Cisgiordania: medici, ucciso un palestinese in scontri

 © EPA

(ANSA) – TEL AVIV, 09 GIU – Un palestinese è stato ucciso, e almeno altri 3 feriti, durante scontri con l’esercito israeliano ad Halhul, non lontano da Hebron in Cisgiordania.

Lo ha annunciato, citato dall’agenzia Wafa, il ministero della sanità palestinese che ha identificato l’uomo in Mahmoud Fayez Abu Ayhour di 27 anni.

Secondo la stessa fonte Ayhour è stato colpito allo stomaco da un proiettile ed è morto in ospedale per la ferita. Manca al momento la versione dell’esercito israeliano. (ANSA).

Roma: alla Sapienza, negata a Amnesty International un’aula per presentare il rapporto su Israele

Roma: alla Sapienza, negata a Amnesty International un’aula per presentare il rapporto su Israele

Adista
Avrebbe dovuto svolgersi il 22 marzo, in un’aula della facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma la presentazione del rapporto di Amnesty International, pubblicato il 1° febbraio, sul crimine di apartheid commesso da Israele nei confronti della popolazione palestinese. A poche ore dall’evento, tuttavia, la concessione dello spazio autorizzato sette giorni prima è stata ritirata. «Il 28 marzo – riferisce un comunicato di Amnesty datato 4 aprile – il presidente di Amnesty International Italia, Emanuele Russo, ha scritto alla prof.ssa Antonella Polimeni, rettrice dell’Università La Sapienza, lamentando che sia stata presa tale decisione in uno spazio che dovrebbe valorizzare la libertà d’informazione e di ricerca. Il giorno successivo la rettrice ha replicato dichiarando che la Facoltà di Lettere e Filosofia si è trovata costretta ad annullare l’iniziativa poiché gli organizzatori non hanno consentito la possibilità di un contraddittorio».

Amnesty International Italia ha però chiarito che non si trattava di un dibattito politico, ma della presentazione di un rapporto con numeri, fatti, circostanze, che in ogni caso potevano essere approfonditi nel corso di un’eventuale discussione successiva alla presentazione.«Peraltro – conclude il comunicato – com’è prassi dell’organizzazione, il rapporto in questione era stato inviato per commenti alle autorità israeliane ben prima della pubblicazione. Queste avevano preferito avviare un’azione di discredito 24 ore prima del lancio del rapporto, azione che è tuttora in corso».

Archeologia. Nuova sinagoga scoperta a Magdala

È la prima volta che si trovano due sinagoghe del tempo di Gesù nello stesso centro urbano
I banchi della nuova sinagoga recentemente scoperta

I banchi della nuova sinagoga recentemente scoperta – Università di Haifa

Avvenire

Vedere emergere dalla terra dei banchi di pietra lungo i lati di una stanza e realizzare rapidamente che si è di fronte, un’altra volta, alla scoperta di una sinagoga del primo secolo, il tempo di Gesù. È quanto è successo nei giorni scorsi a Dina Avshalom-Gorni, archeologa dell’Autorità Israeliana per le Antichità.

Siamo a Migdàl (in ebraico “torre”), la città da cui ha preso il nome Maria Maddalena, la discepola di Gesù di cui ci parlano i Vangeli. Già nel 2009 gli scavi nell’area archeologica tenuta dai Legionari di Cristo hanno portato alla luce una sinagoga del primo secolo. La scoperta generò un grande interesse da parte degli studiosi, soprattutto a causa di una pietra, finemente decorata, i cui motivi rimandano al tempio di Gerusalemme. Questa volta le circostanze sono fortuite, perché il ritrovamento è avvenuto in uno “scavo di salvataggio” dovuto al fatto che sono in corso dei lavori stradali. Prima di costruire si fanno sondaggi per verificare di non obliterare dei resti importanti, ed ecco che è emersa un’altra sinagoga con la stessa pianta di quella ritrovata una dozzina di anni fa.

La pietra di Magdala con la Menorà (candelabro a sette braccia)

La pietra di Magdala con la Menorà (candelabro a sette braccia) – Ministero del Turismo Israele

È la prima volta che si trovano due sinagoghe del tempo di Gesù nello stesso centro urbano e più in generale le sinagoghe di primo secolo si contano sulle dita delle mani o poco più. Questa volta l’impulso per gli studiosi è dato proprio dalla duplicazione; secondo il professor Adi Erlich, dell’Università di Haifa, che ha la responsabilità scientifica dello scavo: “La sinagoga che stiamo scavando adesso è vicina alla strada residenziale, mentre quella del 2009 era circondata da una zona industriale”. Magdala era un grande centro sul lago di Galilea. Lo storico ebreo Giuseppe Flavio, esagerando con i numeri, parla di quarantamila abitanti e di duecentotrenta navi nel porto cittadino. Anche considerando numeri di molto inferiori siamo comunque di fronte a un centro importante. Due sinagoghe in due diverse aree dell’abitato dicono quanto la presenza di questa istituzione fosse pervasiva nella quotidianità degli ebrei al tempo di Gesù. Del resto leggiamo nei Vangeli, e l’archeologia lo ha confermato, dell’esistenza di sinagoghe anche in villaggi molto piccoli della Galilea. Possiamo chiederci il motivo di (almeno) due sinagoghe a Magdala: esigenze di spazio? Legame con il territorio fino al punto di avere sinagoghe di quartiere? Legame con le diverse realtà sociali che componevano il giudaismo del tempo? Tutte questioni su cui si concentreranno gli approfondimenti futuri e che sono stimolate da questo ritrovamento.

