L’evento. A Sanremo il Festival è biblico

Il vescovo Suetta assieme a don Toffetti Lucini e a Parise durante la presentazione del Festival Dei Verbum
Un evento che si offre come occasione di scambio con la città che lo ospita, Sanremo, e con il territorio: così, durante una conferenza stampa, il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, ha presentato il «Festival Dei Verbum» che si terrà dal 28 agosto al 2 settembre prossimi nella città dei fiori. Un evento che si colloca nell’ambito del 60° anniversario del Concilio Vaticano II.
L’appuntamento, che, come sottolineato dal presule ligure, rappresenta per la diocesi un “ardimento”, visti il grosso impegno organizzativo e il livello dei relatori coinvolti, è promosso dall’Istituto Teologico Pio XI, con il patrocinio dell’Associazione Biblica Italiana e del Comune di Sanremo. A presentarlo, assieme al vescovo Suetta, c’erano anche don Thomas Toffetti Lucini, docente di Sacra Scrittura e direttore dell’Istituto, e Giovanni Parise, docente di Diritto Canonico, segretario dello stesso Istituto Pio XI.
Molto ricco il programma del Festival, il cui titolo fa riferimento alla costituzione dogmatica emanata dal Concilio Vaticano II riguardante la «Divina Rivelazione» e la Sacra Scrittura. L’apertura, il 28 agosto, si terrà presso il Teatro del Casinò di Sanremo e vedrà, dopo i saluti del vescovo Antonio Suetta, l’intervento del cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, su «Dei Verbum: continuità e nuovi approfondimenti». Il porporato presiederà poi la Messa nella concattedrale di San Siro, cui seguirà, in serata, un concerto d’organo con il benedettino Christian Gabrieli e una meditazione su «Cristo pienezza della rivelazione in san Giovanni della Croce», tenuta da Karol W. Kraj.

I lavori, poi, proseguiranno presso la Curia diocesana di Sanremo. Il secondo giorno, 29 agosto, sarà dedicato a «La divina rivelazione e la sua trasmissione». Il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, si soffermerà sui primi due capitoli della «Dei Verbum». Seguirà la riflessione di Carlos Jodar-Estrella su «Il Cristo: parola unica della Sacra Scrittura». Nel pomeriggio la relazione di Maurizio Girolami, su «Sacra Scrittura e tradizione apostolica nei Padri della Chiesa». A seguire la Messa presieduta da Tremolada nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. In serata l’inaugurazione della mostra dei maestri orafi «Caliendo» de L’Aquila e la catechesi con l’arte tenuta da suor Rebecca Nazzaro presso le Opere parrocchiali di San Siro.

«Ispirazione e interpretazione della Sacra Scrittura» sarà il tema della terza giornata il 30 agosto, con l’intervento del vescovo di Pavia, Corrado Sanguineti, sul terzo capitolo della «Dei Verbum». Paolo Costa, poi, rifletterà su «Prospettive sull’ispirazione e il canone biblico», mentre monsignor Mauro M. Morfino, parlerà di «Esegesi, ermeneutica e lectio divina». Sanguineti presiederà poi la Messa in Santa Maria degli Angeli e in serata Morfino presiederà l’adorazione eucaristica con le meditazioni di suor Maria Gloria Riva.

La voce guida della quarta giornata, dedicata ad Antico e Nuovo Testamento, sarà il vescovo emerito di Chioggia, Adriano Tessarollo, che si soffermerà sui capitoli IV e V della «Dei Verbum». «Il Deuteronomio: l’annuncio mosaico della Parola» sarà il tema, poi, dell’intervento di Michelangelo Priotto, mentre Claudio Doglio, rifletterà su «Il carattere storico e l’origine apostolica dei Vangeli». La Messa sarà presieduta da Tessarollo e, in serata, è previsto l’incontro presso il Forte Santa Tecla, con l’intervento di monsignor Andrea Lonardo, sul tema «Dalla Dei Verbum alla catechesi e all’evangelizzazione», cui seguirà il concetto del quartetto «Note Libere» e la presentazione della rivista «Studia Sancti Romuli».

