Disoccupazione record al 12,9%

Disoccupazione record al 12,9%

Il tasso di disoccupazione in Italia si è attestato al12,9% a gennaio scorso, ai massimi livelli dal 1977. Lo rende noto l’Istat. In particolare, la disoccupazione giovanile (tra 15 e 24 anni) è salita al tasso del 42,4% contro il 41,7% di dicembre scorso.

Nel 2013 gli occupati sono scesi di 478mila unita (2,1% su base annuale). La riduzione rimane più forte nelle regioni meridionali (-4,6%, pari a -282.000 unità). Nella media del 2013, il tasso di disoccupazione raggiunge il 12,2% in confronto al 10,7% di un anno prima.

Più in dettaglio, il numero di disoccupati è stato pari a 3 milioni 293 mila, aumentando dell’1,9% rispetto al mese precedente (+60mila) e dell’8,6% su base annua (+260 mila). Il tasso di disoccupazione con il 12,9% è in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti nei dodici mesi. I disoccupati tra i 15 e i 24 anni sono 690 mila. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all’11,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,8 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 42,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,0 punti nel confronto tendenziale. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni – rileva l’Istat – diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente (-45 mila unità) e dello 0,1% rispetto a dodici mesi prima (-9 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in calo di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali ma in aumento di 0,1 punti su base annua.

Alla fine del 4° trimestre del 2013 i disoccupati hanno raggiunto quota 3.255.000 (+9% rispetto al corrispondente trimestre dello scorso anno), oltre la metà sono disoccupati di lunga durata (da 12 mesi o più). È quanto emerge dai dati dell’Istat. “L’incidenza della disoccupazione di lunga durata sale dal 54,8% del quarto trimestre 2012 all’attuale 58,1%”, scrive l’Istat.

Eurostat. Resta stabile al 12% a gennaio 2014 la disoccupazione nella zona euro, ferma da ottobre (mentre in Italia sale al 12,9% dal 12,7% di dicembre), l’aumento più consistente insiem e a Malta dove però il tasso è più basso (da 6,7% sale a 6,9%). Lo comunica Eurostat. È sempre la Spagna il Paese dove la disoccupazione è più elevata (25,8%).

 

ALLARME. Disoccupazione all’11%: senza lavoro 2,9 milioni

Il tasso di disoccupazione a dicembre e’ all’11,2%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su novembre e di 1,8 punti su base annua. Lo rileva l’Istat (dati destagionalizzati e provvisori). Il tasso resta ai massimi da gennaio 2004, inizio delle serie mensili, e dal primo trimestre ’99, guardando alle trimestrali.

A dicembre 2012 il numero di disoccupati risulta pari a 2 milioni 875 mila, in lieve aumento (+4 mila) rispetto a novembre. Su base annua la disoccupazione cresce del 19,7%, ovvero di 474 mila unità.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a dicembre è pari al 36,6%. Il tasso è in calo di 0,2 punti percentuali su novembre, ma aumenta di 4,9 punti su base annua. I 15-24enni in cerca di lavoro sono 606 mila.
A dicembre 2012 gli occupati sono 22 milioni 723 mila, in diminuzione dello 0,5% rispetto a novembre, ovvero di 104 mila unità, e dell’1,2% su base annua, pari a un calo di 278 mila persone.

