Papa: “Diamoci da fare per costruire un avvenire di pace”

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AGI – “Diamoci da fare insieme per costruire un avvenire di pace”. E’ l’appello di Papa Francesco lanciato nel discorso alle autorità, la società civile e il Corpo diplomatico della Mongolia. “Nei secoli, l’abbracciare terre lontane e tanto diverse mise in risalto la non comune capacità dei vostri antenati di riconoscere le eccellenze dei popoli che componevano l’immenso territorio imperiale e di porle al servizio dello sviluppo comune”, ha sottolineato il Pontefice che ha definito questo “un esempio da valorizzare e da riproporre ai nostri giorni”.

“Voglia il Cielo che sulla terra, devastata da troppi conflitti, si ricreino anche oggi, nel rispetto delle leggi internazionali, le condizioni di quella che un tempo fu la pax mongolica, ossia l’assenza di conflitti”. “Come dice un vostro proverbio – ha aggiunto Francesco -, ‘le nuvole passano, il cielo resta’: passino le nuvole oscure della guerra, vengano spazzate via dalla volontà ferma di una fraternità universale in cui le tensioni siano risolte sulla base dell’incontro e del dialogo, e a tutti vengano garantiti i diritti fondamentali!”.

“Qui, nel vostro Paese ricco di storia e di cielo, imploriamo questo dono dall’Alto e diamoci da fare insieme per costruire un avvenire di pace”.

Mongolia: Chiesa si prepara all’ordinazione del primo prete autoctono

“Avremo presto il primo prete nativo della Mongolia: è Joseph Enkh, che sarà ordinato sacerdote a Ulaan Baatar il 28 agosto 2016 da Mons. Wenceslao Padilla, prefetto apostolico di Ulaan Baatar. Questo evento ha una particolare importanza per la nostra giovane Chiesa, rifondata nel 1992 e che oggi ha poco più di mille battezzati. L’ordinazione di un sacerdote nativo stimolerà l’entusiasmo e il senso di appartenenza tra i mongoli, verso una Chiesa che è stata a lungo vista come straniera”: lo dice all’Agenzia Fides padre Prosper Mbumba, missionario congolese in Mongolia, membro della congregazione del Cuore Immacolato di Maria.

Il futuro sacerdote ha studiato in Corea del Sud
Joseph Enkh è stato ordinato diacono l’11 dicembre 2014 a Daejeong, in Corea del Sud, dove ha ricevuto la sua formazione iniziale, ed è rientrato in Mongolia nel gennaio scorso. Da allora porta avanti la sua esperienza pastorale, servendo in diverse parrocchie della Mongolia, dove attualmente sono presenti, nel complesso, circa 20 missionari e 50 suore di 12 congregazioni diverse, impegnati in sei parrocchie.

L’entusiasmo e le preghiere dei fedeli
“I preparativi per l’ordinazione – dice padre Mbumba – sono in corso sotto tutti gli aspetti. I cristiani pregano molto per il loro futuro sacerdote e le parrocchie stanno promuovendo incontri di catechesi, per offrire alla popolazione una migliore comprensione del ministero sacerdotale”. In tutte le chiese della Mongolia, inoltre, “si terrà una novena di preghiera in vista dell’ordinazione. Molti fedeli continuano a rivolgere pensieri e ad esprimere le loro aspettative al futuro sacerdote in forma scritta: scrivono lettere per fargli sapere che sono orgogliosi della sua vocazione e che confidano nella sua presenza e nella sua opera”. Il missionario conclude: “Ringraziamo Dio per questo dono e per questo entusiasmo e preghiamo che possa esserci una nuova effusione dello Spirito in questa terra”.

La Chiesa in Mongolia, giovane ma in crescita
Da ricordare che la Chiesa mongola è molto giovane: la sua presenza nel Paese risale infatti al 1992, quando furono stabiliti rapporti diplomatici fra la Santa Sede e la neo-nata Repubblica di Mongolia e venne aperta la missione di Ulaan Baatar, affidata ai missionari di Scheut, elevata nel 2002 a prefettura apostolica. L’opera di apostolato delle diverse congregazioni religiose presenti in Mongolia, apprezzata anche dalle autorità locali, ha dato i suoi frutti, come indica il lento, ma costante incremento dei convertiti al cattolicesimo in questo Paese buddista e l’interesse manifestato da un numero crescente di giovani fedeli per il sacerdozio e la vita consacrata. L’ordinazione sacerdotale di Joseph Enkh ne è la conferma.

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