I Vescovi dell’Emilia – Romagna in San Pietro

Lunedì 26 febbraio 2024, Messa nelle Grotte della Basilica Vaticana alla «Confessione di San Pietro» (foto: © Vatican Media)

Lunedì 26 febbraio 2024, Messa nelle Grotte della Basilica Vaticana alla «Confessione di San Pietro» (foto: © Vatican Media)

Nella mattinata di lunedì 26 febbraio i Vescovi della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna (Ceer) hanno celebrato una Messa nelle Grotte della Basilica vaticana alla «Confessione di San Pietro»  in occasione della «Visita ad limina apostolorum» che li vedrà impegnati a Roma fino a sabato 2 marzo. La Messa è stata presieduta del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, accanto a lui monsignor Giacomo Morandi, presidente della Ceer e vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, e monsignor Adriano Cevolotto vicepresidente della Ceer e Vescovo di Piacenza-Bobbio. I Vescovi non hanno incontrato Papa Francesco, come da programma della Visita ad limina, perché, come comunicato dalla Sala Stampa della Santa Sede, nella mattinata del 26 febbraio per il Santo Padre «persistono i lievi sintomi influenzali, senza febbre. Per precauzione sono comunque sospese le udienze di questa mattina».

Credit foto: @ Vatican Media

laliberta.info

I numeri dell’alluvione: oltre 36mila sfollati, 305 frane e 500 strade chiuse totalmente o parzialmente


E’ confermata anche per domani l’allerta rossa per criticità idraulica su bassa collina, pianura e costa romagnola; pianura bolognese. Allerta rossa per criticità idrogeologica sull’alta collina romagnola e collina bolognese. In provincia di Reggio Emilia si contano 14 frane nei comuni di Canossa, Baiso, Carpineti, Toano, Villa Minozzo e Ventasso
stampareggiana.it

Più di 36.600 persone hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione; la maggior parte, 27.775, nel ravennate, poi 4.830 in provincia di Forlì-Cesena e 4.012 nel bolognese.

Gli interventi di assistenza alla popolazione proseguono 24 ore su 24, grazie a tutte le forze in campo; 4.963 (di cui 3.652 nel ravennate, 798 nel bolognese, 509 nel forlivese-cesenate e 4 nel riminese) sono accolti in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative (seconde case, amici e parenti).

Il punto sulla situazione è stato fatto oggi da Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, in viale Silvani (Bologna).

Intanto, è confermata anche per domani l’allerta rossa per criticità idraulica su bassa collina, pianura e costa romagnola; pianura bolognese. Allerta rossa per criticità idrogeologica sull’alta collina romagnola e collina bolognese. Allerta arancione per criticità idraulica su alta collina romagnola, collina bolognese, pianura modenese. Allerta arancione per criticità idrogeologica sulla montagna romagnola, bassa collina, pianura e costa romagnola, montagna bolognese.

Per quanto riguarda gli allagamenti, ai 58 segnalati ieri, se ne stanno aggiungendo alcuni nei comuni di ConseliceLugo e Ravenna (zona nord).

La situazione a Ravenna e in provincia

Evacuato il 16% del territorio comunale e quasi 15mila persone, un decimo del totale; nella sola provincia di Ravenna evacuate 27.700 persone. Continuano tutt’ora le evacuazioni preventive. Il sistema di accoglienza ha permesso 1.200 pernottamenti in 60 strutture alberghiere e 3mila persone accolte negli hub della protezione civile. Chiusa la falla sul Lamone: situazione in miglioramento a Bagnacavallo.

Lavezzola sono in corso operazioni di rialzo arginale del canale Destra Reno, con sacchettature e telonature. A Conselice è operativo un centro di assistenza e accoglienza per 200 persone.

Dissesto idrogeologico

Circa 305 le frane principali sul territorio:

  • 127 in provincia di Forlì Cesena: Modigliana, Dovadola, Predappio e Roncofreddo. E ancora: Casola Valsenio, Cesena, Meldola, Tredozio, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina, Santa Sofia, Civitella di Romagna, Galeata, Bertinoro, Meldola, Portico e San Benedetto, Premilcuore e Rocca San Casciano.
  • 90 in provincia di Ravenna: Casola Valsenio e Brisighella
  • 49 in provincia di Bologna: tra i comuni più colpiti Fontanelice (con 9 frane), poi Loiano, Casalfiumanese, Monte San Pietro. Frane anche a Monzuno, Imola, Borgo Tossignano, Castel del Rio, Monterenzio, Monghidoro, Castel San Pietro Terme, Monte San Pietro, Pianoro, Sasso Marconi, Bologna, Valsamoggia.
  • 12 in provincia di Modena: Montecreto, Polinago, Prignano sulla Secchia, Serramazzoni, Zocca, Pavullo nel Frignano, Fiorano modenese, Montese.
  • 14 in provincia di Reggio Emilia: Canossa, Baiso, Carpineti, Toano, Villa Minozzo, Ventasso.
  • 13 in provincia di Rimini: il più colpito Montescudo, con 6 frane, poi Casteldelci, Sant’Agata Feltria, Novafeltria e San Leo.

Tutte le squadre di rilevatori (soprattutto nel ravennate e in provincia di Forlì-Cesena) sono in campo per ulteriori aggiornamenti, anche con i droni laddove le strade non risultino più percorribili.

