Al via nel Vco la campagna antinfluenzale. Si potrà fare anche il richiamo anti Covid

Al via la campagna vaccinale antinfluenzale nel Vco. In contemporanea sarà possibile effettuare il richiamo anti Covid valido per le nuove varianti e la vaccinazione antinfluenzale, che è gratuita per i soggetti al di sopra dei 60 anni d’età e per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni. Per entrambe le vaccinazioni ci si può rivolgere ai medici di famiglia oppure prenotare agli ambulatori dell’Asl a Domodossola (via Scapaccino 47), a Verbania (viale Sant’Anna), a Omegna (via IV Novembre), che saranno aperti dal 30 ottobre. Attenzione: agli ambulatori si accede tramite prenotazione telefonando dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e il mercoledì dalle 14 alle 16 chiamando i seguenti numeri: Verbania e Omegna – 0323 491602; Domodossola – 0324 491683. Sono stati previsti due “vaccination-day” per cittadini over 12, nei quali sarà possibile effettuare sia la vaccinazione antinfluenzale sia la vaccinazione anti Covid-19, così organizzati: il 1º novembre a Omegna-Crusinallo, via IV Novembre, dalle 8.30 alle 16; il 4 novembre a Domodossola, via Scapaccino, dalle 8.30 alle 16; il 4 novembre a Verbania,viale S. Anna, dalle 8.30 alle 16.

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L’aula multisensoriale, con luci e piscina di palline inaugurata alla scuola “Kennedy” di Domodossola (VB). Il nuovo spazio, intitolato alla maestra Maria Luisa Tamini

Un’aula multisensoriale con schermi, proiettori, pannelli interattivi e una pallestrina, una palestra di palline, per studenti con fragilità ma anche per riscoprire se stessi. È stata inaugurata ieri pomeriggio 29 Maggio 2023 l’aula Snoezelen nella scuola Kennedy di Domodossola: uno spazio “che è un’esplosione di colori, suoni e aromi che permettono un apprendimento naturale e sereno, ma anche innovativo grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie”. L’approccio tipico dell’aula multisensoriale si è sviluppato in Olanda negli anni ’70 ed è fondato sulla teoria del “Gentle teaching” di McGee. Prevede la costruzione di una relazione sensibile tra il partecipante e l’accompagnatore qualificato ed un ambiente controllato, in cui è offerta una moltitudine di possibilità di stimolazione sensoriale, come effetti visivi, uditivi, tattili, olfattivi e gustativi. L’obiettivo è la promozione del benessere. Usato in vari contesti, come gli ospedali o le case di riposo, è entrato anche nel mondo della scuola. Si integra con altri approcci, come la musicoterapia. Le stimolazioni sensoriali essenziali, quanto il cibo sono vero e proprio nutrimento per il cervello. L’aula è arredata con un letto ad acqua, apparecchi video e sonori, sorgenti luminose e diffusore di aromi. “Fare educazione inclusiva significa fare comunità – ha spiegato la dirigente didattica Nicoletta Montecchi – e la nostra aula multisensoriale sarà un luogo aperto a tutti gli alunni del nostro istituto e del nostro territorio con l’obiettivo di migliorare il livello di benessere e i confort in un’ottica di totale inclusione. A settembre avremo un corso di formazione per le docenti per l’utilizzo della stanza”. L’aula è stata realizzata dalla ditta Life emotion di Trento. I bambini autistici in particolare, immersi in un contesto ludico, hanno una maggior fiducia nelle proprie potenzialità, un grande benessere interiore, accrescono le loro percezioni, e sviluppano relazioni interpersonali con i propri familiari e con gli altri, in quanto vengono stimolati a non isolarsi e chiudersi nel loro mondo. La realizzazione è stata possibile grazie alla donazione effettuata dagli eredi in ricordo della maestra Maria Luisa Tamini , scomparsa all’età di 31 anni nel 1984 e già docente nella scuola primaria Kennedy

La dirigente Montecchi non l’ha conosciuta personalmente, ma solo tramite il ricordo di chi di alcune docenti che hanno lavorato con lei. “Persone – dice Montecchi – che hanno ancora ben presente la sua gentilezza, il suo sorriso, la sua attenzione nei confronti dei bambini a cui prodigava il suo impegno soprattutto se fragili”. La maestra Tamini è stata ricordata  dai cugini Patrizia Mingione e Gino Tamini: “Nostra zia Anna Maria Cristuib Ronchi vedova Tamini, che è mancata ad Ornavasso il 10 marzo 2021, ci aveva chiesto di vendere i suoi gioielli per fare una donazione alle scuole di Domodossola dove aveva studiato e lavorato sua figlia Maria Luisa Tamini, morta in un incidente stradale il 23 giugno 1984.
Maria Luisa, nata il 29 luglio 1953, aveva frequentato l’istituto magistrale presso il collegio Rosmini di Domodossola .
Dopo il diploma aveva iniziato ad insegnare alla scuola “J.F. Kennedy” di Domodossola e nel 1977 si era laureata in Pedagogia presso l’università Cattolica di Milano .
La zia Anna ha sentito il desiderio di ricordare il grande valore umano di Maria Luisa contribuendo concretamente all’opera delle scuole frequentate da sua figlia, riconoscendo il valore educativo che queste istituzioni formative hanno speso nell’accompagnare all’adolescenza ed alla vita tanti giovani.
Per ricordare meglio Maria Luisa riportiamo le parole di Giuseppina Viarana: “Emerse la figura di una donna appassionata alla vita e ad ogni  persona con particolare attenzione nei confronti dei bambini a cui prodigava il suo impegno, soprattutto se fragili . Per loro era disposta anche a coinvolgimenti che andavano al di là dell’impegno professionale”.
Un’insegnante dei tempi dell’istituto magistrale parla dei suoi  alti ideali e della sua sensibilità alla dimensione spirituale per potersi  rendere utile al mondo e alla Chiesa.
I suoi amici ricordano come la sua vita fosse stata un dono, con lei avevano condiviso l’amore per la montagna, per i viaggi, per la musica, per la vita sociale del proprio paese e per l’amore per la comunità cristiana a cui apparteneva .
Una vita straordinaria dentro a circostanze ordinarie, vissuta con ardore, come disse di lei Suor Maria Corradina, sua insegnante ed amica, “cordiale nel suo modo scattante e coinciso di parlare, piena di interessi, aperta alla vita e agli altri”. All’inaugurazione dell’aula sono intervenuti con la dirigente scolastica Nicoletta Montecchi, Giuseppina Motisi provveditore agli studi per il Vco, Da Reggio Emilia arrivata anche per la visita alla stanza multisensoriale della scuola Kennedy di Domodossola  la Dirigente (Preside, durante i suoi anni di insegnamento a Reggio Emilia e amica personale di Nicoletta Montecchi) Paola Campo. L’aula potrà essere utile anche ai centri del Vco che si occupano di riabilitazione fisica e psichica di bambini e adulti e ha sede a fianco alle scuole Kennedy.

