“Giuseppe Dossetti. La politica come missione”

Acquista libro da Amazon con 5% di sconto qui con sconto 1,35 euro

Martedì 13 Febbraio 2024 alle ore 18.15, presso la Sala  Paganelli di Palazzo Europa (Via Emilia Ovest 101 – Modena) si terrà la presentazione del libro di Luigi Giorgi “Giuseppe Dossetti. La politica come missione”.
Alla presenza dell’autore dialogano: Daniele Menozzi,  Professore Emerito di Storia Contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa; Paolo Pombeni, Professore Emerito Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali all’Università di Bologna.
Modera l’incontro: Maria Elisabetta Gandolfi, Giornalista Caporedattrice de “Il Regno – Attualità”

La favela di Salvador in Brasile: un sacerdote italiano in missione

Le donne delle favelas: la vita negli edifici abbandonati di Rio

Un prete italiano in una parrocchia con 500 anni di storia. Una terra animata dalle contraddizioni più vive: povertà e ricchezza che si intrecciano in un’unica città. Palazzi e negozi di lusso che si affacciano sulle viuzze pericolanti della favela. Un agglomerato che si estende infatti a perdita d’occhio, una marea brulicante di abitanti di cui si è perso il conto (si immagina sopra gli 8 milioni) e l’oceano maestoso, placido e ignaro, che abbraccia una terra verde e rigogliosa.

Plataforma, la favela e una parrocchia presidio
Siamo in Brasile, a São Salvador Da Bahia, o più semplicemente Salvador, città a oltre 1600 km a nord di Rio de Janeiro. La ferita aperta nel cuore della città prende il nome diPlataforma, la favela più estesa. Un ambiente di forte tensione dove, quindi, le problematiche sono estreme. Mancano infatti strutture per l’assistenza sanitaria, un sistema di fognature e il territorio è sotto il controllo delle gang criminali. Nel cuore di questo ingorgo di storie e di anime, si erge la Paróquia Jesus Cristo Ressuscitado e su Uniti nel dono raccontiamo la storia di chi si dedica ad aiutare chi vive in questa terra di contrasti.

Fidei donum: preti italiani in terra di missione
Questa comunità cristiana accoglie da dicembre Don Andrea Perego, un sacerdote italiano di 36 anni, in servizio presso la Diocesi di Milano. L’urgenza di voler vivere la propria vocazione lo porta però ad accettare un incarico in terra di missione, come fidei donum: sacerdoti diocesani, circa trecento ad oggi, inviati nei Paesi in via di sviluppo. “Credo – dice Don Andrea-, faccia parte della nostra vita di preti il fatto di essere sempre disponibili a qualcosa di nuovo e a donarsi costantemente”.

Il lavoro nella favela: educazione, cibo e sport
Il tumulto dei bisogni e delle richieste di aiuto che risuonano nei vicoli di Plataforma trova quindi una risposta nella parrocchia, che nella favela si occupa di tutto: assistenza sanitaria, aiuti alimentari, abitazioni, lavoro. A supporto della popolazione, Don Andrea aiuta nella gestione di progetti educativi e sociali. In Brasile non può mancare il calcio, utile strumento per canalizzare le energie dei ragazzi. Anche qui, come in Italia, nel lavoro coi bambini e i ragazzi lo sport è un veicolo importante.
buonenotizie.it 

Staffetta missionaria per l’Albania

Al via un progetto d’accompagnamento per sostenere la missione in Albania. Non sarà inviato un sacerdote, ma cinque unità pastorali si alterneranno per conoscere e camminare insieme alla Diocesi di Sapë e la Casa della Carità di Laç Vau-Dejës.

laliberta.info

Missione? Équipe, non élite

Uno dei tratti che la Chiesa missionaria deve assumere è la creatività, come conseguenza dell’apertura all’azione dello Spirito Santo. Il missionario – afferma monsignor Morandi rispondendo alla prima delle domande – è una persona che si pone in ascolto

laliberta.info

L’INIZIATIVA Reggio Emilia: «Ero malato», il progetto sanitario in Madagascar

Progetto “Ero malato…” per una sanità accessibile e sostenibile nel basso  Farahony in Madagascar - CSV Emilia Sede di Reggio Emilia

La missione del Paese africano, colpita dalla morte di sei operatori locali in un incidente stradale, è nata grazie all’impegno della diocesi. Ora l’obiettivo è renderla «indipendente»

Tra i malgasci che attendevano, per la primavera prossima, l’operatività del progetto “Ero malato…” per una sanità accessibile e sostenibile nel basso Farahony in Madagascar – a favore dell’ospedale di Ampasimanjeva, intitolato a don Mario Prandi, fondatore delle Case della Carità, e appartenente a una fondazione della arcidiocesi di Fianarantsoa – c’era anche il dottor Martin Raoelina Randriatiana, il direttore del nosocomio stesso, dove prestava servizio dal 1986. Il medico ha perso la vita il 27 dicembre scorso in un tragico incidente d’auto in cui sono deceduti anche sua moglie, un sacerdote e tre suore della Congregazione Mariana delle Case della Carità. « In lui – ha detto il vescovo di Reggio Emilia Guastalla, l’arcivescovo Giacomo Morandi – ho intravisto il grande desiderio di incrementare e sviluppare la sanità malgascia per il bene di tutto il paese». In effetti il progetto di cooperazione internazionale vuole determinare le condizioni affinché il nosocomio di Ampasimanjeva compia un salto di qualità.