La sinagoga si presenta a pianta quadrata, con banchi di pietra su tutti i lati; il punto focale della sinagoga stava nel centro della sala. Al tempo di Gesù le sinagoghe erano spazi multifunzionali dove la gente poteva riunirsi. Sappiamo che tra le attività svolte in sinagoga c’erano la lettura e lo studio della legge, la Torà. Ma sappiamo anche che qui la comunità si radunava quando c’erano da prendere decisioni importanti, come avvenne a Tiberiade quando gli abitanti dovettero decidere quale atteggiamento tenere nella rivolta antiromana nel 66 d.C. Nella sinagoga si amministrava la giustizia, si raccoglievano contributi per opere di carità e in alcune era possibile accogliere gli stranieri.

Covid: riapre scuola in Israele nonostante picchi infezione

Circa 2 milioni e mezzo di studenti (dall’asilo nido alle classi maggiori) hanno cominciato in Israele l’anno scolastico in presenza, nonostante i picchi di nuove infezioni nel Paese dovuti alla variante Delta e quindi i possibili ritorni sul sistema educativo.
Il premier Naftali Bennett ha ricordato che prima della riapertura degli istituti “è stata svolta la più grande campagna di test” della storia di Israele che ha visto in un giorno “due milioni di controlli” antigenici rapidi su tutti gli studenti.

Va ricordato che da pochi giorni nel Paese è prevista la vaccinazione con la 3/a dose a partire dai 12 anni in su e che a scuola si starà con la maschera. Gli insegnanti che non sono vaccinati devono presentare un test negativo due volte a settimana.
Il ministro dell’educazione Yifat Shasha-Biton ha spiegato che il modello della riapertura in presenza potrà essere “adattato sulla base del numero settimane e mesi”. (ANSA).

 © ANSA

Miss Universo si terrà in Israele a dicembre, è la prima volta

 © ANSA

Israele ospiterà per la prima volta nella sua storia il concorso di bellezza Miss Universo la cui prossima edizione, la 70/ma, si terrà a dicembre nella città costiera di Eilat, nel sud di Israele. Lo ha annunciato oggi il ministro israeliano del Turismo, Yoel Razvozov.

“In Israele siamo contentissimi”, ha detto il ministro in un videomessaggio, “spero sinceramente che a dicembre celebreremo non solo la nuova Miss Universo qui in Israele, ma soprattutto la fine della pandemia”. L’edizione 2020 di Miss Universo era stata annullata a causa della crisi sanitaria. Poi si è tenuta nei mesi scorsi negli Stati Uniti. (ANSA).

Anna Frank diventa mito grazie ad Ari Folman. Fuori concorso a Cannes il film del regista israeliano

 © EPA

Una volta si diceva cartone animato e si pensava subito a un film solo per bambini; poi si è cominciato a parlare di graphic novel e tutto è cambiato sintonizzando il mondo degli adulti su temi e storie che hanno a che fare più con la realtà che con la favola. E poi arrivò l’israeliano Ari Folman che oggi porta fuori concorso al festival il suo nuovo lavoro DOV’E’ ANNA FRANK.

La prima sorpresa, mentre sullo schermo scorrono le immagini, pulite e levigate da un tratto lieve proprio come in un’antica favola, viene dalla scelta di spostare l’obiettivo sull’amica del cuore, l’immaginaria Kitty a cui Anna Frank indirizzava le lettere raccolte nel celebre diario scritto durante l’occupazione nazista dell’Olanda. Nel film Kitty si ritrova trasportata nel tempo all’Amsterdam di oggi, proprio nella casa abitata oltre 70 anni fa dalla sua coetanea. Se Kitty è viva e vegeta -pensa lei stessa – la stessa sorte deve essere toccata ad Anna, nonostante le paure, la caccia nazista agli ebrei, i bombardamenti e la guerra ancora non decisa. Così Kitty esce di casa, incontra un ragazzo, Peter, che si batte per portare in salvo irregolari, immigrati, perseguitati, e con lui va alla ricerca dell’amica più cara. A guidarla è il prezioso diario che il papà di Anna, Otto, le aveva regalato e che ora è fitto di ricordi, speranze, storie quotidiane. Ma ciò che Kitty trova fuori dalle mura della vecchia casa non è il sogno di pace e libertà che ha diviso con l’amica: brutalità, polizia, indifferenza, paura del diverso stanno ancora lì e salvare anche un solo perseguitato sembra un’impresa. Il giovane Peter (lo stesso nome dell’unico ragazzo che Anna ha amato) sa cosa deve fare, Kitty scopre che oggi la sua amica vive ovunque e da nessuna parte perché dove un solo individuo è in pericolo, lì c’è anche lei. (ANSA).