Papa: no a fede “fai da te”, beati gli artigiani di misericordia

Esiste il rischio di una fede “fai da te”: alcuni usano il nome di Dio per giustificare la violenza, per altri Dio è solo un “rifugio psicologico”, oppure la fede diventa impermeabile all’amore che spinge verso i fratelli o si annulla la spinta missionaria. Così il Papa nella catechesi all’Udienza generale, stamani in Piazza San Pietro, alla quale hanno partecipato oltre 25 mila fedeli. Francesco ricorda che Gesù è “lo strumento concreto della misericordia del Padre”. Il servizio di Debora Donnini

radio vaticana

Al centro della predicazione di Gesù c’è in primo luogo la misericordia, non la giustizia. All’udienza generale, il Papa invita tutti a convertirsi e diventare “artigiani di misericordia” come Santa Teresa di Calcutta. Gesù stesso, infatti, mostra di essere “lo strumento concreto della misericordia del Padre”. La catechesi parte dal Vangelo proclamato: Giovanni Battista manda i suoi discepoli da Gesù per chiedergli se fosse proprio Lui il Messia. E Gesù risponde con i segni compiuti: i ciechi recuperano la vista, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la Buona Novella. Giovanni non capisce lo stile di Gesù: si trovava in carcere, soffriva nel buio della cella. E la risposta che Gesù dà ai discepoli del Battista sembra, a prima vista, non corrispondere alla richiesta di Giovanni che aspettava il Messia come un giudice che avrebbe finalmente instaurato il Regno di Dio:

“Egli risponde di essere lo strumento concreto della misericordia del Padre, che a tutti va incontro portando la consolazione e la salvezza e in questo modo manifesta il giudizio di Dio”.

Dio invita i peccatori a ritrovare la strada del ritorno
Questo dunque il messaggio che la Chiesa riceve da questo racconto della vita di Cristo:

“Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per punire i peccatori né per annientare i malvagi. A loro è invece rivolto l’invito alla conversione affinché, vedendo i segni della bontà divina, possano ritrovare la strada del ritorno”.

Giovanni Battista metteva al centro della sua predicazione la giustizia mentre Gesù si manifesta come misericordia. I dubbi del suo Precursore anticipano lo sconcerto che Cristo susciterà in seguito con le sue azioni. Per questo Gesù conclude la sua risposta dicendo che è beato chi non trova in Lui motivo di scandalo, che significa “ostacolo”.

Il rischio per alcuni di una fede “fai da te”
Ma, nota il Papa, se l’ostacolo a credere sono soprattutto le “azioni di misericordia” di Gesù , questo significa che si ha una “falsa immagine” del Messia. “Beati, invece – dice Francesco – coloro che di fronte ai gesti e alle parole di Gesù, rendono gloria al Padre”. Esiste, infatti, il rischio per alcuni di ritagliarsi una fede “fai da te”, che riduce Dio nello spazio dei propri desideri. Ma questa non è vera conversione, sottolinea Francesco, anzi impedisce al Signore di provocare la nostra vita:

“Altri riducono Dio a un falso idolo, usano il suo santo nome per giustificare i propri interessi o addirittura l’odio e la violenza. Per altri ancora Dio è solo un rifugio psicologico in cui essere rassicurati nei momenti difficili: si tratta di una fede ripiegata su sé stessa, impermeabile alla forza dell’amore misericordioso di Gesù che spinge verso i fratelli. Altri ancora considerano Cristo solo un buon maestro di insegnamenti etici, uno fra i tanti della storia. Infine, c’è chi soffoca la fede in un rapporto puramente intimistico con Gesù, annullando la sua spinta missionaria capace di trasformare il mondo e la storia”.

“Noi cristiani – sottolinea invece Francesco – crediamo nel Dio di Gesù” e il nostro desiderio è quello di crescere nell’esperienza viva del suo mistero di amore.

