Da Reggio Emilia quasi duemila giovani in partenza per la GMG

Mancano meno di sessanta giorni alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Lisbona che porterà nella capitale del Portogallo quasi duemila giovani di Reggio Emilia e Diocesi.
La gran parte dei reggiani partirà il 29 luglio e raggiungerà Lisbona insieme all’arcivescovo Giacomo Morandi e ad 88 giovani della Giordania e a una quarantina della Turchia.
Per scaldare i motori in vista del viaggio i reggiani iscritti sono invitati domenica 11 giugno alle ore 20.30 ad un incontro di preparazione al parco Tocci di Reggio Emilia dove si svolge il Festincontro di Azione Cattolica.
Nel corso della serata interviene il vescovo Paolo Bizzeti, gesuita, Vescovo titolare di Tabe e Vicario Apostolico di Anatolia. Monsignor Bizzeti introdurrà i giovani reggiani alla vita dei coetanei della chiesa turca che dal 26 al 29 luglio sosteranno in Diocesi per un gemellaggio prima di partire per il Portogallo. Il Vescovo parlerà ai giovani anche della situazione in Anatolia dopo il grave sisma di magnitudo 7.8 che ha colpito il paese il 6 febbraio scorso.
Conclude la serata l’arcivescovo Giacomo Morandi che consegnerà ai giovani il mandato per la partenza e affiderà a Maria la GMG.
laliberta.info 

Domenica 20 novembre 2022 viviamo il primo appuntamento diocesano in preparazione alla grande GMG di Lisbona 2023

Sarà una domenica pomeriggio che aiuterà adolescenti e giovani a vivere o rivivere il clima di una GMG e conoscerne le caratteristiche, andando in profondità anche con le provocazioni e le suggestioni che arriveranno da testimoni e artisti.
Seguiremo il sentiero tracciato da Papa Francesco attorno all’esperienza dell’ALZARSI.

Questo il programma:
15.00 arrivi e accoglienza nel Santuario della Madonna della Ghiara
15.30 inizio
16.00 attività nel centro storico
17.45-18.30 conclusione in Cattedrale col Vescovo Giacomo
A seguire un momento di fraternità, libero.
Ci si iscrive per gruppo oppure anche come gruppo unico per tutta l’UP.
Non si accettano iscrizioni per singole persone.

Nelle attività in centro storico i ragazzi saranno divisi a gruppi. Ogni gruppo potrà partecipare a 2 dei 5 eventi proposti (ognuno della durata di 20 min) che si terranno presso stand situati in vari punti della città.
1) Testimonianza di Francesco Messori, atleta paralimpico, fondatore e calciatore della nazionale italiana amputati – nel Battistero, piazza Prampolini (100 posti)
2) Pezzo teatrale con Daniele Castellari “Divani, poltrone e sofà” (200 posti) – Chiesa di san Pietro, via Emilia
3) Narrazione visiva attraverso i quadri di “Fango” di Stefano Nava (200 posti) – Basilica della Madonna della Ghiara
4) Balletto, musica e testi con Liliana Cosi (200 posti) – Cattedrale
5) “Prepara lo zaino e affrettati” con giovani della nostra diocesi (200 posti) – Chiesa di sant’Agostino

diocesi.re.it

Vaticano. Gmg, domenica il passaggio della Croce da Panama a Lisbona 2023

La consegna al termine della Messa celebrata dal Papa in San Pietro, alla presenza delle delegazioni di giovani panamensi e portoghesi. Diretta su Tv2000
La storica Croce della Giornata mondiale della gioventù

La storica Croce della Giornata mondiale della gioventù

Avvenire

Questa domenica, 22 novembre, alle ore 10 Tv2000 trasmette in diretta dalla Basilica di San Pietro la Messa presieduta da Papa Francesco, in occasione della Solennità del Cristo Re dell’Universo. Al termine della celebrazione avverrà il passaggio dei simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù, la Croce e la copia dell’Icona Salus Populi Romani, dalla rappresentanza dei giovani panamensi alla gioventù portoghese, per la Gmg2023 che si terrà a Lisbona.

“Come annunciato dal Santo Padre lo scorso 5 aprile durante la Preghiera dell’Angelus, domenica prossima, 22 novembre, solennità di Cristo Re e conclusione dell’anno liturgico, al termine della Santa Messa celebrata da papa Francesco nella Basilica di San Pietro avverrà la consegna della Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù. Saranno presenti per l’occasione una delegazione dal Centro America e una dal Portogallo”. Lo fa sapere il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni.

