Epifania del divino

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Seettimana News

Epifania è la festa della luce. Un caleidoscopio di luci che si incontrano, si riflettono, si compongono a mosaico. È festa di un Dio che fa risplendere la sua verità nell’umano e così rivela che la profonda verità dell’umano è il divino. Caleidoscopio di verità.

L’augurio di un’Epifania festosa è una promessa da parte di chi, come noi, si occupa di informare, di “cercare verità”, di “portare alla luce” quanto potrebbe rimanere in ombra.

Condividiamo questa festa che dà senso al nostro feriale.

Non ci affanniamo per rivelare verità non dette. Piuttosto ci struggiamo nell’intento di dire quella verità “indicibile” a parole: ogni fiotto di umanità vera è oggi epifania del divino.

Ogni storia che raccontiamo vorremmo raccontasse di un Dio che sarebbe senza storia se non la nostra.

Il divino si nasconde e si rivela nell’umano.

Tutto il creato, dalle stelle in giù, ci indica la strada per il divino.

Non è necessario essere maghi. È sufficiente mettersi per strada e cercare, cercare.

Ci proponiamo di farci vostri compagni lungo questa strada, cercando con voi.

Epifania

Notte, la notte d’ansia e di vertigine
quando nel vento a fiotti interstellare,
acre, il tempo finito sgrana i germi
del nuovo, dell’intatto, e a te che vai
persona semiviva tra due gorghi
tra passato e avvenire giunge al cuore
la freccia dell’anno… e all’improvviso
la fiamma della vita vacilla nella mente.
Chi spinge muli su per la montagna
tra le schegge di pietra e le cataste
si turba per un fremito che sente
ch’è un fremito di morte e di speranza.

In una notte come questa,
in una notte come questa l’anima,
mia compagna fedele inavvertita
nelle ore medie
nei giorni interni grigi delle annate,
levatasi fiutò la notte tumida
di semi che morivano, di grani
che scoppiavano, ravvisò stupita
i fuochi in lontananza dei bivacchi
più vividi che astri. Disse: è l’ora.
Ci mettemmo in cammino a passo rapido,
per via ci unimmo a gente strana.

Ed ecco
Il convoglio sulle dune dei Magi
muovere al passo dei cammelli verso
la Cuna. Ci fu ressa di fiaccole, di voci.
Vidi gli ultimi d’una retroguardia frettolosa.
E tutto passò via tra molto popolo
e gran polvere. Gran polvere.

Chi andò, chi recò doni
o riposa o se vigila non teme
questo vento di mutazione:
ende le mani ferme sulla fiamma,
sorride dal sicuro
d’una razza di longevi.

Non più tardi di ieri, ancora oggi.

(da Mario Luzi, Onore del vero, 1957)

I Magi? Forse erano quattro E di sicuro non erano maghi

Gaspare, Melchiorre e Baldassarre: i Magi sono tra i personaggi più amati del Natale. I loro nomi però non appaiono nei Vangeli dell’Infanzia. Il solo a parlarne è Matteo, che non precisa il numero dei «sapienti» venuti dall’Oriente. Il termine persiano da cui deriva la parola «magi» indicava un gruppo di sacerdoti pagani che approfondivano, tra l’altro, lo studio dell’astronomia. Questo spiega come mai i Magi siano stati così pronti ad avvistare la cometa.

Secondo il Vangelo non erano re, dunque, e di sicuro non praticavano incantesimi. Il numero tre, con i relativi nomi, viene da una tradizione successiva, che tuttavia non è l’unica. Secondo un’altra versione esisteva un quarto magio, Altabarre (o Artaban), che non avrebbe fatto in tempo a raggiungere Betlemme con gli altri, ma sarebbe comunque riuscito a incontare Gesù più tardi.