Il 1° settembre, quinta giornata, interverrà il biblista don Antonio Pitta, su «La Parola di Dio nella vita della Chiesa». Mentre il domenicano Lukasz Popko, rifletterà su «Che cosa può imparare il traduttore moderno della Bibbia dai traduttori ispirati dell’antichità?». Interverrà poi l’arcivescovo Rino Fisichella su «L’importanza della Sacra Scrittura per la teologia». «La parola di Dio fatta canto» darà il tema della riflessione del maestro Sergio Militello. In San Siro, poi, la Messa presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, già presidente della Cei. Nella stessa concattedrale, in serata, si terrà il concerto corale delle Scholae cantorum del Santuario della Madonna della Guardia e della Cattedrale di Tortona.

Infine il 2 settembre, la giornata conclusiva si aprirà presso il Salone del Centro Don Orione con l’intervento di don Gianandrea Di Donna su «Parola di Dio e liturgia». Al Santuario Nostra Signora della Costa, infine, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Fortunato Frezza.
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Iniziative. Nel 2023 il Festival Biblico mette a tema la creazione

Dal 5 al 28 maggio nelle città di Vicenza, Verona, Padova, Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia. Con anteprime nei territori e poi anche “in villeggiatura” a giugno
Nel 2023 il Festival Biblico mette a tema la creazione
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Sarà il libro biblico della Genesi – e in particolare i capitoli dall’1 all’11 – il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19ª edizione del Festival Biblico, il festival promosso da diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione – e Alba nella formula del Fuori Festival. I primi 11 capitoli di Genesi, il primo libro della Bibbia, sono un racconto che si protende in avanti, una narrazione che mette al centro le origini del mondo e dell’umanità, aprendo così alle grandi domande sul senso della vita. Temi come la creazione del mondo e della storia, le relazioni tra esseri viventi e la difficile fraternità tra gli uomini, la libertà, la trasgressione, il peccato, la redenzione, il lavoro, il giudizio, la fede, trovano spazio nelle pagine di Genesi 1-11 e si connettono in maniera evidente ai tempi odierni. Genesi è un processo di creazione costante, mai chiusa, non definitiva – il nome stesso del libro, che deriva dal greco génesis, allude proprio alle azioni generative raccontate al suo interno – e per questo pensiamo costituisca una narrazione utile dalla quale ripartire in questo tempo in cui molto di quanto credevamo valido e certo ci appare in dubbio e mostra i suoi limiti.

Questo desidera essere il Festival Biblico per la sua 19ª edizione: uno spazio in cui assumersi la responsabilità di interrogare e interrogarci su alcuni dei temi che urgono nel dibattito odierno e le cui radici affondano anche nei grandi quesiti aperti dal racconto della Genesi, come la transizione climatica disordinata e le sue implicazioni ambientali, sociali ed economiche, l’affollamento nell’abitare lo spazio e le migrazioni involontarie dei popoli, le disuguaglianze economiche, l’instabilità politica generalizzata e l’aumento esponenziale di conflitti e guerre, temi rispetto ai quali i grandi insegnamenti e i grandi quesiti aperti dal racconto della Genesi possono offrire fondamentali criteri di discernimento validi per far fronte, insieme e come singoli, alla necessità di pensare e attuare forme nuove e sempre più condivise di resilienza. Nel 2023 il Festival si articolerà nuovamente in una serie di proposte e appuntamenti che si svilupperanno nel corso dell’anno. Si partirà in primavera con il lancio del nuovo podcast originale del Festival che dopo Credo, un racconto intimo del rapporto dei giovani italiani con la propria fede, indagherà le ambivalenze della religione. Poi, tra aprile e maggio, torneranno gli appuntamenti dal vivo – che coinvolgono oggi gran parte del territorio veneto – dal 5 al 28 maggio nelle città di Vicenza, Verona, Padova, Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia, e dal 14 al 16 aprile nelle province di alcune di queste. Nel mese di giugno il Festival Biblico in villeggiatura ci accompagnerà anche quest’anno alla scoperta di alcuni tra i luoghi meno conosciuti della nostra regione, e, infine, in autunno si terrà nuovamente, dopo il successo della prima edizione, la scuola del pensare, il laboratorio ideato per tenere desto il pensiero. Per informazioni, www.festivalbiblico.it.

