Gli esami al via. Maturità 2023: a che santo raccomandarsi?

Ragazzi alla prova della Maturità

Da san Giuseppe da Copertino al beato Carlo Acutis, passando per san Tommaso d’Aquino, santa Rita da Cascia o san Luigi Gonzaga. Inizia l’esame di maturità. È la “grande” prova che ogni studente è chiamato ad affrontare. Da solo, certo, forte di anni di impegno e di settimane frenetiche di ripassi. Ma anche con “amici” che dal cielo possono intercede per lei o lui. Sono i santi che i ragazzi alle prese con scritti e orali possono invocare.

«Anche come comunità ecclesiale, vogliamo esprimere la nostra vicinanza agli studenti impegnati nel sostenere questa importante verifica – afferma in una dichiarazione il vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università –. Ne condividiamo le apprensioni e le speranze augurando che possano raccogliere i frutti del lungo cammino che ha arricchito la loro formazione umana e intellettuale, contribuendo a plasmare la personalità e a dare le basi per un pieno inserimento nella vita sociale». Il presule rivolge poi «un pensiero di gratitudine anche a tutti i docenti e al personale amministrativo che accompagnano con passione educativa e professionalità i giovani in questo delicato passaggio del loro percorso scolastico». E aggiunge: «Siamo vicini alle famiglie che sostengono i loro figli condividendone le ansie e le aspettative. Anche se si stratta di una prova individuale, essa riveste sempre un rilevante valore sociale, perché alla fine è la comunità nel suo insieme che beneficia dei risultati positivi o che deve prendere atto delle difficoltà. Consapevole di questo peculiare valore umano e sociale, la Chiesa accompagna anche spiritualmente, con l’affetto e la preghiera, gli studenti e tutti coloro che a diverso titolo sono coinvolti negli esami di maturità».

La preghiera è anche quella dei ragazzi stessi. A san Giuseppe da Copertino, anzitutto, il patrono degli studenti. Si definiva “fratel Asino”. Cacciato dal convento per «semplicità ed ignoranza», passò con molta fatica gli esami per diventare sacerdote. Motivo per cui è il protettore degli studenti. Nato il 17 giugno 1603 a Copertino, in provincia di Lecce, in una stalla del paese, era figlio di un “maestro dei carri”. Voleva farsi prete, ma non aveva un’istruzione sufficiente anche perché era stato costretto a lasciare la scuola per motivi di salute. A quasi 17 anni bussò alla porta dei frati francescani conventuali, convento detto della “Grottella” a due passi da Copertino, ma venne mandato via «per la sua poca letteratura». Passò allora dai francescani riformati, ma anche questi dopo un po’ lo rifiutarono. Si diresse allora dai cappuccini di Martina Franca, allora esigenti in fatto di cultura, e fu rimandato a casa. Grazie all’interessamento dello zio materno, riuscì dopo molte insistenze a farsi accettare di nuovo dai conventuali della “Grottella”. E in modo stupefacente superò prima l’esame per il diaconato e poi quello per il sacerdozio. Nella sua vita ha avuto frequenti visioni ed estasi, ed è anche chiamato “patrono dei voli” a causa delle sue levitazioni.

Ecco la preghiera dello studente al santo pugliese:

O san Giuseppe da Copertino,
amico degli studenti e protettore degli esaminandi,
vengo ad implorare da te il tuo aiuto.
Tu sai, per tua personale esperienza,
quanta ansietà accompagni l’impegno dello studio
(degli esami) e quanto facili siano il pericolo
dello smarrimento intellettuale e dello scoraggiamento.
Tu che fosti assistito prodigiosamente da Dio
negli studi e negli esami
per l’ammissione agli Ordini sacri,
chiedi al Signore
luce per la mia mente e forza per la mia volontà.
Tu che sperimentasti tanto concretamente
l’aiuto materno della Madonna,
Madre della speranza,
pregala per me,
perché possa superare facilmente
tutte le difficoltà negli studi e negli esami.
Amen.

 

'San Giuseppe da Copertino si eleva in volo alla vista della Basilica di Loreto' di Ludovico Mazzanti

“San Giuseppe da Copertino si eleva in volo alla vista della Basilica di Loreto” di Ludovico Mazzanti – Wikipedia

Era studente, come lo sono i ragazzi della maturità, il beato Carlo Acutis, appassionato di computer e pioniere del mondo digitale. Aveva 15 anni quando nel 2006 è morto per una leucemia fulminante. Le sue spoglie si trovano ad Assisi, città a cui era legato benché fosse nato a Londra e fosse vissuto a Milano. Frequentava l’istituto “Leone XIII” dei gesuiti. Attento alla comunicazione, aveva capito che il linguaggio informatico poteva essere utilizzato fino in fondo per diffondere il Vangelo e il culto dell’Eucaristia alla quale dedicava lunghe ore di adorazione. Le sue giornate erano scandite, oltre che dalla scuola, anche dalle partite di pallone, dalle uscite in pizzeria con gli amici, dal volontariato alla mensa dei poveri, dall’aiuto ai bambini in difficoltà con i compiti, dal sassofono, dalla progettazione di programmi con il computer o dai videogiochi.

