Giornata gioventù. “In fretta si va”: l’inno in italiano della Gmg 2023 di Lisbona


“In fretta si va”, è la versione italiana di “Há Pressa no Ar” (C’è fretta nell’aria), inno della Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023, ispirata al tema della GMG Lisbona 2023 («Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39).

Il Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile della Cei ha affidato la versione italiana al musicista Valerio Baggio e al paroliere Valerio “Lode” Ciprì che ha tradotto il testo, entrambi già autori di celebri inni.

La voce italiana è della giovane cantante Benedetta Belotti.

L’inno della Gmg 2023 si sviluppa intorno al “sì” di Maria e della sua fretta di incontrare la cugina Elisabetta. “Há Pressa no Ar” ha testi di João Paulo Vaz, sacerdote, e musica di Pedro Ferreira, professore e musicista, entrambi della diocesi di Coimbra, nel centro del Portogallo. Gli arrangiamenti sono del musicista Carlos Garcia.

Il tema è stato registrato in due versioni in portoghese e nella versione internazionale (portoghese, inglese, spagnolo, francese e italiano). La versione italiana mantiene la musica originale, grazie alle parole di Valerio “Lode Ciprì” tra i fondatori del Gen Rosso, e resta aderente al testo originale mantenendosi assonante con esso. Nel cantare questo inno, i giovani di tutto il mondo sono invitati a identificarsi con Maria, rendendosi disponibili al servizio, alla missione e alla trasformazione del mondo.

Vasco e i 40 anni di “Bollicine”

musica i quaranta anni di bollicine di vasco rossi

Il 14 aprile del 1983, quindi esattamente 40 anni fa, usciva “Bollicine”, il sesto album di Vasco Rossi, forse quello che ha dato al rocker di Zocca la svolta decisiva per diventare l’artista che è oggi

AGI – Il 14 aprile del 1983, quindi esattamente 40 anni fa, usciva “Bollicine”, il sesto album di Vasco Rossi, forse quello che ha dato al rocker di Zocca la svolta decisiva per diventare l’artista che è oggi.

Parliamo di un Vasco ancora trentenne, reduce dalla partecipazione al Festival di Sanremo, non esattamente l’ambiente per un rocker dichiarato come lui, c’era già stato l’edizione precedente con “Vado al massimo“, concludendo quella performance lasciando il palco col microfono in tasca in segno di protesta contro l’abitudine del Festival di allora di far cantare i concorrenti in playback.

musica i quaranta anni di bollicine di vasco rossi
© AGF

L’anno seguente la RAI deve invitarlo nuovamente, troppo in ascesa la sua popolarità, si presenta all’Ariston cantando “Vita Spericolata“, un brano manifesto della sua musica, del suo modo di intendere la vita e che permetterà a intere generazioni, ancora oggi, di riconoscersi in quelle parole, declinazione perfetta di chi è convinto che la vita non sia fatta per cedere alle convenzioni sociali.

La canzone ha anche creato il mito del “Roxy Bar”, citato nel testo, identificato col Roxy Bar di Bologna, dove i fan lasciano tuttora le loro firme (ne è stato tratto anche un libro: “Roxy bagno: caro Vasco ti scrivo”), ma l’autore in realtà alludeva al “Roxy Bar” inventato nel 1959 da Leo Chiosso nella canzone “Che notte”, portata al successo da Fred Buscaglione.

Il mito dell’ultimo classificato a Sanremo

Cantare in realtà è un termine che risulta esagerato, anche quest’anno niente orchestra a Sanremo, si utilizza il playback, e a Vasco la cosa ancora non va giù, così all’altezza dell’ultimo ritornello del brano, Vasco lascia improvvisamente il palco, con la sua voce che ancora gira nelle casse.

Si classificherà penultimo, creando il mito relativo alla fortuna alla quale è destinato chi conclude la gara di Sanremo nelle ultime posizioni della classifica. Il successo che ne conseguirà, fungerà da lancio per quello che la rivista specializzata Rolling Stones considera il più bel disco italiano di sempre; otto brani, tra questi, a parte “Vita spericolata“, altri due che entreranno a far parte della storia non solo di Vasco Rossi ma senza alcun dubbio anche della storia della musica italiana.

A partire dalla title track, “Bollicine”, che si aggiudicherà il Festivalbar del 1993, in cui viene più volte citato il marchio Coca-Cola e si parla in modo ironico degli effetti benefici legati all’assunzione della bevanda.

