A Reggio Emilia le celebrazioni per il 227° anniversario del Primo Tricolore

l programma della festa annuale del Tricolore – che celebra la nascita del vessillo avvenuta a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 – prevede, subito dopo la sonata a distesa della Campana civica – alle ore 10 in piazza Prampolini la cerimonia di apertura delle Celebrazioni

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REGGIO EMILIA – Il 7 gennaio 2024, Reggio Emilia festeggia la Giornata nazionale della Bandiera e il 227° anniversario della nascita del Primo Tricolore con il saluto video di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo.

Alla celebrazione interverrà, per la lectio magistralis al teatro Municipale ‘Valli’, anche il Ezio Mauro, giornalista, editorialista ed ex direttore di Repubblica. Il programma della festa annuale del Tricolore – che celebra la nascita del vessillo avvenuta a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 – prevede, subito dopo la sonata a distesa della Campana civica – alle ore 10 in piazza Prampolini la cerimonia di apertura delle Celebrazioni alla presenza del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e delle autorità civili e militari. Sono previsti gli Onori militari alle autorità, l’Alzabandiera e l’esecuzione dell’Inno nazionale.

Alle ore 10.45, in Sala del Tricolore (ingresso a invito), intervento di saluto del sindaco Luca Vecchi e consegna della Costituzione italiana a delegazioni di Associazioni interculturali aderenti alla Fondazione Mondinsieme e ad alcune scuole reggiane.

Alle ore 11.15, al Teatro Municipale Romolo Valli (ingresso a invito), il saluto di Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, e dialogo tra i sindaci delle città di Reggio Emilia, Bologna, Firenze e Genova. Seguirà la lectio magistralis di Ezio Mauro, giornalista, editorialista ed ex direttore di Repubblica.

Al termine dell’incontro al teatro Municipale, l’esibizione della Banda musicale della Guardia di Finanza

ALTRE INIZIATIVE 

In occasione della festa del Tricolore a Reggio Emilia, la banda musicale della Guardia di Finanza si esibirà per le vie del centro storico già il 6 gennaio, con partenza alle ore 16.30 da piazza Prampolini.

Il 7 gennaio, il Museo del Tricolore (piazza Casotti, 1) sarà aperto con orario continuato dalle ore 11.30 alle ore 19. Alle 11.30 e alle 15.30 (in questo caso promossa dal Lions Club Reggio Emilia Host Città del Tricolore – Commissione permanente “Onore al Tricolore” -Distretto 108 Tb) è possibile partecipare a visite guidate.

Alle ore 16, allo stesso Museo del Tricolore: Un mondo di bandiere, laboratorio per bambini dai 6 ai 12 anni. Info e prenotazioni 0522 456816. 

Nel pomeriggio del 7 gennaio dalle ore 17 in Sala del Tricolore, il concerto “Quartetti per il Tricolore”. Esibizione di un quartetto d’archi e di un quartetto di clarinetti, promosso da Lions Club Reggio Emilia Host Città del Tricolore (Distretto Lions 108Tb) in collaborazione con il Conservatorio di Musica di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti Peri – Merulo. Infine alle ore 18 all’interno della Biblioteca Panizzi, Sala Reggio, via Farini, 3, Il Tricolore dal Risorgimento alla Repubblica storia di un museo reggiano. Presentazione dell’articolo di Mirco Carrattieri sulla storia del museo del Tricolore

Il 13 gennaio alle ore 10.30 nell’Aula Magna Pietro Manodori dell’Università di Modena e Reggio Emilia, viale Allegri, 9 si terà il convegno ‘Meuccio Ruini: un padre costituente’, promosso da Rotary Club Reggio Emilia.

Reggio Emilia, Giornata nazionale della Bandiera 7 Gennaio anniversario Tricolore

Nella mattinata del 7 gennaio, al 226° anniversario del primo Tricolore, inizieranno i festeggiamenti per la Giornata nazionale della Bandiera. Numerosi gli eventi che si susseguiranno tra lectio magistralis, alzabandiera e consegna delle Costituzioni. Parteciperanno, tra gli altri, il ministro Luca Ciriani e Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio

eggio Emilia festeggia, il 7 gennaio 2023, la Giornata nazionale della Bandiera e il 226° anniversario della nascita del Primo Tricolore con la partecipazione del ministro per i Rapporti con il Parlamento, onorevole Luca Ciriani, quale massimo rappresentante istituzionale.

Alla celebrazione interverrà, per la lectio magistralis al teatro Municipale ‘Valli’, anche il professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.

Il programma della festa annuale del Tricolore – che celebra la nascita del vessillo avvenuta a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 – prevede, subito dopo la sonata a distesa della Campana civica – alle ore 10 in piazza Prampolini la cerimonia di apertura delle Celebrazioni alla presenza del ministro Luca Ciriani, del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e delle altre autorità. Sono previsti gli Onori militari al ministro Ciriani, l’Alzabandiera e l’esecuzione dell’Inno nazionale.

Gli onori militari saranno resi da una Compagnia interforze composta da: Esercito – 87° Reparto comando Supporti tattici “Friuli”; Marina militare – Comando marittimo Nord-La Spezia; Aeronautica militare – 1^ Aerobrigata aerea Os; Arma dei Carabinieri – Legione Emilia-Romagna; Guardia di Finanza – Comando regionale Emilia-Romagna. Con il coordinamento dal Comando militare Esercito Emilia-Romagna. Sarà presente la Bandiera di Guerra del 87° Reparto comando Supporti tattici “Friuli”.

Sarà schierata, in abiti storici, anche la Guardia civica reggiana.

Alle ore 10.45, in Sala del Tricolore (ingresso a invito), intervento di saluto del sindaco Luca Vecchi e consegna della Costituzione italiana a delegazioni di Associazioni interculturali aderenti alla Fondazione Mondinsieme.

Alle ore 11.30, al Teatro Municipale Romolo Valli, gli interventi del sindaco Luca Vecchi, del presidente della Provincia Giorgio Zanni, del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Seguiranno la lectio magistralis del professor Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant’Egidio e l’intervento conclusivo del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

Al termine dell’incontro al teatro Municipale, l’esibizione della Fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri.

INIZIATIVE COLLEGATE – In occasione della festa del Tricolore a Reggio Emilia, la stessa Fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri si esibirà per le vie del centro storico già il 6 gennaio, con partenza alle ore 17.30 dal teatro Municipale Valli-piazza della Vittoria.

Il 7 gennaio, il Museo del Tricolore (piazza Casotti, 1) sarà aperto con orario continuato dalle ore 11.30 alle ore 18. Alle 11,30 e alle 16,30 (in questo caso su iniziativa del Lions Club Reggio Emilia Host Città del Tricolore – Distretto Lions 108Tb) è possibile partecipare a visite guidate.

Alle ore 15.30, allo stesso Museo del Tricolore: Tre colori per una bandiera, laboratorio per bambini dai 6 ai 12 anni.

Nel pomeriggio del 7 gennaio – alle ore 1515.30 e 16 – in Sala del Tricolore (piazza Prampolini, 1), si terrà la rievocazione storica: Napoleone e il Tricolore, la città italiana più matura per la libertà, a cura dell’Associazione per la ricostruzione storica Les Grognards de l’Armée d’Italie. Figuranti e attori dell’associazione rievocheranno l’encomio napoleonico ai rivoluzionari reggiani vittoriosi a Montechiarugolo, poi le sedute del Congresso cispadano per l’approvazione della Costituzione repubblicana e la proclamazione del Tricolore quale vessillo del nuovo Stato libero.

E alle ore 17.30, ancora nella Sala del Tricolore: concerto Armonie dalla patria della bandiera, omaggio alla memoria del professor Giovanni Marzi, con esibizione della Filarmonica Città del Tricolore (evento promosso da Lions Club Reggio Emilia Host Città del Tricolore).

Infine, l’8 gennaio alle ore 17, in Sala del Tricolore:Canti di Festa intorno al Tricolore.

Con il Coro di voci bianche dell’Associazione Parma Musicale; Asia Marcassa – voce, Roberto Barrali – pianoforte, Beniamina Carretta – direzione.

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Area Reggiane, la nuova fase di riqualificazione

Il sindaco Luca Vecchi ha presentato il progetto definitivo delle opere pubbliche di riqualificazione di piazzale Europa, viale Ramazzini e dei Capannoni 17 e 18 del Parco dell’innovazione, conoscenza e creatività nell’area Reggiane. Le azioni di bonifica. Più qualità urbana, verde e sicurezza.

Un nuovo importante tassello del Parco dell’innovazione, conoscenza e creatività nell’area Reggiane, nell’ambito del Progetto Area nord di Reggio Emilia, è stato delineato. Si tratta del progetto definitivo delle opere pubbliche di riqualificazione dei Capannoni 17 e 18, attigui al Capannone 19 sede del Tecnopolo, del piazzale Europa che diverrà piazza del Parco, e del tratto storico di viale Ramazzini, oggi inglobato nell’area industriale dismessa e di cui è prevista la riapertura come accesso privilegiato al Parco, al Centro internazionale dell’infanzia Loris Malaguzzi a sua volta parte integrante del Parco, e al quartiere di Santa Croce.
Sono stati avviati intanto, e proseguiranno per tutto il 2014 e nel 2015, i lavori di pulizia, rimozione dell’amianto e bonifica dell’area industriale dismessa, in base a un accordo fra Iren Rinnovabilie Fantuzzi Immobiliare.
E’ stata convocata ed è al lavoro la Conferenza dei servizi, a cui partecipano i diversi enti preposti a esprimere i necessari pareri tecnici sull’intervento. Conclusi i lavori della Conferenza, si procederà alla fase esecutiva e all’avvio dei lavori previsto nel 2015.
L’investimento – per opere pubbliche e di bonifica – è stimato in circa 28 milioni di euro e si realizza grazie a una partnership pubblico-privata, sotto la guida e il controllo dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia.
L’investimento privato sarà sostenuto da Iren Rinnovabili in qualità di prossimo proprietario di parte delle aree interessate dall’intervento e da un pool di aziende, con vocazione alla ricerca e all’innovazione, che intendono insediarsi nell’area. Iren Rinnovabili, capofila della partnership privata, allocherà la propria sede e gli spazi per start-up nel Parco dell’innovazione al fianco del Tecnopolo, nel Capannone 18.
Le risorse pubbliche consistono in più di 13 milioni di euro, di cui 10,9 milioni di euro finanziati dal Piano nazionale Città del governo, e 2,5 milioni di euro finanziati attraverso il Documento unico di programmazione (Dup) della Regione Emilia-Romagna.