 

Carlo Acutis a Castelluccio

Carlo Acutis a Castelluccio – Famiglia Acutis

È firmata da un dottore della Chiesa una delle più famose preghiere degli studenti. È san Tommaso d’Aquino, filosofo e teologo, che è considerato l’”Angelo della scuola”. La tradizione della Chiesa tramanda la preghiera che egli stesso recitava prima dello studio, delle lezioni, delle prediche. Pio XI l’aveva raccomandata nella sua enciclica Studiorum Ducem.

Ecco la preghiera dello studente di san Tommaso d’Aquino:

Creatore ineffabile,
che dai tesori della Tua Sapienza hai tratto tre gerarchie d’angeli e le hai stabilite sopra i cieli in un ordine mirabile.
Tu che hai disposto ogni elemento dell’universo con armonica bellezza. Tu che sei chiamato autentica Fonte della Luce e della Sapienza, e Principio sublime di ogni cosa.
Degnati di illuminare le tenebre del mio intelletto con il raggio della tua chiarezza, liberandomi dalle due tenebre in cui sono nato: il peccato e l’ignoranza.
Tu, che fai fiorire l’eloquenza sulle lingue dei bambini, forgia la mia lingua e infondi nelle mie labbra la grazia della tua benedizione.
Dammi l’acutezza dell’intelligenza, la facoltà di ricordare, il metodo e la facilità dell’apprendere, la perspicacia dell’interpretare, il dono copioso del parlare.
Disponi Tu l’inizio, dirigi lo svolgimento e portami fino al compimento: Tu che sei vero Dio ed uomo, che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.

'San Tommaso d'Aquino mentre scrive l'inno al Santissimo Sacramento' di Giovanni Barbieri Guercino

“San Tommaso d’Aquino mentre scrive l’inno al Santissimo Sacramento” di Giovanni Barbieri Guercino – Wikipedia

Una santa da invocare nei momenti della prova è Rita da Cascia. E’ la santa delle cause impossibili. Donna, sposa, madre, vedova e monaca, è un modello di vita più che mai valido anche oggi. «Le donne di oggi – ha detto papa Francesco –, sul suo esempio, possano manifestare il medesimo entusiasmo di vita e, al contempo, essere capaci dello stesso amore che ella riservò a tutti incondizionatamente». Nata a Roccaporena in Umbria nel 1381, figlia unica, Margherita Lotti coltivava fin da giovane il sogno di consacrarsi a Dio, ma fu destinata al matrimonio con un uomo violento. La pazienza e l’amore di Rita lo cambiò, ma alla fine la sua vita fu spezzata nella violenza. Morti anche i due figli di malattia, Rita, che convinse la famiglia del marito a non vendicarsi, decise di seguire il desiderio giovanile entrando nel monastero dell’Ordine di Sant’Agostino a Cascia. Morì nel 1447 (o forse nel 1457).

Ecco la preghiera a santa Rita per le situazioni “impossibili”:

O cara santa Rita,
nostra patrona anche nei casi impossibili e avvocata nei casi disperati,
fate che Dio mi liberi dalla mia presente afflizione,
e allontani l’ansietà, che preme così forte sopra il mio cuore.
Per l’angoscia, che voi sperimentaste in tante simili occasioni,
abbiate compassione della mia persona a voi devota,
che confidentemente domanda il vostro intervento
presso il Divin Cuore del nostro Gesù Crocifisso.
O cara santa Rita,
guidate le mie intenzioni
in queste mie umili preghiere e ferventi desideri.
Emendando la mia passata vita peccatrice
e ottenendo il perdono di tutti i miei peccati,
ho la dolce speranza di godere un giorno
Dio in paradiso insieme con voi per tutta l’eternità.
Così sia.
Santa Rita, patrona dei casi disperati, pregate per noi.
Santa Rita, avvocata dei casi impossibili, intercedete per noi.

Il simulacro di santa Rita da Cascia venerato nella chiesa di San Giovanni La Punta

Il simulacro di santa Rita da Cascia venerato nella chiesa di San Giovanni La Punta – Wikipedia

Il patrono della gioventù è san Luigi Gonzaga. Morto a 23 anni, rampollo di un nobile casato, era nato nel 1568 a Castiglione delle Stiviere (Mantova), primogenito del marchese Ferrante Gonzaga. Fin da piccola aveva maturato la vocazione a seguire il Signore in modo radicale. Entrò nella Compagnia di Gesù nonostante l’opposizione del padre. E a 17 anni aveva firmato la sua rinuncia a titoli ed eredità. Partito per Roma, sarebbe rimasto solo pochi anni fra i gesuiti a causa della salute cagionevole e di una grave malattia: studierà teologia ma non farà in tempo nemmeno a prendere i voti. Durante la peste, Luigi andò tra gli “appestati” per curarli e soccorrerli, a fianco di san Camilo De Lellis.

