Altro che Facebook, ecco le piattaforme social usate dai giovani

Da Snow a Musical.ly, da ThisCrush al classico Instagram, ecco su quali social media e app si stanno spostando gli under 25 per sfuggire ai vecchi.
Facebook ha un problema: in quello che rimane tutt’ora il suo mercato più importante, il Nord America, gli utenti attivi quotidianamente sono calati per la prima volta nella storia del social network. Stando a quanto riportato nell’ultima report trimestrale della società, il numero è passato da 185 a 184 milioni. Un calo contenuto, ma che rappresenta comunque un segnale preoccupante per l’azienda di Menlo Park.

L’aspetto più importante, però, è la fascia demografica in cui è avvenuto il declino: nel 2017, l’utenza tra i 12 e i 17 anni è infatti scesa del 9,9%. Nel complesso, il social network fondato da Mark Zuckerberg sembra perdere terreno tra i giovani al di sotto dei 25 anni, facendo segnare un saldo negativo di 2,8 milioni. La tendenza, secondo alcune ricerche, è confermata anche in Italia.

Ma perché questi problemi? Come noto, il 2017 di Facebook è stato segnato dalle polemiche sulle fake news, sulle interferenze russe nelle elezioni occidentali, sulla filter bubble e non solo. Questioni che, però, probabilmente ai giovanissimi interessano anche meno che alla fascia più adulta di popolazione. Un aspetto più significativo si può allora ritrovare nel cosiddetto context collapse; un fenomeno segnalato per la prima volta dagli analisti che, nell’aprile 2016, notarono come la condivisione di informazione personali (merce fondamentale per Facebook, che le utilizza per targettizzare la pubblicità) fosse calata del 21%.

Quale ragazzo vorrebbe condividere i propri segreti in un luogo dove c’è anche sua madre?
La ragione di questo declino era, appunto, il “collasso del contesto”: il fatto cioè che tutto quello che postiamo su Facebook – a meno che abbiate diviso i vostri contatti in gruppi separati, cosa che quasi nessuno fa – appare a persone con le quali siamo collegati per ragioni molto diverse; compagni di scuola, amici intimi, vecchie conoscenze che non vediamo da una vita, colleghi, parenti, ecc. ecc. Ciò crea una sorta di blocco negli utenti: sarà il caso di postare la foto dell’ultima festa alla quale ho partecipato, se la vedono anche i miei genitori? Non sarà meglio evitare uno sfogo personale, dal momento che lo leggeranno tutti i miei colleghi?

Non è difficile immaginare che questo problema colpisca principalmente i più giovani, che su Facebook sono spesso in contatto con genitori, parenti e anche insegnanti. E così, ecco che i minorenni scappano da un social network dove forse si sentono sotto osservazione, non liberi di agire spontaneamente e che comunque non percepiscono più come nuovo, per rifugiarsi altrove. In luoghi dove il contesto è più omogeneo perché rappresentato principalmente da loro coetanei.

Il primo approdo è Instagram, che in Italia ha raggiunto quota 14 milioni di iscritti (contro i 30 di Facebook) e nel mondo può contare su 800 milioni di utenti attivi, il 59% dei quali compresi in un’età che va dai 18 ai 29 anni. Il social network dei giovanissimi per definizione, Snapchat, ha recentemente dato qualche segnale di vita – il numero di utenti attivi quotidianamente, nel 2017, è salito del 18% rispetto all’anno precedente – ma nel complesso sembra avere subito pesantemente il colpo subito proprio da Instagram, che ha copiato le Storie e le ha introdotte con enorme successo nella sua piattaforma.
Ma ad aver davvero cambiato il panorama dei giovanissimi è un social network che chi ha più di 25 anni potrebbe anche non aver mai sentito nominare: Musical.ly, app recentemente acquistata dalla società cinese Bytedance che consente di produrre video in playback, della durata massima di 15 secondi, durante i quali gli utenti ballano o cantano sulle hit del momento, sfruttando anche vari filtri ed effetti.

I dati di Musical.ly sono impressionanti: 200 milioni di utenti nel mondo, con un’età media attorno ai 15 anni e un 70% di utenza femminile. L’Italia è uno dei paesi in cui la comunità è cresciuta più rapidamente, arrivando a contare 4 milioni di iscritti che trascorrono oltre 30 minuti al giorno sull’applicazione, creando alcuni dei 12 milioni di video prodotto ogni giorno (a livello globale) e soprattutto guardando quelli dei muser più famosi, celebrità da 20 milioni di followers come le gemelle Lisa & Lena (viste dal vivo anche in Italia) o Baby Ariel. Gente che, secondo Forbes, incassa fino a 300mila dollari per un post sponsorizzato.