Inquadramento

Hanno detto – Il progetto definitivo delle opere pubbliche è stato presentato il 30 luglio 2014 alla stampa dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, dall’assessore alla Rigenerazione urbana e del territorio Alex Pratissoli e dal direttore dell’area Pianificazione strategica del Comune di Reggio Emilia Massimo Magnani.
“Con questo progetto definitivo – ha detto il sindaco Vecchi – facciamo un ulteriore e importante passo avanti nella realizzazione del Parco dell’innovazione, che è una evoluzione del Tecnopolo e può diventare uno dei parchi scientifico-tecnologici più ampi del nostro Paese. Iren Rinnovabili, che ha il ruolo di ‘forza motrice’ di questa fase, e una trentina di imprese innovative, fortemente orientate a alla ricerca e allo sviluppo di competenze distintive tipiche del nostro territorio, vogliono insediarsi nell’area Reggiane, che è stata sul piano storico incubatrice del nostro modello economico e può ora generare nuova impresa, ricerca e lavoro”.
“Si sviluppa dunque in maniera concreta, grazie a una partnership pubblico-privata – ha aggiunto il sindaco – un progetto, quello Parco dell’innovazione nell’area Reggiane, condiviso fin dall’inizio con la città, a cominciare dal sistema economico, e che ha una valenza e una funzione rilevante non solo per la città, ma anche per l’Area vasta”.
Il sindaco ha poi rivolto un nuovo invito alla città e al mondo economico in particolare: “L’importanza del progetto e dell’area Reggiane – ha proseguito il sindaco – ci stimolano anche ad aprire un ulteriore confronto e lanciare un appello alla città e al sistema economico per continuare a lavorare insieme su questo tema con l’obiettivo di acquisire e riqualificare l’intera area Reggiane. Non ci nascondiamo la complessità, la difficoltà di un’operazione di così ampia scala e che richiede un forte investimento, ma crediamo ne valga la pena.
“Questo nuovo passaggio – ha concluso Vecchi – per la realizzazione del Parco dell’innovazione è importante per la ricerca, l’economia, la qualità urbana che si introduce con le opere pubbliche e private di riqualificazione. Ma esso riguarda una sola porzione dell’area Reggiane, che è ben più ampia e che merita una piena e completa rigenerazione. Credo sia quindi giusto sollecitare l’interesse del mondo economico della città a un’operazione di questo rilievo per l’economia e la comunità”.
“Questo modello di investimento, con partnership pubblico-privata – ha detto l’assessore Pratissoli – renderà più competitivo il nostro territorio. Insieme con altre eccellenze quali il Centro internazionale Malaguzzi e la stazione Av Mediopadana, il Parco dell’innovazione rende l’Area Nord e il territorio reggiano nel suo insieme potenziali attrattori di ulteriori investimenti anche da parte di privati. Parliamo di un luogo che si presenterà infatti riqualificato e facilmente raggiungibile, grazie a infrastrutture che vanno dalla scala urbana a quella di Area vasta, quale appunto la nuova stazione Av. L’operazione nel suo complesso si propone come modello replicabile per altre aree e realtà”.
Riguardo alla bonifica dell’area Reggiane, l’assessore ha spiegato che “essa è in corso ed è precondizione, oltre che di qualità ambientale, anche di recupero e riuso dell’area stessa. La rimozione dell’amianto è in corso e sul lato prospiciente via Agosti era stata avviata dal 2013. Prossimamente la rimozione sarà completata nel Capannone 18 e progressivamente sul lato di via dell’Aeronautica”. (nella nota allegata, il dettaglio delle azioni di bonifica)
L’architetto Magnani ha poi presentato i contenuti del progetto di riqualificazione di piazzale Europa, viale Ramazzini e dei Capannoni 17 e 18.

Il percorso – Quale risorsa infrastrutturale al servizio di un progetto strategico condiviso per il futuro della città, l’Area Nord è al centro di un importante programma condiviso dalla città a partire dagli Stati generali dell’Area Nord, unitario e integrato, di rigenerazione e risignificazione dei luoghi, che coinvolge in sostanza quattro ambiti operativi:

    – la

rigenerazione dell’Area Reggiane all’interno della quale si svilupperà il Parco Innovazione Conoscenza e Creatività, le cui strutture – a partire dal Centro internazionale e dal Tecnopolo della Rete alta tecnologia regionale – incentivano altre aziende a collocarsi in quest’area per sviluppare filiere innovative e nuove imprese, nell’ambito delle competenze distintive del territorio, con l’obiettivo di generare e implementare nuove idee, per aumentare l’attrattività, lo sviluppo sostenibile e la competitività della città;

