Reggio Emilia, no-vax contro Cgil, Cisl e Uil: imbrattate le sedi dei sindacati

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Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ha postato sul suo profilo Facebook: “Questa notte la sede della Cgil Reggio Emilia di via Roma è stata vandalizzata con scritte no vax, minacce e insulti a Maurizio Landini.
Sono sempre loro, quelli della presunta “dittatura sanitaria”. Quelli che agiscono di nascosto, quelli che attaccano le sedi delle istituzioni, gli ospedali e i punti vaccinali, quelli che imbrattano le nostre città usando metodi squadristi, metodi che di democratico hanno ben poco.
Episodi intollerabili e veramente di cattivo gusto, che offendono il ricordo delle vittime del Covid e dei sacrifici che tutte e tutti noi abbiamo fatto in questi anni.
Confido che le forze dell’ordine si attivino per individuare i responsabili”.

Le segreterie nazionali. “Sono gravi, inquietanti e insensate le scritte apparse stamattina sulle porte di ingresso delle sedi sindacali della Cgil, della Cisl e della Uil a Reggio Emilia”. E’ quanto sottolineano, unitariamente, le segreterie confederali nazionali. “Confidiamo nel lavoro delle autorità giudiziarie per fare piena luce su questo episodio, e per individuare i responsabili di questo ennesimo vile attacco ingiurioso. Cgil, Cisl e Uil proseguiranno sulla propria linea responsabile a sostegno della campagna vaccinale e del diritto alla sicurezza e alla salute per tutte le lavoratrici, i lavoratori e cittadini italiani. Cgil, Cisl, Uil non si faranno intimidire da chiunque voglia colpire il ruolo libero e autonomo del sindacato in questa fase difficile della storia del nostro Paese”.

L’assessore regionale Alessio Mammi. “Le scritte no vax inneggianti al nazismo che hanno imbrattato diverse sedi sindacali reggiane di CGIL, CISL e UIL non trovano alcuna giustificazione. Massima solidarietà alle rappresentanze reggiane e nazionali dei sindacati. Solidarietà ai segretari nazionali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e PierPaolo Bombardieri.
Il richiamo alla simbologia nazista va rigettato con forza; è vergognoso e inaccettabile. Il nostro territorio è stato fortemente colpito dal Covid e la coesione tra le istituzioni, le forze sindacali e professionali, che si sono strette attorno alla sanità e al volontariato, è stato l’argine che ci ha permesso di reagire e di poter lavorare per la ripartenza.
Una ferma condanna a questi attacchi come a tutti gli attacchi vili e ingiustificati al personale sanitario che abbiamo visto in queste settimane e in questi mesi”.

 

Scuola, scoppia il caso dei tamponi gratuiti ai docenti non vaccinati

Un coro di «no» dal mondo della politica. Per il Pd sarebbe un regalo «inaccettabile», mentre Italia Viva è contraria a utilizzare risorse scolastiche per questo scopo

I tamponi per i professori non vaccinati non saranno gratuiti

I tamponi per i professori non vaccinati non saranno gratuiti – Lapresse, immagine generica

Avvenire

«Non è previsto, né si è mai pensato di prevedere, un meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no vax». Dopo ore di fibrillazione e la dura presa di posizione dei presidi e di buona parte della politica, è dovuto intervenire il ministero dell’Istruzione, con un comunicato ufficiale, per smentire che nel Procollo di sicurezza sulla ripresa delle lezioni in presenza, firmato la scorsa notte coi sindacati, fosse prevista la gratuità del tampone molecolare per il prof anti-vaccino. «Il Protocollo – prosegue il comunicato di viale Trastevere – prevede, invece, una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi, dunque una intensificazione della campagna vaccinale.

Il Protocollo, poi, ricalcando quanto disposto già oggi dalle norme vigenti, consente alle scuole, sulla base di un preventivo raccordo istituzionale con il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, di effettuare tamponi diagnostici al personale mediante accordi con le Aziende sanitarie locali o con strutture diagnostiche convenzionate».

L’obiettivo è duplice, conclude il Ministero: «Continuare a contrastare la pandemia, soprattutto attraverso la vaccinazione e dare supporto ai più fragili, ovvero a chi non può vaccinarsi per particolari motivazioni che saranno ulteriormente indicate negli accordi con le Aziende sanitarie locali, in raccordo con il ministero della Salute».

In precedenza, lo stesso ministro Patrizio Bianchi aveva precisato che «le scuole potranno intervenire a favore dei più fragili, specificatamente coloro che non sono vaccinabili».

Soltanto a costoro, insomma, sarà riservata la possibilità di ottenere il Green pass, indispensabile, dal 1° settembre, per accedere ai locali scolastici, attraverso l’effettuazione di un tampone gratuito ogni 48 ore. Tutti gli altri dovranno pagarsi il tampone oppure vaccinarsi, pena la sospensione dello stipendio, dopo cinque giorni di assenza ingiustificata, con una perdita, in busta paga, fino a 70 euro al giorno, come calcolato da Tuttoscuola. Stando agli ultimi dati diffusi dal governo, sono ancora 213.277 i non vaccinati tra il personale scolastico, pari al 14,55% del totale. Un dato, però, contestato dai sindacati, secondo cui «la categoria è vaccinata al 90%». A riguardo, il commissario straordinario Francesco Figliuolo, ha chiesto alle Regioni di conoscere il dato esatto entro il 20 agosto.

«Apprezzo molto la puntualizzazione del ministro Bianchi», dichiara il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che, poche ore prima, si era rifiutato di sottoscrivere il Protocollo di sicurezza, perché «contrario alla possibilità che le scuole si facciano carico del costo dei tamponi» e adesso, dopo le «opportune modiche», si dice «pronto alla sottoscrizione».

Dello stesso tenore anche le reazioni della politica. Pagare i tamponi ai docenti no-vax sarebbe stato «inaccettabile» per le capogruppo del Pd di Senato e Camera, Simona Malpezzi e Debora Seracchiani. «Le scuole – si legge in una nota – devono riaprire in sicurezza e i docenti devono essere i primi a dare il loro contributo».

Soddisfazione per la «smentita» del Ministero è espressa anche dagli esponenti del M5s in commissione Cultura, ora impegnati a «sdoppiare le classi facendo ricorso all’organico Covid. Giù questo – fanno sapere con un comunicato – sarebbe un importante fattore di riduzione del rischio contagio».

Contrario a pagare il tampone agli insegnanti no-vax è anche il capogruppo di Italia Viva in commissione Cultura della Camera, Gabriele Toccafondi. «Perché mai dovremmo utilizzare risorse scolastiche per i tamponi gratuiti agli insegnanti che non si sono – per questioni di volontà, presumo – vaccinati?», chiede l’ex-sottosegretario all’Istruzione. E di «mancanza di rispetto alle migliaia di docenti che, pur conservando dei dubbi, hanno scelto di vaccinarsi», parlano Laura Scalfi e Maria Pia Bucchioni, responsabili Scuola di Azione. Anche secondo il deputato di Forza Italia, Roberto Novelli, la gratuità dei tamponi per i no-vax sarebbe «un pessimo segnale» e «una misura discriminatoria nei confronti di altri lavoratori e un regalo a una minoranza irresponsabile». «Chi decide per sua libera scelta di non vaccinarsi non può pensare di essere esentato dal pagamento dei tamponi», scrive, infine, in una nota il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro.