L’Arcivescovo Morandi a settembre in Albania

Il prossimo 5 settembre l’arcivescovo Giacomo Morandi e una delegazione del Centro Missionario Diocesano saranno a Laç Vau-Dejës. Per mons. Morandi sarà la prima visita pastorale ad una missione diocesana.

Nel 1992 don Luigi Guglielmi, nominato direttore della Caritas diocesana dal vescovo Giovanni Paolo Gibertini, compiva un viaggio pastorale in Albania; visita drammatica, perché in quell’occasione fu colpito a Scutari da un proiettile sparato da un giovane, a cui poi diede il perdono. Il proiettile gli rimase conficcato nel corpo fino alla morte.

Da allora il legame tra la Chiesa reggiano–guastallese e quelle albanese non si è mai interrotto; è un rapporto che dura da trent’anni, in particolare con la diocesi di Sapa, guidata dal 2007 al maggio 2016 dal vescovo Lucjan Avgustini, a cui è succeduto mons. Simone Kulli.

Il vescovo Lucjan Avgustini, nato nel 1963 in Kossovo, ordinato sacerdote nel 1993, nel 2012 venne in visita a Reggio Emilia e incontrò il vescovo Adriano Caprioli e don Carlo Fantini, già missionario “fidei donum” in Albania.

Nell’intervista concessami presso la Casa della Carità di San Girolamo affermò: “Mi sono innamorato delle Case della carità e del carisma di don Mario Prandi nel giugno 2007”, nel corso di una visita compiuta qualche mese dopo la sua consacrazione episcopale alla nostra diocesi, raggiungendo anche Fontanaluccia. “E’ importante, ribadiva sempre mons. Avgustini, mantenere vivo e consolidare questo legame tra le Chiese sorelle di Reggio Emilia-Guastalla e di Sapa”.

Nel settembre 2012 è stata inaugurata nella sua diocesi a Laç Vau-Dejës una Casa della Carità per 16 ospiti con la presenza di due suore carmelitane minori: suor Rita Ferrari e suor Maria Angelica Borracino. Un’attenzione particolare è riservata alle povertà estreme, ai disabili, ai bambini e agli anziani. Ora a settembre la visita dell’Arcivescovo Morandi celebrerà il decennale dell’apertura della Casa.

La cattedrale di Sapa, la prima intitolata a Madre Teresa di Calcutta, venne inaugurata il 6 settembre 2008 e per l’occasione l’ausiliare Lorenzo Ghizzoni portò in dono le reliquie dei Santi Grisanto e Daria e della beata Scopelli.

Nel maggio 2016 mons. Augustini si è spento a soli 53 anni stroncato da una breve e dolorosa malattia. Il 25 maggio Papa Francesco ha nominato nuovo vescovo di Sapa (Sapë) don Simon Kulli, finora Amministratore diocesano della medesima diocesi. Nato il 14 febbraio 1973 nel villaggio Pistull (nella diocesi di Sapë), dopo aver frequentato le scuole primaria e secondaria, è entrato nel Seminario interdiocesano albanese “Madre del Buon Consiglio” a Shkodër. Il 29 giugno 2000 don Simon Kulli è stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Shkodër, assieme ad altri quattro diaconi albanesi. Si è trattato delle prime ordinazioni sacerdotali in Albania dopo la fine del regime comunista. Successivamente, è stato nominato vicario parrocchiale a Dajç di Zadrima e Segretario del Vescovo di Sapë. Nel 2002 è divenuto cancelliere della curia. Nel 2006 divenne parroco della cattedrale “Santa Teresa di Calcutta” a Vau Dejës. Dal 2009 fino al 2012, è stato direttore della Caritas diocesana di Sapë. E’ stato vicario generale ed economo diocesano.

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A Laç Vaudeies la chiesa cattolica albanese dedica la prima cattedrale a madre Teresa

Il 26 agosto 2010 rimarrà a lungo nella memoria di queste terre a nord di Tirana, infatti Laç Vaudejes, il capoluogo della diocesi di Sapa, ha dedicato la sua cattedrale, terminata a tempo di record due anni fa, alla beata Teresa di Calcutta, originaria sì di Skopjie, oggi in Macedonia, ma da tutti considerata figlia della terra albanese. Mons. Caprioli non ha voluto mancare all’intitolazione della chiesa alla madre dei poveri, visto che la diocesi di Reggio Emilia fin dall’inizio degli anni novanta è presente in queste terre intorno a Scutari con una delle sue numerose missioni all’estero e nel 2002 ha inviato don Carlo Fantini che attualmente è vicario generale e parroco a Gomsiqe, un paesino di un centinaio di anime a pochi chilometri da Laç. La giornata è iniziata presto con gruppi di fedeli venuti in pellegrinaggio un po’ da tutte le diocesi dell’Albania, accompagnate dai loro vescovi, dai loro parroci e dal nunzio apostolico mons. Rrok Mirdita. Pochi minuti prima dell’inizio della solenne celebrazione Eucaristica il primo ministro albanese Sali Berisha è stato accolto proprio da mons. Mirdita e dal vescovo di Sapa mons. Lucjan Avgustini ed insieme hanno deposto un mazzo di fiori ai piedi della statua di Madre Teresa che sorge nella grande piazza antistante la nuova cattedrale. La presenza del primo ministro dell’Albania, di fede mussulmana, ha sottolineato l’importanza dell’avvenimento e degli ottimi rapporti che intercorrono fra il governo albanese e la chiesa cattolica. La Santa Messa è stata celebrata all’aperto dato il grande numero dei partecipanti che la nuova Cattedrale, seppur grande, non avrebbe certamente potuto contenere. Il vescovo di Sapa mons. Avgustini al termine della celebrazione ha ringraziato tutti della partecipazione ed ha rivolto un particolare indirizzo di saluto al nunzio apostolico ed al primo ministro. La festa è continuata sul prato antistante la Cattedrale con uno spettacolo di danze albanesi tenuto dai giovani della Diocesi e Nene Terezes, è questo il nome albanese della beata di Calcutta, guardava sorridente tutto da una grande fotografia appesa in alto al campanile.
Giuseppe M. Codazzi – web diocesi