 

    – la

realizzazione della Stazione dell’Alta Velocità

    e la sua trasformazione in Nodo Mediopadano, infrastruttura di interscambio tra differenti sistemi ferroviari (locali, nazionali e internazionali) e di collegamento intermodale fra autostrada e Alta velocità ferroviaria in grado di consentire uno scambio diretto e veloce treno/auto e auto/treno: questo nuovo ed efficiente sistema di mobilità rappresenterà un fattore “chiave” per lo sviluppo dell’intero sistema territoriale;

 

    – la

riqualificazione e valorizzazione della “città pubblica”

    quale elemento cardine su cui assestare processi e strategie virtuosi di qualità urbana;

 

    – l’introduzione di

nuovi mezzi e sistemi tecnologici “intelligenti

    ” volti a sviluppare l’utilizzo pervasivo di servizi nell’ambito delle

Information and Communication Technologies

    (Ict) per la gestione del territorio, il controllo delle infrastrutture, il monitoraggio ambientale, l’erogazione di servizi.

Nel luglio 2014 è stato sottoscritto Atto di accordo tra Comune di Reggio Emilia e Iren Rinnovabili spa finalizzato all’attivazione e realizzazione della riqualificazione urbana della porzione dell’area delle ex Officine Meccaniche Reggiane in oggetto (“Ambito Centro intermodale (Cim) e ex Officine Reggiane. Comparto Capannone 19 – Capannone 18 – Capannone 17 – Piazzale Europa – Braccio storico viale Ramazzini”), attraverso lo strumento, previsto dalla legge regionale 19 del 1999, denominato Programma di Riqualificazione urbana (Pru), i finanziamenti del Piano nazionale della Città e del Dup e risorse private.
Nell’ambito dell’accordo, si prevede dunque la riqualificazione, attraverso un Piano urbanistico attuativo di natura pubblica, di una superficie territoriale di circa 102.820 metri quadrati, suddivisa in quattro ambiti:
– Riqualificazione di piazzale Europa;
– Riqualificazione e riapertura del braccio storico (interno alle ex officine meccaniche) di viale Ramazzini;
– Riqualificazione Capannone 17;
– Riqualificazione Capannone 18.

Stato di FattoNuovo piazzale Europa porta di accesso al Parco Innovazione e nuova polarità pubblica del quartiere – L’ambito specifico di intervento di riqualificazione di piazzale Europa occupa una superficie di 37.247 metri quadrati.
Oggi piazzale Europa è uno spazio monofunzionale pensato a parcheggio, domani sarà il display comunicativo del Parco e la sua principale porta di accesso e soprattutto un nuovo spazio pubblico multifunzione (non si perderà la funzione di parcheggio) in grado di generare nuova qualità urbana per l’area e per l’intero quartiere. Attraverso la sua riqualificazione si mira a ricreare una forte connessione tra la città e l’Area Reggiane partendo dal Centro Internazionale Loris Malaguzzi e dal Tecnopolo, a trasformare il fronte nord della stazione (oggi un retro) in un “davanti” offrendo più identità agli spazi pubblici, più accoglienza, fruibilità e sicurezza e soprattutto più capacità connettiva con la stazione storica e il quartiere al di là del fascio ferroviario.
In dettaglio il progetto di riqualificazione, in coerenza con l’obiettivo di futuro insediamento nell’Area Reggiane della piattaforma logistico – tecnologica del Parco dell’innovazione, conoscenza e creatività, affronta il tema fondamentale delle connessioni e delle funzioni pubbliche per incrementare l’accessibilità all’area e fornire un sistema di servizi e funzioni aggiuntive: piazzale Europa diventa a tutti gli effetti una Piazza.
Il progetto di riqualificazione di piazzale Europa si basa su alcuni obiettivi fondamentali:
– trasformare l’attuale parcheggio in un parco, uno spazio pubblico di qualità e in relazione con il contesto;
– definire un sistema di connessioni che renda l’accesso all’area facile e veloce, con differenti modalità di trasporto, per bacini d’utenza diversi, tra il quartiere e il centro storico;
– potenziare il sistema Cim, mantenendo a regime le infrastrutture esistenti ma integrandole con servizi innovativi legati alla mobilità sostenibile
– collegare tra loro le polarità del Parco dell’innovazione attraverso un sistema di percorsi interno che le valorizzi e renda più leggibile la presenza delle singole strutture
– comunicare e mettere a sistema il Parco dell’innovazione, attraverso la definizione di alcune strutture display, segnaletiche, per comunicare le attività dell’area verso l’esterno e per facilitare le relazioni interne.