 

Domenica in San Pietro avrà luogo quindi il passaggio della Croce delle Gmg dall’edizione svoltasi a Panama nel gennaio 2019 a quella in programma a Lisbona nell’agosto 2023, inizialmente prevista per il 2022 e rimandata per la pandemia.

 

Nel dettaglio, spiega il dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, il Papa “domenica 22 novembre alle 10 presiederà la celebrazione eucaristica sull’altare della cattedra della Basilica di San Pietro. Alla fine della Messa avrà luogo il passaggio dei simboli delle Gmg, la Croce e la copia dell’Icona Salus Populi Romani, dalla rappresentanza dei giovani panamensi alla gioventù portoghese”. La celebrazione sarà trasmessa in diretta sul canale Youtube di Vatican News.

“Da anni – spiega ancora il medesimo dicastero – la Croce e l’Icona Salus Populi Romani accompagnano le preparazioni alle edizioni internazionali della Gmg: la consegna dei simboli ai giovani della diocesi che accoglie la Giornata aveva sempre luogo al termine della celebrazione della Domenica delle Palme presieduta dal Santo Padre in Piazza San Pietro. Questa tradizione risale al 1984 quando, a conclusione dell’Anno Giubilare della Redenzione, papa Giovanni Paolo II affidò ai giovani la Croce del Giubileo, conosciuta oggi come la Croce delle Gmg, da allora al centro di ogni edizione internazionale delle Giornate. Nel 2003 il Santo Padre ha offerto alla gioventù anche una copia dell’Icona di Maria Salus Populi Romani, che affianca la Croce nei suoi pellegrinaggi per il mondo”.

Gmg. Bassetti: «Cari giovani l’Italia attende il vostro slancio»

da Avvenire

Il cardinale Bassetti (al centro, in piedi) con un gruppo di giovani (foto d'archivio)

Il cardinale Bassetti (al centro, in piedi) con un gruppo di giovani (foto d’archivio)

A Panama ci sarà anche lui. Accanto al Papa e al fianco dei giovani italiani. «Non sarà facile per me a 76 anni», confida l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti. Ma non ha voluto mancare. Panama 2018 ha infatti una molteplicità di valenze pastorali e sociali che meritano di essere viste da vicino. La continuità con il Sinodo, l’abbraccio al mondo da una terra ponte per vocazione, il superamento della mentalità del successo a tutti i costi e l’adozione di uno stile di servizio, il ruolo dei nostri ragazzi a servizio del Paese. Il porporato sottolinea: «I giovani abbattono i muri. Impariamo da loro».

Molti sostengono che la Gmg di Panama sia la continuazione del Sinodo sui giovani. È d’accordo? E se sì, in che senso lo è?
In effetti la prossima Gmg si inserisce sulla scia del Sinodo sui giovani, una grande intuizione di papa Francesco. Il tema del raduno che inizierà nei prossimi giorni è la risposta della Vergine alla chiamata di Dio: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Le parole di Maria sono un “sì” coraggioso e generoso. Il “sì” di chi ha capito il segreto della vocazione: uscire da se stessi e mettersi al servizio degli altri. Proprio la fede e il discernimento vocazionale sono stati al centro del Sinodo dello scorso ottobre.

Vede qui il collegamento con il Sinodo?
Un tempo come il nostro, segnato dall’incertezza e dalla paura, non incoraggia risposte che impegnino per tutta la vita. E non incoraggia risposte che siano nel segno del dono. Invece, oggi più che mai noi tutti, a cominciare dai giovani, siamo chiamati a spenderci per l’altro, oltre quella mentalità mondana che incita al successo personale, al benessere individuale, all’apparenza effimera e che di fatto alimenta una concezione egoistica della vita. La Madre di Dio, rispondendo all’Angelo, non ha timori. E con il suo “eccomi” ci mostra Cristo. Tanti giovani sono affascinanti dalla figura di Gesù. La sua vita appare loro buona e bella perché povera e semplice, fatta di amicizie sincere e profonde, spesa per i fratelli con generosità, mai chiusa verso nessuno, ma sempre disponibile al dono. La vita di Gesù rimane anche oggi profondamente attrattiva e ispirante; essa è per i giovani una provocazione che interpella.