Festival Biblico. Credo, un podcast alla scoperta della geografia delle fedi in Italia

Nell’ambito della kermesse dedicata alla Parola di Dio nasce una serie audio in cinque episodi che indaga sul posto che la fede occupa tra i trenta-quarantenni della Penisola
Credo, un podcast alla scoperta della geografia delle fedi in Italia
Avvenire

Che posto occupa oggi la dimensione religiosa nella vita dei trentenni e dei quarantenni italiani? Non è facile formulare una risposta univoca, perché in un mondo complesso caratterizzato da relazioni sempre più frammentate anche la vita spirituale è dispersa lungo miriadi di rivoli dal corso irregolare e discontinuo. Ecco perché forse l’unico modo per affrontare l’argomento è quello di mettersi in ascolto delle storie di vita e delle esperienze di chi cerca per sé una risposta. Ed è proprio in questo orizzonte che si pone “Credo. geografia delle fedi”, un podcast prodotto da Piano P nell’ambito del Festival Biblico.

A guidare l’ascoltatore nella scoperta del ruolo che la dimensione sacra occupa nella vita familiare, affettiva e lavorativa dei trenta-quarantenni italiani è la voce della giornalista Laura Cappon. Questa “geografia delle fedi” in Italia viene narrata in cinque episodi, tutti disponibili sulle maggiori piattaforme di distribuzione dei podcast, oltre che sul sito del Festival biblico.

Se il primo episodio è dedicato ai “cattolici in mezzo al guado”, il secondo dà voce agli ortodossi e alla loro “Chiesa come appartenenza”. Il percorso poi accompagna l’ascoltatore tra i valdesi con il loro “sguardo sul mondo”. Il quarto episodio è dedicato agli ebrei “con un piede impigliato nella Storia” e, infine, nell’ultimo episodio spazio all’islam, che ormai non è più solo “in Italia” ma anche “italiano”.

“Il Festival Biblico è un festival culturale che da 18 anni si interroga sul ruolo che la Bibbia può avere oggi nell’aiutarci a leggere e comprendere le questioni che fanno parte del nostro vivere quotidiano – spiegano gli organizzatori –. Nel 2021, nell’ambito degli incontri dal vivo che si svolgono nelle città e nelle province che ad oggi aderiscono al progetto, ossia Vicenza, Verona, Padova, Rovigo, Vittorio Veneto e Treviso, il Festival ha dato vita a un ciclo di incontri dal titolo Geografia delle fedi con l’obiettivo di conoscere le fedi nel mondo con un approccio che lega le Sacre Scritture, la storia, l’antropologia, il contesto e i suoi dati, le testimonianze”.

Se gli incontri dal vivo puntano i riflettori sul resto del mondo, il podcast apre una finestra sulla situazione in Italia, indagando la “questione seria” della fede grazie ai racconti di giovani o giovani-adulti credenti, che cercano di dare un senso alla propria identità religiosa. Si scopre così che le sfide più difficili non riguardano solo chi, magari arrivato dall’estero, vive un’appartenenze religiosa minoritaria, ma anche chi cerca di comprendere quale sia il modo migliore per vivere nell’oggi la più “tradizionale” delle fedi in Italia, quella della Chiesa cattolica.

Chiesa in Italia. Festival Biblico: “Le Scritture, Dio e l’uomo si raccontano”

Dal 30 maggio al 2 giugno Vicenza torna ad ospitare un appuntamento culturale e spirituale che da un paio di anni sta mettendo radici anche nelle diocesi limitrofe. Giunto alla decima edizione, il Festival è incentrato quest’anno sulla dimensione del racconto. “Se noi guardiamo al cuore delle Sacre Scritture – spiega il presidente, Don Roberto Tommasi – vi è narrato un colloquio, un incontro tra il Dio della vita e gli uomini. E in questa narrazione essi riscoprono le fondamenta profonde della loro esistenza”. Perché la Bibbia affascina anche i non credenti? “Perché parla di vita e apre sulle dimensioni del mistero, sul fatto che la vita è più grande di ciò che ogni giorno sperimentiamo. Ogni giorno dovremmo aprirne una pagina e lasciare che Dio ci parli e che noi raccontiamo a Lui le nostre angosce quotidiane e le nostre gioie”.

