La Lettera pastorale del Vescovo, «Vieni e vedrai», domenica in tutte le parrocchie

Il 18 dicembre, nella quarta domenica del tempo di Avvento, detta “della annunciazione a Giuseppe”, in tutte le parrocchie della diocesi sarà distribuita ai fedeli la Lettera pastorale “Vieni e vedrai”.

Si tratta della seconda Lettera pastorale scritta dal vescovo Massimo Camisasca. “Essa è innanzitutto una meditazione sul tema della vocazione, di ogni vocazione. L’ho scritta pensando soprattutto ai giovani. Vorrei tanto che potesse raggiungerli. Parlo poi in particolare della vocazione al presbiterato”, spiega lo stesso monsignor Camisasca nel messaggio che domenica sarà letto nelle chiese, anche come augurio natalizio.

Domenica, al termine delle celebrazioni eucaristiche festive, i fedeli potranno dunque prendere copia della Lettera, come occasione di riflessione per tutti e come strumento prezioso in modo particolare per i genitori, i catechisti e gli educatori.

“Vieni e vedrai”, come sottolinea il Vicario generale monsignor Alberto Nicelli nel comunicare l’iniziativa di diffusione, è un testo importante per cercare di rispondere alla domanda che molti cristiani oggi si pongono all’interno delle nuove unità pastorali: “Ci sarà in futuro un prete per la mia parrocchia?”.

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laliberta.info

Celebrazione eucaristica del Giubileo diocesano dei Diaconi Domenica 25 settembre 2016, ore 16.30 nella Cattedrale di Reggio Emilia

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Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla Giubileo della Misericordia

«Se dunque io, il Signore e il Maestro,

ho lavato i piedi a voi, anche voi

dovete lavare i piedi gli uni agli altri»

(Giovanni 13, 14)

Nella celebrazione eucaristica del Giubileo diocesano dei Diaconi

il Vescovo Massimo Camisasca ordinerà DIACONI PERMANENTI

  • Francesco Braghiroli

della Parrocchia di Sant’Alberto Città

(Unità Pastorale «San Giovanni Paolo II»)

  • Luca Riccò

della Parrocchia della Santa Famiglia – Roncina

(Unità Pastorale «Santa Maria degli Angeli»)

  • Danilo Castellari

della Parrocchia di San Lorenzo martire – Gavasseto

(Unità Pastorale «Madonna della Neve»)

  • Mauro Muzzioli ~ Vittorio Ruggi

della Parrocchia di Santa Maria Assunta – Castellarano

(Unità Pastorale «Madonna di Campiano»)

 

  • Paolo Bellei ~ Gianluca Braglia ~ Gino Vivi

della Parrocchia della Santissima Consolata – Sassuolo

(Unità Pastorale «Madonna del Carmelo»)

Domenica 25 settembre 2016, ore 16.30 nella Cattedrale di Reggio Emilia

 

Omelia di Mons. Camisasca per la solennità dell’Assunta Cattedrale di Reggio Emilia, 15 agosto 2016

Cari fratelli e sorelle,

ci ritroviamo assieme, nel cuore dell’estate, per celebrare la solennità dell’Assunta. Per noi questa festa riveste un significato particolare perché proprio a Maria assunta in cielo è dedicata la nostra Cattedrale. Il mistero che oggi la Chiesa ci invita a guardare è come la sintesi della vita cristiana: nella glorificazione di Maria contempliamo, infatti, il destino di gioia che attende tutte le nostre vite, che raccoglierà tutte le nostre attese e darà compimento a tutte le nostre fatiche, al nostro lavoro e al nostro desiderio di riposo.

Per scoprire con maggiore profondità il significato di questa festa, rileggiamo assieme le parole del Vangelo. Esso ci presenta Maria che visita Elisabetta.

Poiché non possediamo un racconto evangelico dell’Assunzione della Vergine, la Chiesa ha scelto questo brano perché in esso si parla dell’ascensione di Maria verso i monti della Giudea (cfr. Lc 1, 39). La sua assunzione in cielo è qui simbolicamente anticipata da questo lungo viaggio da Nazareth ad Ein Karem, dove si trova la casa di Elisabetta e Zaccaria, la casa del futuro Giovanni Battista. L’“ascensione” di Maria è quindi come un abbraccio a tutto il passato, a tutta la storia di Israele, riassunta nel bambino che Elisabetta porta nel grembo. Nello stesso tempo, Maria, giungendo da Elisabetta, porta con sé, nel suo seno, Gesù e in Lui fa presente il compimento di tutta la storia della salvezza e del mondo intero.

Attraverso le parole del Magnificat la Vergine ripercorre la lunga alleanza di Dio con l’umanità ed esalta la bontà e la grandezza del Signore che è stato fedele alla sua promessa. Maria guarda già al futuro, al destino di grandezza a cui l’umanità è chiamata dallo sguardo misericordioso che Dio ha rivolto a lei. Ciò che Dio le ha donato è esteso ad ogni persona: di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono (Lc 1,50). Dio è disceso sulla terra per riportarci assieme a lui nella casa del Padre. Sono queste le grandi cose che ha fatto in me l’Onnipotente (Lc 1, 49). È questa la più alta manifestazione della santità di Dio: santo è il suo nome (Lc 1, 49).

