vecchio. Rimarrà aperta fino all’8 dicembre e — insieme all’intero Complesso Monumentale, oggetto di un intervento di rigenerazione urbana — darà vita a un museo multimediale permanente dedicato alla memoria della città, che sarà inaugurato nel 2022. Videoproiezioni e due testimoni virtuali, gli attori Marco Baliani e Giovanna Bozzolo, accompagneranno i visitatori nel racconto di una Parma poco conosciuta: la città dell’assistenza religiosa, civile e della rivolta popolare. L’Ospedale Vecchio, nel quartiere dell’Oltretorrente, è uno dei complessi monumentali più importanti di Parma: la sua storia di cura e ospitalità diventa oggi, nell’ambito di Parma2020+21, l’occasione per mettere la cultura al servizio della comunità, promuovendo il dialogo tra identità e innovazione.

La mostra «Hospitale» vuole essere una sorta di anteprima, una moderna “ouverture” visiva e sonora dedicata alla futura ma anche imminente realizzazione del Museo Archivio della Città.

A questo punto e in questo momento così significativo ed emblematico è lecito domandarsi: oltre a essere testimone del suo tempo, può una storica opera d’arte architettonica essere anche rappresentativa del tempo in cui oggi viene osservata? Può l’opera mantenere e manifestare gran parte delle caratteristiche e delle qualità che l’avevano caratterizzata nel passato al tempo della sua realizzazione? Può infine quest’opera sviluppare una virtuosa simbiosi con i moderni mezzi della tecnologia, con i comportamenti, le richieste e le attività di una moderna comunità?

Queste sono le domande che stanno alla base del progetto multimediale del Museo Archivio della Città di Parma. Queste sono le sfide che Studio Azzurro — collettivo di video artisti (di cui chi scrive fa parte) che indagano e operano nel campo delle immagini elettroniche e nel rapporto tra l’uomo e i nuovi mezzi di comunicazione — ha intrapreso nel lungo percorso di progetto e realizzazione.

La struttura e la trama del grande e articolato spazio dell’Ospedale Vecchio, importante complesso architettonico medioevale della città, diventa il foglio bianco, meglio ancora le superfici lineari e pulite, su cui sviluppare il progetto installativo e multimediale di questo monumentale spazio. La forma a crociera ha suggerito di sviluppare concettualmente il progetto del percorso esibitivo come la rappresentazione di due assi cartesiani, il primo asse, quello rappresentato dalla navata centrale rappresenta il “tempo”, l’altro, che incontra il primo sotto la cupola della lanterna, e ha un minor sviluppo lineare, è dedicato allo “spazio”.

L’accoglienza era la prima e più importante attività dell’Ospedale, l’accoglienza è e sarà l’attività con la quale il Museo Archivio si metterà in rapporto immediatamente con i suoi visitatori. Il Museo Archivio invita tutti a frequentarlo e ciò che contiene è dedicato a tutti, a fasce diversissime di utenti, dai bambini in età pre-scolare, ai giovani e moderni specialisti, più esigenti e per finire agli anziani che ricordano ancora avvenimenti accaduti nel passato, di cui loro sono stati testimoni, di cui ora sono i custodi e che attraverso le strutture e i dispositivi del Museo, attraverso moderni dispositivi e informatici archivi personali incrementabili, possono conservare, salvaguardare e condividere nelle apposite sezioni del museo importanti beni immateriali della nostra cultura, delle tradizioni del territorio.

Le videonarrazioni si articolano lungo la navata centrale suggerendo l’idea di una immaginaria e intangibile macchina del tempo, che parte dalle antiche origini della città fino al XX secolo. Il loro alternarsi è regolato dallo spazio architettonico delle campate ad arco e dalla cadenza regolare dei secoli. La consultazione si adatta alla diversa tipologia di contenuti: da quella iconografica e degli approfondimenti storici, fino allo storytelling per ricostruire la storia più recente della città.

Le due navate laterali sono dedicate invece alla narrazione degli aspetti più architettonici e spaziali della storia dell’Ospedale Vecchio. Si alterneranno grandi videoproiezioni sulle pareti a sistemi interattivi studiati all’interno di una imponente struttura ad armadio.

La struttura, che rimanda ai grandi armadi delle sagrestie settecentesche, contiene tavoli ripiegabili, le cui superfici orizzontali sono costituite da schermi touch-screen. Sedute a scomparsa estraibili, sono alloggiate nel corpo della struttura dove singolarmente o collettivamente il pubblico può consultare gli archivi e crearne di personali. Così il visitatore ha la possibilità di fermarsi, consultare e studiare la grande quantità di dati, contenuti nell’Archivio residente e negli archivi esterni a esso collegati.