Lei che cosa ha portato a casa dall’esperienza del Sinodo?
Dalla ricca esperienza del Sinodo ho potuto cogliere i bellissimi e molteplici volti dei giovani nel mondo intero. La diversità è ricchezza, allarga gli orizzonti, ci fa andare oltre i nostri schemi. Nel mio cuore porto il grido dei giovani che fuggono dalle guerre o dalla povertà in Africa; le piaghe sociali di quelli che vivono nell’America Latina; lo sfruttamento di quelli in Asia; le disillusioni di una parte della gioventù dell’Occidente. Ma anche il desiderio comune a tutti i giovani di essere protagonisti, di poter dare un contributo fattivo alla crescita della società e della Chiesa. Non quindi giovani in ritirata, come talvolta si può immaginare, ma in prima linea, in uscita. Dobbiamo però metterli nelle condizioni di agire, dare loro fiducia, non ingabbiarli.

Si è insistito molto sulla dimensione dell’ascolto dei giovani. Qualcuno sostiene che questo significhi rinunciare alla missione di insegnare loro la fede e i comportamenti conseguenti. Qual è la sua opinione al proposito?
I giovani sono portatori di un’inquietudine che va prima di tutto accolta, rispettata e accompagnata, scommettendo con convinzione sulla loro libertà e responsabilità. La Chiesa sa per esperienza che il loro contributo è fondamentale per il suo rinnovamento. I giovani, per certi aspetti, possono essere più avanti di noi pastori. Ascoltarli è il primo passo per renderli “missionari” e non semplicemente esecutori.

Che Gmg si immagina? Panama è un luogo di unione (tra due oceani, tra due continenti), ma anche di grandi contraddizioni (violenza, narcotraffico, povertà). Che cosa ha voluto dirci il Papa scegliendo questa terra come sede della Gmg?
Immagino una Gmg che abbraccia il mondo. Del resto è la caratteristica delle Giornate mondiali della gioventù che sono frutto della visione profetica di san Giovanni Paolo II. Francesco è il Papa arrivato dalla “fine del mondo” e guarda all’intera umanità: anche, e direi in modo particolare, a quella ferita in Paesi dove il contesto sociale è difficile. Panama è quasi un “ponte” che unisce il Sud con il Nord del continente americano. Viene da pensare che sia una sorta di baricentro fra il Sud del mondo e il nostro Occidente. A noi è chiesto di essere “ponti” fra i popoli. E i giovani ce lo mostrano con il loro desiderio di incontrare chi vive dall’altra parte del pianeta, con la loro curiosità di scoprire terre lontane, con la loro apertura alle differenze. I giovani non alzano muri: li abbattono. Impariamo da loro…

I giovani italiani questa volta non saranno tantissimi. In Italia non è estate. Ma da coloro che porteranno il tricolore sulle sponde del Canale che cosa si aspetta il presidente della Cei, che ha anche scelto di accompagnarli?
Ho 76 anni. E per me non sarà una passeggiata un viaggio in aereo di oltre 12 ore per andare a Panama. Ma non sono voluto mancare a fianco dei nostri giovani italiani, poco meno di un migliaio. È vero che il numero può apparire non elevato. Ma dice anche il desiderio di mettersi in cammino, di seguire Pietro che li chiama ad attraversare l’oceano per portare a Panama il volto giovane della Chiesa italiana. Una Chiesa dalle radici profonde, capace di testimoniare il Risorto anche oltre i suoi confini nazionali, in grado di trasmettere la gioia del Vangelo di generazione in generazione. Ai giovani italiani dico: impegnatevi per il Signore, per la Chiesa e per il nostro Paese. Il Signore vi esorta ad annunciarlo a tutti dai “tetti”, che oggi sono anche i social network in cui un giovane cristiano deve essere presente. La Chiesa italiana ha bisogno del vostro slancio, del vostro entusiasmo, persino della vostra critica costruttiva. L’Italia necessita di un nuovo impegno socio-politico che non può che partire dai giovani. Il Paese può riscattarsi dalla crisi e dalle divisioni se una nuova generazione, anche di cristiani giovani, saprà spendersi per il bene comune e non alimentare interessi di parte.

Sarà anche la Gmg di san Romero. Qual è il messaggio che viene da questa figura?
L’arcivescovo Romero ci dice che ogni credente deve essere martire, ossia testimone. Ha amato il Signore e il suo popolo fino a spargere il suo sangue sull’altare mentre celebrava Messa. Guardando all’arcivescovo di El Salvador i giovani incontrano un “gigante della fede” che ha denunciato i mali del potere e ha abbracciato gli ultimi, i “senza voce”. La voce di Romero è diventata la voce degli indifesi. Ed è stato uomo della riconciliazione. Mai cedere alla perversa logica dell’odio. E, come Romero ben ci ricorda, dobbiamo essere “apostoli” di pace, di concordia, di misericordia ovunque, cominciando dalle nostre famiglie, dalle nostre scuole o università, dai nostri luoghi di lavoro, dalle nostre città.