3 luglio 2019 nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano la Festa di San Tommaso apostolo, evangelizzatore e patrono delle Chiese dell’India.

Con particolare solennità è stata celebrata mercoledì 3 luglio nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano la festa di San Tommaso apostolo, evangelizzatore e patrono delle Chiese dell’India.

La Santa Messa vespertina è stata presieduta da mons. Anthony Chirayath, originario di Trichur in Kerala e vescovo emerito della diocesi siro-malabarese di Sagar (India), che quest’anno ricorda il giubileo dei 50 anni di sacerdozio. Hanno concelebrato il vescovo emerito Adriano Caprioli, mons. Francesco Marmiroli, mons. Pietro Iotti, don Daniele Casini, don Gianni Manfredini don Danilo Gherpelli, don Giuliano Guidetti, don Edoardo Cabassi, don Anton del Biafra e don Jinto dell’India; all’altare erano i diaconi Emer Lusvarghi, Amedeo Tarabusi e Marco Vezzosi. Alla celebrazione hanno partecipato le suore provenienti dal Kerala, appartenenti alle tredici comunità religiose indiane presenti nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, che hanno dato vita ad una suggestiva processione introduttiva recando ognuna un lumino acceso, poi deposto ai piedi dell’altare.

La festa – come ha sottolineato il parroco don Daniele Casini – evidenzia un prezioso scambio di doni tra la Chiesa reggiano guastallese, da decenni presente in India con missionari diocesani e suore della congregazione mariana delle case della carità – a Versova, Uttan, Mamangalam, Shanti Niwas, Verapoly- e le religiose indiane che da alcuni anni sono attivamente inserite nella pastorale diocesana. Nella liturgia oltre all’italiano sono stati utilizzati il malayalam, il tamil, e l’inglese.

Nell’omelia il vescovo Anthony Chirayath, che per vari anni ha prestato servizio in Vaticano nel Pontificio consiglio per i migranti chiamato da Paolo VI, ha definito il vescovo Adriano e mons. Marmiroli due amici dell’India, manifestando loro apprezzamento e gratitudine. Il presule ha poi ricordato le profonde radici cristiane dell’India, documentate anche da recenti scavi archeologici e ha ricordato come l’evangelizzazione operata da San Tommaso avvenuta nella prima metà del primo secolo a.C. sia precedente alla diffusione del cristianesimo in Europa. Il presule – commentando il brano del Vangelo di Giovanni “se non vedo il segno dei chiodi … e non  metto la mia mano nel suo fianco” e contestualizzando la situazione eccezionale in cui l’apostolo si trovava – ha ribadito che non si può ridurre Tommaso all’icona dell’incredulo e farne derivare un messaggio negativo. Anzi, le sue lapidarie quattro parole “Mio Signore, mio Dio” riassumono senza alcun nota di dubbio tutta la dottrina cattolica.

g.a.rossi

Le foto documentano la celebrazione eucaristica nella festa di San Tommaso apostolo ed evangelizzatore dell’India


Reggio Emilia, don Daniele Casini arciprete della Cattedrale e Parroco UP 1 con S. Stefano trasferito a Pieve Modolena. Nuovi parroci e Vice Parroci in S. Stefano

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Nomine e trasferimenti nella Diocesi di Reggio Emilia: puntualmente, come ogni anno alla fine di giugno, sono stati comunicati ieri alle comunità interessate e pubblicati on line su la Libertà.. Tra i trasferimenti dei parroci, spicca su tutti l’arrivo in Sant’Agostino di don Luca Grassi, fino ad ora sacerdote missionario in Brasile, al posto dello storico parroco don Guido Mortari che resta in Sant’Agostino come collaboratore. Oltre a guidare la parrocchia di Sant’Agostino, don Luca Grassi è chiamato alla guida, nell’unità pastorale “Santi Crisanto e Daria”, delle parrocchie cittadine di Santo Stefano, Santa Teresa e San Zenone oltre ad essere moderatore, nella stessa unità pastorale, anche delle parrocchie cittadine della Cattedrale e di San Prospero.

Rimanendo a Reggio don Daniele Casini, fino ad ora arciprete della Cattedrale e parroco dell’unione pastorale “Santi Crisanto e Daria”, è stato nominato parroco dell’unità pastorale “Santa Teresa di Calcutta” che comprende le parrocchie di San Michele a Pieve Modolena, San Pio X a Cavazzoli e San Biagio a Roncocesi.