Disoccupazione in drammatico aumento tra i giovani europei

di Luca M. Possati

Creatività, innovazione, internet: i giovani europei puntano su questi tre fattori per sconfiggere una crisi che ha spazzato via dal mercato del lavoro almeno due generazioni. Coraggio è la parola che ricorre di più nei titoli dei giornali e nelle a analisi dei commentatori: ci vuole infatti una buona dose di sangue freddo per sfidare un contesto, come quello attuale, segnato da difficoltà globali, delle quali la politica è solo in parte responsabile.
C’è infatti, alla radice di questa crisi, anche un dato mentale e culturale ineliminabile: secondo un recente rapporto della Commissione Ue, solo il 37 per cento degli europei preferisce l’imprenditoria al posto fisso, la dinamica alla statica. Stima, questa, in calo rispetto al 2009, quando invece era il 45 per cento che ambiva a mettersi in proprio. Oggi la paura della bancarotta è infatti il primo ostacolo all’avvio di un’attività (43 per cento dei casi), seguita dall’incertezza dei guadagni (33 per cento).
A sottolineare che la mancanza di lavoro nell’eurozona riguarda soprattutto i giovani è il rapporto 2012 dell’Unione europea su occupazione e sviluppi sociali. Il numero dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni che si dichiarano inattivi, cioè che non hanno e non cercano un lavoro, è in netto aumento. In un solo anno i disoccupati sono aumentati di 113.000 unità nell’eurozona, mentre nell’Europa a ventisette di 154.000. A livello generale, si contano 26 milioni di senza lavoro, dei quali 18,8 nei Paesi della moneta unica. La Spagna è il Paese in cui la disoccupazione è aumentata di più, raggiungendo, nel novembre scorso, il 26,6 per cento complessivo.
Si conferma inoltre il crescente divario tra nord e sud: la situazione è infatti migliore in Austria (con un tasso pari al 4,5 per cento), Lussemburgo (5,1), Germania (5,4) e Paesi Bassi (5,6). Si mantiene stabile invece il confronto tra uomini e donne: il tasso di disoccupazione femminile nell’eurozona in novembre è stato dell’11,8 per cento e del 10,7 per cento nell’Unione a ventisette. Quello maschile si è assestato rispettivamente all’11,7 e al 10,8.
Malgrado i dati drammatici, la vera questione concerne il modo in cui fermare l’emorragia. Finora si è pensato che, in una maniera o nell’altra, la soluzione sarebbe arrivata a suon di riforme. Oggi la sensazione diffusa è che la ripresa sia ancora un miraggio lontano e che la paura condizioni tutto il sistema: i consumi sono fermi, le fabbriche chiudono, le imprese falliscono. In base alle previsioni degli analisti, la disoccupazione giovanile potrebbe presto aumentare di circa quattro volte rispetto a quella degli adulti. “Bisogna trovare le risorse per investire in formazione ed inclusione sociale” ha ammonito il commissario Ue per l’Occupazione, gli Affari sociali e l’Integrazione, Lászlzó Andor. Sul lavoro – ha confermato il commissario – è “improbabile che si vedranno miglioramenti dal punto di vista socio-economico nel 2013”. Gli analisti sostengono che l’unica strada sia quella di continuare a riformare il mercato del lavoro e i sistemi di welfare, che a causa della crisi hanno perso molta della capacità di protezione delle fasce più a rischio. Molti politici propongono di uscire dalla spirale dando maggiore spazio alla contrattazione collettiva tra le parti sociali; altri puntano invece su un cambiamento di mentalità degli apparati aziendali; altri ancora auspicano un ripensamento del legame tra scuola e mondo del lavoro. Ma in realtà, nonostante i proclami e le dichiarazioni di molti leader, proposte concrete sul tavolo non ce ne sono.
Un segnale positivo è invece giunto in questi giorni da Bruxelles. La Commissione presieduta da José Manuel Durão Barroso ha infatti varato un importante piano di incentivi alle nuove imprese, che rappresentano la principale fonte di nuova occupazione in Europa: circa quattro milioni di nuovi posti di lavoro ogni anno. Si tratta di un piano d’azione destinato a sostenere gli imprenditori, con il quale Bruxelles intende sottolineare il ruolo fondamentale dell’istruzione, della formazione e della tecnologia internet per far crescere nuove generazioni di imprenditori. Misure specifiche andranno a sostegno dei giovani, delle donne, degli anziani, dei migranti.
Durão Barroso prevede anche l’introduzione di provvedimenti ambiziosi per favorire le start-up – le imprese appena nate – e la creazione di nuove aziende, per agevolare il trasferimento dei progetti aziendali, per migliorare l’accesso ai finanziamenti e per dare una seconda opportunità agli imprenditori onesti dopo un fallimento.
Insomma, azioni reali e non solo programmi politici.

(©L’Osservatore Romano 11 gennaio 2013)