Santa Sede. Papa: le migrazioni arricchiscono le società. «Anche Gesù fu un rifugiato»

Il Papa con alcuni migranti in un’immagine d’archivio (Fotogramma)

La questione dei migranti e della tratta degli esseri umani è al centro delle preoccupazioni pastorali e degli orientamenti magisteriali di papa Francesco. Ne sono ulteriore prova due nuovi documenti della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, un ufficio posto alle dirette dipendenze del Pontefice e diretto da due sotto-segretari: il gesuita slovacco-canadese Michael Czerny e lo scalabriniano italiano Fabio Baggio.

I due testi diffusi oggi sono gli “Orientamenti pastorali sulla Tratta di persone” e “Luci sulle Strade della Speranza – Insegnamenti di Papa Francesco su migranti, rifugiati e tratta”.

Il primo, frutto di un processo di consultazione con le Conferenze Episcopali, le organizzazioni cattoliche e le congregazioni religiose, presenta una serie di orientamenti pastorali allo scopo di comprendere, riconoscere, prevenire e debellare la piaga della tratta di persone, proteggere le vittime e promuovere la riabilitazione dei sopravvissuti. Il documento, di 38 pagine, illustra “realtà e risposte” sulla piaga della tratta, indicandone le cause, sollecitandone il riconoscimento, illustrandone le dinamiche e le possibili modalità per sconfiggere il fenomeno (rafforzare la cooperazione, sostegno ai sopravvissuti, promuovere la reintegrazione). Il documento è disponibile in formato digitale su: https://migrants-refugees.va/it/tratta-di-esseri-umani-e-schiavitu/ in varie lingue e formati.

Il secondo volume, prefato dallo stesso Pontefice, è una corposa raccolta (489 pagine) degli insegnamenti magistrali di Papa Francesco su migranti, rifugiati e tratta dall’inizio del Suo Pontificato alla fine del 2017. Ad esso è abbinata una versione elettronica con programma di ricerca, disponibile sul sito della Sezione, che viene aggiornata regolarmente a cadenza semestrale incorporando i nuovi insegnamenti pontifici.

“Spostarsi e stabilirsi altrove con la speranza di trovare una vita migliore per se stessi e le loro famiglie: è questo il desiderio profondo che ha mosso milioni di migranti nel corso dei secoli”, osserva il Pontefice nella sua prefazione. Spiegando come “gli esodi drammatici dei rifugiati” siano “un’esperienza che Gesù Cristo stesso provò, assieme ai suoi genitori, all’inizio della propria vita terrena, quando dovettero fuggire in Egitto per salvarsi dalla furia omicida di Erode”.

“Il viaggio dei migranti non è sempre un’esperienza felice” rimarca Papa Francesco. Basti pensare “ai terribili viaggi delle vittime della tratta”. Anche in questo caso, però, “non mancano le possibilità di riscatto, come accadde per il piccolo Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto come schiavo dai fratelli gelosi, il quale in Egitto divenne un fiduciario del faraone”.

“Nella Sua infinita misericordia, Dio elargisce liberamente la Sua grazia in ogni circostanza”, scrive Papa Francesco. “Ce lo confermano – aggiunge – gli esempi ispiratori dei nostri antenati nella fede i quali hanno dovuto fuggire dalle persecuzioni o, seguendo la voce del Signore, hanno viaggiato in terre lontane come missionari”.

“Anche oggi – osserva il Pontefice – i movimenti umani, pur generando sfide e sofferenze, stanno arricchendo le nostre comunità, le Chiese locali e le società di ogni continente”. “Come la storia umana, – prosegue – la storia della salvezza è stata segnata da itineranze di diverso genere – migrazioni, esili, fughe, esodi – tutte comunque motivate dalla speranza di un futuro migliore altrove. E anche quando l’itineranza è stata introdotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di librazione e riscatto”.

“Mi auguro – conclude la prefazione – che questa raccolta di insegnamenti e riflessioni possa illuminare i nostri passi sulle strade della speranza, fornendo spunti d’ispirazione per la preghiera, la predicazione e l’azione pastorale”.

I padri Czerny e Baggio da parte loro, nella prefazione al volume sugli “Orientamenti pastorali sulla tratta delle persone”, sottolineano come Papa Francesco “non ha mai nascosto la sua grande preoccupazione” verso tale fenomeno, “che miete milioni di vittime – uomini, donne e bambini -, le quali possono essere annoverate tra le persone più deumanizzate e scartate ovunque nel mondo di oggi”. I due religiosi ricordano che il Pontefice chiamano la tratta “un ’flagello atroce’, una ’piaga aberrante’ e una ferita ’nel corpo dell’umanità contemporanea’”. E scopo degli Orientamenti è proprio quello “di fornire una chiave di lettura della tratta e una comprensione che diano ragione e sostegno a una lotta necessaria e duratura” per sradicarla.

