Russia: Kirill avvia costruzione Chiesa con Icona Madonna di Kazan

da Radio Vaticana

Posa della prima pietra, oggi in Russia, della chiesa che ospiterà l’Icona della Madre di Dio di Kazan, a cui era molto devoto San Giovanni Paolo II. A presiedere le celebrazioni, davanti ad almeno 10 mila persone, il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia. Il servizio di Giada Aquilino

Kazan, Fatima, Città del Vaticano. Sono soltanto alcune delle tappe compiute dalla “venerata Icona della Madre di Dio di Kazan”, come amava definirla San Giovanni Paolo II, ad essa molto devoto. Giunta in Vaticano negli anni ’90, dopo varie vicissitudini e soste in diversi Paesi, fu Papa Wojtyla a volerne il ritorno “sul suolo della Russia”: egli stesso il 25 agosto 2004, dopo averla preziosamente custodita, affidò l’immagine al cardinale Walter Kasper – all’epoca presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani – per il “viaggio di ritorno” in Russia, per il Patriarca Alessio II. In quella terra, spiegò, l’Icona “è stata per lunghissimi anni oggetto di profonda venerazione da parte di intere generazioni di fedeli” e intorno ad essa “si è sviluppata la storia di quel grande popolo”. Quindi, confidò la propria speciale devozione:

“Quante volte ho invocato la Madre di Dio di Kazan…”

San Giovanni Paolo II, a pochi mesi dalla sua scomparsa, il 2 aprile 2005, raccontò dunque della propria preghiera alla Madonna di Kazan per “proteggere e guidare il popolo russo” e per “affrettare il momento in cui tutti i discepoli del suo Figlio, riconoscendosi fratelli, sapranno – disse – ricomporre in pienezza l’unità compromessa”. Oggi a Kazan nell’area del monastero che ospita l’Icona, il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia ha benedetto e posato la prima pietra della chiesa dedicata alla Madonna che, distrutta nel periodo comunista, sarà ricostruita nei prossimi tre anni. Ce ne parla padre Germano Marani, gesuita autore di un docufilm sull’Icona, che a Kazan sta seguendo le celebrazioni:

R. – Oggi il Patriarca Kirill, dopo la liturgia svoltasi nella Cattedrale dell’Annunciazione, nel Cremlino di Kazan, è venuto, con una grandissima folla in processione, al monastero della Madonna di Kazan, dove a pochi metri ci sono le rovine della chiesa abbattuta dai sovietici, la chiesa della Madonna di Kazan. Ora, in questa chiesa, è stata inserita dal Patriarca, con un rito breve ma bello e con dei canti, una capsula dorata, che contiene un documento che dice che oggi comincia una nuova ricostruzione della chiesa della Madonna di Kazan.

D. – Si può immaginare che l’icona della Madre di Dio di Kazan sia proprio quella inviata da Giovanni Paolo II nel 2004?

R. – Non solo immaginare, per me è una certezza. L’icona della Madonna di Kazan, che Giovanni Paolo II aveva mandato, ha ripreso il suo posto in mezzo al popolo di Dio. E’ un’icona veneratissima nella chiesa del Monastero e lo prova la presenza di persone che continuamente vanno a venerarla.

D. – Perché la Madonna di Kazan è così venerata in Russia e non solo?

R. – E’ venerata in tutto il mondo. In particolare in Russia perché è legata a dei fatti storici, come la presa di Kazan da parte di Ivan il Terribile contro i Tartari: Kazan si trova nella Repubblica del Tatarstan e quindi la maggioranza della popolazione è tartara, dunque musulmana; quindi la vittoria legata a Napoleone, almeno secondo la tradizione spirituale e le leggende; poi l’assedio di San Pietroburgo, dell’allora Leningrado, durante la presa tedesca.

D. – Lei, con il Centro Televisivo Vaticano, ha realizzato un docufilm sul ritorno dell’Icona, proiettato a Kazan proprio in questi giorni. Cosa ha potuto ricostruire? Perché Giovanni Paolo II era molto devoto all’Icona della Madre di Dio di Kazan?

R. – Le celebrazioni di questi giorni sono un evento fondamentalmente spirituale ed anche culturale. E questo vuol dire che, in qualche modo, riuniscono non soltanto gli ortodossi, ma anche i musulmani: oggi infatti erano qui presenti i capi musulmani. E quando Giovanni Paolo II, nella preghiera rivolta all’Icona prima della partenza per la Russia, disse “Madre dell’Europa”, disse molto bene: io direi anche Madre dei popoli che vivono qui. Sono infatti molti i popoli che vivono nel Tatarstan e, in genere, nella Federazione Russa.

D. – Dove la conservava San Giovanni Paolo II?

R. – Nella sua cappella personale. E negli ultimi giorni, prima della partenza dell’Icona per la Russia, essendo all’epoca il Papa a Castelgandolfo, la conservava nella cappella della casa di Castelgandolfo.

D. – Giovanni Paolo II affidò anche una preghiera speciale alla Madre di Dio di Kazan, quella dell’unità dei cristiani. Perché?

R. – Dopo essere stata ritrovata nel 1579 da una bambina, per caso, si arriva fino al 1917, anno della Rivoluzione di Ottobre, quando i sovietici distrussero la chiesa di Kazan. Certamente questa icona ha fatto un giro, che è abbastanza documentato, per le vie di tutto il mondo, viaggiando dalla Polonia agli Stati Uniti, a Los Angeles, per poi arrivare a Fatima e da lì, dopo anni, fu donata a Giovanni Paolo II, che era legato a Fatima per i motivi che conosciamo e cioè l’attentato del 13 maggio… La preghiera, dunque, era certamente legata all’unità dei cristiani, ma anche all’unità della famiglia umana.