Essere “artigiani di misericordia” come Santa Teresa di Calcutta
Prima dell’udienza, come di consueto, nel percorrere con l’auto scoperta Piazza San Pietro, Francesco si ferma per baciare e abbracciare alcuni bambini. Al termine della catechesi, rivolge i saluti ai fedeli di diverse lingue e nazioni. E ribadisce l’invito a diventare “strumenti di misericordia”:

“Domenica scorsa abbiamo celebrato la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta. Cari giovani, diventate come lei degli artigiani di misericordia; cari ammalati, sentite la sua vicinanza compassionevole specialmente nell’ora della croce; e voi, cari sposi novelli, siate generosi: invocatela perché non manchi mai nelle famiglie la cura e l’attenzione per i più deboli”.

Papa Francesco: il cuore cristiano sa muoversi a compassione

Compito dei discepoli di Gesù è essere “al servizio della vita e della comunione”, avendo un cuore capace di commuoversi per i bisogni umani. Alla catechesi dell’udienza generale tenuta in Aula Paolo VI, Papa Francesco ha commentato il Vangelo della moltiplicazione dei pani, spiegando che Cristo vuole sempre “coinvolgere” i suoi discepoli nella testimonianza della misericordia. Il servizio di Alessandro De Carolis da Radio Vaticana

Il Maestro della misericordia e gli allievi della compassione. Si può leggere in sostanza così l’episodio della moltiplicazione dei pani sul quale il Papa basa la sua catechesi. Come sempre, Francesco fa rivivere la scena del Vangelo mettendo sotto la lente anzitutto il comportamento di Gesù, che vorrebbe appartarsi in preghiera ma poi si fa prendere dalla “compassione” nel vedere la folla che lo tallona a piedi dalla riva del lago che Lui sta percorrendo in barca:

“Gesù non è freddo, non ha un cuore freddo. Gesù è capace di commuoversi. Da una parte, Egli si sente legato a questa folla e non vuole che vada via. Dall’altra, ha bisogno di momenti di solitudine, di preghiera, con il Padre. Tante volte fa la notte pregando con suo Padre (…) La sua compassione non è un vago sentimento: mostra invece tutta la forza della sua volontà di stare vicino a noi e di salvarci. Ci ama tanto. Tanto ci ama, Gesù. E vuole essere vicino a noi”.

Partecipi della compassioni
Primo, una compassione che diventa concreta, smuove mani e cuore, e che in quel frangente del Vangelo si traduce nel dar da mangiare alle migliaia di persone che stanno seguendo il loro Rabbi. Secondo, il coinvolgimento. Gesù – spiega il Papa – vuole prendersi cura di chi lo segue ma insieme ai suoi discepoli:

“E’ un miracolo che Lui fa, ma è il miracolo della fede, della preghiera con la compassione e l’amore. Così Gesù ‘spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli alla folla. Prendevano un pane, lo spezzavano, lo davano e il pane ancora c’era lì. Prendevano un’altra volta e così hanno fatto i discepoli. Il Signore va incontro alle necessità degli uomini, ma vuole rendere ognuno di noi concretamente partecipe della sua compassione”.

Dentro la vita con misericordia
Terzo punto su cui Francesco attira l’attenzione è la benedizione che Gesù dà ai pani e ai pesci prima che siano distribuiti alla gente. Gli stessi gesti, nota, “che ogni sacerdote compie” quando celebra l’Eucaristia”. E la comunità cristiana rinascendo “continuamente da questa comunione eucaristica”, conclude Francesco, è chiamata a essere ovunque – in famiglia, al lavoro, in parrocchia, “al servizio della vita e della comunione”:

“Vivere la comunione con Cristo è perciò tutt’altro che rimanere passivi ed estraniarsi dalla vita quotidiana, al contrario, sempre più ci inserisce nella relazione con gli uomini e le donne del nostro tempo, per offrire loro il segno concreto della misericordia e dell’attenzione di Cristo (…) Gesù vuole raggiungere tutti, per portare a tutti l’amore di Dio. Per questo rende ogni credente servitore della misericordia”.

So che questo è l’anno della misericordia. Mi potresti spiegare cos’è?