Un piccolo riassunto dell'incontro di mercoledì 10-3-2010 a Sassuolo con DON SIMON E NIKOLIN (dalla Diocesi di Sapa)

Da tempo la nostra Casa della Carità e tutte le Parrocchie del Vicariato di Sassuolo stanno camminando insieme alla Diocesi di Sapa e alla Parrocchia di Lac-Vaudejes, in Albania, per costruire, come ha ripetuto più volte don Simon Kulli, direttore della caritas diocesana albanese, due case della carità: una fatta di mattoni e un’altra fatta di cuori, perchè è nel cuore di ognuno di noi che deve prima di tutto nascere il fuoco della carità. Ed è per questo che don Simon e Nikolin, segretario della Caritas diocesana di Sapa, ci hanno fatto visita lo scorso 10 Marzo. La neve e le intemperie non li hanno fermati! Sopratutto Dodo… Abbiamo celebrato insieme la S.Messa alla Casa, cenato con gli ospiti e a seguire c’è stato un incontro per far conoscere a tutti noi le varie attività della Caritas e il cammino fatto per costruire la nuova CdC. A Lac la Caritas è giovane, nasce nel 2000, come giovane è il suo direttore, che è stato anche tra i primi sacerdoti ad essere ordinati in Albania dalla fine del regime comunista, avvenuta a metà degli anni 90. Don Simon comincia il suo cammino con un Parroco anziano che ha subito 22 anni di prigionia durante il Regime; poi diventa per un breve periodo segretario del vescovo, successivamente Parroco della Cattedrale ed è lì che esprime il suo amore per i poveri. Mentre faceva le benedizioni delle famiglie, a volte in qualche casa non lo fanno entrare in una stanza, chiudendo praticamente la porta. Incuriosito chiede lo stesso di entrare in quelle stanze e vi scopre una ragazza o un ragazzo disabile. E così decide di cambiare le cose. Infatti, ancora oggi, in molte parti dell’Albania la malattia o la disabilità di un parente o familiare sono considerate una punizione divina e una vergogna da nascondere e di cui non si può parlare. Don Simon ci ha raccontato di persone che non sono mai uscite di casa per questo motivo. Da quell’episodio nasce un folto gruppo di giovani volontari Caritas che cominciano a cercare i malati e gli handicappati per tutta la Diocesi e ad invitarli a dei momenti di ritrovo e festa insieme. Oggi sono circa un centinaio le persone che partecipano a questi incontri mensili in cui al centro c’è l’Eucaristia accompagnata dal mangiare, cantare, ballare, giocare e fare piccoli lavoretti sempre insieme. Don Simon ci dice che da quando sono iniziati questi appuntamenti ha cominciato a vedere a Messa in cattedrale vari handicappati che prima non venivano, mentre ora partecipano anche attivamente. L’altro miracolo, ci riferisce Nikolin, è l’aver sfatato il tabù, creato dal comunismo, che non si può fare nulla gratuitamente. In Albania il volontariato non esisterebbe, ma i volontari Caritas sono circa una quarantina, hanno dai 18 ai 30 anni, vengono da tutta la diocesi, hanno tanto entusiasmo, si sono accorti che stanno ricevendo molto di più di quello che danno, sono assidui nella presenza e, cosa non di poco conto, non si fanno fermare dalle prese in giro dei loro coetanei che non capiscono perchè spendono il loro tempo in questa maniera. I volontari sono riusciti anche a creare belle relazioni d’amicizia con i disabili tanto che adesso li vanno a trovare a casa loro o li accompagnano alla messa domenicale nelle loro parrocchie. Ci viene spiegato che il gruppo dei volontari si ritrova tutti i sabati pomeriggio iniziando con i vespri, a cui segue un incontro formativo o di organizzazione delle varie attività. Infatti la Caritas, oltre che con i disabili, svolge anche altre attività come l’animazione con i bambini e gli aiuti alimentari a famiglie in estrema povertà. Sono varie le famiglie che, soprattutto in montagna, in case in cui ci si arriva solo a piedi e con 2-3 ore di cammino, vivono in condizioni molto disagiate, hanno 8-9 figli dei quali nessuno lavora. Recentemente hanno dovuto affrontare prima l’emergenza neve e poi l’alluvione. In queste occasioni i volontari si sono mobilitati ancora di più per aiutare la popolazione. Molto bella è stata anche l’esperienza vissuta al campo Rom alle porte di Scutari. Sempre a causa dell’alluvione le baracche del campo erano state spazzate via e i ragazzi della Caritas sono andati a portare cibo, coperte e a giocare con i bambini. In Albania, come in Italia, gli zingari non sono considerati da nessuno e vivono ai margini della società. Tant’è che al campo don Simon si è sentito chiedere: “Perchè ci aiutate? Nessuno si è mai occupato di noi!”. D’altro canto è stata anche per gli stessi volontari la prima occasione d’incontro con i Rom ed ha senz’altro contribuito ad intaccare un altro pregiudizio. Continuiamo a camminare insieme a questa Chiesa sorella di Sapa nella consapevolezza che abbiamo già ricevuto un grande dono. Ora ci aspetta la visita del Vescovo Lucien, il Campo di Pasqua, la settimana comunitaria il mese di luglio, i campi estivi e tante occasioni per pregare e continuare il cammino. Chiara Messora