Per quanto riguarda la viabilità, sono oltre 500 le strade chiuse, totalmente o parzialmente.

Volontari in campo

Sono circa 1.200 i volontari oggi in campo per portare soccorso alla popolazione. Circa un migliaio appartengono alle Colonne mobili nazionali e a quelle delle Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Provincie Autonome di Trento e Bolzano.  Gli altri 200 volontari afferiscono ad associazioni e Coordinamenti provinciali del volontariato della Regione Emilia-Romagna.

Le chiamate al Numero verde 800024662

Al numero verde 800024662, attivato dalla Regione per rispondere, 7 giorni su 7 dalle ore 8 alle 20, ai quesiti legati all’emergenza alluvione, sono arrivate sinora circa 2000 chiamate (dato alle ore 13 di oggi). Tra le maggiori richieste, a chi rivolgersi per avere beni di prima necessità e informazioni sulla mobilità, oltre a domande di intervento che sono state girate ai soggetti competenti.

Caritas Reggiana in campo per l’emergenza

Caritas Italiana segue con apprensione quanto sta accadendo in Emilia Romagna, devastata in questi giorni da forti nubifragi e allagamenti, dopo quelli già avvenuti ad inizio mese, ed esprime il suo cordoglio per le vittime e la sua vicinanza alle popolazioni colpite, in particolare a quanti sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni.

“Siamo in costante contatto con il Delegato regionale Caritas dell’Emilia Romagna e con i Direttori delle Caritas diocesane – dichiara don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana -, per avere un quadro aggiornato della situazione e individuare insieme le prime necessità a cui far fronte, in coordinamento anche con la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana e i Vescovi delle diocesi maggiormente coinvolte”.

“I Direttori delle Caritas diocesane dei territori più colpiti, come Cesena, Forlì, Faenza e Imola, riportano una situazione ancora caotica e in cui prevale ora l’esigenza di sgombro dell’acqua e di pulizia delle case sommerse dal fango – segnala il Delegato regionale, Mario Galasso –. Molte strutture diocesane, come empori e mense sono state colpite esse stesse dalle alluvioni, nonostante questo le varie Caritas diocesane e parrocchiali sono già attive nell’ospitare famiglie e nel supportarle sui bisogni più immediati (acqua potabili, coperte, ecc…) e su questi aspetti continueremo ad operare nei prossimi giorni”.

“Quella in corso è una emergenza che interpella tutti e dobbiamo prendere atto di questa realtà. Come scrive papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ – aggiunge don Pagniello –, dobbiamo sempre ricordarci che ‘non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale’ e che ‘le soluzioni richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura’”. “Per questo come Caritas siamo pronti a intervenire in una prospettiva di accompagnamento che, come già sperimentato in precedenti emergenze in Italia e nel mondo, metta al centro i bisogni delle persone, in particolare di quelle che vivevano già situazioni di disagio sociale ed economico e che rischiano di rimanere escluse da altre forme di supporto”, continua il Direttore di Caritas Italiana.

“Accanto a questo è sempre più evidente come queste crisi climatiche vadano prevenute e occorra denunciare tutte quelle azioni di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente, sia pubbliche che private, sempre più insostenibili”, conclude don Pagniello.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas per questa emergenza con un bonifico specificando nella causale “Emergenza alluvione Emilia-Romagna 2023” tramite:

– IBAN: IT 54 C 07072 12805 000000127543 – Emilbanca

intestato a Compagnia del SS. Sacramento – Caritas Reggiana – Missioni diocesane Ramo Onlus

Se si desidera la deducibilità per l’offerta occorre far precedere la dicitura “Erogazione liberale a favore di” (ad es. Erogazione liberale a favore di Emergenza alluvione Emilia-Romagna 2023) e riportare il proprio Codice Fiscale.

Per comunicare i dati del donatore o altre comunicazioni scrivere a offerte@caritasreggiana.it

Fonte: caritasreggiana.it

Sott’acqua per la siccità. Tonio Dell’Olio sull’alluvione in Emilia Romagna

Sott'acqua per la siccità. Tonio Dell'Olio sull'alluvione in Emilia Romagna

adista.it
Nella rubrica “Mosaico dei giorni”, in data di oggi, “Fare pace con l’ambiente”, di Tonio Dell’Olio, sull’inondazione di ieri in Emilia Romagna.

Le immagini e le notizie dall’Emilia ci colgono come di sorpresa. Quasi a pensare che dalle nostre parti non possano succedere disastri simili. Fiumi che esondano, case allagate, famiglie sfollate, persone salvate dai gommoni della Protezione civile… Mentre qualcuno continua a ripetere ad ogni evento che si sia trattato di un fenomeno mai registrato prima e che pertanto con potevano essere prese le contromisure, altri evidenziano che il consumo del territorio, la siccità persistente che rende i terreni pressoché impermeabili, le costruzioni a ridosso degli argini, sono fattori determinanti del disastro. Ma il problema vero è che tra qualche giorno avremo dimenticato acqua e vittime e cercheremo ancora di cementificare e di tenere salde le nostre abitudini. La verità è che il disastro dell’Emilia ha radici lontane nel tempo e dovremmo deciderci solertemente a tagliarle. Intanto in Rwanda le inondazioni e le acque alluvionali in questi stessi giorni hanno causato già più di 100 vittime. Anche loro ci chiedono di fare pace con l’ambiente.