Per capire bene le parole, è utile, oltre che interessante, andare alla radice del significato. Misericordia deriva da due parole latine, miserere, che significa avere pietà, e cor/cordis, che significa cuore. In pratica è un sentimento che ci fa provare compassione quando qualcuno è infelice o si trova nel bisogno.
Quando penso alla misericordia mi viene in mente un’immagine: un bimbo ancora malfermo sulle gambe che inciampa e si fa male, e tende le braccia alla mamma per avere conforto. Oppure penso a una ragazza che soffre perché ha litigato col fidanzato e cerca un po’ di consolazione dall’amica.
La misericordia ci spinge a soccorrere chi sta male, chiamando in causa tutta la nostra pazienza e la nostra comprensione. È un sentimento che addolcisce il cuore, lo rende accogliente e avvolgente, ma fa anche muovere le gambe, perché ci fa andare incontro a chi ha bisogno di un sostegno.
La misericordia ci insegna anche a perdonare chi sbaglia ed ecco che entra in campo la religione. Infatti tutte e tre le grandi religioni monoteiste dicono che Dio è misericordioso. Nel libro dell’Esodo leggiamo: «Il Signore, tuo Dio, è un Dio misericordioso, non ti abbandonerà», e ancora: «Il Signore, Dio, misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di misericordia e fedeltà». Nel Vangelo è riportata questa frase di Gesù: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso». «Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso», recitano i musulmani nelle loro preghiere rituali. Come vedi ebrei, cristiani e musulmani ritengono che Dio sia misericordioso, perché è capace di un amore infinito, che sempre accoglie chi sbaglia e lo perdona.

La misericordia di Dio è il perdono?

È uno degli aspetti, sì. Se dovessi riassumere in una sola frase tutta la Bibbia, direi che è la storia dell’uomo che spesso sbaglia e di Dio che sempre lo accoglie col suo perdono. «Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia», dice l’apostolo Paolo. Non a caso usa «sovrabbondare» per sottolineare che la misericordia di Dio è infinitamente più grande della misura che servirebbe per perdonare la colpa.

Ma è giusto che Dio ci perdoni tutte le volte? Voglio dire, se ci perdona sempre, allora non impareremo mai!

Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Non è una frase mia, è del profeta Isaia. Dio ci perdona perché ci ama visceralmente! E vuole che impariamo più dall’amore che dalle punizioni. Tu forse pensi che la misericordia sia l’espressione delle persone deboli, io invece credo che sia la caratteristica delle persone forti, sicure, fiduciose.
In Dio la misericordia manifesta la sua onnipotenza, è la forza del suo amore. C’è una bellissima lettera scritta da san Paolo alla comunità di Corinto che dice così: «La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta». La carità è l’amore. E come la misericordia, ha a che fare con il cuore dell’uomo e con la sua capacità di amare. È il sentimento che più avvicina l’uomo al suo Dio.

Papa: opere di misericordia con Aiuto alla Chiesa che Soffre

Realizzare opere di misericordia durature che incontrino le tante necessità di oggi. E’ questa l’esortazione che Papa Francesco rivolge ai fedeli di tutto il mondo nel videomessaggio in occasione della campagna internazionale di raccolta fondi “Be God’s Mercy” (Sii la misericordia di Dio) da parte di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il Santo Padre, che oggi ha ricevuto in udienza una delegazione della Fondazione Pontificia, sottolinea anche che gli uomini hanno bisogno di misericordia, non di guerre. Aiuto alla Chiesa che Soffre – attraverso opere concrete di misericordia – sostiene in tutto il mondo, ogni anno, oltre seimila progetti.Il servizio di Amedeo Lomonaco da Radio Vaticana

Nel videomessaggio Papa Francesco esorta tutti gli uomini e le donne di buona volontà “a realizzare, in ogni città, in ogni diocesi, in ogni associazione, un’opera di misericordia”:

“Los hombres y las mujeres necesitamos de la misericordia de Dios…
Noi uomini e donne abbiamo bisogno della Misericordia di Dio, ma abbiamo anche bisogno della nostra misericordia; abbiamo bisogno di tenderci la mano, di accarezzarci, di prenderci cura l’uno dell’altro”.

“Así que los invito a todos, junto a Kirche in Not, a hacer…
Per questo invito tutti voi a realizzare in tutto il mondo, insieme ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, opere durature di misericordia”.

“No le tengan miedo a la misericordia…
Non abbiate paura della misericordia: la misericordia è la carezza di Dio”.