DA ROMA
Una domenica nel segno della partecipazione. Nelle parrocchie italiane da domani, Giornata nazionale 8xmille, e per le prossime settimane, saranno disponibili materiali informativi e il rendiconto dei fondi 2009. Un modo per dire grazie a quanti hanno firmato destinandolo alla Chiesa cattolica. Un appuntamento nel segno della trasparenza, nato per formare alla corresponsabilità economica ecclesiale. Ma anche per ribadire che l’opera di sacerdoti e volontari, in Italia e nel Terzo mondo, sostenuta con l’8xmille, merita la riconferma anche quest’anno.
«Ogni contribuente, con la sua firma, ha fatto la differenza al momento di realizzare progetti, portare aiuti ai poveri e sostenere la missione dei nostri sacerdoti – evidenzia il responsabile del Servizio promozione Cei, Matteo Calabresi –. Opuscoli, locandine rendiconto, documentari che le parrocchie possono richiedere gratuitamente sono un invito ai fedeli ad andare a scoprire direttamente il bene che hanno realizzato». I parroci, con gli incaricati diocesani e i referenti parrocchiali per il Sovvenire, in prima fila sul territorio nella promozione della corresponsabilità economica verso la Chiesa, si preparano per la Giornata nazionale ad un mosaico di iniziative e appelli. Tra le novità di quest’anno, distribuite in parrocchia, il pieghevole «Queste opere sono anche opera tua» (stampabile anche dal sito www.8xmille.it). Mentre è una riconferma il rendiconto annuale sull’uso dei fondi 8xmille, pubblicato in questo periodo di dichiarazione dei redditi dai principali quotidiani nazionali, ma sempre disponibile anche on line. Sempre dalle pagine
www.8xmille.it è scaricabile anche la «Guida alla firma 8xmille 2010». Informazioni più sintetiche invece sono alla pagina 418 del Televideo Rai, dove è ricordato anche il numero verde a disposizione dei contribuenti: 800.348.348. Infine è per i giovani il canale 8xmille ( www.youtuber.it/user/8xmille)
su YouTube, con la collezione di oltre ottanta filmati delle opere.
(L.Del.)
Opuscoli, guide, notizie: su carta e in Rete. L’otto per mille si racconta Perché chi «firma» sia consapevole della scelta