Slot Mob: nasce il manifesto contro il gioco d’azzardo

Presentata alla Camera dei deputati a Roma il manifesto del Movimento Slot Mob. L’iniziativa mira a un confronto con i parlamentari per combattere la piaga del gioco d’azzardo: un business da più di ottanta milioni di euro. In attesa dello Slot Mob nazionale del 7 maggio con manifestazioni e performance creative in tutto il Paese, Daniele Gargagliano ha intervistato il professore di economia politica dell’Università di Tor Vergata, Leonardo Becchetti, uno dei promotori del progetto.

R. – Lo Slotmob nasce due anni fa, quando con l’approccio del voto col portafoglio, la società civile ha deciso di premiare quei proprietari di bar che toglievano le macchinette e soprattutto per contrastare la piaga del fenomeno dell’azzardo, che è un problema gravissimo nel nostro Paese e che sottrae ogni anno 23 miliardi di euro agli italiani, agendo come una sorte di Roby Hood alla rovescia: togliere risorse ai più poveri per darle ai più ricchi. Il movimento Slotmob ha poi creato una sua e propria articolazione politica con una serie di proposte, che sono quelle ovviamente di rinforzare il contrasto all’azzardo tramite le leggi delle amministrazioni locali e di vietare la pubblicità dell’azzardo in televisione. Il movimento è riuscito ad ottenere una serie di risultati in questi anni: la proibizione della pubblicità sull’azzardo, entrata in vigore ma solo per le tv generaliste e in certe fasce di età; oggi – con questa conferenza stampa – vogliamo un po’ rilanciare e fare le nostre proposte per il futuro.

D. – Il giro di affari del gioco di azzardo è stimato, dalla vostra associazione, per un totale di 88 miliardi di euro ogni anno; come sottolineato anche dalla Direzione Nazionale Antimafia, in questo settore le mafie hanno effettuato ingenti investimenti anche con i giochi illegali; ma chi ne trae benefici da questa ingente somma di denaro?

R. – I gestori, le società che gestiscono questo fenomeno. L’azzardo è una gigantesca tassa regressiva: una tassa cioè sui poveri che finisce nelle casse di alcuni ricchi, in cui poi i confini tra legalità ed illegalità sono molto labili. Ecco perché pensiamo che, per il bene del Paese e per lo sviluppo del Paese, per portare queste risorse alla popolazione che ne ha più bisogno e per farle volano di sviluppo, dobbiamo assolutamente contrastare questa piaga.

D. – La regolamentazione del gioco distingue i giochi vietati da quelli consentiti: per questi ultimi occorre ottenere una apposita concessione e autorizzazione. Anche Regioni e Comuni sono intervenuti sulla materia dei giochi, dando origine ad un complesso contenzioso con gli operatori. Ma cosa chiedete al Parlamento per farsi carico della problematica? Una nuova legge?

R. – Chiediamo innanzitutto che il Parlamento non intervenga a limitare la libertà delle amministrazioni locali di intervenire e le amministrazioni locali sono notoriamente più vicine al fenomeno, osservano sul loro territorio il degrado, pagano i costi della ludopatia e quindi sono più sensibili e più portati all’intervento. Quindi la prima cosa è la libertà delle amministrazioni locali di intervenire sul fenomeno. Chiediamo poi allo Stato di fare un passo più deciso in materia di divieto di pubblicità, per cercare di contenere questa piaga; e, infine, una decisione strategica di spostare le risorse, il prelievo dell’economia da questo settore, che è un settore molto delicato e al confine con la criminalità organizzata, verso altri settori che sicuramente contribuiscono di più al benessere del Paese. Ovviamente noi sappiamo che oggi è più importante tutto quello che riguarda l’economia sociale: c’è il settore delle rinnovabili, l’energia pulita… Ci sono tanti modi per poter conciliare la creazione di valore economico con la sostenibilità sociale e ambientale. Bisogna uscire dall’idea che tutto ciò che aumenta il Pil è bene in sé. Ovviamente non è così: sappiamo che nel Pil c’è droga, contrabbando, prostituzione e azzardo. Dobbiamo imparare a giudicare le leggi e le decisioni economiche sulla base del benessere e non sulla base del Pil.

D. – Vi appellerete anche al Presidente della Repubblica Italiana, Mattarella?

R. – Senz’altro, perché lo riteniamo sicuramente una persona sensibile nei riguardi di questo tema. Vogliamo essere un po’ catalizzatori delle attenzioni e delle sensibilità, che devono dire stanno crescendo in molti ambiti: dai media, dai giornali, dai quali precedentemente non ci aspettavamo nulla. Quindi è stata anche per noi una sorpresa: segno che il problema è molto serio.