La scrittrice Michela Murgia interverrà al Festival insieme al suo conterraneo Marcello Fois nell’ambito del dibattito: “Una scrittura incarnata. Benedizione e maledizione di essere scrittori sardi oggi”. Ai nostri microfoni spiega come un’appartenenza geografica e culturale incide sulla propria scrittura: “Dagli scrittori sardi i sardi si aspettano una rappresentazione collettiva e non semplicemente la narrazione della propria personale prospettiva, perché la nostra matrice è una tradizione orale, quindi collettiva, appunto. Da un lato ciò rappresenta una benedizione, perché ti senti portatore di un racconto comune, dall’altro non lo è perché non sempre quello che scrivi è ciò che chi ti manda vorrebbe sentirsi dire”.

La Murgia – vincitrice di numerosi premi letterari, già insegnante di religione in diverse scuole, nonché membro del Coordinamento delle Teologhe Italiane – ricorda la visita di Papa Francesco a Cagliari nel settembre scorso sottolineando che “la condivisione delle difficoltà economiche ed occupazionali di buona parte del popolo sardo e la preghiera da parte della Chiesa dovrebbero essere considerati elementi propulsivi dagli amministratori locali, non una sorta di rischioso paravento”. E continua con un’analisi sociologica: “Oggi è sempre meno possibile il racconto corale perché sono sempre più slabbrati i legami sociali e non esistono nemmeno più i luoghi dove si può costruire una identità collettiva. Le sezioni di partito non ci sono più, le piazze sono diventati luoghi di passaggio, i barricettacolo di macchinette mangiasoldi. Esistono solo la tv e la rete”. E la parrocchia, dove lei per lungo tempo è stata impegnata nell’Azione Cattolica? “In parrocchia io ci ho costruito la mia idea di amicizia civica. So che alcuni della mia generazione si sono anche salvati dalla trappola dell’eroina là perché le parrocchie erano aperte. Oggi mi pare che non abbiano più quella funzione. Le dinamiche della rete hanno cambiato molto le regole del gioco e purtroppo devo constatare che si è investito poco sulla professionalità degli animatori, lasciando sempre troppo al volontarismo tutto l’operato. In realtà – insiste Murgia – la formazione dei giovani e giovanissimi è una cosa così delicata che meriterebbe un investimento economico maggiore da parte della Cei. Si è creduto poco nei laici. Speriamo in Papa Francesco. Questa elezione mi ha dato una grandissima gioia. Spero che si abbandoni definitivamente l’idea che il genio femminile sia un genio ancillare. Il genio ancillare è di tutti nella Chiesa”.

E continua parlando della sua esperienza nel mondo della scuola, del destino mediocre a cui è condannata finché gli insegnanti saranno considerati lavoratori di serie B e decideranno per questo impiego solo perché non riescono a trovare di meglio. Battuta conclusiva sul mestiere di scrittore: “La narrazione è relazione, e scrivere è una disciplina: puoi avere una intuizione ma poi ci voglioni mesi di lavoro perché quella tua intuizione diventi un oggetto che abbia un suo mercato. Le due cose devono incontrarsi. E’ una cosa sempre difficile da spiegare a chi ha una idea romantica dello scrittore. Bisogna puntare sulla rete. Puoi cercare di farti notare laddove ritieni ma non è detto che chi ti cerca ti trovi dove tu pensi che ci riesca”.

