Che cos’è il social ecommerce e perché sarà virale nel 2023

Social ecommerce che cos’è perché sarà virale dal 2023

AGI – Vendere beni online tramite social network. In Cina è un fenomeno radicato da tempo e tutto lascia pensare che l’anno che verrà porterà questa esperienza anche oltre Pechino. E sarà virale, secondo gli esperti di Breakingviews, società di analisi finanziarie di Reuters. TikTok, Amazon e YouTube sono tra le aziende che già hanno implementato funzionalità che allineano la condivisione online e lo shopping. Altre si stanno preparando. Gli indizi di un possibile boom ci sono tutti. Agli utenti dei social piace interagire con celebrità e influencer, ma l’obiettivo finale sono i clic per acquistare. Un esempio? L’attrice Nisrin Erradi a inizio anno ha attirato 500mila follower su TikTok, vendendo fino a 12 mila dollari di prodotti cosmetici in una sola sessione video.

Le entrate dello shopping online dal vivo contribuiranno a compensare la contrazione dei budget di marketing, in un contesto di crisi, e ad attirare il pubblico dei più giovani, sempre più attratti dai video brevi. Secondo i dati di Statista, la spesa pubblicitaria sui social media negli Stati Uniti, che era cresciuta di circa il 30% all’anno, dovrebbe rallentare a circa il 12% in media nei prossimi tre anni, per raggiungere i 114 miliardi di dollari nel 2025. Al contrario, la società di consulenza McKinsey prevede che le vendite di ecommerce sui social media negli Stati Uniti aumenteranno del 20% all’anno nello stesso arco di tempo, fino a 80 miliardi di dollari.

Secondo The Future of Commerce “le previsioni suggeriscono che le vendite di social commerce raggiungeranno circa 2,9 trilioni di dollari entro il 2026. Il social commerce è fondamentale per i marchi per raggiungere i loro target di riferimento e si prevede che genererà 30,73 miliardi di vendite nel 2023, pari al 20% delle vendite globali di ecommerce al dettaglio. Per i marchi che cercano di rivolgersi a questo pubblico, l’utilizzo di TikTok è fondamentale”. I venture capital, a stare ai dati di Pitchbook, hanno poi già investito 700 milioni di dollari in startup come Firework che forniscono la tecnologia adatta ai rivenditori fisici.
TikTok, social network della cinese ByteDance, ha portato il social shopping negli Stati Uniti e in Gran Bretagna per replicare il successo di Douyin, app gemella cinese che nel 2021 ha consentito la vendita di beni per un valore di 119 miliardi di dollari. Amazon l’8 dicembre ha introdotto un feed chiamato Inspire, che consente ai consumatori di acquistare da video e foto pubblicati da influencer, marchi e altri clienti. OnlyFans, un servizio in abbonamento noto per i contenuti per adulti, il 17 novembre ha reso noto una partnership con la società di ecommerce Spring per consentire ai creator di vendere merce personalizzata.

Saldi al via in tutta Italia Ribassi al via. Continua a salire il peso dell’e-commerce




Commercio: saldi nei negozi © ANSA

Arrivano i saldi di fine stagione, al debutto oggi in tutta Italia dopo gli anticipi di Sicilia e Basilicata. Quest’anno, ancor più che i consumatori, sembrano attendere le vendite promozionali i negozianti, provati da un’inizio dell’anno deludente.

I dati Istat di maggio 2018 contribuiscono ad accendere qualche barlume di speranza nel commercio. Per le vendite torna infatti il segno più con un aumento dello 0,8% in valore rispetto ad aprile e una crescita su base annua dello 0,4%, dopo il crollo del 4,6% del mese prima. È un passo nella direzione giusta, anche se la crescita del valore delle vendite è concentrata soprattutto nei beni alimentari (+2% sul mese e +2,3% sull’anno) e spinta dall’inflazione all’1%. Tanto che, al netto della dinamica dei prezzi, i volumi sono in calo dello 0,2% rispetto al 2016. L’insieme dei primi cinque mesi dell’anno, poi, mostra un quadro di consumi in caduta, dello 0,2% in valore e dello 0,6% in volume. Nel commercio tradizionale, solo le grandi catene alimentari crescono (+1% da gennaio) sulla spinta dei discount.

Sul web, invece, la crisi dei consumi non esiste: l’ecommerce mette a punto +11,5% nei primi cinque mesi dell’anno e a maggio arriva a +13,9%. Al di là delle spese alimentari, meno esposte alla concorrenza di siti e app, gli altri tipi di consumi crescono solo e soltanto sul web. Cibo e bevande esclusi, a maggio, sono ferme le vendite della grande distribuzione e in caduta libera quelle dei piccoli negozi (-2,3%). Confesercenti definisce i dati Istat “una tragedia”, tanto che i saldi 2018 saranno “i più scontati degli ultimi anni” con riduzioni del 30-40% sul prezzo di cartellino. Anche così, però, le vendite promozionali non potranno essere che un “palliativo”, rispetto ai problemi del settore. Per competere con i giganti del web, l’associazione dei piccoli esercizi chiede un tax credit come quello immaginato per le librerie indipendenti. Federdistribuzione, invece, vorrebbe le mani libere con una liberalizzazione totale delle promozioni. Palliativo o no, secondo le previsioni di Confcommercio e Federazione moda Italia, i saldi invoglieranno all’acquisto 26 milioni di famiglie. La spesa media è attesa di 98 euro a persona, in linea con quella dello scorso anno. “C’è attesa per questi saldi estivi che costituiranno un banco di prova per i consumi di moda. La stagione primavera/estate, infatti non è ancora decollata ed i recenti dati diffusi dall’Istat sulla fiducia dei consumatori ci fanno ben sperare in una crescita degli acquisti”, dice il presidente di Federmoda, Renato Borghi.

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