«Un segno di grande speranza, un lavoro che mette insieme il meglio di noi stessi, perché il bene va fatto bene» ha detto Morando commentando l’iniziativa nella conferenza stampa di presentazione alla comunità reggiana in cui, oltre al presule, sono intervenuti il direttore generale dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia Cristina Marchesi, il direttore di Volontari nel Mondo Rtm Marcello Viani e i diversi partner della sanità privata e dell’imprenditoria locale che sostengono l’iniziativa.

È dal 1967 che la Chiesa reggiano-guastallese, in un’ottica di scambio di doni con la Diocesi di Fianarantsoa, gestisce materialmente l’ospedale di Ampasimanjeva, in una delle zone più periferiche e povere dell’Isola rossa, attraverso un’équipe missionaria formata da suore della Congregazione Mariana delle Case della Carità, missionari laici e volontari con diverse competenze. L’ospedale assomiglia a un villaggio di padiglioni collinari e sorge su un’area di circa tre ettari, con un impianto fotovoltaico che assicura la copertura elettrica h24. Sono da poco terminati i lavori per la fornitura di acqua clorata prelevata direttamente dal fiume Farahony ad uso di tutta l’area ospedaliera. Le attività ambulatoriali si attestano a 32.000 fra visite mediche, consultazioni prenatali, vaccinazioni, medicazioni e terapie iniettive.

Con il progetto “Ero malato…”, che ha ottenuto il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Reggio Emilia e un finanziamento di 444.000 euro dalla Cei con i fondi dell’8xmille, la diocesi di Reggio Emilia-Guastalla desidera trasferire nel tempo la gestione e le connesse responsabilità relative alla conduzione dell’ospedale alla Chiesa sorella, favorendo un processo di autonomia. Lo spiega il coordinatore Franco Riboldi: fermo restando l’obiettivo generale di garantire l’accesso equo alle cure della popolazione malgascia, con particolare attenzione ai poveri, attraverso una maggiore responsabilizzazione degli operatori locali nella conduzione dell’ospedale, attraverso la formazione di personale dirigente e l’aggiornamento professionale sanitario e tecnico, oltre alla riqualificazione strutturale ed impiantistica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA 

Missionari di Reggio Emilia morti in Madagascar nell’incidente. Bonaccini: “Dedicavano la loro vita agli altri” La diocesi di Reggio in lutto per l’incidente avvenuto nel paese malgascio. Nella città di Manakara sono tanti i progetti sostenuti da nostri concittadini

Il medico Randriatioana Raoelina Martin

Il medico Randriatioana Raoelina Martin

Reggio Emilia, 28 dicembre 2022 – Un tragico schianto fa calare il lutto sulla diocesi reggiana e sulla Congregazione delle Case della Carità. Oggi pomeriggio in Madagascar cinque persone sono morte in un incidente, a bordo di un grosso 4×4. L’auto sulla quale viaggiavano nove persone impegnate nella missione di Ampasimanjeva è uscita di strada al rientro da un pellegrinaggio a Vohipeno e in cinque hanno perso la vita.

Sono morti il dottor Randriatioana Raoelina Martin, direttore dell’ospedale Fondation Médicale d’Ampasimanjeva insieme alla moglie la dottoressa Nivo, don Didier Razafinjatovo (Fratello della Carità) e le Carmelitane Minori della Carità suor Justine Lalao e suor Marie Louise.

Nell’incidente sono rimasti feriti gravemente suor Marie Odette, Carmelitana Minore della Carità e i novizi dei Fratelli della Carità Fidson ed Herschel. Suor Hary Berthine, Carmelitana Minore della Carità, è rimasta ferita in modo meno grave.

“Affidiamo al Signore della vita il nostro dolore e la nostra supplica”, scrivono dalla diocesi. Proprio una decina di giorni fa era stata data notizia di un finanziamento importante per il progetto di gestione dell’ospedale, affidato alla diocesi reggiana. Il progetto è intitolato “Ero malato…” per una sanità accessibile e sostenibile nel basso Farahony – Madagascar (Ospedale di Ampasimanjeva).

Manakara è una città del Madagascar a Sudest del Paese, povera. Poverissima. Conta 60.000 abitanti, anche se, in modo non ufficiale, potrebbero essere molti di più. Il popolo malgascio si riproduce in modo costante: a volte sono anche 7-8 figli per famiglia, da sfamare, senza saper come. Ciò che in questa area sta facendo il Centro missionario diocesano di Reggio Emilia, con la Parrocchia locale intitolata alla Divina Misericordia, guidata da don Luca Fornaciari, coadiuvato da don Simone Franceschini, è immane. Enrica Salsi, reggiana, porta avanti uno sforzo immane presso l’ospedale psichiatrico di Ambokala, sempre a Manakara, di cui è responsabile del progetto. I pazienti affetti da malattie mentali sono molti e scompensati. Non trovandosi sotto trattamento farmacologico, arrivano spesso ad Ambokala, in situazioni gravi.
Il cordoglio di Bonaccini
“Esprimo massima solidarietà e vicinanza alla diocesi di Reggio Emilia e Guastalla e al vescovo Giacomo Morandi per la morte di cinque persone della missione di Ampasimanjeva, in Madagascar, nella diocesi di Manakara, dove si trova una Casa della Carità della diocesi Reggiana”. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini,
esprime il suo cordoglio per le vittime del tragico incidente stradale di Ampasimanjeva.

“Medici e religiosi, donne e uomini – ricorda Bonaccini – che alla fede univano l’impegno per gli altri, persone che dedicavano la loro vita a curare e assistere i più deboli e sfortunati. A loro va il nostro pensiero. Ai loro cari, alla diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, al vescovo Morandi e alla missione di Ampasimanjeva il più profondo cordoglio”.
ilrestodelcarlino.it