Un brano provocatore in cui vengono sbugiardati, presi in giro, alcuni slogan di un’epoca in cui esplode il marketing, la pubblicità, la tv commerciale; si vocifera, ma l’entourage dell’artista ha sempre smentito, che la Coca-Cola avesse perfino in mente di fare causa, salvo poi ripensandoci notando il successo del brano, ma si tratta solo di leggende, e sono tante quelle che circondano vite e musica di Vasco Rossi; specie in quegli anni.

Un altro brano contenuto in “Bollicine” è “Una canzone per te”, che ha una storia del tutto particolare perché racconta dell’incontro, avvenuto a distanza di anni, con la ragazza che gli aveva ispirato il grande successo “Albachiara“; Vasco un giorno la incontra, è cresciuta ma è lei, e siccome il brano a lei dedicato gli sta portando quella fortuna, decide di fermarla e ammetterle che era stato scritto per lei.

Lei non gli crede, si imbarazza e scappa via, lui di tutta risposta scrive “Una canzone per te” (“Come non è vero, sei te”). “Bollicine” resterà in classifica per 35 settimane, il tour promozionale durerà 10 mesi e sarà un successo clamoroso; solo l’antipasto di ciò che aspetterà quel giovane irrequieto di Zocca, cresciuto tra il teatro, la Bologna a cavallo dei ’60/’70 e le radio libere.

Testi e musica in preparazione al Natale sabato 17 dicembre alle ore 20.45 presso la Cattedrale S. Maria Assunta a Reggio Emilia

In preparazione al Natale la Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla e l’Ente Cattedrale, in collaborazione con l’IDML Don Luigi Guglielmi, propongono lo spettacolo “La Tregua di Natale. Il miracolo della Notte Santa del 1914”.

L’evento (parole e musica) è in programma sabato 17 dicembre alle ore 20.45 presso la Cattedrale S. Maria Assunta a Reggio Emilia.

Elaborazione testi: Emanuele Ferrari
Voci recitanti: Monica Morini, Bernardino Bonzani

Davide Gaspari, violino
Giovanni Mareggini, flauto
Giovanni Picciati, clarinetto
Silvia Sciolla, violoncello
Davide Burani, arpa

Musiche di Pachelbel, Gruber, Azarashvili

diocesi.re.it

 

LA RASSEGNA “Musica dei Cieli”, note e spiritualità da tutto il mondo

 Milano e hinterland si animano di cultura e tradizioni musicali con lo storico evento che vede esibirsi artisti internazionali in diverse chiese e altri luoghi, da Noa a César Stroscio, da Sparagna e Servillo

Il bandoneonista César Stroscio

La cantante Noa / Nacho Gallego

 Milano e hinterland si animano di cultura e tradizioni musicali con lo storico evento che vede esibirsi artisti internazionali in diverse chiese e altri luoghi, da Noa a César Stroscio, da Sparagna e Servillo

