Malala, ovvero i libri contro la violenza

Londra, 4. Ripartire dalla cultura, perché i libri sono “come armi con le quali combattere il terrorismo”. Con questo messaggio Malala Yousafzai, la sedicenne pakistana nota per il suo attivismo per i diritti civili, soprattutto per il diritto allo studio delle donne nel suo Paese, ha inaugurato ieri a Birmingham quella che viene considerata la la più vasta biblioteca d’Europa con i suoi 31.000 metri quadrati. La biblioteca contiene un milione di libri, tra cui alcune prime edizioni delle opere di William Shakespeare. Nel suo discorso Malala – gravemente ferita dai talebani a Peshawar il 9 ottobre dello scorso e successivamente curata in Gran Bretagna, dove ancora vive – ha sottolineato il valore della cultura per creare una società fondata sulla pace. Per la sua lotta a favore delle donne pakistane, quest’anno Malala è candidata al Nobel per la Pace.

(©L’Osservatore Romano 5 settembre 2013)

“Un bambino, un libro e una penna possono cambiare il mondo”

New York, 13. “I talebani non sono riusciti a farmi tacere”. È il grido di Malala, lanciato ieri dalla tribuna dell’Onu. Un grido che ha voluto farsi voce a difesa di tutte le ragazze pakistane che, sotto la costante minaccia talebana, vedono lesi i propri diritti, fra cui quello all’istruzione. Rimasta gravemente ferita nell’attentato del 9 ottobre 2012, Malala, che ieri ha compiuto sedici anni, ha affermato: “Pensavano che i proiettili potessero zittirci. Ma hanno fallito. Da quel silenzio si sono alzate migliaia di voci”. “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo” ha dichiarato, per poi affermare con forza: “Gli estremisti hanno paura dei libri e delle penne. Il potere dell’istruzione li spaventa. Hanno paura delle donne e del potere della loro voce”.

(©L’Osservatore Romano 14 luglio 2013)

Malala torna a scuola. La ragazza pakistana ferita dai talebani per il suo attivismo a favore dell’istruzione per le donne in Pakistan

Londra, 20. Zainetto rosa in spalla, Malala Yousafzai, è tornata a scuola. La quindicenne pakistana che era stata aggredita dai talebani lo scorso ottobre per via del suo attivismo a favore dell’istruzione per le donne in Pakistan e che con il suo coraggio e la sua forza aveva commosso il mondo, ha trascorso ieri il primo giorno nella sua nuova scuola nel Regno Unito, a Birmingham, dove si è trasferita con la famiglia. «È il giorno più importante della mia vita», ha detto la ragazza che è sopravvissuta con grande forza a due difficili operazioni al cranio, l’ultima delle quali eseguita lo scorso 8 febbraio. «Questo — ha ripetuto sorridente — è il momento più felice, tornare a scuola. È ciò che ho sognato e credo che tutti i ragazzi dovrebbero potere andare a scuola, è un loro diritto».

(©L’Osservatore Romano 21 marzo 2013)