L’Inps «crocevia» di religioni e di culti

Una interessante analisi dell’Inps sulle confessioni religiose in Italia ha accompagnato il bilancio 2021 del Fondo di previdenza del clero cattolico e “delle confessioni religiose diverse dalla cattolica” approvato nei giorni scorsi dal Comitato di Vigilanza del Fondo. Alla gestione speciale partecipano infatti anche ministri di culto di diverse confessioni per la maggior parte riferibili all’area del protestantesimo.
La rilevazione dell’Istituto di previdenza registra complessivamente 27 confessioni presenti nel Fondo, oltre la Chiesa cattolica, per un totale di 17.800 ministri di culto contribuenti attivi. La compagine dei “non cattolici” è alquanto ridotta (poco meno di 500 unità) con pari obblighi contributivi e diritti pensionistici.
Alcune confessioni (evangelici, luterani, avventisti, pentecostali ecc.) sono storicamente presenti su tutto il territorio, dopo aver stipulato con lo Stato italiano una Intesa analoga a quella Stato/Chiesa cattolica, consolidando la loro presenza nella società.
Altre confessioni di matrice “orientale” (buddisti, ortodossi ecc.) si sono inserite in seguito nel panorama religioso dopo aver stipulato una propria Intesa nel 2012, ma hanno rivendicato (e ottenuto) l’esonero dai contributi obbligatori del Fondo Clero, introducendo una grave frattura sia nella parità dei culti sia nella solidarietà pensionistica. Ha contribuito in parte a questa “disparità” anche una infelice svista nei regolamenti per il riconoscimento delle confessioni religiose presso una speciale Commissione governativa. In questo organismo sono rappresentati sette Ministeri, competenti per i vari aspetti del culto (edilizia, assistenza nelle carceri e negli ospedali, beni culturali ecc.), ma non è mai stata prevista la partecipazione del ministero del Lavoro competente per la materia previdenziale. Si riflette quindi sul Fondo Clero l’assenza di nuove entrate contributive.
Si affaccia ora al riconoscimento pubblico di ente di culto, secondo le norme sulla libertà religiosa, l’Unione dei Sikh in Italia. Nei giorni scorsi è stata presentata la richiesta ufficiale presso la Prefettura di Reggio Emilia dai rappresentanti dell’Unione che ha sede a Novellara. La comunità degli indiani Sikh, presente in Italia da diversi anni, è stimata in circa 40 mila fedeli, la gran parte occupati nel settore agricolo.

Fonte: Avvenire

Se l’Inps esclude il clero dalla simulazione dei futuri assegni

Nelle intenzioni dell’Inps, il nuovo progetto intitolato La mia pensione, che simula il calcolo e l’importo del futuro trattamento pensionistico, dovrà interessare circa 23 milioni di assicurati nelle diverse gestioni previdenziali. Fra questi, con un prudente condizionale, potranno essere compresi anche i sacerdoti iscritti al Fondo di previdenza per il clero.
Per le sue dimensioni, l’iniziativa dell’Istituto è già partita dal mese scorso ma viene realizzata gradualmente interessando da subito circa 18 milioni di soggetti (esclusi lavoratori agricoli e domestici) distinti per fasce. Sono ammessi da questo mese gli assicurati fino a 50 anni di età, mentre gli over 50 anni devono attendere il prossimo mese di luglio.
Per accedere al sito dell’Inps e visualizzare la probabile futura pensione è indispensabile disporre del Pin, il codice telematico assolutamente gratuito. A settembre l’istituto solleciterà tutti coloro che non sono ancora in possesso del codice personale a richiederlo per utilizzare al meglio i vari servizi della previdenza.
Fondo clero. Solo dal prossimo anno il nuovo servizio sarà disponibile per gli altri 3,5 milioni di assicurati, fra i quali gli iscritti ai fondi speciali di previdenza, ai quali si aggiungono 3,2 milioni di dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
Se le previsioni saranno rispettate, il clero italiano dovrà quindi attendere il 2016 per occhieggiare il proprio trattamento pensionistico. I sacerdoti potranno sperimentare il calcolo pensionistico simulato per due finalità distinte e separate:
a) pensione ex Inpdap, oggi inquadrata nelle categoria Inps-gestioni pubbliche. È il trattamento che spetta ai dipendenti di ruolo della scuola, ai dipendenti di ospedali pubblici, ai cappellani delle forze armate o di polizia, ai dipendenti di Ipab o di altri enti pubblici privatizzati ma che hanno optato per l’assicurazione Inpdap. L’assegno mensile viene simulato considerando i diversi calcoli retributivo, contributivo, misto e tenendo conto dell’età del lavoratore, della storia lavorativa e della retribuzione/reddito.
b) pensione del Fondo clero. Tuttavia non appare certo che il simulatore dell’Inps esponga anche le pensioni sacerdotali. Infatti per tutti gli altri assicurati il prevedibile importo dell’assegno mensile è ricavato sopratutto in base al calcolo contributivo, divenuto obbligatorio con la riforma Fornero. Le pensioni del Fondo sono invece escluse dal calcolo contributivo e liquidano sostanzialmente importi fissi. È difficile quindi ritenere che il progetto dell’Inps interessi anche il Fondo, realizzando però l’ennesima disparità di trattamento per i sacerdoti assicurati.

avvenire