In S. Stefano Reggio Emilia festeggiata la Madonna del Carmelo: una guida materna per incontrare Dio

Festa Carmelo 2016 Reggio Emilia Santo Stefano
Mons. Caprioli ha presieduto la celebrazione; concelebrano don Fabrizio Crotti, don Danile Casini, Don Vasco Rosselli

L’Unità Pastorale dei “Santi Crisanto e Daria” di Reggio Emilia ha vissuto il 16 luglio 2016 un momento intenso di comunione nella festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, istituita in ricordo dell’apparizione mariana che avvenne il 16 luglio 1251 all’allora generale dell’Ordine carmelitano, l’inglese Simone Stock, sul Monte Carmelo in Galilea. Durante l’apparizione, San Simone, che chiedeva alla Vergine di concedere un privilegio ai Carmelitani, ricevette uno scapolare, detto anche “Abitino”, e la rivelazione di privilegi connessi alla sua devozione.

Don Fabrizio Crotti ha presieduto  le Sante Messe  celebrate alle ore 10.00 e 11.30 e concluse dalla recita dell’atto di consacrazione alla Madonna.

Nel pomeriggio alle 18.45 la recita dell’inno Acatistos, e alle 19.00 la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo emerito mons. Adriano Caprioli circondato dalla presenza degli ultimi tre Parroci di S. stefano, don Vasco Rosselli, Don Fabrizio Crotti e don Daniele Casini.

Nel corso della Santa Messa la comunità parrocchiale di Santo Stefano ha  i 100 anni della maestra Anna Maria Lindner, consorella della confraternita e per tantissimi anni impegnata nella parrocchia cittadina.

La Festa (nel commento della biblista suor Maria Anastasia di Gerusalemme, priora del Monastero delle Carmelitane di Ravenna, al microfono di Marina Tomarro di Radio Vaticana)  è una tradizione che ha radici molto lontane e molto profonde. Possiamo dire che sono le radici stesse che riscopriamo nella Divina Scrittura: tutto il Carmelo – questa grande spiritualità e questa grande esperienza di incontro con Dio; e poi questa grande famiglia che è nata ha una connessione vitale proprio con le Scritture, con la Parola di Dio, per il fatto che il Carmelo ha la sua origine nella terra di Israele, nella terra del Signore, nella terra in cui la Parola di Dio ha risuonato in maniera viva, in maniera diretta. E proprio dentro questo dialogo e dentro questa storia, Maria ha un posto tutto speciale e tutto particolare: i nostri primi padri, gli eremiti che si sono installati sul Carmelo per vivere la loro vita di preghiera, hanno proprio fatto la scelta fortissima di porre Maria al centro di questa loro esperienza spirituale e di vita. Anche in Europa, dunque, questo rapporto di amicizia e di amore con Maria ha continuato a crescere. I Carmelitani si sono rivolti alla loro Madre per chiedere a Lei un segno forte e tangibile di aiuto: e il segno è il segno meraviglioso e bellissimo dello Scapolare. Qui emerge la figura di San Simone Stock, il priore generale dell’Ordine, che ha ricevuto in una visione la visita di Maria e il dono dello Scapolare.

E’ una tradizione, è una devozione mariana molto diffusa in tutto il mondo: dal Brasile all’Africa, all’America, all’America del Sud; anche in Italia, soprattutto in Sicilia ci sono delle comunità di Terziari – quindi laici carmelitani – molto fiorenti; ma pensiamo anche al Carmine Maggiore di Napoli, alla Calabria… Non si finirebbe mai di fare l’elenco dei luoghi, delle situazioni, delle comunità cristiane che sono visitate e che sono animate da questa devozione alla Vergine del Carmelo e quindi allo Scapolare.

Il messaggio fondamentale, che sta al cuore di questa devozione e di questo dono dello Scapolare, è il messaggio della presenza, presenza nel senso di relazione, perché Maria si offre come strada possibile da percorrere per arrivare ad una relazione molto forte, molto profonda e intima con Dio, perché il Carmelo – in definitiva – offre proprio la spiritualità della relazione, dell’incontro con Dio: una relazione con il Signore che passa, in modo particolare, attraverso la Sacra Scrittura. Quindi se una persona, una comunità cristiana si abitua a vivere la relazione con Dio in questo modo, le persone – coinvolte in questa esperienza di fede – diventano capaci anche di vivere le relazioni in modo più vero e più vivo. E’ proprio una scuola di relazione il Carmelo: la preghiera nel Carmelo diventa veramente una porta di ingresso nelle relazioni più vere e più vive ed è proprio di relazioni, di incontro e di comunione che il nostro mondo ha bisogno. E’ questo che noi vogliamo annunciare.

a cura di Giuseppe Serrone