RiqualificazioneUn luogo pubblico di qualità, in posizione baricentrica rispetto alle eccellenze presenti nell’area e a tutto il sistema della mobilità. Un luogo che non sia solo di transito ma anche dove trascorrere il tempo libero. I parcheggi sono riorganizzati su un’area più estesa per favorire un aumento degli spazi a verde e dei percorsi ciclabili e pedonali che si integrano con la funzione di parcheggio. Ampie zone di verde e percorsi alberati si alternano lungo la direzione nord-sud.
In particolare si definisce un nuovo asse che collega direttamente il Centro internazionale Loris Malaguzzi, il parco stesso, la stazione ferroviaria storica, il viale 4 Novembre fino a porta San Pietro.
Gli spazi dedicati al parcheggio hanno un andamento lievemente irregolare, componendo così un orizzonte variegato che favorisce l’orientamento, dove la presenza delle auto è mitigata dai leggeri dislivelli e dalle aree verdi.

Le connessioni
Il potenziamento delle connessioni verso il centro storico parte dalla ridefinizione dei sottopassi esistenti:
– il sottopasso pedonale della stazione ferroviaria viene prolungato verso nord e collegato direttamente con piazzale Europa. Per chi arriva in treno sarà possibile vedere il parco fin dal sottopasso e raggiungere rapidamente, attraverso un ampio viale alberato, il Centro Malaguzzi, il Tecnopolo e le altre attività;
– l’uscita del sottopasso ciclabile viene ampliata e si dirama in differenti percorsi che distribuiscono i flussi che provengono dal centro storico;
– una zona di rispetto a nord dell’area, lungo il perimetro di Centro Malaguzzi e sede Cepam (villa Direttore Reggiane ora sede Arci) è prevista per collocare la sede della tramvia che potrebbe in futuro collegare il Centro storico, l’area Reggiane e raggiungere la stazione ferroviaria Av Mediopadana.
Nuove funzioni
L’opportunità ulteriore è di inserire funzioni aggiuntive per incrementare la fruizione durante tutte le ore e i giorni della settimana per dare una vocazione alternativa, che si aggiunga a quella di piattaforma intermodale, per attrarre nuovi flussi e per adattarsi ai cambiamenti futuri del contesto, fornendo spazi pubblici e servizi per le attività presenti, che si insedieranno e a servizio del quartiere Santa Croce.
Assi e percorsi ciclo pedonali
La trama delle aree verdi, configurate secondo la direzione prevalente nord-sud, definisce e permette le connessioni necessarie per raggiungere tutto il perimetro e le polarità che vi si affacciano. Oltre ai percorsi nord-sud, è prevista la realizzazione di 2 assi pedonali est-ovest che intercettano tutti gli altri percorsi. Uno, a nord, si allinea con l’ingresso principale del Tecnopolo. Un altro, a sud, coerentemente al progetto di recupero del quadrante sud-ovest dell’area Reggiane, funge da ingresso al piazzale tra i capannoni 17 e 15.
Il sistema crea una rete che si attesta sugli ingressi dei principali edifici che si affacciano sul piazzale Europa, e lascia respiro e leggibilità ai rispettivi prospetti.
Maggiore attenzione è stata dedicata al fronte Nord della stazione ferroviaria centrale, zona nodale rispetto a tutti i flussi del sistema Cim, in cui vengono intercettati i percorsi ciclabili e pedonali portanti che collegano la stazione, l’autostazione e i parcheggi con il Centro storico e il Parco dell’Innovazione.

Display
Uno degli aspetti fondamentali per la riqualificazione dell’area e lo sviluppo del Parco dell’innovazione è riuscire a comunicare e rendere visibili dall’esterno e con immediatezza le attività che vi si svolgono. L’intervento prevede due punti “segnaletici” all’intersezione dei flussi principali. Risulta così possibile combinare le informazioni legate al Parco Innovazione e al sistema della mobilità.
Sistema della mobilità pubblica
L’accesso all’autostazione viene modificato. Gli autobus extraurbani potranno entrare nell’autostazione, non interferendo con il parcheggio scambiatore, tramite la strada a ovest, tra piazzale Europa e l’area ex-Gallinari. Rimane comunque la possibilità di sfruttare l’area “sosta veloce” a nord, tra il parcheggio e l’autostazione, utilizzato soprattutto da linee di lunga percorrenza. In questo caso, dal momento che non è possibile effettuare la manovra di inversione tramite la rotatoria a ovest, è ammessa l’uscita tramite l’asse centrale di ingresso e uscita al parcheggio. La riapertura del braccio storico di viale Ramazzini sostituirà per le linee di trasporto pubblico che provengono e vanno verso Sud l’attuale accesso di via Agosti.

Sistema della mobilità privata e parcheggi
L’area del parcheggio scambiatore oggetto di intervento viene ridistribuita in 3 comparti principali, distinti con accesso differenziato. Rispetto al funzionamento attuale viene eliminata la distribuzione ad anello esterna. L’obiettivo è ridurre l’impatto del parcheggio nel suo insieme, la velocità di percorrenza nel parcheggio e limitare le interferenze tra i percorsi ciclabili e pedonali portanti di progetto che attraversano l’area per una maggiore fruibilità al transito pedonale. I comparti sono tra loro comunicanti per facilitare la ricerca del parcheggio, ma l’intenzione è installare sistemi di monitoraggio e informazione in tempo reale dell’utilizzo del parcheggio per agevolare e minimizzare la circolazione interna degli utenti e le interferenze. In seguito alla ridistribuzione dei parcheggi il numero di posti auto totali è rimasto pressoché invariato.