(Antonella Palermo) – radiovaticana

Se conoscessi il dono di Dio (GV 4,10a). Fede e libertà nelle Scritture

Per molti un’esperienza conosciuta, vissuta, partecipata. Per altri un luogo di cultura ancora da scoprire. Per tutti la parola “è Festival” Biblico. E “è festival” si è dato appuntamento lunedì 3 dicembre al Centro Congressi Confartigianato di Vicenza per una serata di confronto e convivio con tutti i partner, gli sponsor, gli amici e i gruppi di progettazione delle località interessate alla manifestazione. Un appuntamento che ritorna puntuale per tracciare il bilancio dell’esperienza collettiva di un Festival sempre meno “evento”, sempre più “comunità” pronta a vivere una nuova edizione.
La nona edizione del Festival Biblico si terrà dal 31 maggio al 9 giugno 2013. Il tema scelto, le cui linee generali sono già state rese note a fine maggio, è “Se conoscessi il dono di Dio (GV 4,10a). Fede e libertà nelle Scritture”.“L’idea cristiana della fede trova nella libera rivelazione di Dio in Gesù Cristo” – spiegano  i presidenti del Festival Mons. Roberto Tommasi e don Ampelio Crema – “un’esperienza real-mente umana, individuale e sociale, esistenziale e storica. Ed è a questa che l’uomo è chiamato a “rispondere” liberamente, attraverso anche la convergenza di teologia biblica ed esperienza spirituale”.
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Novità significativa per il 2013 sarà l’entrata nella grande famiglia del Festival di un componente in più, la Diocesi di Padova, che estenderà dunque a tre il novero delle province interessate dall’esperienza biblica. Ad “è festival” debutta inoltre il primo “Bilancio e valutazione dell’impatto sociale” del Festival riferito all’anno 2012. Si tratta di un nuovo strumento per la lettura dell’esperienza biblica – che da qui in avanti accompagnerà il Festival – ed è stato pensato per includere nel consuntivo finale delle singole edizioni quell’enorme patrimonio di relazioni umane, attività e contaminazioni culturali che sottendono l’iniziativa.
L’immagine che ne esce è quella di un “Albero dei frutti”, una pianta che poggia le proprie radici nella storia biblica, che nasce e cresce su un territorio, che viene alimentato da quanti in quel territorio vivono e i cui frutti sono offerti a coloro che attorno ad essa si ritrovano. E così, da Verona a Valdagno, da Bassano a Lonigo passando per Vicenza e tutte le altre 10 località toccate dal Festival, ad emergere non sono solo le cifre, pur lusinghiere (oltre 40.000 presenze, 212 attori coinvolti, 200 volontari, 160 eventi, centinaia tra articoli, recensioni e servizi stampa)  ma anche il valore condiviso del Festival maturato tra tutti gli stakeholders in una reale condivisione, partecipata e trasparente, della mission del Festival. Il tutto ha fatto sì che la manifestazione è diventata, negli anni, un vero progetto di comunità, che risulta essere, oggi, tra le più significative realtà italiane in questo ambito.
Ma dire Festival Biblico nel 2012 significa ormai parlare apertamente di “cultura”. A dirlo è un ospite d’eccezione: Daniele Marini, direttore Scientifico della Fondazione Nord Est che presenta un’analisi sul contributo del Festival Biblico all’interno dell’’animazione culturale nel Triveneto. “Eventi della portata del Festival Biblico hanno una doppia ricaduta sul territorio”,  afferma Marini. “Da un lato confermano la loro importanza concreta, immediata ed economica, dall’altro invece sottolineano la presenza spesso silenziosa ma incredibilmente dinamica di un capitale sociale cresciuto durante gli anni. In questo senso il Festival è uno degli strumenti che sta contribuendo a costruire un Nordest sempre più immateriale che ritrova in sé stesso, accentuandola, una forte dimensione culturale”.
Il prossimo appuntamento con il Festival è infine fissato per il 14 marzo 2013. Questa è la data dell’anticipazione affidata, nella nona edizione, ad un doppio evento che vedrà strettamente legati teatro, filosofia ed attualità. Alle 18.00 al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza Silvano Petrosino, professore di Filosofia morale presso l’Università Cattolica di Milano terrà una relazione sul rapporto tra fede e libertà oggi. Seguiranno, in Sala Grande, le suggestioni bibliche della “Gerusalemme perduta” di e con Paolo Rumiz e Sasha Karlic, un viaggio “contromano” tra la Terra Santa e l’Italia inseguendo briciole di Dio.