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Don Gionatan Giordani, fino ad ora impegnato nel ministero festivo nell’unità pastorale “Paolo VI, è stato invece nominato vicario parrocchiale di Sant’Agostino in città e dell’unità pastorale “Santi Crisanto e Daria”.

tratto da Gazzetta di Reggio

Epifania, Festa dei Popoli in Cattedrale Domenica 6 gennaio, alle 11.15

Domenica 6 gennaio, alle 11.15 in Cattedrale, Messa della Solennità dell’Epifania e Festa dei Popoli presieduta dal Vicario generale monsignor Alberto Nicelli, concelebrata dai cappellani etnici e con i diaconi del servizio diocesano Migrantes: annuncio del Giorno di Pasqua, canti e letture nelle lingue delle diverse comunità cattoliche immigrate a Reggio, processione dei Magi animata dai giovani dello Sri Lanka.

laliberta.info

Domenica 23 dicembre, a venti anni dalla morte LA PARROCCHIA DI SANTO STEFANO HA RICORDATO IL PARROCO DON BRUNO MORINI

I 55 anni del generoso e prezioso ministero sacerdotale di don Bruno Morini, spentosi il 15 dicembre 1998 a 78 anni, e i vari incarichi da lui ricoperti sono stati ripercorsi domenica 23 dicembre da mons. Emilio Landini nell’omelia della Messa presieduta in Santo Stefano dal parroco don Daniele Casini nel ventesimo della morte del sacerdote.

Per ben ventidue anni, dal 1951 al 1973, don Morini guidò la parrocchia cittadina di Santo Stefano lasciando una profonda impronta e promuovendo iniziative che ancora continuano: ritrovo parrocchiale; F.A.C. – Fraterno Aiuto Cristiano, anticipatore della Caritas per dare a chi è in situazione di difficoltà e per ascoltarne le necessità -; consacrazione delle famiglie alla Madonna l’8 dicembre; fondazione del “Diario” il bollettino parrocchiale inviato a tutte le famiglie della parrocchia. Don Bruno si distinse nell’applicazione della riforma liturgica voluta dal Concilio; nella valorizzazione piena dei laici nella vita della comunità e  nel rilievo dato al Consiglio Pastorale Parrocchiale; è stato guida spirituale per tanti giovani. Ha saputo fare di Santo Stefano una parrocchia all’avanguardia, ha rimarcato mons. Landini.

Prima di diventare parroco in città, don Bruno, nato a Montecchio il 2 ottobre 1920 e ordinato sacerdote il 27 giugno 1943, ha svolto il suo ministero per otto anni – di cui tre mentre infuriava la guerra – in montagna a Pianzo e Poiano.

Mons. Landini ha altresì sottolineato la profonda vocazione contemplativa-monastica di don Bruno che a 53 anni si ritirò a Rossena e Canossa per dare maggiore spazio alla meditazione; ha lasciato due preziose pubblicazioni: “Se lo vedessi” e “Se lo sentissi”, titoli di chiara ispirazione manzoniana. Poi nel 1978 il vescovo Gilberto Baroni lo chiamava ad assumere il ruolo di Segretario del Sinodo diocesano, incarico mantenuto sino alla conclusione dell’assise.

Don Bruno aveva una spiccata vena poetica: lo dimostrano due raccolte di componimenti: “Voglio svegliare l’aurora” e “Svegliatevi arpa e cetra”.

Profonda spiritualità, intensa vita di preghiera, lettura e meditazione costante della Parola di Dio, attenzione all’ascolto e al dialogo, contatto continuo con i parrocchiani soprattutto con i giovani, accoglienza e sorriso, capacità di consigliare, senso dell’amicizia sono state le doti che hanno sempre contraddistinto don Bruno, a cui tanti gli sono ancora debitori per la loro formazione umana e cristiana.

Don Morini aveva notevoli interessi culturali; è stato tra i soci fondatori della Società Reggiana di Archeologia e durante io suo parroccato ha promosso accurate indagini sull’architettura di Santo Stefano, riscoprendo preziosi tracce dell’antica chiesa.

In occasione del ventennale della morte è stato edito un numero speciale commemorativo del “Diario”, ricco di testimonianze di parrocchiani, corredate da fotografie; alla celebrazione eucaristica hanno partecipato “giovani” formatisi e cresciuti in Santo Stefano sotto la guida di don Bruno.

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Nella foto: mons. Emilio Landini pronuncia l’omelia

Nella foto: i “giovani” di Don Bruno