 

'Luigi Gonzaga' di Francisco Goya

“Luigi Gonzaga” di Francisco Goya – Wikipedia

 

Maturità, esami per più di 500mila ragazzi

Esame di maturità alle porte per oltre 500mila ragazzi che domani affronteranno il primo, temuto scritto.Per tutti la campanella suonerà alle 8:30, stesso orario per la seconda e la terza prova, in programma rispettivamente giovedì 23 e lunedì 27 giugno.

Come ogni anno, immancabili sulla rete le ipotesi sul possibile argomento della prima prova, il vecchio tema di italiano proposto nelle sue varie declinazioni: dall’analisi del testo, al saggio breve, fino all’elaborato classico sull’attualità. Ed è proprio l’analisi del testo la prova più soggetta a speculazioni e calcoli improbabili: lo scorso anno – si ipotizza su molti siti per studenti – ci fu un brano di prosa (tratto da Calvino), al quale quest’anno, ma non esiste una regola, potrebbe seguire un estratto di poesia.

Quasimodo è tra i più gettonati, ma è già stato proposto nel 2014 cosa che lascerebbe spazio ai grandi nomi del secolo precedente: Manzoni, Foscolo e Leopardi in pole position. C’è poi Umberto Eco la cui morte quest’anno potrebbe essere un motivo valido per una proposta in sede di esame. Ancora più difficile restringere il campo del tema di attualità. Escludendo le elezioni, visto che l’esame viene preparato nei mesi precedenti, si punta molto su unini civili, immigrazione, Isis e terrorismo. Gli anniversari importanti poi, da Chernobyl alla Teoria della Relatività, potrebbero avere un certo peso.

Di certo, in realtà, non c’è nulla, tranne forse la tendenza molto diffusa nei maturandi a cercare nella rete conferme e smentite sulle possibili tracce e altre prelibate anticipazioni. Un vizio certificato da una ricerca realizzata per la Polizia di Stato da Skuola.net (da cui è sato tratto un video) su un campione di circa 2.700 studenti. Dallo studio emerge che ben uno studente su 7 crede di poter trovare in rete le prove d`esame e quasi altrettanti sono convinti che la Polizia controlli i telefonini degli studenti per scoprire chi sta copiando. Ma non è tutto: il 47% teme di poter essere letteralmente “perquisito” dai professori di commissione e circa il 13% crede che la scuola sarà “schermata” per impedire ai cellulari di connettersi ad internet. Non meno rilevante è il dato dell`8% dei maturandi che, invece, si aspetta di trovare in dotazione dei commissari d`esame strani dispositivi di rilevamento magnetico contro i telefonini. Se, poi, gran parte dei ragazzi (94%) è cosciente del fatto che essere trovati ad usare il telefonino equivale all`espulsione dalle prove d`esame, rimangono le incertezze per quanto riguarda ciò che è ammesso o vietato durante la maturità. Per il 37% dei ragazzi, infatti, non costituisce reato ricevere le soluzioni delle tracce dall`esterno mentre la prova è in pieno svolgimento, convinzione, questa, pericolosamente sbagliata. terrà il 22 a partire dalle 8.30.

Immancabili anche quest’anno i consigli di psichiatri e psicologi per la gestione dell’ansia della notte prima degli esami: “Bisogna staccare la spina: meglio fare una bella passeggiata rilassante che un ripasso generale – spiega Liborio Parrino, presidente dell’Associazione italiana di medicina del sonno – ll ripasso ‘notturno’ va assolutamente evitato, specialmente per gli studenti che tendono a essere più ansiosi. Bisogna fermarsi per poter sperare di dormire la notte prima di un impegno così importante”. Meglio non preoccuparsi insomma e magari imparare a convivere con la propria ansia che, a sorpresa, va considerata una risosrsa: “Sfatiamo un falso mito: non è solo un problema, davanti agli esami di maturità può essere utile – rivela Michele Cucchi del Centro medico Santagostino di Milano – L’ansia ci prepara – spiega l’esperto – e ci mette nella prospettiva giusta. Ci fa stare seduti dritti, ci fa reagire con prontezza agli stimoli, rende lucido il nostro sguardo. Essere in ansia non ci deve far vacillare, non ci deve far fare la riflessione ‘che quindi andrà malèche quindi andrà male”.

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