Lo spazio finale della navata principale propone un’ampia area luminosa e sgombra da imponenti strutture, dedicata ai bambini e ai ragazzi più giovani. Ancora una volta l’Ospedale Vecchio, organizza una parte dei suoi spazi, così come faceva e ha sempre fatto nei secoli della sua attività a quella fascia di utenti, che ha bisogno di maggiori stimoli, attenzioni e aiuti.

Quest’area si conforma come un “laboratorio – mobile”, dove personale specializzato coordinerà lo svolgersi delle attività ludiche, didattiche e divulgative. In questo spazio, leggere strutture modulari, montate su ruote, possono disporsi a piacimento, a seconda delle attività dei piccoli visitatori. Queste strutture mobili hanno inoltre la possibilità di modificarsi, attraverso il movimento a cerniera di alcune loro parti e diventare alternativamente, sedute collettive, piani di lavoro ordinario, con fogli matite e altri strumenti o infine essere superfici sensibili per “maneggiare” e osservare materiali multimediali.

L’altra navata laterale, disposta specularmente a quella precedentemente illustrata, si addentra ancora di più nel tema dello spazio e in particolare a quello più specifico dell’architettura. I temi sono declinati da due exhibit principali, che nel gioco del cambiamento di scala ci parlano in modo più specifico, prima della città e della sua particolare struttura urbana e poi ancora più in particolare, della storia dell’Ospedale Vecchio.

Le loro immagini ci parlano dell’Ospedale Vecchio, della sua storia, di chi l’ha pensato e realizzato, e di coloro, le cui vite hanno ruotato attorno a questo edificio, attraverso il racconto di otto reali e anche immaginari “testimoni” che alternandosi nella narrazioni, ci rivelano accadimenti poco noti e a volte totalmente sconosciuti, degli accadimenti, che sono stati alla base della fondazione dell’edificio e del suo successivo sviluppo. Lo spazio sotto la cupola della lanterna ospiterà spettacolari proiezioni sulle vele della volta. Il pubblico potrà assistere a questi filmati, da sedute mobili, montate anch’esse su ruote che riecheggiano la forma delle scale che nel vecchio Archivio, venivano usate per raggiungere gli scaffali più alti. L’ampio tratto finale della navata centrale riprende il lungo pellegrinaggio attraverso gli exhibit dedicati agli ultimi cinque secoli.

In particolare il Novecento come già altre parti del Museo Archivio della Città, è affrontato come un periodo i cui contenuti sono ancora mobili, non ancora completamente storicizzati. Per questa ragione l’area del XX secolo si conforma come un altro spazio laboratoriale, soprattutto dedicato al dialogo tra il Museo e i cittadini, ai loro ricordi, alle loro storie, alle loro testimonianze. Infine il “tempo reale” accoglie il moderno pellegrino, al termine del suo percorso temporale, con una suggestiva “fonte a immagini”, sormontata dall’ologramma del “torello”, metaforica simbiosi, tra la moderna tecnologia e un antico simbolo della città e della sua comunità. La liquidità delle immagini, favorita dal collegamento in diretta con “telecamere live”, installate nei punti più significativi della struttura urbana, sono la degna conclusione e il giusto punto di partenza, per guardare con i propri occhi e vivere dal vero, la città e le persone che la abitano, con ancora nella mente il nutrimento visivo del Museo Archivio della città di Parma.

di Leonardo Sangiorgi

Osservatore

Varie fedi religiose alla marcia della Pace di Sant’Egidio a Parma il 1 Gennaio 2020 e fiaccolata progetto «Custodi del Creato – Ecologia integrale: un’etica per il futuro dell’umanità»

Le iniziative per i fedeli:  Messe e marce per la pace


Il 2020 si aprirà quindi con la Giornata mondiale per la pace: mercoledì alle 17, in cattedrale, la messa presieduta dal vescovo sarà seguita dalla marcia da piazza Duomo a piazza Garibaldi, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, con interventi di rappresentanti di varie fedi religiose. La fiaccolata segna inoltre l’avvio del progetto «Custodi del Creato – Ecologia integrale: un’etica per il futuro dell’umanità», ideato da Azione cattolica diocesana, con Meic, Gruppo mission, Libera, cooperativa Eidé, Comunità di Sant’Egidio, Progetto oratori, gli Uffici diocesani di Pastorale giovanile, Pastorale sociale e del lavoro, Giustizia, pace e salvaguardia del Creato, e l’adesione di Fuci, Comunità Betania, Pastorale universitaria, associazione San Cristoforo e Caritas.