Il progetto del verde
Nei casi di progetti di recupero e riconversione di aree post-industriali, la necessità di ricostruire una qualità ecologica e paesaggistica, come presupposto al loro rilancio economico, deve essere una priorità. I vuoti fisici tra gli edifici dismessi, le aree a parcheggio, le pertinenze, suggeriscono la necessità di prevedere una maglia vegetale ad alta valenza ecologica. Si tratta di un concept progettuale capace di attivare un “sistema paesaggio” che porti alla percezione di tratti estetici efficaci e ad armonia architettonica con l’intorno, ma che risponda anche a fondamentali requisiti funzionali di natura ecologica. Nel caso del piazzale Europa, si vuole partire da un riutilizzo delle piante esistenti, da implementare con l’impianto di alberi di specie autoctone o specie particolarmente adattabili; questa scelta dovrà dare la sensazione di una certa naturalità e spontaneità d’impianto che uniti al particolare disegno delle linee di parcheggio, produrrà un favorevole inserimento dell’area parcheggio.
Alcune zone nei pressi dei capannoni e in prossimità del limite ferroviario a sud del comparto, saranno trattate con impianti a densità boschiva, limitate a certe aree, ma capaci di dare un significativo contributo al valore ecologico del paesaggio proposto, insieme ad aiuole e manti erbosi sempre con specie autoctone.

Il ritorno di Viale Ramazzini L’ambito specifico di intervento di riapertura del braccio storico di viale Ramazzini, inglobato intorno agli anni Quaranta del Novecento dall’espansione delle officine Meccaniche Reggiane, occupa una superficie di 29.343 metri quadrati.
A sud vi si affacciano i capannoni 11 e 18, a nord i capannoni 10, 22 e 25. L’asse è orientato est-ovest; a est termina di fronte all’ingresso principale del Centro Malaguzzi, a ovest interseca viale del Partigiano.
Oggi la strada un tratto carrabile dismesso.
La posizione di questo tratto stradale non utilizzato è strategica perché, oltre ad attraversare il settore baricentrico dell’area Reggiane, è collegato alle arterie stradali di accesso alla città (tangenziale Nord, via dell’Aeronautica) e al Cim, in posizione di cerniera tra la mobilità su gomma privata e pubblica. Risulta quindi un asse fondamentale per lo sviluppo dell’area Reggiane e per il potenziamento del sistema della mobilità.
La riapertura, riqualificazione morfologica e riorganizzazione funzionale del braccio storico di viale Ramazzini, dorsale delle funzioni e degli spazi pubblici più rilevanti e direttrice distributiva della viabilità, consentirà un accesso diretto al “fulcro” del Parco dell’Innovazione.
Il progetto si basa in sostanza su alcuni obiettivi fondamentali:
– organizzare la mobilità pubblica e privata interna all’area Reggiane;
– garantire un’accessibilità efficace e diretta rispetto alla viabilità carrabile portante (tangenziale e via dell’Aeronautica) al Parco dell’Innovazione e il Centro Intermodale della Mobilità;
– dotare l’area di una dorsale di affaccio che valorizzi le attività e i servizi esistenti (Centro Malaguzzi, Tecnopolo) e di futuro insediamento;
– configurare una infrastruttura adattabile alle esigenze dell’area rispetto a proiezioni di medio e lungo termine;
– dotare l’area di una dorsale principale per le reti tecnologiche principali.

Sezione stradale
Il progetto definitivo propone una corsia per senso di marcia, divise da una fascia di rispetto che dissuada i sorpassi e agevoli gli attraversamenti perdonali.
Su entrambi i lati del viale è prevista una bike-lane per rendere il percorso facilmente ciclabile, soprattutto nell’ottica di futuri sviluppi dell’area Campovolo e permettere una percorribilità est-ovest veloce. Inoltre adotta uno schema già in altri casi sperimentato a Reggio Emilia in situazioni dove la compresenza di mezzi diversi è utile ad una regolamentazione e riduzione indiretta della velocità di percorrenza. Oltre la carreggiata, i marciapiedi si estendono fino agli edifici circostanti garantendo la libera circolazione di pedoni e bici in sede comune. Il dislivello rispetto la sede stradale è minimo per garantire una più libera circolazione delle bici in entrata e uscita della corsia ciclabile.

Mobilità pubblica
La riapertura del braccio storico di viale Ramazzini sostituirà, per le linee che provengono e vanno verso Sud, l’attuale accesso di via Agosti. L’adattabilità del progetto si esplica anche nella capacità di potere ospitare in futuro anche possibili riorganizzazioni strutturali del Trasporto pubblico.

Spazi pubblici
A lato della carreggiata le distanze sono variabili e dettate dal contesto, ma sufficienti per generare spazi di ampie dimensioni tali da accogliere la compresenza di bici e pedoni e assumere la connotazione di vero e proprio spazio pubblico. I marciapiedi sono integrati infatti con aree verdi e sedute. Sul lato nord è presente uno spazio vuoto che, una volta bonificato, diventerà un’ampia zona verde.