D. – Quali sono gli obiettivi concreti da raggiungere?

R.- Senz’altro quello di una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini prima di tutto. Gli italiani si ritengono molto scaltri e bravi nel momento in cui vanno in banca e scelgono il titolo che sembra promettere loro il maggior rendimento. Il paradosso, però, che quando finiscono nella piaga dell’azzardo, come se stessero scegliendo una attività finanziaria, un’azione o un bond, che ha un rendimento atteso del -30 o del -40%… C’è un primo problema che è proprio quello di educazione finanziaria e di sensibilizzazione della gente ed è chiaro che questo obiettivo non si persegue con la pubblicità indiscriminata, che stimola la gente a giocare d’azzardo. Quindi un obiettivo che sicuramente ci poniamo è quello di cambiare la situazione da questo punto di vista, avvicinandoci molto di più a quella che è – per esempio – la situazione in tema di fumo, in cui ovviamente non esiste pubblicità positiva, ma solo pubblicità negativa. Oggi c’è solamente quella timida frase “gioca responsabilmente” che viene detta, però, dopo tutta una serie di incentivi e di stimoli all’azzardo.

Radio Vaticana

PARLAMENTO Grasso presidente del Senato: «Il Paese ha bisogno di risposte»

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L’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, senatore del Pd, è il nuovo presidente del Senato, con 137 voti validi: 20 voti in più di Renato Schifani (Pdl), che ne ha presi 117, e 12 voti in più rispetto alla sua coalizione. Presenti 313, votanti 313.

Un lungo applauso del centrosinistra ha accolto il risultato del ballottaggio nell’Aula del Senato. I grillini sono rimasti immobili come la maggior parte del Pdl. Molti senatori del Pdl non si sono nemmeno alzati: tra loro Silvio Berlusconi.

“Rivolgo questo primo discorso soprattutto a quei cittadini che seguono i lavori di quest’Aula con apprensione e speranza per il futuro del Paese. Un Paese che mai come oggi ha bisogno di risposte efficaci”. È con queste parole che il neopresidente del Senato, Pietro Grasso ha aperto il suo discorso di insediamento. “Mai come ora il destino e la storia dell’Italia si intreccia con quello europeo – ha quindi aggiunto -. I loro destini sono comuni”. “Sogno che quest’Aula diventi una casa di vetro, e questa scelta possa contagiare tutte le altre istituzioni”.

Il Presidente del Senato Pietro Grasso ha rivolto “un deferente saluto” al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e un ringraziamento al suo predecessore Renato Schifani e al presidente anziano Emilio Colombo.

“Quanto sia radicale e urgente il tempo del cambiamento lo dimostra la scelta del nuovo Pontefice, Papa Francesco, i cui primi atti hanno evidenziato un’attenzione prioritaria verso i bisogni reali delle persone”.

“Il suo discorso è stato ottimo: non c’è stato nulla che abbia destato in noi alcuna perplessità”: lo ha detto Silvio Berlusconi fuori dall’aula di Palazzo Madama al presidente del Senato Piero Grasso, al termine
del discorso di insediamento.

Gli schieramenti Scelta Civica aveva deciso di votare scheda bianca.
Il gruppo del Movimento 5 stelle non ha sostenuto nessuno dei due candidati nel ballottaggio, in una decisione adottata a maggioranza nel corso di una riunione a palazzo Madama. Un esponente del movimento di Grillo ha aggiunto che la decisione è stata adottata a maggioranza, ma c’è chi non esclude un voto a favore di Grasso. “Amici. Libertà di voto. Senza contrattazioni e senza trucchi Borsellino ci chiede un gesto di responsabillità e noi non siamo irresponsabili, finché siamo qui dentro”, ha scritto su Facebook il senatore Bartolomeo Pepe. Un’altra senatrice, Ornella Bertorotta, eletta in Sicilia, ha confermato, sempre su Facebook, questo orientamento: “Libertà di voto. È questo che abbiamo deciso. Ogni cittadino portavoce al Senato voterà secondo coscienza. Come è sempre stato nel m5s, in ogni ballottaggio. Come ritengo sia giusto. È questo il M5S a cui appartengo… è questo il M5S che mi piace”.

Anche Berlusconi ha partecipato alla votazione, nel suo primo giorno da senatore. Al suo arrivo al Senato, intorno alle 17.30, appena sceso dalla macchina indossando un vistoso paio di occhiali scuri, è stato accolto da fischi e da qualche grido da parte delle numerose persone ferme dietro le transenne. Il Cavaliere dopo qualche passo si è rivolto alla folla, replicando: “Vergognatevi”, per poi fare ingresso nel Palazzo, dove è giunto per garantire il suo voto a Renato Schifani nel ballottaggio.

avvenire.it

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