>> LA PREGHIERA PER LE VITTIME DELLA TRATTA

da Avvenire

La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Senza tutela non c’è futuro

L’Italia e l’Europa non possono immaginare il proprio futuro senza tutelare, anche da un punto di vista giuridico, coloro che fuggono da guerre e persecuzioni. Così come spesso, per gli immigrati, è la “mancanza del permesso di soggiorno” a ingenerare ulteriori tensioni sociali. È quanto hanno sottolineato ieri, martedì 10, a Roma, i responsabili della Fondazione Migrantes presentando le iniziative per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domenica prossima. Da parte del presidente, l’arcivescovo di Capua, nonché responsabile della Commissione episcopale per le migrazioni, Bruno Schettino, anche la richiesta di concedere “almeno un anno di permesso di soggiorno” a quanti si trovano in situazione irregolare ma “non hanno commesso reati, conoscono un po’ l’italiano e hanno voglia di restare”. La misura, secondo il presule, andrebbe applicata anche ai tanti immigrati che, a seguito della crisi, negli ultimi tempi hanno perso il lavoro e, conseguentemente, sono divenuti irregolari. “Lo stato di “clandestinità” è pericoloso e può esplodere: senza permesso gli immigrati non hanno alcun riconoscimento civile e giuridico, soffrono e non possono cercare un’occupazione”. In questo senso, da parte di monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, è stata avanzata anche la richiesta di “alcune misure di reddito minimo, che tutelino chi in questo momento difficilmente può rientrare nel proprio Paese”.
Ricordando quindi i circa 62.000 migranti sbarcati sulle coste della Penisola nel corso del 2011, monsignor Perego ha rimarcato come “l’Italia non può pensare il proprio futuro senza costruire prospettive di tutela e protezione internazionale di molte persone in fuga, senza una rete strutturata e organica di accoglienza, senza una specifica legge sull’asilo e la protezione internazionale”. Una responsabilità, però, che riguarda l’intero continente. “L’Europa non può abbandonare i Paesi del proprio confine a una gestione improvvisata, provvisoria di un flusso di rifugiati e richiedenti asilo”.
In ogni caso la celebrazione della Giornata – sul tema “Migrazioni e nuova evangelizzazione” – in Italia come nel resto del mondo, intende sottolineare come il fenomeno dell’emigrazione, prima ancora che un’emergenza da affrontare, sia per la Chiesa un’opportunità in più sulla strada della missione. In questo senso, monsignor Perego ha ricordato che, nel 50° anniversario di apertura del Vaticano II, l’appuntamento di domenica sarà l’occasione per una “rilettura della pastorale delle migrazioni e della mobilità in Italia, alla luce dell’ecclesiologia conciliare”.
In Spagna, l’importanza della Giornata è stata sottolineata con una lettera del presidente dell’episcopato, il cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco Varela. Per il porporato, si tratta di “una nuova occasione per riflettere sul crescente fenomeno delle migrazioni nel mondo globale, di pregare affinché i cuori si aprano alla accoglienza cristiana e di lavorare perché nel mondo crescano la giustizia e la carità, fondamenti per la costruzione di una pace autentica e duratura”. Inoltre, “le nostre comunità cristiane devono affrontare la sfida di andare incontro per aiutare gli immigrati a mantenere salda la loro fede, anche quando manca il sostegno culturale che esisteva nel Paese di origine”.
Una forte presenza di immigrati da Africa, Asia e Europa orientale, dai Caraibi e dal Sud America costituisce, invece, il cambiamento più importante avvenuto nella Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles. Una trasformazione che ha reso la comunità dei fedeli multiculturale. Lo sottolinea il vescovo ausiliare di Southwark, Patrick K. Lynch, responsabile dell’episcopato per l’immigrazione, nel messaggio pubblicato in vista della Giornata. La Chiesa cattolica locale – scrive il presule – ha tratto grande beneficio dalla “fede e la testimonianza” delle comunità di immigrati, non soltanto oggi, ma attraverso gli anni. Le parrocchie sono state arricchite dal forte senso di comunità e dall’impegno per la vita familiare di molte delle comunità di immigrati. Per questo domenica le comunità cattoliche inglesi faranno una preghiera di ringraziamento per “la fede e la fedeltà” dei migranti.

(©L’Osservatore Romano 12 gennaio 2012)