Il bandoneonista César Stroscio

La cantante Noa / Nacho Gallego

Raggiunto l’anno scorso il primo quarto di secolo, la rassegna milanese “Musica dei Cieli” sembra non conoscere logoramento forte com’è di un’idea e di una ragione che, già in anticipo sui tempi all’esordio nel 1996, rispecchia le vibrazioni artistiche e spirituali di una società sempre più composita e multiforme. Pensata per promuovere la conoscenza e il dialogo tra le culture, anche questa nuova edizione si articola in una ricca serie di concerti offrendo l’occasione di ascoltare musiche provenienti da tradizioni antiche o lontane e di riflettere sui nessi antropologici, come il sacro e la spiritualità, che i nostri tempi tendono a semplificare e spesso a omologare ai processi di comunicazione. “Musica dei Cieli”, già nel suo più che programmatico titolo, parte dal presupposto che il linguaggio universale della musica possa essere un autentico ponte tra civiltà diverse e un’occasione privilegiata d’incontro. Tra civiltà ma anche tra generazioni e categorie sociali, come dimostra il concerto gratuito tenutosi l’altra sera presso la chiesa del carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano che ha visto l’esibizione dell’Orchestra di Via Padova composta da diciotto musicisti provenienti da nove diversi paesi del mondo all’insegna dell’integrazione e della multiculturalità. Il nutrito programma della rassegna promossa dall’associazione BeatMi (info sul sito www.lamusicadeicieli. it) prevede in tutto più di venti concerti gratuiti, in massima parte collocati nei quartieri oltre la circonvallazione esterna di Milano all’insegna di una valorizzazione del patrimonio culturale delle periferie. È il caso, per esempio, del concerto “Fermarono i cieli” con il fisarmonicista e musicologo Ambrogio Sparagna e il cantante Peppe Servillo (storica voce degli Avion Travel) che il 13 dicembre (celebrazione di Santa Lucia) proporranno “Canzoncine spirituali di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” presso la chiesa di San Lorenzo Martire a Trezzano sul Naviglio (ore 21). Fondatore dell’ordine dei Padri Redentoristi, intorno alla metà del Settecento Alfonso Maria de’ Liguori cominciò ad accompagnare il suo lavoro pastorale fra i poveri del Regno di Napoli con brani composti sia in dialetto che in italiano, molti dei quali legati al ciclo delle festività natalizie (come la celeberrima Tu scendi dalle stelle) e altri alla devozione mariana. Nello spettacolo saranno così proposti alcuni di questi canti religiosi popolari e altri appositamente composti da Ambrogio Sparagna per l’interpretazione originale di Peppe Servillo e di un gruppo di strumenti popolari, fra cui una zampogna gigante alta quasi due metri. A proposito di strumenti particolari, doppio concerto dell’ottantenne bandoneonista argentino César Stroscio domenica 11 dapprima all’Arca Milano (nella periferica via Rimini, alle ore 12) e successivamente (ore 15) a Castellazzo di Bollate presso la chiesa di San Guglielmo. Strano e paradossale destino quello del bandoneón: nato nella Germania di metà Ottocento per le chiese povere che non potevano permettersi un organo, ha invece trovato la sua vera voce dall’altra parte dell’oceano, nella mitologica Buenos Aires del tango. E proprio nella giornata mondiale del tango, il “poeta del bandonéon” (come il quotidiano francese Le Monde ha definito César Stroscio) suonerà anche spirituali musiche di Gounod, Bach e Frescobaldi. Spazio poi a culture e tradizioni spirituali di altre latitudini con il doppio concerto a Milano di Mercan Dede, domani presso la chiesa San Nicolao della Flue (via Dalmazia) e il giorno dopo presso la chiesa San Giovanni Bono di via San Paolino: una fusione unica tra elettronica e strumenti primordiali, modernità e tradizione, pensiero occidentale e filosofia sufi. Dalla Mongolia arriva invece a deliziare il pubblico, domenica alle 15, nella recuperata chiesa della Cascina Linterno di via Fratelli Zoia (dimora agreste di Francesco Petrarca dal 1353 al 1361), la voce di Urna Chahar-Tugchi con le sue quattro ottave di estensione. Musica tradizionale ucraina poi con il gruppo Dakha Brakha, il 15 dicembre in via Osoppo a Milano, presso la chiesa dei Santi Gervaso e Protaso che ospiterà anche il concerto conclusivo della rassegna (unico non gratuito, il 21 dicembre) della cantante israeliana Noa accompagnata dal suo storico chitarrista Gil Dor e dagli archi del celebre Solis String Quartet. La scaletta della serata sintetizza la universalità stessa di “Musica dei Cieli”: in programma c’è un viaggio nel Mediterraneo, canzoni napoletane, yemenite, arabe, ebraiche. E c’è Bach, con le sue spirituali sommità.

Avvenire

Giorgia, Mengoni, Ultimo e Oxa tra i Big di Sanremo 2023

Giorgia © ANSA

Giorgia, Articolo 31, Elodie, Colapesce Dimartino, Ariete, Modà, Mara Sattei, Leo Gassmann, i Cugini di Campagna, Mr Rain, Marco Mengoni sono i nomi dei primi undici Big in gara alla 73/a edizione del Festival di Sanremo (7-11 febbraio) annunciati da Amadeus al Tg1 delle 13.30.

Anna Oxa, Lazza, Tananai, Paola e Chiara, Lda, Madame, Gianluca Grignani, Rosa Chemical, Coma Cose, Levante, Ultimo sono i nomi degli altri undici Big di Sanremo 2023 annunciati da Amadeus al Tg1 delle 13.30.

Dalla finalissima di Sanremo Giovani saranno sei i cantanti che accederanno all’Ariston fra i Big, ha annunciato Amadeus.

Ansa

Santo del Giorno MARTEDÌ 22 NOVEMBRE Santa Cecilia

Dal Martirologio
Memoria di santa Cecilia, vergine e martire, che si tramanda abbia conseguito la sua duplice palma per amore di Cristo nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Il suo nome è fin dall’antichità nel titolo di una chiesa di Roma a Trastevere.
Altri Santi
San Benigno, vescovo; sant’Anania, martire.

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