Dischi Sacra Il “Codex Las Huelgas” nella rilettura di Jordi Savall

JORDI SAVALL Codex Las Huelgas Alia Vox / Ducale (Euro 20,00)

Convento reale (fondato nel 1187 dal sovrano di Castiglia Alfonso VIII e dalla sua sposa Eleonora), il monastero femminile cistercense di Santa María la Real de Las Huelgas – situato nei pressi della cittadina spagnola di Burgos e consacrato alla Vergine Maria – è passato alla storia della musica perché al suo interno è stato appunto custodito per secoli il cosiddetto Codex Las Huelgas. Si tratta di un prezioso manoscritto compilato nella prima metà del Trecento con l’intento di creare una sorta di antologia delle forme e degli stili musicali in voga nel repertorio sacro tra il XII e il XIII secolo; all’interno troviamo affiancati 186 brani, di cui 45 pezzi monodici e 141 polifonici in lingua latina (tra organum, conductus e mottetti), suddivisi per genere, destinazione liturgica e numero di voci richieste. Ed è tra le fluttuanti onde sonore di queste pagine che ci conduce Jordi Savall, nocchiero di grande esperienza tra gli oceani sconfinati dei repertori medievali; suoi fedeli compagni di viaggio sono anche questa volta il complesso vocale Capella Reial de Catalunya e l’ensemble strumentale Hespèrion XXI, che il maestro catalano ha forgiato alla più raffinata scuola delle antiche prassi esecutive. Impossibile non rimanere rapiti dagli affascinanti mondi evocati da queste musiche, con la loro vivacità ritmica e varietà timbrica, negli accenti di devozione mariana come anche nei riferimenti simbolici, con particolare riferimento al mondo allegorico rappresentato dai Bestiarium, con i loro richiami agli animali e alle creature che impersonificano le figure cardine della religione cristiana. Savall rilegge queste opere con massimo rispetto e rigore, ma anche con spirito di autentica modernità, nel tentativo di restituire vita e libertà (interpretativa in primis, ma anche improvvisativa) a quegli aspetti artistici e musicali, stilistici e culturali che, sebbene non scritti in partitura, costituivano al tempo parte integrante e imprescindibile nell’esecuzione di quei brani. © riproduzione riservata avvenire.it

Dischisacra L’Avvento e le sue gioiose carole di Natale

«L’inverno è arrivato e con esso il freddo, la notte, il silenzio…»: iniziano così le note di presentazione del disco Voyages d’hiver, come l’incipit di una fiaba da raccontare al lume di una candela, davanti a un camino scoppiettante. È questa l’atmosfera che l’ensemble Les Itinérantes ha cercato di ricreare per invitarci a compiere un viaggio indietro nei secoli, «con l’intento di condividere un frammento della ricchezza del nostro patrimonio culturale e umano legato alla tradizione del Natale attraverso la musica, un linguaggio universale che unisce tutte le persone». La ribalta spetta alle tre voci femminili del gruppo, di provenienza artistica e formazione diversa, a volte fuse o intrecciate tra loro in raffinate ghirlande armoniche. Poche scarne percussioni emergono qua e là ad accompagnare i ritmi semplici e lineari di evergreen come l’ormai classica “Christmas carol” inglese God Rest You Merry, Gentlemen,

acquistando andamenti più sostenuti e saltellanti per la brasiliana Borboleta. Il tributo rivolto al puro canto a cappella passa per i brani medievali italiani tratti dal Laudario di Cortona, con le invocazioni alla Vergine Altissima Luce e Laude Novella, ma c’è spazio anche per un’incursione tra le note del balletto natalizio per eccellenza, Lo schiaccianoci di Ciaijkovskij, con una versione in perfetto stile Swingle Singers della Danza della Fata Confetto.

Dal repertorio popolare della Lettonia arriva invece la travolgente filastrocca Sidrabiòa Lietiòð Lija, mentre da quello svedese la celebrazione della “Festa della Luce” si tinge delle note della poetica Santa Lucia, per poi sfociare nell’Aurora boreale evocata dal compositore contemporaneo norvegese Ola Gjeilo su testo biblico del “Cantico dei cantici”. Un lungo pellegrinaggio nello spazio e nel tempo, che acquista a tratti il carattere del viaggio interiore, alla riscoperta dei suoni, delle melodie e dei ricordi nascosti nella memoria di una festa che saluta l’arrivo del Salvatore risvegliando la gioia nel cuore.