Paesaggio nel viale
Il nuovo paesaggio delle Reggiane deve trovare una decisa armonia. La vegetazione ha un ruolo preciso, fondamentale, dalla capacità di ammorbidire la rigida architettura post-industriale, alla funzione depurante del suolo e dell’aria, dando origine ad un ritrovato benessere ambientale.
Nel nuovo progetto di viale Ramazzini si vuole creare uno sviluppo prospettico forte , con la messa a dimora di due filari di Platanus x hybrida Vallis clausa, ovvero varietà resistente al Cancro colorato del platano, che può mettere in seria discussione la specie originaria. Al di sotto delle aiuole di coltivazione sarà disposta una vegetazione erbacea analoga a piazzale Europa con Miscanthus spp, Calamagrostis spp e Pennisetum spp.

Render capannone 17Riqualificazione architettonica e funzionale dei capannoni 18 e 17 – L’ambito specifico di intervento del Capannone 18 occupa una superficie di 20.411 metri quadrati, mentre l’ambito specifico di intervento del Capannone 17 conta una superficie di 9.673 metri quadrati.
Il progetto prevede il recupero e la valorizzazione delle struttura industriali esistenti, intese come pregevole testimonianza della memoria storica del contesto, e la loro riqualificazione allo scopo di collocazione di centri di ricerca, start-up e spin-off d’impresa, nuove realtà produttive provenienti dal territorio provinciale e dall’Area vasta, attività legate al terziario avanzato, alla cultura e ai servizi.
Le opere verranno realizzate secondo criteri di sostenibilità ambientale, flessibilità ed efficienza energetica, e strettamente commisurata alle esigenze delle aziende che vi si verranno ad insediare. In particolare, il progetto di recupero funzionale prevede la valorizzazione di due spazi principali: il primo lungo il confine Est affacciato al Tecnopolo, il secondo (perpendicolare al primo) con affaccio a Sud verso la stazione ferroviaria centrale e il dismesso Capannone 15.
Capannone 18In entrambi i padiglioni, il progetto prosegue il concept adottato nel Tecnopolo, considerando l’estensione dello spazio pubblico, ricavato all’interno degli edifici, come un continuum dello spazio fisico delle future piazze antistanti l’edificio.
I percorsi ottempereranno alle prescrizioni normative in materia di abbattimento delle barriere architettoniche e consentiranno di realizzare allestimenti temporanei per la ricerca, l’esposizione e lo spettacolo.
I fabbricati verranno restaurati in modo conservativo, mediante il recupero e il consolidamento dei paramenti murari e delle strutture di copertura, in acciaio e in calcestruzzo.
Verranno inseriti pannelli fotovoltaici con una produzione sufficiente ad eliminare i costi di gestione di illuminazione delle parti comuni.
La riqualificazione delle aree circostanti prevede la realizzazione di spazi di relazione e percorrenza integrati ad un sistema.
La configurazione degli edifici si presenta a pianta semilibera, impostato su una maglia strutturale con campate di circa 5 metri, con la possibilità di aumentare la superficie utile sfruttando i doppi volumi e le soluzioni pluripiano.
Lo schema di layout, rispettoso del rigore della scansione della struttura, è tuttavia libero dal punto di vista distributivo.
Il progetto prevede la realizzazione di giardini interni, così detti indoor, nonché l’organizzazione delle aree esterne agli edifici con i giardini pertinenziali. Questi ultimi saranno formati da una vegetazione arborea di piccole dimensioni, piante rampicanti, giardini verticali e piante erbacee, tutte appartenenti a specie autoctone o particolarmente adattabili. Questo impianto dovrà collegare la vegetazione dei giardini del complesso ex Reggiane con i giardini indoor, mediante affacci e varchi, costituendo un suggestivo effetto, alleggerendo la monotonia dell’importante sviluppo dei muri dei capannoni.

fonte: municipio.re.it

Cattolici e mondo rurale, il 7 giugno il convegno a Reggio Emilia

Cattolici e mondo rurale, il 7 giugno il convegno a Reggio Emilia

Dopo l’Unità l’attenzione per i mondo rurale da parte dei cattolici (così pure le altre componenti) s’incentra sui rapporti tra proprietari e lavoratori della terra. Dall’enfasi sul valore dell’impegno dei proprietari borghesi si passa a denunciare il loro assenteismo, al chiedere maggiore equità nei patti agrari (mezzadria, colonia parziaria, compartecipazione, affitto), tutele per la piccola proprietà, sviluppo della cooperazione e abolizione del latifondo con la riforma fondiaria. All’inizio del 1900 con Toniolo, i democratici cristiani e Sturzo emerge l’obiettivo di rendere il contadino proprietario della terra quale condizione per l’evoluzione sociale delle campagne, ma poi con la promessa di arrivare alla proprietà i contadini sono massacrati nella Grande Guerra. Durante il ‘biennio rosso’ l’impegno dei cattolici raggiunge il culmine e Giuseppe Micheli, Ministro dell’Agricoltura nel Governo Giolitti, presenta al congresso di Napoli nel 1920 i due disegni di legge sulle rappresentanze agrarie e sul latifondo. Micheli proviene dalla Val d’Enza e affronta la questione agraria non solo nei rapporti tra privati (proprietà/lavoro) ma anche tra istituzioni pubbliche per dare peso alla comunità rurale. Operazione interrotta dal fascismo che rafforza i proprietari della terra, crea lo Stato corporativo, sceglie l’autarchia, provoca il blocco dello sviluppo industriale, lascia ai contadini l’unico sbocco nel colonizzare nuove terre da bonificare in Italia, oltremare, li spedisce in tre conflitti (Libia, Etiopia, Spagna) e infine nella seconda guerra mondiale.