Anche in Italia non mancano i muser di successo: uno dei più famosi è sicuramente Luciano Spinelli, 17 anni e già noto youtuber, che oggi può fare affidamento anche su 1,7 milioni di follower su Musical.ly. Ancora più seguita è la 15enne Elisa Maino, tra i primi dieci muser al mondo grazie ai suoi 2 milioni di fan.
A giocare un ruolo fondamentale per generare gli introiti è però la app gemella di Musical.ly: la piattaforma di live streaming Live.ly, direttamente collegata a quella musicale e attraverso la quale gli utenti possono inviare ai loro muser preferiti da 5 centesimi a 50 dollari – acquistando le apposite emoji – in cambio di un po’ di visibilità (la citazione del nome). Non si tratta di spiccioli: i primi dieci autori di Live.ly (che a differenza della piattaforma madre non è dedicato solo alla musica) guadagnavano già nel 2016, in media, 90mila dollari al mese.

Ma il mondo dei social network è in costante fermento, per cui all’orizzonte sta già arrivando la nuova app fenomeno: Snow, piattaforma creata dalla società sudcoreana Naver – la stessa del servizio di messaggistica Line – che può contare su 200 milioni di utenti, concentrati principalmente nel mercato asiatico.
Nato come clone di Snapchat, Snow ha recentemente aggiornato il suo prodotto per concentrarsi sui selfie, arricchiti con realtà aumentata, sticker, filtri e quant’altro; dando anche la possibilità di girare brevi video in playback (facendo quindi concorrenza a Musical.ly) e poi condividere il tutto sugli altri social. Per il momento non sono noti i numeri nei mercati occidentali – ancora periferici – ma è molto probabile che, volendo cercare il nuovo fenomeno di internet, dovremo a breve fare i conti con Snow.

Non tutti i social network che stanno prendendo piede sono però così innocui (a dire la verità, anche Musical.ly ha sollevato non pochi timori a causa delle attenzioni indesiderate che i video di ragazzine potrebbero attirare): ThisCrush è un’app che consente di inviare a tutti gli iscritti dei messaggi pubblici – e che quindi compariranno in bacheca – o privati e anche in forma anonima.
A giudicare dal nome (crush in inglese significa cotta), l’applicazione nasce per esprimere apprezzamenti o innamoramenti adolescenziali senza doversi fare avanti (almeno inizialmente); in breve, però, si è trasformata in un covo di insulti e cyberbullismo, attirando anche l’attenzione dell’Osservatorio Nazionale sul Cybercrime guidato da Luca Pisano, che ha denunciato quanto avviene su questa applicazione su Facebook.

Come già visto prima con Ask.fm poi con Sarahah – che, come prevedibile, aveva il solo scopo di fare incetta di dati personali – la possibilità di agire nascosti dall’anonimato apre le porte a comportamenti pericolosi che non vanno né esagerati, né sottovalutati. D’altra parte, l’epoca dei social è iniziata per davvero da meno di dieci anni: una rivoluzione che anche gli adulti, a giudicare da quanto si vede quotidianamente anche su piattaforme popolate da vecchi come Facebook o Twitter, devono ancora imparare a governare.

Alcune schermate di Musical.ly

wired

Papa posta su Instagram e Twitter un biglietto scritto a mano

Nella giornata che celebra le Comunicazioni Sociali, Papa Francesco ha pubblicato sul suo profilo ufficiale di Instagram e Twitter un chirografo, un biglietto scritto a mano: “A te, che dalla grande comunità digitale, mi chiedi benedizione e preghiera voglio dire: tu sarai il dono prezioso nella mia preghiera al Padre. E tu, non dimenticarti di pregare per me e per il mio essere servo del Vangelo della misericordia. Franciscus”. Luca Collodi ne ha parlato con mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione da Radio Vaticana

R. – Sì, stamani il Papa ha postato sul suo profilo ufficiale di Instagram, “Franciscus”, un chirografo: cioè un bigliettino scritto di suo pugno. Perché? Perché in queste settimane lui ha potuto leggere alcune richieste e alcuni commenti alle foto postate e molti di questi richiedono vicinanza, preghiera… Le persone esprimono il sentirsi familiari con Papa Francesco, il sentirsi molto vicini: domandano e raccontano dei problemi personali, dell’esigenza, ad esempio, di una preghiera di vicinanza per la malattia di un figlio o per un amore ferito. E il Papa allora ha voluto rispondere personalmente, con questo scritto, agli “abitanti della comunità digitale” – così li ha chiamati – dicendo che loro diventano il cuore della sua preghiera in questa Giornata.

D. – C’è una fotografia postata su Instagram…

R. – Sì, è su Instagram e anche su Twitter: non dimentichiamo i due canali ufficiali del Papa. Devo anche ricordare come questo messaggio, grazie appunto alla componente linguistica della Radio Vaticana, è tradotto in 40 lingue. Quindi cerchiamo di raggiungere, con queste parole di accoglienza, di misericordia e di vicinanza del Papa, tutto il mondo.

D. – Vogliamo provare a descrivere, via radio, lo scatto che troviamo su Instagram?

R. – Certo: è un bigliettino come quelli che in genere si utilizzano per dei piccoli messaggi. C’è lo stemma papale. E poi il Papa, con la sua scrittura molto piccola, con inchiostro nero, scrive queste parole a tutti gli abitanti della comunità digitale, dicendo: “Voi siete per me il cuore della mia preghiera”. E – come sempre – dice: “Vi prego di non dimenticarvi di pregare per me”. Poi firma: “Franciscus”.