In questo brano evangelico possiamo a ragione vedere raccolti i motivi principali della solennità dell’Assunta. La glorificazione di Maria in cielo, in anima e corpo, è infatti, l’inizio della glorificazione a cui è destinata tutta l’umanità redenta dal sangue di Cristo. Come nel viaggio verso Elisabetta, anche nell’assunzione in cielo Maria abbraccia e porta con sé tutta la storia e tutta l’umanità. Tutto ciò che è l’uomo, il suo corpo, la sua ragione, i suoi desideri, le sue fragilità e le sue grandezze, tutto è riassunto nell’umanità di Maria, nel cui grembo abita il vivo Corpo di Cristo, la Chiesa universale, l’umanità nuova che in lei viene condotta non sui monti della Giudea, ma nella gloria eterna della Trinità.

Comprendiamo allora le ragioni per cui la Chiesa ci invita oggi a rallegrarci. In Maria realmente, come afferma il Prefazio che tra poco reciteremo, contempliamo «la primizia e l’immagine della Chiesa», «il compimento del mistero della nostra salvezza», il «segno di consolazione e di sicura speranza» per ogni uomo e ogni donna che si lasci raggiungere da lei e che, come Elisabetta, la riconosca Madre del Signore e maestra della fede: beata colei che ha creduto per tutti noi (cfr. Lc 1, 45)! Benedetta colei che ci porta la salvezza offrendoci il frutto del suo grembo (cfr. Lc 1, 42)!

Cari fratelli e sorelle, non allontaniamoci mai dalla consolazione che ci viene donata attraverso Maria. Qualsiasi fatica, dolore, aridità, ma anche gioia, responsabilità, attraversi la nostra vita, invochiamo la santa Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo. Ella ci aspetta sempre per incoraggiarci, per consolarci, per ristorarci. Non ci tenga lontano da lei la percezione dell’infinita distanza tra la sua purezza e la nostra meschinità. La vergine Maria non si scandalizza di noi. Siamo suoi figli. Siamo i figli che Gesù le ha affidati dalla croce. Ci ama e ci difende con amore di madre. Sarà la sua vicinanza a lavarci nel tempo dalle nostre impurità.

O Regina Assunta in cielo, regina della nostra Chiesa, immagine perfetta della nostra umanità, tu sei l’onore del nostro popolo, tu la nostra speranza. In te contempliamo tutto ciò che desideriamo per noi e per i nostri cari. A te affidiamo le nostre vite, le vite di coloro che versano nel bisogno, le vite di tutti coloro che portiamo nel cuore. Tua è la nostra città, tue le nostre case. Madre di Misericordia, rendi tuoi anche i nostri cuori. Amen.

+ Massimo Camisasca

Fraternità San Carlo: sabato 25 giugno mons. Camisasca ordinerà 10 sacerdoti e 2 diaconi

Nel trentennale della fondazione, la Fraternità San Carlo festeggia con l’ordinazione di dodici suoi membri: sabato 25 giugno, alle 15.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla e fondatore della Fraternità, ordinerà dieci sacerdoti e due diaconi. Ne dà notizia una nota stampa. Ecco i nuovi sacerdoti. Giuseppe Cassina, 31 anni originario di Meda (Mb), e Stefano Motta, 33 anni, anch’egli brianzolo, di Seveso (Mb), continueranno il loro lavoro nella parrocchia di San Juan Bautista a Fuenlabrada (Spagna), dove hanno trascorso l’anno di diaconato. Alessio Cottafava, trentacinquenne di Rio Saliceto (Re) e Tommaso de Carlini, brianzolo trentaduenne di Macherio (Mb), torneranno nel Cile, dove hanno completato la loro formazione e l’anno di diaconato. Vivranno nella casa di San Bernardo e lavoreranno nella parrocchia del Divino Maestro. David Crespo, portoghese di 32 anni, e Davide Tonini, milanese di 31 anni, sono entrambi destinati alla casa di Città del Messico, dove proseguiranno i loro studi e lavoreranno nella parrocchia di Maria Inmaculada. Giovanni Fasani, milanese di 35 anni, rimarrà a Roma dove continuerà a svolgere l’incarico di vicerettore della Casa di formazione. Cristiano Ludovici, trentenne di Varese, rimarrà a Torino, dove lavorerà nella parrocchia di Santa Giulia e insegnerà religione in una scuola media. John Roderick, canadese, 33 anni, dopo l’anno di diaconato trascorso in Cile, partirà alla volta della nuova casa di Bogotà (Colombia). Stefano Tenti, 34 anni, di Cattolica (Rn), continuerà il suo lavoro a Reggio Emilia, dove collabora con il vescovo Massimo Camisasca.
Nella stessa celebrazione saranno ordinati due diaconi. Marco Vignolo, 32 anni, di Rapallo (Ge), è destinato alla casa della Navicella a Roma, dove continuerà i suo studi e collaborerà nella parrocchia di Santa Maria in Domnica. Mattia Zuliani, 28 anni, di Brenna (Co), raggiungerà la casa di Nairobi, nella periferia di Kahawa Sukari.
La Fraternità San Carlo è nata nel 1985 su ispirazione di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, è oggi presente con 33 case in 17 Paesi del mondo. Ha 133 preti e 30 seminaristi.

agensir