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Voyages d’hiver

Les Itinérantes

Ambronay Éditions / Self Euro 20.00

L’ensemble Les Itinérantes

Musica Sacra. Un tempo di festa con il sacro di Britten

Con il disco dedicato ad alcune delle più celebri opere sacre di Benjamin Britten (1913-1976), Graham Ross e il Coro del Clare College di Cambridge hanno realizzato una colonna sonora ideale che copre praticamente l’intero arco delle feste natalizie. Il baricentro espressivo, artistico e spirituale del progetto è senz’altro rappresentato dal brano che intitola l’album, A Ceremony of Carols. C’è infatti un’idea vincente dietro la composizione di questo ciclo che il maestro inglese ha scritto nel 1942, nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale: la concezione di una musica estremamente semplice e di assoluta immediatezza comunicativa, in grado di rendere manifesta una raffinata impronta creativa accesa da un’intima ispirazione religiosa. Con questo preciso intento Britten ha dato vita a una poetica e affascinante rielaborazione in chiave moderna di dodici canti natalizi “a cappella” – che prevedono il solo accompagnamento dell’arpa – su testi ricavati dalla tradizione britannica medievale e rinascimentale: a partire dalla gioiosa Wolcum Yole! per arrivare alla più riflessiva There is no Rose, passando per la virtuosistica scrittura a canone di This Little Babe, l’autore è riuscito a rendere vivo e originale un patrimonio radicato in secoli ormai lontani, ma che a tutt’oggi – e ancor più in questi tempi così particolarmente difficili e incerti – rivela una sorprendente attualità e l’urgenza del suo autentico messaggio di pace e di serenità. Musiche che fanno sicuramente parte del patrimonio genetico interpretativo della blasonata compagine corale di Cambridge, così spavalda, sicura e a tratti fin troppo energica nell’affrontare un repertorio che viene esteso anche ad altre pagine “a tema”, destinate a prolungare la gioiosa atmosfera di questa antologia; lavori come il giovanile Te Deum (1934), il Jubilate Deo o l’affascinante New Year Carol, che rappresenta l’augurio migliore – come recita il testo – per «lasciare entrare il nuovo anno» sotto la protezione del Signore.

Benjamin Britten
A Ceremony of Carols
Choir of Clare College Cambridge, Graham Ross
Harmonia Mundi. Euro 19,00

Dischi Sacra / “La creazione” di Haydn come un Big Bang musicale

«Un “Big Bang” musicale, calcolato accuratamente»: è questa l’ipotesi di fondo da cui parte idealmente la registrazione della Creazione di Franz Joseph Haydn (1732-1809) realizzata da Andrés Orozco-Estrada e dalle compagini Houston Symphony Orchestra & Chorus. Come risulta dalle parole dello stesso direttore, l’intento ultimo è quello di celebrare il forte impatto visivo, quasi cinematografico della partitura: «Ciò che più apprezzo in questo lavoro è la pittura tonale e la modalità riccamente colorata con cui la musica descrive la natura e gli animali. Abbiamo cercato di dare all’ascoltatore la possibilità di immaginare le illustrazioni sonore ideate da Haydn, che distinguono questa eccezionale opera d’arte da qualsiasi altra».
Le fonti del testo, di cui si è occupato il barone Gottfried van Swieten, sono il Libro della Genesi, quello dei Salmi e il Paradise Lost di John Milton; l’oratorio è suddiviso in tre parti e si compone di 34 numeri – tra recitativi, arie, pezzi d’insieme e cori – che portano appunto in scena la storia della creazione attraverso una vivace serie di tableaux che spaziano dalla deflagrazione orchestrale chiamata a evocare il principio di ogni cosa all’irrompere del primo fascio di luce, dall’idilliaco duetto d’amore tra Adamo ed Eva all’inno di lode e ringraziamento finale rivolto al Signore. Nella Creazione secondo Orozco-Estrada, le linee interpretative risultano alquanto decise e marcate, quasi la partitura di Haydn fosse la colonna sonora destinata a un kolossal hollywoodiano. Musica di grande effetto, che sembra acquistare maggiormente peso verso la parte “beethoveniana” del suo baricentro espressivo – come nello scenografico quadro iniziale che raffigura il Caos primordiale – ma che sembra però perdere sul fronte del tratteggio delle sfumature più lievi e poetiche, dove maggiore attenzione va riposta verso la trasparenza degli impasti timbrici e la duttilità di soluzioni che rimandano a raffinatezze cameristiche di ascendenza mozartiana.

Franz Joseph Haydn
La creazione
Andrés Orozco-Estrada
Pentatone / Ducale (2 cd, euro 34)

da Avvenire

 

 

Dischi Musica Sacra / Rivive potente l’“Estro Poetico-Armonico” di Benedetto Marcello

Dei fratelli Marcello, Benedetto è il più anziano e sicuramente la figura artistica più enigmatica e originale. Nato a Venezia nel 1686 in una famiglia patrizia, fu avvocato, magistrato e personalità di spicco nella vita pubblica della Serenissima, ma anche poeta, scrittore e autore del celebre libello satirico (peraltro dato alle stampe in forma anonima) Teatro alla moda, in cui passò in rassegna con pungente ironia i vezzi e il malcostume che caratterizzavano la ribalta del melodramma settecentesco.
Morì nel 1739 a Brescia, dove ricopriva la carica di Camerlengo della Camera dogale, nel giorno del suo 53° compleanno, ma la sua fama immortale è dovuta soprattutto all’attività di compositore ed è legata in modo particolare alla pubblicazione degli otto tomi dell’Estro poetico-armonico, che raccolgono le intonazioni dei primi cinquanta Salmi del Salterio su testi tradotti dalla Vulgata ed elaborati in forma poetica e in lingua italiana dal letterato veneziano Girolamo Ascanio Giustiniani.
Si tratta di un’opera straordinaria per ispirazione e concezione, così come del tutto convincente appare la lettura offerta dall’ensemble L’Amoroso diretto da Guido Balestracci, con la partecipazione delle voci soliste del soprano Caroline Pelon e del contralto Mélodie Ruvio. Una selezione di quattro Salmi (14, 21, 27, 38) che lascia riaffiorare la ricchezza del mondo espressivo e spirituale di Benedetto Marcello, portando appunto in primo piano l’estro poetico e la forza drammatica di pagine come il Salmo “Volgi, mio Dio, deh volgi un de’ tuoi guardi”, in cui lo sconsolato lamento del re Davide (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”) pare quasi trasformarsi idealmente in una breve Passione condensata in quindici brani tra arie, recitativi e intonazioni di preghiere ebraiche, con numeri di grande suggestione come l’episodio “Forar le mani mie, foraro i piedi”, in cui il lento pizzicato dei bassi sembra evocare la crocifissione di Gesù: e qui l’arte di Marcello raggiunge vertici assoluti.

Benedetto Marcello
Estro Poetico-Armonico
L’Amoroso, Guido Balestracci
Arcana / Self-Tàlea. Euro 20,00

Avvenire

Dischi sacra: squarci sonori di una contemplazione quasi mistica

Philippe Herreweghe crede in Carlo Gesualdo, Principe di Venosa (1566-1613). Lo si capisce da come siede in cabina di regia e asseconda nota dopo nota la sacra sceneggiatura dei Responsoria per la Settimana Santa; da come porta sotto i riflessi cangianti del lume di una candela il canto di preghiera e penitenza da intonarsi in occasione dell’Ufficio delle Tenebrae, al calare della notte della vigilia di Giovedì, Venerdì e Sabato Santo.
La raccolta si compone di ventisette mottetti a sei voci, un Salmo (Benedictus Dominus Deus Israel) e un inno (Miserere mei, Deus) dati alle stampe nel 1611, appena due anni prima che il “principe dei musici” prendesse congedo dalla vita terrena. Proprio in questa prospettiva, la musica appare ancor più assoluta e definitiva, quasi dovesse rappresentare il punto di approdo finale di un viaggio ideale in cui, tra cupe linee melodiche, aspre dissonanze e taglienti contrasti armonici, Gesualdo sembra ripercorre le tappe principali della sua tormentata esistenza.
E lungo la via del dolore che dal Monte degli Ulivi approda sulla cima del Golgota, Herreweghe guida la formazione corale del Collegium Vocale Gent per una strada interpretativa che, smussando ogni curva, si apre su squarci sonori di una contemplazione quasi mistica.

Collegium Vocale Gent /
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P. Herreweghe
GESUALDO
Responsoria 1611
Phi / Sound and Music
Euro 29.00