Negli anni della ricostruzione la questione agraria si ripresenta con gli stessi contenuti del primo dopoguerra e anche a sinistra sorge l’Alleanza contadina voluta da Emilio Sereni nonostante sia ancora prevalente la visione collettivista. Le leggi contro il latifondo e le terre incolte sono firmate da legislatori comunisti (Gullo) e democristiani (Segni).

Dagli anni ’50 i governanti democristiani si adoperano per sostenere lo sviluppo industriale e organizzare l’inurbamento, emanano Piani Verdi per stimolare la meccanizzazione del lavoro, la modernizzazione dell’agricoltura e aboliscono la mezzadria. Azioni che sospingono-accompagnano l’esodo dalle campagne di 30 milioni di persone e in parallelo avviano sul mercato il progetto della Comunità europea. Per la pacificazione tra i popoli europei il Trattato di Roma punta all’autosufficienza alimentare cessata con l’impero romano dato che, dopo il suo crollo, il fabbisogno di cibo genera 1500 anni di conflitti per conquistare terre coltivabili in Europa e nelle colonie. Sembrava irraggiungibile l’autosufficienza con solo terreni europei e con popolazione e consumi in aumento, ma ci si arriva in quindici anni (68-83) grazie a Politica Agricola Comune, sviluppo e pace. Quei risultati ottenuti con la sostituzione del lavoro animale e con le innovazioni non sono replicabili, pertanto l’UE (come gli USA) si adopera per conservare la sovranità alimentare. Da tempo ogni Paese membro ha introdotto nel suo ordinamento delle riforme volte a riequilibrare i rapporti tra città e campagna con norme che fissano gli ettari di superficie agricola da destinare allo spazio urbano, assicurano l’azienda contadina con i servizi di sviluppo rurale e assegnano ala popolazione rurale dei poteri di governo sull’ambito rurale. L’Italia è l’unico dei grandi Paesi europei a non prestabilire anno per anno le superfici agricole che si possono consumare (a livello nazionale, regionale e comunale), non tutela l’azienda famigliare contadina con il Codice Civile, il PSC, ecc., non identifica la popolazione rurale per affidale apposite istituzioni. E’ andato perduto in breve tempo un terzo della superficie coltivabile della penisola, si è consolidato il disavanzo agroalimentare per i bisogni indispensabili di cerali e proteine (solo attenuato dall’esportazione di dolci e vino), si adoperano per il settore primario meno di 30.000 persone sotto i 30 anni (immigrati compresi) e in ogni zona il dissesto idrogeologico minaccia la città. L’ONU ha dichiarato il 2014 Anno Internazionale del’Azienda Famigliare perché in tutto il mondo questa realizza il miglior equilibrio tra uomo e ambiente e se finisce la popolazione contadina che lo cura ‘il creato non perdona’ come avverte Papa Francesco. Urge riprendere l’obiettivo di Micheli (eletto 100 anni fa nella provincia reggiana) creando in Italia l’ente dedicato all’ambito rurale per rendere equilibrati i rapporti tra società urbana dominante e mondo rurale soccombente. Da tutto ciò emerge l’importanza della riflessione che si svolge il 7 giugno.

                                Enrico Bussi

Programma Convegno del 7 giugno 2014 a Reggio Emilia

Sala del Consiglio provinciale, Corso Garibaldi 59

Mondo rurale e riforme

9,15 Apertura dei lavori, Giardo Filippini, Presidente di RuRe

Jan D.van der Ploeg, Università di Wageningen-Olanda

Contadini e sviluppo delle società avanzate 

Antonio Onorati, Associazione Rurali Italiani e Crocevia-Roma

Agricoltura contadina e sovranità alimentare italiana

Alberto Ferraboschi, Responsabile archivio storico della Provincia di Reggio Emilia

Rappresentanze agrarie in Italia: due proposte nel ‘900

Kees De Roest, Centro Ricerche Produzioni Animali, Reggio Emilia

Cambiamento recente della campagna reggiana

11,15 Interventi

Eleuterio Agostini, sacerdote che ha operato nel capoluogo e all’esterno

Vita contadina, esempio di reciprocità

Roberta Rivi, Assessore all’Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia

Eredità di valori del mondo rurale

 

Altri interventi e dibattito

Persone di enti, di organizzazioni, del mondo rurale e urbano

12, 30 Conclusioni

Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia e Presidente dell’assemblea dei sindaci

Rapporto città/campagna da riequilibrare

 lalibertà.info