Una persona su quattro in Italia sono a rischio povertà ed esclusione sociale

L’Istat stima che sia coinvolto il 28,3% della popolazione nel 2014, percentuale in linea con quella dell’anno precedente.

Restano un lusso le ferie, che una famiglia su due non può permettersi nemmeno per una settimana, e per tanti è impossibile anche solo riscaldare casa o fare un pasto adeguato ogni due giorni. Sono in questa situazione 6 milioni di persone, secondo la Coldiretti.

In Europa il rischio medio è inferiore a quello italiano di quasi quattro punti (24,4%), e fanno peggio dell’Italia solo la Grecia e alcuni paesi dell’Est. In questo contesto di pesanti difficoltà, non mancano però alcuni passi avanti.

Le persone con maggiori problemi economici – l’Istat parla di “grave deprivazione materiale” – calano per il secondo anno consecutivo fino 11,6%, la quota più bassa dal 2011. E ci sono progressi anche al Sud, dove il rischio di povertà o esclusione sociale passa dal 46,4% del 2013 al 45,6%, pur continuando a colpire più di quattro persone su dieci. La distanza del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese rimane ampia. Le persone in grave deprivazione al Sud sono più del doppio rispetto al Nord Italia (il 19,9% contro il 7,1%).

Inoltre sette abitanti su dieci nelle regioni meridionali non possono permettersi una settimana di ferie e uno su due non riesce ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro (il 52,5% rispetto a una media nazionale del 38,8%). Difficoltà molto superiori alla media contraddistinguono anche i genitori single e le famiglie con tre o più figli, categorie nelle quali il rischio di povertà o emarginazione supera il 39%. Rispetto al 2013 la situazione è in miglioramento per le famiglie numerose, mentre si aggrava per i monogenitori. Sono particolarmente esposte anche le persone sole (con un rischio del 31,5%), mentre le famiglie più solide economicamente risultano le coppie senza figli, soprattutto se di 65 anni o più (che hanno un rischio del 14,1%).

L’Istat presenta anche un’analisi sui redditi netti relativi al 2013. Ne emerge che una famiglia su due non supera 2mila euro circa al mese, 24.310 euro l’anno. Il reddito mediano più alto è al Nord (27.089 euro), mentre nel Mezzogiorno il livello è pari al 75% di quello settentrionale e nell’Italia centrale al 95%. Infine il 20% più ricco delle famiglie accumula il 37,5% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta solo il 7,7%.

“La lotta alla povertà rappresenta, per noi, un impegno concreto che abbiamo già avviato e che porteremo avanti e rafforzeremo nei prossimi anni”, ha affermato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, commentando i dati Istat, relativi al 2014.

Questi dati “evidenziano, sotto il profilo del rischio di povertà e di esclusione sociale, una situazione sostanzialmente stabile rispetto al 2013 e, pur con una diminuzione delle persone in condizioni di grave deprivazione, comunque inaccettabile e da affrontare rapidamente e in modo stabile”, ha proseguito il ministro in una nota, sottolineando che è “a partire da questa evidenza che il Governo ha attivato una politica complessiva e articolata che vede come pilastro fondamentale la definizione di un Piano nazionale per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale”, sostenuto da “un Fondo dedicato con una dotazione di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo a decorrere dal 2017”.

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