a cura del Prof. Giuseppe Serrone

L’eredità pedagogica di Don Milani: attualizzato anche a Domodossola

(La sala del Convegno – Fonte pagina facebook Scuola don Milani)

Sabato 27 Maggio 2023 si è svolto il convegno “I care! Mi sta a cuore”. L’eredità pedagogica di Don Milani. Celebrazioni a cento anni dalla nascita”. Nell’aula magna dell’Istituto Marconi Galletti di Domodossola è stata ricordata la figura del sacerdote docente, scrittore ed educatore cattolico. Il programma della giornata al Marconi Galletti si è aperto alle ore 9 con l’accoglienza e il saluto da parte della dirigente del Primo Circolo di Domodossola Patrizia Taglianetti. Il convegno è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Domodossola e dell’Anpe Piemonte, Associazione Nazionale Pedagogisti italiani. Ha aperto i lavori l’intervento delle insegnanti Caterina Brunelli e Sabrina Spadone della primaria Don Milani, dal tema “Un’esperienza di scrittura collettiva”. A seguire: “Sortirne insieme”: la scuola di Barbiana come stella polare della scuola italiana, a cura di Simone Consegnati, coordinatore e formatore di “Tuttoscuola” e docente universitario Lumsa -Roma. Il terzo intervento è stato dedicato a “L’esperienza di Barbiana”, a cura di Paolo Usellini, Dirigente Scolastico Istituto Sacro Cuore di Novara e Presidente regionale di Anpe (Associazione pedagogisti italiani). Infine, “Don Milani, prete tra obbedienza e profezia” a cura di don Andrea Mosca, parroco di Pernate. Come bellissimo gesto è stata consegnata la guida turistica “Domodossola, la città dei bambini” alle autorità presenti.
“Don Milani diceva “I care” e il suo motto è divenuto universale. Il motto di chi rifiuta l’egoismo e l’indifferenza”. Così Sergio Mattarella ha ricordato il sacerdote pedagogo, l’insegnante dei più poveri, ed entra nel dibattito sul merito che tanto sta animando la politica di questi mesi, contrapponendo destra a sinistra. Il presidente della Repubblica ha ricordato la figura di don Milani da Barbiana in Toscana dove aprì una scuola per i giovani del luogo, figli di contadini poveri e con pochi strumenti per emanciparsi. La celebrazione e il ricordo di Don Milani in Italia e nel mondo sono state un invito a riflettere sull’importanza della Costituzione che ci porta a “levare le mani di tasca e ad agire”.  Una profezia religiosa accanto a quella civile con la convinzione che “la mancanza di cultura sia un ostacolo all’evangelizzazione e all’elevazione sociale e civile del popolo”. Non una celebrazione storica scontata. In Lettera a una professoressa, don Lorenzo sottolineava con forza il ruolo fondamentale che l’istruzione ha per la piena umanizzazione e per l’emancipazione dalla povertà e dallo sfruttamento. Certo, una scuola deve in qualche modo valorizzare i meritevoli, cioè riconoscere l’ampiezza dei talenti di ciascuno. È compito sicuramente della scuola, ma per far questo c’è un passo prima da compiere, cioè mettere tutti nelle stesse condizioni di poter realizzare appieno i propri talenti. Agostino Burberi è stato uno dei ragazzi di Barbiana, anzi, il primo. Al microfono di Vatican News ha raccontato ciò che ha vissuto accanto a don Lorenzo. La sua è una testimonianza di come l’esempio del priore continui a sollecitare tanti ad impegnarsi per una scuola diversa e una società migliore. Sul tavolo della scuola di don Lorenzo Milani c’erano sempre due libri, la Bibbia e la Costituzione “anzi c’era sempre il Vangelo, perchè lui sosteneva che il Vangelo è il libro più importante del mondo. Poi c’era la Costituzione che lui diceva essere il compromesso più alto, fatto da ideologie diverse, per andare avanti nel nostro Paese. E l’altra cosa sempre presente erano i libri di Gandhi che ci ha insegnato come è riuscito con la disobbedienza civile, non con le armi, a liberare il suo popolo, l’India, dagli inglesi”.  Oggi oltre al problema di insegnare la lingua il problema vero è quello della cultura. Il segreto della scuola e dell’insegnamento, per riattualizzare oggi dinamicamente don Milani, è “voler bene ai ragazzi”.

Redazione Web a cura di Giuseppe Serrone