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Lotteria Italia: domani estrazione, Lazio top vendita ticket

Anche quest’anno è il Lazio la regione che ha fatto registrare il maggior numero di vendite di biglietti della Lotteria Italia, la cui estrazione, come da tradizione, avverrà domani sera. Nella regione sono stati venduti, infatti, 1,4 milioni di biglietti, il 20% del totale nazionale che quest’anno ha fatto registrare un pesante calo attestandosi sui 7 milioni di ticket venduti. Secondo quanto riferisce l’agenzia specializzata Agipronews, il Lazio – così come quasi tutte le regioni – registra un calo del 14,8% rispetto allo scorso anno. Roma conferma ancora una volta la sua tradizione di “Capitale della Lotteria”: le vendite in provincia resistono sopra il milione, ma il calo colpisce anche qui con un

-14,3%. Unica altra regione sopra il milione di biglietti
venduti è la Lombardia: circa 1,2 milioni, ma con un calo consistente, anche qui, del 20,2% rispetto a un anno fa. Circa mezzo milione di biglietti sono stati venduti in provincia di Milano, il calo è del 18,4%. L’Emilia Romagna, con 665mila tagliandi staccati si conferma al terzo posto, mentre fuori dal podio – per il secondo anno consecutivo – c’è la Campania. (ANSA).

Il dono più prezioso dei Magi? Il loro stesso viaggio. Commento al Vangelo Epifania

Epifania del Signore

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. […]

Epifania, festa dei cercatori di Dio, dei lontani, che si sono messi in cammino dietro a un loro profeta interiore, a parole come quelle di Isaia. «Alza il capo e guarda». Due verbi bellissimi: alza, solleva gli occhi, guarda in alto e attorno, apri le finestre di casa al grande respiro del mondo. E guarda, cerca un pertugio, un angolo di cielo, una stella polare, e da lassù interpreta la vita, a partire da obiettivi alti. Il Vangelo racconta la ricerca di Dio come un viaggio, al ritmo della carovana, al passo di una piccola comunità: camminano insieme, attenti alle stelle e attenti l’uno all’altro. Fissando il cielo e insieme gli occhi di chi cammina a fianco, rallentando il passo sulla misura dell’altro, di chi fa più fatica. Poi il momento più sorprendente: il cammino dei Magi è pieno di errori: perdono la stella, trovano la grande città anziché il piccolo villaggio; chiedono del bambino a un assassino di bambini; cercano una reggia e troveranno una povera casa. Ma hanno l’infinita pazienza di ricominciare. Il nostro dramma non è cadere, ma arrenderci alle cadute. Ed ecco: videro il bambino in braccio alla madre, si prostrarono e offrirono doni. Il dono più prezioso che i Magi portano non è l’oro, è il loro stesso viaggio. Il dono impagabile sono i mesi trascorsi in ricerca, andare e ancora andare dietro ad un desiderio più forte di deserti e fatiche. Dio desidera che abbiamo desiderio di Lui. Dio ha sete della nostra sete: il nostro regalo più grande. Entrati, videro il Bambino e sua madre e lo adorarono. Adorano un bambino. Lezione misteriosa: non l’uomo della croce né il risorto glorioso, non un uomo saggio dalle parole di luce né un giovane nel pieno del vigore, semplicemente un bambino. Non solo a Natale Dio è come noi, non solo è il Dio-con-noi, ma è un Dio piccolo fra noi. E di lui non puoi avere paura, e da un bambino che ami non ce la fai ad allontanarti. Informatevi con cura del Bambino e poi fatemelo sapere perché venga anch’io ad adorarlo! Erode è l’uccisore di sogni ancora in fasce, è dentro di noi, è quel cinismo, quel disprezzo che distruggono sogni e speranze. Vorrei riscattare queste parole dalla loro profezia di morte e ripeterle all’amico, al teologo, all’artista, al poeta, allo scienziato, all’uomo della strada, a chiunque: Hai trovato il Bambino? Ti prego, cerca ancora, accuratamente, nella storia, nei libri, nel cuore delle cose, nel Vangelo e nelle persone; cerca ancora con cura, fissando gli abissi del cielo e gli abissi del cuore, e poi raccontamelo come si racconta una storia d’amore, perché venga anch’io ad adorarlo, con i miei sogni salvati da tutti gli Erodi della storia e del cuore.
(Letture: Isaia 60,1-6; Salmo 71; Efesini 3,2-3.5-6; Matteo 2,1-12)

di Ermes Ronchi – Avvenire