CORONAVIRUS: OLTRE 8,8 MILIONI DI CASI NEL MONDO. I DECESSI 464.510. MORTO RADHI, STELLA DEL CALCIO IN IRAQ

I casi di coronavirus a livello globale hanno superato la soglia degli 8,8 milioni. Emerge dai dati pubblicati dalla Johns Hopkins University secondo i quali i contagi accertati nel mondo sono 8.802.328, inclusi 464.510 decessi. Sono guarite 4.366.818 persone. La leggenda del calcio iracheno Ahmed Radhi è morto per complicazioni legate al COVID-19.(ANSA).

Coronavirus l’emergenza è nazionale non regionale. Sbagliato riaprire le scuole

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I dati comunicati dal Ministero della Salute sono importanti. 13 regioni coinvolte, oltre 1000 casi di coronavirus e purtroppo una trentina le vittime. Ed i casi di contagio vanno dalla Lombardia, alla Sicilia. Non si può più parlare di emergenza regionale. Ma nazionale.

E va trattata come tale. Senza creare alcun allarmismo, bisogna però fare i conti con quello che sta accadendo. Il mondo è in stato d’allerta, l’OMS ha fatto intendere che dobbiamo prepararci alla pandemia globale. Milioni sono gli studenti in tutto il mondo rimasti a casa e continueranno a rimanervi per settimane. Perché siamo nel pieno dell’emergenza. Fare prevenzione significa anche accertare i casi, e renderli pubblici. Poi se di questi dati se ne fa cattivo uso, non è che nascondendo la polvere sotto il tappeto si stia facendo il bene della comunità ed un buon servizio pubblico. Buon servizio pubblico significa soprattutto garantire un’efficace prevenzione. Voglio offrire uno spunto di riflessione sul perché potrebbe essere più corretto provvedere a mantenere le scuole chiuse, in questa fase, che riaprirle. E soprattutto perché sia bene gestirla come emergenza nazionale e non regionale.

L’emergenza non è regionale ma nazionale va tutelata la salute dei cittadini

L’articolo 32 recita: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

La Corte Costituzionale con la Sentenza 5 del 2018 ha affermato che “il diritto della persona di essere curata efficacemente, secondo i canoni della scienza e dell’arte medica, e di essere rispettata nella propria integrità fisica e psichica (sentenze n. 169 del 2017, n. 338 del 2003 e n. 282 del 2002) deve essere garantito in condizione di eguaglianza in tutto il paese, attraverso una legislazione generale dello Stato basata sugli indirizzi condivisi dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. Tale principio vale non solo (come ritenuto nelle sentenze appena citate) per le scelte dirette a limitare o a vietare determinate terapie o trattamenti sanitari, ma anche per l’imposizione di altri”. Il principio trattato nella sentenza riguardava la questione vaccinale, ma ciò conferma che la tutela della salute come bene supremo fondamentale va garantito in modo uniforme ed omogeneo su tutto il territorio nazionale. Deve perciò concludersi che rientra nella discrezionalità del Governo e del Parlamento intervenire prima che si verifichino scenari di allarme e decidere di non attendere oltre nel fronteggiarla con misure straordinarie. Non deve essere emergenza regionale, ma nazionale. I casi si stanno diffondendo in tutta Italia. Ci sono regioni dove c’è maggiore concentrazione, come Lombardia e Veneto, altre meno, come la Calabria, altre assenti, ma quando hai più della metà delle regioni italiane interessate da casi di coronavirus non si può più parlare di emergenza regionale.

E’ obbligo dello Stato prevenire il danno

Con particolare riferimento al diritto alla salute, è contraddittorio affermare che esso non tollera interferenze esterne che ne mettano in discussione l’integrità ed ammettere che alla persona sia data la sola tutela del risarcimento del danno e non anche quella preventiva (cfr. Corte Costituzionale sent. nr. 30 del 30.12.1987). Pertanto, è del tutto ammissibile chiedere al giudice di inibire all’amministrazione un comportamento che, iniziando a funzionare con le modalità previste, è accertato possa determinare una situazione di messa in pericolo della salute (Cass. Civ. sez, III, 27.7.2000 n. 9383). Concludendo, non è necessario che il danno si sia verificato perché il titolare del diritto possa reagire contro la condotta altrui, se essa si manifesta in atti suscettibili di provocarlo, posto che la protezione apprestata dall’ordinamento al titolare di un diritto si estrinseca, prima, nel vietare agli altri consociati di tenere comportamenti che contraddicano il diritto, poi, nel sanzionare gli effetti lesivi della condotta illecita, obbligando il responsabile al risarcimento del danno. Giud. Mon. Galazzi – Sarno ed altri (avv.ti G. ed A. Palmigiano) c. Ministero dell’Interno (Avvocatura dello Stato). Tribunale di Palermo – 12/11/2008 (Ud. 7/05/2008), sentenza n. 5953 .

Bisogna ribadire che le disposizioni che portano alla chiusura delle scuole sono misure contingibili e urgenti che costituiscono attuazione concreta di un potere che viene attribuito per far fronte ai casi di emergenza sanitaria o igienica al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minaccino l’incolumità pubblica.

orizzontescuola.it

APPELLO Emergenza freddo: Comunità di Sant’Egidio, “non restare indifferenti di fronte alla morte di senza fissa dimora”

Agensir

Ai primi freddi di questo inverno, in soli due giorni, sono morti due senza fissa dimora, prima a Verona, poi a Roma. L’ultimo, Damiano, è stato ritrovato senza vita nel parcheggio di un supermercato nel quartiere di Tor Bella Monaca. “Di fronte a queste morti non si può far finta di niente. Perché si può morire di freddo, ma anche di solitudine e di indifferenza”, denuncia la Comunità di Sant’Egidio, che lancia un appello a tutti cittadini: “Ognuno può fare qualcosa: fermarsi davanti a chi vive per strada, portare una coperta, capire come aiutarlo, rivolgersi a chi già aiuta, come alle nostre sedi in tutta Italia”.
La Comunità di Sant’Egidio, ampliando le strutture che offre normalmente a chi vive per strada (tra cui – solo nella Capitale – Palazzo Migliori, gestito insieme all’Elemosineria apostolica e la Villetta della Misericordia all’interno dell’ospedale Gemelli) aprirà da stasera la chiesa di San Callisto a Trastevere, dove potranno essere ospitate 40 persone in più per la notte.
“L’inverno non è una calamità improvvisa e innaturale, ma ampiamente prevista, anche se può arrivare in ritardo, com’è accaduto quest’anno – ricorda la Comunità di Sant’Egidio -. Per questo un appello urgente è rivolto anche alle istituzioni: tutti i Comuni italiani, nessuno escluso, devono avviare o potenziare con urgenza il loro piano freddo, prima che le prossime ondate di gelo provochino nuove vittime”.