D. – Mons. Viganò, si può parlare di “radio misericordiosa” nel panorama mediatico di oggi?

R. – Sì, quando la parola alla radio è detta appunto nella forma di un invito a parlare perché io possa ascoltare. Quindi, una parola che non rivendica; una parola che non contrappone; una parola che sollecita sempre la possibilità della speranza e del potersi mettere nuovamente in piedi. Questo credo che, per esempio, sia quello che questa radio fa: non stigmatizzare mai nessuna situazione, nessuna persona, ma, anche in situazioni molto difficili, puntare il dito su un orizzonte che si apre e far scoprire che dietro le nuvole c’è sempre il sole.

 

Francesco su Instagram, un Pontificato attraverso le immagini

Papa Francesco apre oggi il suo account su Instagram, il social network su cui si possono condividere foto ed immagini. Il nome dell’account papale sarà “Franciscus”. Sull’importanza di questa scelta, nel terzo anniversario dall’inizio del Pontificato, che arriva dopo la presenza con successo del Papa su Twitter.

R. – Il Papa afferma che le immagini gli parlano molto e ha spiegato questo dicendo: “Quando un bambino mi incontra, mi dà un disegno. Io faccio le domande su quel disegno e, attraverso queste domande, il bambino piano piano tira fuori quello che ha voluto rappresentare”. Quindi le immagini sono non una fotocopia del reale, ma dicono molto di più: magari un dettaglio, un aspetto di una carezza del Papa, una benedizione… Quindi l’idea è proprio quella di raccontare un Pontificato attraverso le immagini per far entrare nei gesti di tenerezza e di misericordia tutte le persone che vogliono accompagnare o che sono desiderose di conoscere il Pontificato di Papa Francesco.

D. – Cosa ci si potrà aspettare sull’account Instagram “Franciscus”? Che tipo di foto e video e quali – magari – potranno essere i messaggi legati a queste immagini?

R. – Instagram non prevede un archivio precedentemente costruito, perché è – appunto – come un album di fotografie: un bambino nasce e man mano che cresce si fanno le foto e queste, poi, diventeranno l’album di famiglia.Quindi, che cosa faremo? Sceglieremo alcune foto fra quelle che il Servizio fotografico dell’Osservatore Romano fa al Papa, cercando di ritagliarne alcuni dettagli. E quindi ci aspetteremo che cosa? Di enfatizzare quegli aspetti di vicinanza, di prossimità e di inclusione che Papa Francesco vive quotidianamente. L’idea è proprio quella di condividere, con un aspetto anche emozionale, questo Pontificato.

D. – Questa nuova presenza del Papa sui social network avviene durante il Giubileo della Misericordia: c’è un legame tra questa scelta e il messaggio, appunto, di misericordia che propone l’Anno Santo?

R. – Certamente c’è il messaggio di voler raccontare il Papa e i suoi gesti di tenerezza e di misericordia. E poi, così come il Giubileo della Misericordia è un “Giubileo diffusivo” – nel senso dell’apertura delle Porte Sante un po’ in ogni luogo del mondo – è un po’ un “Giubileo globalizzato”, entrare in una Rete Sociale, come Instagram, vuol dire anche un po’ allargare Piazza San Pietro o allargare gli incontri del Papa e far diventare ogni luogo del mondo il luogo in cui ciascuno può realmente incontrare il Santo Padre.

D. – “La Rete – scrive Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per le Comunicazioni Sociali, dedicato proprio al binomio comunicazione e misericordia – può essere ben utilizzata per far crescere una società sana e aperta alla condivisione”. Ecco, il Papa su Instagram – dopo Twitter – forse vuole anche essere da esempio, dare anche un incoraggiamento ai fedeli e non solo fedeli, in questo senso?

R. – Certo! Le Reti Sociali sono reti che, in qualche modo, allargano davvero gli orizzonti delle relazioni; sono relazioni diverse, ma non per questo relazioni contrapposte a quelle reali o meno vere: sono semplicemente diverse. E, in questo caso, il Papa ce ne mostra tutto l’aspetto positivo.

da Radio Vaticana

Il Papa su Instagram: con voi sulla via della tenerezza di Dio

“Inizio un nuovo cammino, in Instagram, per percorrere con voi la via della misericordia e della tenerezza di Dio”. Con questo tweet Papa Francesco ha annunciato la sua presenza da oggi sul social network lanciato nel 2010 e basato essenzialmente sulla condivisione di foto. È stato lo stesso Papa a inaugurare l’account “Franciscus” da Casa Santa Marta, postando la prima foto che lo ritrae in preghiera. Ad assistere all’avvio del profilo, Kevin Systrom, amministratore delegato e co-fondatore di Instagram, e mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario della Segreteria per la Comunicazione.

Radio Vaticana