Santo del Giorno 14 Agosto 2021 Massimiliano Kolbe

Offrì la propria vita per salvarne un’altra

Solo chi offre tutto salverà se stesso, perché ciò che possediamo in questo mondo ci è dato gratuitamente perché lo amministriamo con saggezza. Ecco perché chi offre la propria vita realizza il progetto più grande, come fece san Massimiliano Maria Kolbe.

Nato l’8 gennaio 1894 a Zdunska Wola, nella Polonia centrale, Rajmund Kolbe nel 1910 entrò tra i Frati Minori Conventuali, assumendo il nome di fra Massimiliano. Fondò la «Milizia di Maria Immacolata» e nel 1918 divenne prete. Nel 1922, per far conoscere la Milizia, fondò la rivista «Il cavaliere dell’Immacolata», che conobbe una diffusione enorme arrivando a milioni di copie. Malato di tubercolosi, per un periodo fu anche missionario tra Giappone e India. Imprigionato dai nazisti nel febbraio 1941 a causa dell’origine del suo nome, venne inviato ad Auschwitz e destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri. Offrì la sua vita in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Le sue ultime parole furono: «Ave Maria».

Altri santi. San Marcello di Apamea, vescovo e martire (IV sec.); santi Martiri di Otranto (1480).

Letture. Romano. Gs 24,14-29; Sal 15; Mt 19,13-15.

Ambrosiano. Dt 4,32-40; Sal 94 (95); Eb 12,25-29; Mt 7,21-29.

Bizantino. 1Cor 1,26-2,5; Mc 20,19-24.

Padre Massimiliano Kolbe, il cielo che illuminò il bunker

È una delle storie di eroismo cristiano più limpide quella di San Massimiliano Kolbe, il religioso polacco che la Chiesa ricorda alla vigilia della Festa dell’Assunta, giorno in cui nel 1941 fu ucciso nel campo di concentramento di Auschwitz. Paolo VI lo beatificò il 17 ottobre 1971 e il suo connazionale, San Giovanni Paolo II, lo proclamò Santo il 10 ottobre 1982.

da Radio Vaticana

“Il Cavaliere dell’Immacolata”. Un uomo dall’animo nobile come il suo non poteva concepire altro titolo per la sua piccola rivista dedicata alla Mamma celeste, che fin da bambino aveva imparato ad amare. Massimiliano Kolbe fu un cavaliere nel senso più alto del termine e fino all’ultimo respiro.

Cavaliere all’avanguardia
Cavaliere nel creare sotto il nome e la protezione dell’Immacolata la sua “Milizia”, in un tempo in cui – era il 1917 – l’Europa era attraversata dagli eserciti della Prima Guerra mondiale. Massimiliano, carattere socievole e ottimista, capisce che per bilanciare la propaganda totalitaristica che nel primo dopoguerra sta sviluppandosi è necessario che l’impegno pastorale dei Francescani, tra i quali è entrato, sia sostenuto, per una maggiore diffusione e presa sulla gente, dall’uso della tecnologia a disposizione, che a quell’epoca voleva dire stampa e radio.

Miliziani di Maria
Massimiliano è intelligente, bravo nello studio ma la tubercolosi che lo mina fin ragazzo gli impedisce di predicare e insegnare. I superiori gli permettono allora di dedicarsi alla sua “Milizia”, che non smette di raccogliere adepti ovunque venga conosciuta e conosciuto e stimato il suo propagatore, dai professori in cattedra agli studenti, da contadini semianalfabeti ai professionisti. Ed è a questo punto che il religioso polacco impianta una stamperia e nel 1921 esce il primo numero del “Cavaliere”.

Dal Giappone all’India
Rapidamente tutto diventa grande. Un altro nobile per titolo, un conte, gli dona un terreno e lui lo utilizza per fondare “Niepokalanow”, la “Città di Maria”, mentre le spartane capanne diventano edifici in muratura e la vecchia macchina stampatrice sin evolve in una moderna tipografia. Padre Kolbe si spinge a radicare i “Cavalieri” della sua Milizia fino in Giappone e in India, ma la malattia lo riporta in Polonia proprio quando l’esercito di Hitler sta per invadere la Polonia. I nazisti fanno terra bruciata della pubblicazione e soprattutto si scagliano contro i francescani che danno accoglienza a 2.500 rifugiati, 1.500 dei quali ebrei. Il 17 febbraio 1941, padre Massimiliano viene arrestato e il 28 maggio per lui si aprono i cancelli di Auschwitz.

Principe tra gli orrori
In quella gabbia degli orrori, il Cavaliere vive la sua ultima e più nobile fase della sua esistenza. Perde nome e abito, diventa un numero, il 16670, subisce violenze e viene assegnato al trasporto dei cadaveri nel crematorio. Ma in un luogo dove l’arte della crudeltà è affinata per abbrutire, la grande dignità di sacerdote e uomo di padre Massimiliano spicca come un diamante. “Kolbe era un principe in mezzo a noi”, racconterà un superstite.

“Solo l’amore crea”
La fine è nota. Trasferito alla fine di luglio al Blocco 14, dove i prigionieri erano addetti alla mietitura nei campi, quando uno di loro riesce a scappare, per rappresaglia in dieci finiscono in un bunker condannati a morire di fame. Uno dei prescelti è un giovane sergente polacco, Francesco Gajowniezek, che scoppia in lacrime e supplica il lagherfurher di risparmiarlo perché ha moglie e figli. A quel punto, padre Kolbe si fa avanti e chiede di scendere nel bunker al posto suo, tra lo stupore dei soldati. Il martirio è lentissimo. Consolati dall’incoraggiamento e dalle preghiere intonate da padre Massimiliano, le voci si affievoliscono e spengono una dopo l’altra. Dopo due settimane in quattro ancora resistono, uno è padre Kolbe. Le SS decidono di toglierli di mezzo con una iniezione di acido fenico. Tendendo il braccio al medico che sta per ucciderlo gli dice: “Lei non ha capito nulla della vita. L’odio non serve a niente. Solo l’amore crea”. Le sue ultime parole sono “Ave Maria”. E’ il 14 agosto 1941. Il corpo del Cavaliere viene cremato il giorno dopo, festa dell’Assunta.

Il santo del giorno: 14 agosto – Massimiliano Kolbe

Raimondo, più tardi divenuto francescano conventuale col nome di Massimiliano, nasce a Zdunska-Wola in Polonia il 7 gennaio 1894. Quando nel 1939 i tedeschi occupano la Polonia, Kolbe è nella sua terra e non teme di prendere posizione contro il nazionalsocialismo. Diventa ben presto una figura scomoda e nel febbraio 1941 è internato nel lager di Auschwitz. Da quel giorno diviene il n. 16.670. Verso la fine di luglio Kolbe offre la sua vita in cambio di quella di un altro prigioniero destinato alla morte. Dopo due settimane di indicibili sofferenze, nel porgere il braccio per la puntura di acido fenico, fra’ Massimiliano serenamente dice: “Ave, Maria!”. E’ la vigilia dell’Assunta e ha appena 47 anni.

liberoquotidiano

San MASSIMILIANO MARIA KOLBE   Sacerdote e martire – Memoria
Zdunska-Wola, Polonia, 8 gennaio 1894 – Auschwitz, 14 agosto 1941
Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia.